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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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VESSO UNA SINTESI: IL MATERIALISMO CRITICO 165<br />

Jodl defini tale posizione nominalismo 197. Effettivamente in<br />

questi passi nomi e concetti sono frutto di operazioni dell'intelletto,<br />

motivate dal bisogno di economizzare il <strong>la</strong>voro. L'universalità, loro pe­<br />

culiare, <strong>non</strong> si fonda su essenze corrispondenti, ma è solo conseguenza<br />

di una astrazione dal<strong>la</strong> complessità del reale. E tuttavia questa opera­<br />

zione avviene e deve avvenire sul<strong>la</strong> base di criteri empirici, sperimenta-<br />

bili, come conseguenza di quel<strong>la</strong> identità provata sensibilmente. L'uni­<br />

versalità convenzionale poggia dunque su una sorta di univer­<br />

salità reale. Sull'argomento <strong>Feuerbach</strong> nelle Lezioni sull'essenza del­<br />

<strong>la</strong> religione diede questa dilucidazione:<br />

Certamente l'universale esiste, ma se si guarda al modo in cui esiste, <strong>non</strong><br />

essendo un mero ente concettuale, esso <strong>non</strong> è universale, bensì singo<strong>la</strong>re, indi­<br />

viduale, sicché si può sia concordare con i realisti nel dire che esiste, sia con i<br />

nominalisti nel dire che <strong>non</strong> esiste 198 .<br />

Il passo, nel<strong>la</strong> sua salomonica risoluzione, <strong>non</strong> è certo esaustivo dell'in­<br />

tera questione. È però sorprendente che lo Jodl lo utilizzi, grazie al con­<br />

cetto di individuo come « indivisibilità, totalità, verità », per provare il<br />

presunto nominalismo feuerbachiano m . Al contrario si potrebbe anche<br />

interpretarlo in chiave ultrarealistica e pensare che qui sia sostenuta una<br />

sorta di individualizzazione dell'universale nelle singole esistenze, se­<br />

condo uno schema peraltro presente nel<strong>la</strong> terza appendice al<strong>la</strong> prima<br />

redazione dell'Essenza del<strong>la</strong> religione. In realtà il punto di partenza del­<br />

<strong>la</strong> nuova filosofia di <strong>Feuerbach</strong> è <strong>non</strong> l'universale in sé, bensì l'indivi­<br />

duale 20°, l'intuizione immediata, in cui un reale si da. È questa pienezza<br />

originaria, che mette in movimento le varie forze dell'uomo, percezioni,<br />

intelletto, riflessione, le cui operazioni di separazione, associazione, col­<br />

legamento hanno sempre li <strong>la</strong> loro ultima pietra di paragone 2M .<br />

La tensione fra il linguaggio e le cose, teorizzata nel<strong>la</strong> redazione<br />

definitiva, si riflette nell'uso stesso dei termini universali. Fin dall'inizio<br />

<strong>Feuerbach</strong> sente il bisogno di precisare:<br />

Per me e <strong>natura</strong> ' — proprio come ' spirito ' — <strong>non</strong> è altro che un termine<br />

universale per designare enti, cose, oggetti che l'uomo differenzia da sé e<br />

197 F. Jodl, op. cit., pp. 26-9, 39.<br />

198 G. W., VI, p. 376.<br />

199 F. Jodl, op. cit., pp. 26-7.<br />

200 G. W., IX, pp. 250, 251, 317, 333 [tr. it. cit., S. F., pp. 184, 185, 252,<br />

268]; III, pp. 276-8; VI, pp. 376-79.<br />

201 G. W., Ili, p. 282.

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