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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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162 CAPITOLO QUINTO<br />

<strong>non</strong> risiede in un organo partico<strong>la</strong>re, ma è <strong>la</strong> presenza dell'oggetto nel<br />

soggetto e <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zionalità del soggetto all'oggetto, riscontrabili prima­<br />

riamente nel<strong>la</strong> sfera sensibile, nelle sensazioni di ogni tipo. Prima di<br />

ogni comportamento conoscitivo, di ogni costruzione soggettiva c'è una<br />

re<strong>la</strong>zione immediata di soggetto-oggetto, che si manifesta nel sentimento<br />

del<strong>la</strong> propria originaria dipendenza e del proprio impulso all'affermazio­<br />

ne di sé. Per spiegare questa immediatezza Lowith ha acutamente ri­<br />

chiamato l'« immemoriale » di Schelling 181 . In effetti il richiamo a que­<br />

sta primordiale immediatezza, al<strong>la</strong> <strong>natura</strong> schellinghiana, all'unità che<br />

precede <strong>la</strong> differenza, è rilevante nel progressivo distacco dal<strong>la</strong> dialettica<br />

hegeliana m . Tuttavia esso avviene sempre sotto forma di un recupero<br />

di tale immediatezza dal<strong>la</strong> sfera irrazionale a quel<strong>la</strong> razionale 183 . La re­<br />

<strong>la</strong>zione originaria di soggetto-oggetto è già momento conoscitivo. Per<br />

questo, <strong>non</strong>ostante il salto cronologico, appare stimo<strong>la</strong>nte e pertinente<br />

un rapido rinvio fatto dal Lowith all'« autodatità originaria » di Hus-<br />

serl 184. Essa è, come questa, un'« esperienza » (Erlebnis) vitale, un'in­<br />

tuizione precategoriale, che è « consaputa », anche se <strong>non</strong> è oggetto di<br />

riflessione, e che proprio per questo può diventarlo 185 . A una simile<br />

unità, radicata nel vivere stesso dell'uomo in quanto tale e presente nel­<br />

<strong>la</strong> sensazione, <strong>Feuerbach</strong> si riferì nel<strong>la</strong> sua risposta al<strong>la</strong> accusa di duali­<br />

smo 186 , mossa dall'Haym:<br />

Appena quindi che l'uomo può esistere e davvero esiste, allora ogni que-<br />

181 K. Lowith, Vermittlung una Unmittelbarkeit..., cit., p. 212.<br />

182 Vorlesungen ùber die Geschicbte der neueren Philosophie ..., p. 167; G. W.,<br />

IX, p. 50 [tr. it., S. F., p. 84]; V, pp. 170-74.<br />

183 Vorlesungen ùber die Geschicbte der neueren Philosophie ..., pp. 180-81;<br />

G. W., V, p. 171.<br />

i&4 Vermittlung una Unmittelbarkeit..., p. 211.<br />

185 E. Husserl, Ideen zu einer reinen Phànomenologie una phànomenologischer<br />

Philosophie, I, in: Gesammelte Werke, III, 1 (hg. v. Schuhmann), Den Haag<br />

1976, pp. 95-6 [tr. it. E. Filippini, Torino 1965, pp. 97-8].<br />

186 Anche Marx W. Wartofsky, che dimostra di apprezzare moltissimo l'Haym,<br />

interpreta <strong>Feuerbach</strong> a partire da un presupposto dualistico, in base al quale <strong>la</strong><br />

dialettica sarebbe o legge ontologica del<strong>la</strong> <strong>natura</strong> o prassi <strong>umana</strong>. A questo pro­<br />

posito a buon diritto egli osserva come l'autore rientri nel background di Dilthey<br />

(op. cit., pp. xu, 8, 20-1, 237-38). Certamente <strong>la</strong> problematica delle due sfere e<br />

del loro rapporto era da lui molto sentita, <strong>la</strong> questione è però se il dualismo sia<br />

un punto di partenza, che ci si propone di superare o un punto di arrivo, una<br />

concezione con cui ci si confronta per un'ulteriore sintesi o l'orizzonte, entro cui<br />

vada iscritto tutto lo sforzo critico.

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