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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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VERSO UNA SINTESI: IL MATERIALISMO CRITICO 161<br />

na nel<strong>la</strong> sua impalcatura metafisica, nel<strong>la</strong> sua trasmutazione del contra­<br />

sto linguistico di essere e nul<strong>la</strong> in un'opposizione ontologica 172 . Già là<br />

egli aveva prospettato una dialettica che fosse prima di tutto metodo<br />

scientifico m e, proponendo il nul<strong>la</strong> come « limite del<strong>la</strong> ragione », si era<br />

confrontato con i kantiani 174 . Ora quindi l'opposizione di individuo e<br />

universale <strong>non</strong> è più un principio metafisico, posto in quanto tale come<br />

punto di partenza, bensì l'espressione sul piano teoretico, riflesso di una<br />

situazione originaria, fondante, di un momento critico, in cui è implicato<br />

il soggetto del discorso. Rudolf Haym aveva ragione a designare questa<br />

svolta come un cammino a ritroso per recuperare al di là delle costru­<br />

zioni « metafisiche », idealistiche, il trascendentale 17S . Si trattava però<br />

<strong>non</strong> di un mutamento improvviso di rotta, ma di una conclusione del<strong>la</strong><br />

critica al<strong>la</strong> filosofia come sistema 176, avviata fin dalle Lezioni del 1835-<br />

36 177 . Per l'Haym tale conclusione aveva finito per riprodurre, senza<br />

neppure una corrispondente consapevolezza critica, le aporie kantiane,<br />

il dualismo fra un soggetto conoscitivo e una « cosa in sé ». Che cosa<br />

significava dire che <strong>la</strong> <strong>natura</strong> doveva essere concepita solo « mediante<br />

sé stessa », se poi si ammetteva che l'uomo è sempre costretto ad appli­<br />

care ad essa espressioni e concetti umani? Il compito, l'istanza proposta<br />

era allora impossibile, a meno che l'uomo si spogliasse di tutti i concetti<br />

e linguaggi per appressarsi al<strong>la</strong> <strong>natura</strong> attraverso una sorta di intuizione<br />

immediata, di « visione beatifica », di intuizione divina 178 .<br />

È proprio questo ideale limite del<strong>la</strong> conoscenza divina, presente<br />

nell'idealismo e anche in Kant, che secondo <strong>Feuerbach</strong> finisce per con­<br />

notare negativamente <strong>la</strong> conoscenza <strong>umana</strong> 179 e impedisce di riconoscere<br />

come in essa ci sia un contatto immediato con l'oggetto, un momento<br />

fondante 18°. È ciò che egli chiama « intuizione » (Anschauung) e che<br />

172 G. W., IX, pp. 54-60 [tr. it. cit., S. F., pp. 88-95].<br />

173 Ivi, pp. 37-8 [tr. it. cit., pp. 70-1].<br />

174 Ivi, p. 56 [tr. it. cit., p. 91].<br />

175 <strong>Feuerbach</strong> una die Philosophie..., pp. 22-24.<br />

176 Sull'importanza del confronto con Kant nell'e<strong>la</strong>borazione del<strong>la</strong> filosofia ge-<br />

netico-critica, cfr. M. Cabada Castro, <strong>Feuerbach</strong> y Kant. Dos actitudes antropolo-<br />

gicas, Madrid 1980, pp. 38-40.<br />

177 Vorlesungen iiber die Geschichte der neueren Philosophie..., cit., p. 183,<br />

dove già si avanza una prima critica a un certo formalismo e meccanicismo del<strong>la</strong><br />

logica hegeliana, che offuscherebbe il metodo « vivo, profondo, obiettivo ».<br />

178 <strong>Feuerbach</strong> und die Philosophie..., pp. 4-7.<br />

179 G. W., IX, pp. 289-93 [tr. it. cit., S. F., pp. 223-28].<br />

"o Ivi, pp. 321-22, 325-26 [tr. it. cit., pp. 257-58, 259-61].

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