Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

I NUOVI DATI SULLE ORIGINI 119
Si noti come nel seguente brano dell'Essenza della religione l'ini­
ziale critica all'orientale si ritorce poi soprattutto contro l'occidentale:
Come si spiega che l'Oriente non abbia una storia così viva e così animata
dal progresso come l'Occidente? perché in Oriente l'uomo non dimentica per
l'uomo la natura, non dimentica per lo splendore dell'occhio umano lo splendore
delle stelle e delle pietre preziose, né per il retorico « tuono e fulmini! » il ful­
mine e il tuono della meteorologia, né, per il corso delle vicende quotidiane, il
corso del sole e delle stelle, e nemmeno per l'alternarsi della moda l'alternarsi
delle stagioni 123 .
È significativo che Feuerbach, campagnolo per elezione, abbia acco­
stato la coppia orientale — occidentale alla coppia campagnolo — cit­
tadino:
Nei confronti dell'occidentale l'orientale si trova nella situazione dell'abitante
della campagna rispetto a quello della città. Il primo è dipendente dalla natura,
il secondo dall'uomo, il primo si orienta sulla base delle indicazioni del barometro,
il secondo sull'andamento della borsa, il primo sulla base dei segni dello zodiaco,
che restano sempre eguali a se stessi, il secondo sulla base dei segni sempre mute-
voli dell'onore, della moda e dell'opinione 124 .
La contrapposizione è ancor più accentuata nel seguito, dove la
storia stessa viene fatta discendere dalla vanità:
Soltanto gli abitanti delle città, quindi, fanno storia; soltanto la « vanità »
è il principio della storia. Si trova in condizione di compiere azioni storiche sol­
tanto colui che è in grado di sacrificare la forza della natura alla forza dell'opi­
nione, la sua vita al suo nome, la sua esistenza corporea alla sua esistenza inter­
pretata e raccontata dai poeti 125 .
La critica antiidealistica è qui alla base della critica alla civiltà oc­
cidentale e della demistificazione dell'ideologia colonialistica e razzistica.
L'attenzione per la diversa concezione della vita e del tempo dell'« orien­
tale » si traduce allora in un chiaro suggerimento all'occidentale, perché
recuperi il suo fondamento e realizzi effettivamente quell'integrazione
con i popoli vicini alla natura, quale era stata proclamata dai gruppi
più illuminati del colonialismo britannico.
123 Ivi, p. 46 [tr. it. cit., p. 85].
124 Ibid.
125 Ivi, pp. 46-7 [tr. it. cit., pp. 85-86].