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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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I NUOVI DATI SULLE ORIGINI 111<br />

II governo dovrebbe intervenire prima che sia troppo tardi e, se <strong>non</strong> lo fa,<br />

ci si dovrebbe rivolgere al popolo dell'Inghilterra affinchè i suoi pii contributi<br />

<strong>non</strong> siano stornati dal loro fine originario e <strong>non</strong> vengano utilizzati solo per semi­<br />

nare fra i neoze<strong>la</strong>ndosi il seme del<strong>la</strong> discordia religiosa con <strong>la</strong> conseguenza del<strong>la</strong><br />

loro infelicità e del turbamento al<strong>la</strong> pace universale anche fra i coloni®9 .<br />

Il valore supremo, <strong>la</strong> pace universale fra i coloni, è qui<br />

evidentemente <strong>la</strong> pace dell'impero britannico, che assurge così a giu­<br />

stificazione ideologica del nuovo colonialismo 90 . Essa necessariamente<br />

implicava l'accentuazione dei valori e degli scopi « umanitari » 91 rispetto<br />

a quelli religiosi, ma in realtà significava soprattutto il consolidamento<br />

del<strong>la</strong> struttura coloniale. Gli ideali pedagogici di elevazione cul­<br />

turale e morale dei sudditi più arretrati finiscono così per<br />

svanire di fronte al<strong>la</strong> realtà dei rapporti coloniali. Questa contraddizione<br />

è messa in rilievo da due articoli, da <strong>Feuerbach</strong> considerati. Nel primo<br />

un missionario racconta con quali stratagemmi riuscissero a g u a -<br />

dagnare al<strong>la</strong> civiltà gli indiani del Sudamerica e come i sol­<br />

dati abbiano poi vanificato il loro programma trasformando quel<strong>la</strong> « ci­<br />

viltà » in rapporto schiavistico:<br />

Ogni anno penetravamo sempre più profondamente nelle foreste, guadagna­<br />

vamo a noi gli indiani con regali e con un modo di fare amichevole e li porta­<br />

vamo al<strong>la</strong> nostra missione, dove li rendevamo recettivi al<strong>la</strong> civilizzazione e li for­<br />

mavamo al <strong>la</strong>voro. Gli indiani, abbandonando pian piano i loro costumi barbarici,<br />

si abituavano all'agricoltura, così in quelle smisurate distese selvagge sorgevano<br />

campi fertili e ben coltivati [...] Un saggio regime avrebbe preso sotto <strong>la</strong> sua<br />

ferma protezione queste istituzioni missionarie, al contrario un atto di prepotenza<br />

distrusse tutti i frutti, per i quali con una cura di molti anni e una ferrea co­<br />

stanza si erano gettati tanti semi. Uno dei successivi governatori mandò una divi­<br />

sione di soldati nel<strong>la</strong> missione e questi, dopo aver commesso dissolutezze e mal­<br />

trattamenti di ogni genere, catturarono e trascinarono via gli uomini giovani per<br />

usarli sulle navi da guerra, dove però ben presto furono vittima del<strong>la</strong> nostalgia<br />

e di varie ma<strong>la</strong>ttie 92 .<br />

: « 13k 20r -v , cfr. «Das Aus<strong>la</strong>nd », 1845 (9 ottobre), p. 1125.<br />

90 G. M. Trevelyan, A Shortened History of Eng<strong>la</strong>nd, tr. it. cit., pp. 512, così<br />

giustifica l'assoggettamento dell'India: « Le esperienze fatte ripetutamente nel<br />

Punjab e altrove, dovevano in seguito provare che <strong>la</strong> pace si sarebbe mantenuta<br />

in India solo mediante il riconoscimento di un'unica potenza sovrana »; cfr. anche<br />

per l'e<strong>la</strong>borazione di questa nuova ideologia ad opera per es. del<strong>la</strong> « scuo<strong>la</strong> di<br />

Manchester», A. Briggs, Victorian Cities..., tr. it. cit., pp. 414-19.<br />

91 Per le considerazioni « morali », che presiedettero all'espansione coloniale<br />

inglese, cfr. D. K. Fieldhouse, op. cit., pp. 188, 205, 289, 202-03 [tr. it. cit.,<br />

pp. 135, 151, 215, 148-9].<br />

92 J3h i2r-v ; cfr « Das Aus<strong>la</strong>nd », 1843 (25 settembre), p. 1068.

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