Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

I NUOVI DATI SULLE ORIGINI 107
mato « da ente soltanto fisico in un ente politico », che ha « distinto la
sua essenza dalla natura », che si è innalzato, secondo il famoso passo
della Genesi (1, 26), « a signore dei pesci del mare e degli uccelli del
ciclo, e degli animali e di tutta la terra, e di tutti gli animali che stri­
sciano sulla terra » 72 . Egli esprime la posizione soprannaturalistica, astrat­
ta del cristianesimo e in genere del monoteismo, che rinnega l'originaria
coscienza della solidarietà universale.
Questa interpretazione del cristianesimo come rottura, come nega­
zione della coscienza naturale è un punto fermo del pensiero di Feuer-
bach fin dai suoi primi passi. Lo schema storiografico delineato già nella
Storia detta filosofia moderna (1833) 73 ne tradisce l'origine hegeliana.
Quanto più però il momento dell'essere è accentuato rispetto all'idea,
l'unità rispetto alla differenza 74, il presunto superamento del cristiane­
simo, la sua separazione dalla natura acquistano per lui un significato
sempre più marcatamente negativo. E tuttavia il rapporto fra l'uomo e
l'animale è un argomento che solo ora, solo in occasione dell'Essenza
detta religione, viene radicalmente rivisto. Nell'Essenza del cristianesimo
Feuerbach sottoscriveva ancora l'essenziale distinzione introdotta dalla
religione — beninteso cristiana — fra l'uomo e l'animale e proprio in
quella riconosceva l'essenza umana in quanto coscienza
dell'universale e dell' infinito 75 . E addirittura nei Principi,
nell'opera che avrebbe dovuto portare a compimento il rovesciamento
del cristianesimo e dell'hegelismo, egli riproponeva la distinzione in ter­
mini ancor più ampi estendendo l'universalità anche alla sensibilità del­
l'uomo 76 .
Solo ora, dietro sollecitazione anche del materiale etnologico, Feuer­
bach riconsidera il rapporto fra l'uomo e l'animale e coglie proprio nel
rapporto di dipendenza, nel legame di continuità rispetto all'animale il
fondamento dell'autocoscienza vera dell'uomo. Il compito dunque che si
impone è quello di recuperare quell'oscuro sentimento naturale, che al
di sotto delle forme religiose più evolute si è conservato, come attestano
72 G. W., X, pp. 43, 48 [tr. it. cit., pp. 82, 88].
73 G. W.,Il, pp. 10-17.
74 Rimandiamo al saggio introduttivo del nostro libro, Feuerbach e la dialet­
tica dell'essere..., cit., pp. 10-28.
75 G. W., V, pp. 28-30 [tr. it. C. Cesa, S. F., pp. 107-110].
76 G. W., IX, pp. 335-36 [tr. it. cit., pp. 270-71].