Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

I NUOVI DATI SULLE ORIGINI 99
L'analisi dell'oggetto riporta dunque, secondo una metodologia con­
sueta in Feuerbach, all'atteggiamento, al comportamento del soggetto,
alla paura e ai riti per superarla. Inutile osservare come
in questo primo risultato Feuerbach diverga radicalmente dalle afferma­
zioni di Cudworth e venga a coincidere con quelle di Hobbes.
b] II sentimento religioso. Negli estratti di Feuerbach colpisce l'in­
sistenza sui sacrifici umani. Con estremo scrupolo vengono
annotate le varie modalità. Le vittime possono essere prigionieri di guer­
ra, catturati allo scopo 38 , ma anche gli appartenenti alla stessa tribù,
vergini o bambini 39 . Talvolta, come presso gli indigeni dello Yucatan,
è addirittura richiesta da parte della vittima una specie di consenso:
Tuttavia [qui] i sacrifici umani sembrano essere stati di diverso genere, per
es. non venivano immolati prigionieri di guerra; in caso di siccità si sacrificava
una o più ragazze gettandole in un laghetto sacro e ritirandole fuori solo quando
erano annegate: esse però dovevano essersi più o meno spontaneamente offerte,
infatti Lopez Medel racconta che una ragazza, destinata ad essere sacrificata, di­
chiarò ai sacerdoti che non avrebbe, secondo l'usanza, pregato gli dei per loro,
anzi li avrebbe implorati di far loro tutto il male possibile. Questo li gettò in tale
confusione che rimisero in libertà la ragazza*10 .
Il carattere disumano di questi riti è messo in forte risalto dalla
minuziosa descrizione dei particolari più raccapriccianti, che Feuerbach
puntualmente annota. Ecco lo « spettacolo » che gli Europei poterono
osservare presso gli Aztechi:
Essi [i sacerdoti] afferravano la vittima, la stendevano sulla pietra sacrificale,
un blocco di diaspro convesso nella parte superiore. Cinque sacerdoti tenevano la
testa e le membra della vittima, mentre il sesto, rivestito di un rosso mantello,
emblema del suo sanguinoso ufficio, squarciava il petto della vittima con un col­
tello affilato di iztli, una sostanza vulcanica silicea, penetrava con la mano nella
ferita, strappava il cuore tremante, lo offriva al sole, oggetto di culto in tutto
l'Auahuac, e lo gettava poi ai piedi della divinità, cui era consacrato il tempio [...]
Talvolta la vittima veniva sottoposta a tormenti, che non vogliamo descrivere nei
particolari; questo però non dipendeva, come presso gli Indiani del Nordamerica,
da una naturale crudeltà, ma rispondeva a rigorose prescrizioni religiose. In altre
38 13M V, cfr. «Das Ausland », 1843 (14 febbraio), p. 179; 3V, cfr. ivi (9
aprile), p. 394; 6V , cfr. ivi (24 giugno), p. 700; 13k 13 V , cfr. « Das Ausland »,
1845 (15 maggio), p. 539.
39 13h 3r, cfr. «Das Ausland», 1843 (31 marzo), p. 357; 9r-y , cfr. ivi (28
agosto), p. 960, (29 agosto), pp. 962-63; 13* 13r, cfr. « Das Ausland », 1845 (15
maggio), p. 539.
40 13h 3r, cfr. « Das Ausland », 1843, pp. 357-58.