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Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

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94 CAPITOLO QUARTO<br />

diventavano per lui insopportabili così da fargli desiderare sempre più<br />

ardentemente un'evasione, un'uscita anche in senso fisico 20 .<br />

L'« estero », verso cui « Das Aus<strong>la</strong>nd » rivolgeva <strong>la</strong> sua attenzio­<br />

ne, era soprattutto il mondo extra-europeo, anzi il mondo<br />

nuovo: ci sono sì ampie descrizioni delle antiche e gloriose civiltà<br />

indiana, cinese ..., ma le analisi più dettagliate sono per i cosiddetti pri­<br />

mitivi.<br />

Un nuovo dinamismo di espansione, di scoperta e di assimi<strong>la</strong>zione<br />

è chiaramente percepibile dietro le varie re<strong>la</strong>zioni di esploratori e mis-<br />

sionari: è il neocolonialismo inglese con <strong>la</strong> sua prospetti­<br />

va mondiale e il suo programma liberistico 21 . La « libertà » era stata <strong>la</strong><br />

bandiera issata al principio dell'ottocento contro il vecchio colonialismo<br />

spagnolo da parte dell'Inghilterra, che, cacciata pochi anni prima a Nord<br />

come vecchia dominatrice dalle tredici colonie costituitesi in Stati Uniti,<br />

rientrava a Sud come nuova promotrice e garante delle istanze di indi­<br />

pendenza 22 .<br />

Gli interessi soggiacenti a questa politica sono fin troppo chiari per<br />

dover essere spiegati 23 . Tuttavia l'aperta critica al vecchio colonialismo<br />

nel suo atteggiamento di sopraffazione brutale e di mistificazione reli­<br />

giosa e insieme lo sforzo per e<strong>la</strong>borare in modo nuovo — almeno in ter­<br />

mini ideologici, se <strong>non</strong> sempre programmatici — il rapporto fra coloniz-<br />

zatori e colonizzati ^ crearono per <strong>la</strong> prima volta uno spazio notevole di<br />

20 Cfr. lettere a Ruge del 2 giugno 1843 in S. W., XIII, p. 122; a Wigand<br />

del 30 giugno 1843 e dell'inizio del 1844, ivi, pp. 406-07 e 131-32.<br />

21 Queste sono le due essenziali caratteristiche del neocolonialismo britannico<br />

secondo D. K. Fieldhouse, The Colonial Empires. A Comparative Survey from thè<br />

Eighteenth Century, London 1966, p. 242 [tr. it. V. Di Giuro, Gli Imperi Colo­<br />

niali dal XVIII secolo, Mi<strong>la</strong>no 1967, p. 187].<br />

22 G. Macau<strong>la</strong>y Trevelyan, British History in thè nineteenth Century and<br />

after (1782-1919), London, New York, Toronto 1937 2 [quinta ristampa 1945, da<br />

noi utilizzata], pp. 209-11 [tr. it. U. Morrà, Storia dell'Inghilterra nel secolo XIX,<br />

Torino 1941, pp. 281-85]; riguardo all'importanza dello scacco subito al Nord<br />

per <strong>la</strong> nascita del « nuovo » impero britannico dal « guscio » del vecchio, cfr.<br />

anche dello stesso A., A Shortened History of Eng<strong>la</strong>nd, London 1942 [tr. it. G.<br />

Martini e S. Panicieri, Storia dell'Inghilterra, Mi<strong>la</strong>no 1973, pp. 470-71].<br />

23 Trevelyan annota l'esultanza dei mercanti inglesi di fronte al<strong>la</strong> prospettiva<br />

dell'apertura del mercato sudamericano, cfr. British History in thè nineteenth<br />

Century ..., p. 209 [tr. it. cit., p. 281].<br />

24 II significato di questo cambiamento è da Trevelyan e da altri storici in­<br />

glesi spiegato nei termini di una necessità o di un compito storico, assolto per<br />

l'Europa dal<strong>la</strong> Gran Bretagna, cfr. A Shortened History of Eng<strong>la</strong>nd ..., tr. it. cit.,<br />

p. 513: «La Gran Bretagna rappresentava l'Europa nei contatti con <strong>la</strong> Cina, nei

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