Ludwig Feuerbach e la natura non umana. Ricostruzione

equivoca commistione fra dato e interpretazione, fra ragione e rivela­
zione non potevano che riconfermare Feuerbach in una metodologia
« positiva » nell'indagine del fenomeno religioso.
La prospettiva di Cudworth però forniva la possibilità di varcare
le barriere del cristianesimo e di vedere, al di sotto di varie credenze,
una fondamentale unità del fenomeno religioso. Certamente le sue in­
tenzioni esplicite erano apologetiche, ma la sua ispirazione di fondo
veniva dall'umanesimo rinascimentale, dai suoi tentativi di superare i
limiti confessionali in una religione essenziale e unica. Di qui la insi­
stenza da un lato sulla continuità fra Dio e la natura, dall'altro sulla cor­
rispondenza fra Dio e la sfera umana. L'identificazione fra Dio e la na­
tura, così come la radicale dipendenza dell'uomo naturale da Dio di­
vennero dunque per Feuerbach i principi unificanti della nuova inter­
pretazione.
Giunge così a conclusione uno sviluppo iniziato nel 1835-36, nelle
Lezioni sulla storia della filosofia moderna, con la rivalutazione dell'u­
manesimo rinascimentale per le sue istanze di unità fra l'uomo e la na­
tura 126 . Che l'istanza dell'unità fosse alla base delle opere di Feuerbach,
non sempre risulta evidente. La forma delle Tesi e dei Principi lasce­
rebbe pensare più a una filosofia frammentaria. L'Essenza del cristiane­
simo è poi nelle sue due parti poco compatta e coerente. Lo studio tut­
tavia di due opere sistematiche, quale quella del Petau e del Cudworth,
non su parti marginali, ma sui loro principi di fondo suggerisce che
l'Essenza della religione nella sua struttura possa essere più coerente e
compatta.
126 Mi permetto di rinviare a quanto ho già scritto in Feuerbach e la dialet­
tica dell'essere..., cit., pp. 19-22.
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