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CONCENTRICA N.4 - OTTOBRE 2008

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<strong>CONCENTRICA</strong><br />

Periodico indipendente sul tiro sportivo<br />

NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

APPUNTI DI VIAGGIO<br />

MONDIALI DI AVANCARICA AD<br />

ADELAIDE<br />

• L’importanza<br />

dell’allenamento fisico<br />

• Visualizzazione del<br />

gesto tecnico<br />

• Autoefficacia e dintorni<br />

• La Psicologia della routine<br />

… ed ancora: articoli di tecnica,<br />

preparazione agonistica e<br />

recensioni…<br />

SPECIALE:<br />

Software per la registrazione dei<br />

bersagli e delle rosate.<br />

In anteprima per Concentrica<br />

Campionati Italiani<br />

Bologna <strong>2008</strong>


NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

INDICE<br />

Editoriale 3<br />

PERSONAGGI: Il duro mestiere di tiratrice di Luisa Lauricella 4<br />

ADELAIDE (Australia) 23° C. Mondiale del MLAIC di A. Ferrerio 7<br />

Da grande vado a scuola e faccio il tecnico di Gino Beonio 11<br />

Autoefficacia e dintorni di Tiziano La Palombara 12<br />

Allenamento fisico di base nelle discipline del tiro a segno di A. Vicini 15<br />

Avventure (e disavventure) di un allenatore di G. Biagini 20<br />

Ricerca su due tiratori di pistola a mt.10 di medio livello di Chebe 22<br />

Scrollarsi di dosso i non-10 di Sophie McDonald – tradotto da E. Tocchio 24<br />

San Gabriele Possenti - Protettore dei Tiratori a cura di G. Biagini 26<br />

Visualizzazione del “gesto” di Daniele Puccioni 28<br />

La maledizione del punto di G. Biagini 31<br />

La psicologia della routine di Don Nygord – tradotto da E. Tocchio 34<br />

Benefici dell’allenamento fisico di base di A. Vicini 36<br />

News 37<br />

GunTargetManager - Analisi Performance di Tiro di A. Quintavalle 38<br />

Tiro e Arte: Pino Modica di Francesca Franco 39<br />

Campionati Italiano <strong>2008</strong> di BrainDamage 42<br />

Gare storiche: Bandiera Toscana <strong>2008</strong> di Alberto Sevieri 45<br />

RECENSIONI: Atleti di Stato di Stefano Frapiccini 48<br />

RISULTATI CAMPIONATI ITALIANI <strong>2008</strong> 49<br />

<strong>CONCENTRICA</strong><br />

redazione@concentrica-online.it<br />

A questo numero hanno<br />

collaborato:<br />

• Luisa Lauricella<br />

• Antonio Ferrerio<br />

• Gino Beonio<br />

• Tiziano La Palombara<br />

• Andrea Vicini<br />

• Giuseppe Biagini<br />

• Chebe<br />

• Enrico Tocchio<br />

• Daniele Puccioni<br />

• Andrea Quintavalle<br />

• Pino Modica<br />

• BrainDamage<br />

• Albero Sevieri<br />

• Stefano Frapiccini<br />

<strong>CONCENTRICA</strong> – www.concentrica-online.it 2


NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

Editoriale di Daniele Puccioni<br />

Anche questo numero è caratterizzato da novità ed eventi importanti, che rendono questo periodo<br />

pieno di aspettative e di interesse.<br />

Primo tra tutti, la data del 14/15/16 novembre nella quale si svolgerà a Mestre l’assemblea delle<br />

Sezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo.<br />

Un momento importante, non privo di polemiche e di aspettative, visto anche il momento delicato<br />

in cui il Tiro a Segno sta passando per la nuova finanziaria.<br />

Anche sugli eventi sportivi è stato un momento importante per le ultime Olimpiadi in Cina (sulla<br />

quale uscirà un numero speciale tra pochi giorni); per i Mondiali ad Adelaide in Australia, riservata<br />

alle specialità di Avancarica, dove un nostro inviato e componente della squadra italiana, Antonio<br />

Ferriero, ha fatto un interessante diario di viaggio. E in ultimo i consueti Campionati Italiani, svolti<br />

nella Sezione di Bologna in occasione del nuovo poligono a mt.10, dove anche Concentrica ha<br />

avuto il privilegio di essere presente ed incontrare molti amici ed iscritti.<br />

Tra le novità la creazione di un album fotografico riservato a tutti gli utenti di Concentrica, uno<br />

spazio gratuito dove finalmente possiamo inserire le foto di eventi sportivi che ci interessano. Già<br />

numerose serie di immagini sui Campionati del Mondo sono state inserite, che rendono questo<br />

spazio meritevole di essere visto.<br />

Menzione particolare per gli articoli di Andrea Vicini che con competenza tratta su esercizi di<br />

preparazione fisica, componente fondamentale per migliorare il nostro rendimento agonistico, ricco<br />

di foto, semplice da utilizzare.<br />

Di sicuro interesse tutti gli altri articoli di preparazione tecnica, agonistica e mentale, con aggiunti<br />

anche due articoli tradotti di tecnici americani….<br />

E per chi raggiungere un punteggio sembra una impresa disperata, non resta che rivolgersi a San<br />

Gabriele Possenti, protettore dei tiratori, in una ricerca di Giuseppe Biagini, il quale oltre a<br />

raccontarci del Santo, ci rende partecipi su altri articoli, anche delle sue “avventure” di tecnico<br />

sezionale.<br />

Ormai ci stiamo avviando verso la fine di un anno agonistico importante, dove ancora ci attende un<br />

evento altrettanto importante che condizionerà i prossimi 4 anni a venire. Parlo ovviamente delle<br />

elezioni prossime; l’augurio di tutti noi come soci, agonisti e non, è che la preferenza di tutti gli<br />

elettori che parteciperanno, sia la più serena e meditata possibile, poiché questo è un momento<br />

difficile nella storia recente del Tiro a Segno Italiano. C’è bisogno di determinazione, forza e<br />

volontà, per migliorare sempre di più l’impegno dei nostri Dirigenti per dare al nostro Sport<br />

l’importanza che si merita, sia in campo Nazionale che Internazionale. Buona Lettura…!<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

PERSONAGGI<br />

Il duro mestiere di tiratrice<br />

…ovvero essere mamma, lavorare e provare ad avere una passione!<br />

di LUISA LAURICELLA<br />

…quando arrivo in piazzola assaporo quel raro unico<br />

momento in cui le mie cuffie mi isolano dal mondo<br />

Atleta del Corpo forestale dello Stato fino a gennaio 2007, oggi tiratrice della Sez. di Roma.<br />

Campionessa italiana assoluti Pistola Sportiva Donne, più volte medaglia di bronzo Pistola Sportiva e Pistola a<br />

mt.10 donne e junior donne, numerose presenze in nazionale, medaglie di bronzo a squadra per i mondiali Militari,<br />

medaglia d’oro del C.F.S. al valore atletico, pluri primatista italiana a squadra. Agli ultimi Campionati italiani ha<br />

partecipato per la sola disciplina di pistola sportiva, a squadre. Oggi impiegata all’Ispettorato Generale del Corpo<br />

forestale, responsabile degli straordinari per i Comandi Regionali italiani e per la monetizzazione dei congedi<br />

ordinari non fruiti dagli appartenenti del Corpo cessati dal servizio.<br />

Anche quest’anno ho partecipato ai Campionati italiani.<br />

Sono passati anni luce da quando gareggiavo e il risultato pesava sulla mia testa come<br />

un macigno..<br />

Oggi una buona prestazione mi tonifica più di un mese di palestra, mentre un brutto<br />

risultato mi costringe ad un bel pranzetto fuori porta per affogare nel cibo la delusione.<br />

Per fortuna, però, la soglia del grado di percezione della bontà o meno di una gara è<br />

molto cambiata da quando il tiro per me non è più un mestiere: ebbene sì, sono una<br />

“bottarola” felice!<br />

Mi alleno di corsa, ovvero lavoro di corsa, telefono di corsa, corro sulla tangenziale, corro<br />

pure nel vialetto del poligono MA.. quando arrivo in piazzola assaporo quel raro unico<br />

momento in cui le mie cuffie mi isolano dal mondo, dal cellulare, dai pensieri su mio<br />

figlio, marito e capo ufficio.<br />

Riuscire a ritagliare il tempo per allenarmi è un gioco del tetris con la massima difficoltà:<br />

lavoro fino alle 5 del pomeriggio circa, devo essere presente con mio figlio che ancora non<br />

ha 4 anni, mio marito lavora tutta la settimana all’estero, non spara non ama<br />

particolarmente il tiro ( dice che è uno sport troppo di concentrazione e dopo una<br />

giornata di lavoro stressante non se la sente di pensare ad altro!!) e, magari, il week end<br />

pensa pure sia il caso di stare tutti fuori insieme…<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

In casi come questi ci si può trovare solo una donna, (forse qualche maschietto sfigato,<br />

ma pochi in ogni caso!), ad un primo esame non ci sono soluzioni, o forse mi<br />

sbaglio..giudicate voi!<br />

Secondo il mio papà la soluzione sono gli scatti in<br />

bianco a casa, magari al posto del solito<br />

programma serale obnubilante in televisione, ALT!<br />

Prima obiezione: io a casa non guardo più la<br />

televisione da quando non ero single: quando la<br />

mia “creatura” guarda i cartoni io sto stendendo i<br />

panni o svolgendo altre amene attività casalinghe!!!<br />

Secondo alcune conoscenze bisogna attendere il<br />

momento in cui i nostri figli non avranno più<br />

bisogno di noi ( forse dopo la conclusione<br />

dell’università!), ma, seconda obiezione, non posso<br />

aspettare tutto questo tempo, potrei non avere più<br />

la forza di sollevare la pistola fra 20 anni!!<br />

Soluzione Lù ( che sono io!) sfruttamento dei pochi<br />

momenti con la massima concentrazione.<br />

Per ottenere questo obiettivo non bisogna farsi<br />

prendere dall’attimo della pigrizia (tipo: “ meglio<br />

lasciar perdere, ci sarà traffico, poi non sono<br />

andata dal parrucchiere”. In questo caso non solo<br />

avremo perso la possibilità di ritagliarci un piccolo<br />

allenamento ma non andremo neanche dal<br />

parrucchiere, la pigrizia, infatti, tende<br />

all’espansione su ogni fronte!!);<br />

non dare retta ai chiacchieroni: il massimo è fare tanto per arrivare in poligono, armarsi<br />

e perdere l’ora a disposizione fra la linea 3 e la 45 senza far uscire l’arma dalla valigetta,<br />

tornando al “via” senza aver concluso un tubo!<br />

Meglio attendere di aver completato l’allenamento in programma: avremo anche più<br />

argomenti da discutere!<br />

Eliminare i sensi di colpa: tipo “sto togliendo un’ora a mio figlio, non so preparare i<br />

tortellini, avrei dovuto iscrivermi in palestra o almeno correre nel parco, se non altro<br />

sarei più attraente ( al lettore maschile che non comprenderà questa commistione di idee<br />

si arrenda, noi ragioniamo così: di botto!), quando farò la spesa?!”.<br />

Proviamo a concentrarci su un problema alla volta: se ci alleniamo e facciamo una gara<br />

soddisfacente saremo allegre con nostro figlio, mentre faremo la spesa compreremo i<br />

tortellini fatti in casa ( in casa di chi non è poi così importante!), sempre al supermercato<br />

continueremo a tirar su nostro figlio sforzando, così, i bicipiti e con i soldi risparmiati<br />

sulla palestra ci faremo un bel massaggio per le gambe, così non suderemo nel parco…!!!<br />

Trovarsi un praticello o ristorante attiguo al poligono: anzi meglio sarebbe se il poligono<br />

contenesse tutto ciò al suo interno ( come succede da me!), questo permette di sfruttare il<br />

sabato o la domenica smezzando la giornata in famiglia con un allenamento di straforo!<br />

La concentrazione: questo è l’unico grande unico segreto che riesco ad individuare.<br />

Parliamoci chiaro, non credo che potrò partecipare alle Olimpiadi prossime venture, non<br />

sono pronta a sacrificare troppo la mia vita e la mia famiglia.<br />

Allenarsi per un obiettivo tanto grande assorbe gran parte dei tuoi pensieri, del tuo<br />

tempo, la buona volontà e il sacrificio non sempre bastano.<br />

Conosciamo quanto può farci male il tiro a segno, (come probabilmente tanti altri sport),<br />

quando nonostante ti sembra di aver seguito tutto ciò ritenevi fosse importante e<br />

necessario arriva una bruciante delusione inaspettata… non è più per me!<br />

Oggi voglio ricordarmi la passione di quando, ancora adolescente, ho iniziato a sparare…<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

Mi divertivo a “fare 10” e le gare erano l’occasione per farsi una gita, rivedere tanti amici<br />

e prenderci in giro per i risultati, il tutto a prescindere dall’età e dallo stato sociale: noi<br />

tiratori pur avendo idee opposte su tutto, quando gareggiamo siamo tutti un gruppo di<br />

mattacchioni che riusciamo a costruire un mondo attorno ad un buco su un pezzo di<br />

carta!!<br />

Partendo da questa ricerca del “divertimento” nel tiro, quel poco tempo che riesco a<br />

rosicchiare in qua e in là, spesso lo utilizzo per andare in poligono, quando mi alleno<br />

sparo non molti colpi ma tutti con l’attenzione sulla tecnica e sulle sensazioni che mi<br />

danno i tiri ben fatti.<br />

Non mi glorio di un buon punteggio in allenamento: i punti si fanno in gara; cerco di<br />

capire quale era la differenza che ha reso quel colpo un 10, poi provo a ripetere quella<br />

sequenza cercando di renderla uno schema.<br />

Questo schema mentale ( tipo: alzo il braccio- entro in zona – attenzione massima su<br />

mirino e tacca - scatto continuato - resto in punteria dopo il colpo.. ecc. ecc.) spesso me<br />

lo scrivo, così quando mi ritrovo al poligono dopo un bel po’ di tempo dall’ultimo<br />

allenamento, posso richiamare alla memoria quelle sensazioni provate e riviverle<br />

rileggendo i miei schemetti.<br />

La concentrazione nell’allenamento, questo schematismo e la ricerca della tecnica,<br />

considerato il poco tempo a disposizione, sicuramente và a scapito della parte di<br />

allenamento tipicamente “allenante” per la competitività, ma, anche qui pensandoci su si<br />

può ovviare.<br />

Specificando sempre che non sto parlando di un allenamento da “campione”, buona<br />

parte della tensione negativa che spesso inficia la realizzazione di un risultato che noi<br />

sentiamo possibile, si dilegua se riflettiamo sulle nostre priorità di vita, scopriremo che<br />

sono sinceramente altre.<br />

Intendo dire che persone come me, hanno il pensiero delle pratiche lasciate in ufficio, le<br />

attività del proprio figlio, le scadenze di casa, lavoro e famiglia e quanto altro possa<br />

caratterizzare la vita di una madre ( o padre) lavoratrice; tutte le incombenze e i pensieri<br />

dei diversi componenti familiari tendono a riempirci la testa ed a divenire una priorità,<br />

lasciando un ruolo residuale ad altre emozioni forti quale può considerarsi una gara.<br />

Il classico modo di dire “ vabbè ( sono romana perdonate!!), questa volta è andata male<br />

ma andrà meglio la prossima” in questo caso non è di certo una frase messa lì a caso e<br />

non creduta, è realmente l’archiviazione di un’esperienza che non è stata positiva.<br />

Proprio la “positività” ritengo sia fondamentale: non fossilizzarsi sugli errori analizzandoli<br />

allo sfinimento, temendoli e rimanendone, di fatto, avvinti, ma analizzare la tecnica che<br />

ci porta ad ottenere un 10 e ripetere quasi meccanicamente quello schema (accidenti ho<br />

sempre questo “schema” in testa…forse sto entrando nella demenza senile???!).<br />

Bene, questa è la mia esperienza, a volte sono soddisfatta altre meno, ma sempre c’è la<br />

voglia di tornare in poligono a provare.<br />

Sono certa che la teoria di mio padre degli scatti in bianco sia veramente produttiva, ma<br />

ormai sono convinta di provare un certo piacere ad incastrare tutte le incombenze e<br />

correre sulla tangenziale (deve trattarsi di “piacere sadico”, dovrò affrontare il problema<br />

con qualche specialista…!!).<br />

Le gare mi emozionano ancora molto, ma sono proprio felice di poterle fare, e, nonostante<br />

non riesca ad allenarmi quanto vorrei e non sia prossima a battere il record italiano ( in<br />

effetti non corro alcun rischio in proposito!!) sono fiera di me, perché non ho mollato e<br />

questa mia passione continua ad accompagnarmi nella vita.<br />

Francamente penso che anche chi mi ama, sia felice di ciò, anche se sottraggo un po’ di<br />

tempo proprio a loro e, alla fine, anche mio marito vuole provare a sparare…in<br />

particolare di pistola libera…tra “concentrati” ci si intende sempre!!!<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

TIRO INTERNAZIONALE<br />

ADELAIDE (Australia) 23° Campionato Mondiale del MLAIC<br />

Cronaca della trasferta della Nazionale Italiana Armi ad Avancarica<br />

di Antonio Ferrerio<br />

La Nazionale Avancarica della CNDA, nonostante le tensioni sorte con la UITS circa<br />

la titolarità della rappresentanza all’estero dell’Avancarica Italiana, si è potuta finalmente muovere alla volta<br />

di Adelaide (Sud Australia) con pieno titolo, grazie al riconoscimento ufficiale da parte degli organizzatori<br />

Australiani e della più alta carica del MLAIC (Mr. K.Atkinson), con grande soddisfazione sia dei Tiratori<br />

che della Dirigenza CNDA.<br />

Clima torrido a Malpensa il giorno della partenza il 6 di Agosto, oltre 32 gradi con il 75% di umidità… ma<br />

per fortuna la nostra destinazione è dall’altra parte del globo, dove è inverno e la temperatura è decisamente<br />

più bassa.<br />

La trasferta del gruppo dei 14 Tiratori, dura ben 33 ore tra voli, soste e cambio aereo, e alla fine Adelaide ci<br />

accoglie due giorni dopo (anche a causa delle 9 ore di fuso orario) con un clima freddo (tra i 5° notturni e i<br />

14°di giorno) molto variabile, e piovoso. Risolti alcuni problemi relativi al trasporto e sdoganamento delle<br />

Armi, trascorriamo i primi due giorni a smaltire la fatica del viaggio, il fuso orario,e ad abituarci al clima ben<br />

diverso da quello che ci aspettavamo, preoccupandoci anche di una corretta alimentazione.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

Le prime visite al campo di tiro ci lasciano un po’ perplessi in quanto il Poligono del tiro di precisione (fucili<br />

e pistole) è chiuso solo posteriormente, e completamente aperto lateralmente, e quindi sensibile alle<br />

variazioni del tempo e del vento.<br />

Anche per i Piattellisti, la situazione è decisamente problematica, perché fuori dalle tende allestite<br />

dall’organizzazione per le operazioni di caricamento delle armi, le variazioni del tempo e soprattutto il vento<br />

condizionano pesantemente le prestazioni.<br />

Lunedi 11 Agosto: iniziano gli allenamenti, tutto sembra filare liscio, sulle linee di tiro la luce nelle prime<br />

ore del mattino colpisce i tiratori in pieno. e chiediamo agli organizzatori di approntare delle paratie per<br />

poterci riparare dal sole ed evitare i riflessi della luce.<br />

Qualcuno purtroppo ha patito il cambio di clima e si vedono circolare Aspirina ed anti infiammatori… brutto<br />

segno.<br />

Martedi 12 Agosto : controllo armi. Le verifiche confermano che tutte le armi dei nostri Atleti sono a posto,<br />

così possiamo procedere con gli allenamenti, anche se piove e tira un vento fastidioso a raffiche che porta<br />

l’acqua fin sotto gli stand di tiro.<br />

In mattinata si svolgono le riunioni tecniche dei Capitani delle Squadre e dei Delegati Nazionali per<br />

discutere una delicata Agenda che prevede anche la conferma della fiducia da parte del MLAIC alla CNDA<br />

quale unica Associazione riconosciuta per l’Italia (ratificata dall’Assemblea a maggioranza assoluta) e<br />

l’elezione del nuovo Segretario Generale, che per il prossimo quadriennio sarà l’Inglese David Bridgen.<br />

Antonio Ferrerio, già Delegato Italiano per il MLAIC, viene eletto Membro della Commissione Internazionale<br />

del MLAIC (è un grande riconoscimento per l’Avancarica Italiana).<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

Tavolo di Presidenza del Delegates Meeting <strong>2008</strong><br />

Mercoledì 13 Agosto: iniziano le gare e il tempo<br />

sembra concedere una pausa. Il termometro a<br />

mezzogiorno raggiunge i 14° e a noi sembra che si<br />

stia molto bene….<br />

Dal Campo di tiro al Piattello arrivano voci<br />

sconfortanti, nelle prime serie risultati molto al di<br />

sotto del normale, ma per tutti, e speriamo che la<br />

serie successiva vada meglio.<br />

Anche per il tiro di precisione è una giornata amara,<br />

il vento e i problemi di salute non aiutano, e la<br />

giornata si conclude con un “nulla di fatto”.<br />

Giovedì 14 Agosto : è decisamente migliorato il tempo, la pioggia ci ha lasciato, rimane solo il vento, al<br />

Piattello purtroppo si lamentano tutti per le loro scarse prestazioni: Inglesi, Olandesi, Tedeschi, e ovviamente<br />

Italiani, basta dire che le gare si concludono senza barrage, cosa che normalmente è di routine, e questo<br />

conferma che le prestazioni sono state decisamente al di sotto del normale.<br />

Sotto le tettoie del tiro di precisione proviamo a fare del nostro meglio e finalmente nelle pistole otteniamo<br />

un 4° posto in Cominazzo O e segnali incoraggianti anche dai fucili, 6° posto in Walyrie R, senza purtroppo<br />

ottenere ancora medaglie.<br />

Venerdi 15 Agosto : non ci siamo nemmeno ricordati del Ferragosto, tanta la tensione lo stress e il freddo,<br />

ma qualcuno provvede da casa via sms, e la cosa ci scalda un po’ il cuore, e ci dà coraggio. Ottime notizie<br />

sin dal mattino presto: la squadra di Kuchenreuter R vince la medaglia di Bronzo… Dopo una serie di<br />

piazzamenti dai fucili arriva la notizia che aspettavamo: Carlo Arrigoni, con un punteggio eccezionale<br />

(eguagliando il record Mondiale) conquista il primo Oro per i colori Italiani in Minie R e trascina la squadra<br />

di Magenta (Arrigoni-Tivelli-Casucci) ad un ulteriore meritatissima medaglia d’Oro ad un solo punto dal<br />

record Mondiale. Medaglia d’Argento anche per la squadra di Lamarmora<br />

(Tivelli-Arrigoni-Musolino) e una serie di piazzamenti ai piedi del podio (due 4° posti) di Alessandro<br />

Musolino.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

LE PREMIAZIONI<br />

Il Podio della Squadra di Kuchenreuter R (Forsythe) (Baigini-<br />

Orso-Lepore)<br />

Bilancio della spedizione: 2 ORO – 1 ARGENTO – 1 BRONZO<br />

L’oro individuale di Arrigoni in Minié R<br />

L’Oro di squadra di Minié (Magenta) (Tivelli-Arrigoni-Casucci) L’Argento di Squadra di Lamarmora (Enfield) (Musolino-<br />

Arrigoni-Tivelli)<br />

Le aspettative erano inevitabilmente più elevate, dal momento che da diversi anni siamo abituati alle parti<br />

alti del medagliere, ma la trasferta lunga, le difficili condizioni climatiche e i problemi fisici che ne sono<br />

derivati, hanno condizionato più di un elemento, e alterato le sue prestazioni.<br />

Il prossimo evento Internazionale del MLAIC sarà il 13° Campionato Europeo che si svolgerà a Valencia in<br />

Spagna nel settembre del 2009, dove contiamo di essere presenti con una squadra numerosa e ben preparata,<br />

e siamo certi sapremo ancora farci rispettare riconquistando quella parte alta del medagliere alla quale siamo<br />

abituati.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

OPINIONI<br />

DA GRANDE VADO A SCUOLA<br />

E FACCIO IL TECNICO<br />

di Gino Beonio<br />

C’è un grande equivoco alla base di quest’affermazione, anzi più di uno.<br />

Una scuola potrà darti delle nozioni, non certo le doti necessarie a trasmetterle che devono, molto prima,<br />

far parte del tuo bagaglio.<br />

La prova è che sugli Albi dell’Unione figurano un migliaio di tecnici, ma quelli che si possono chiamare tali si<br />

contano sulle dita di poche mani. Tante persone hanno cercato questi corsi, con la lodevole intenzione di<br />

imparare qualcosa e la poco lodevole intenzione di tenersela per se.<br />

Parlare poi della sola tecnica come se il Tiro si riducesse a quello, è come pensare che avendo imparato a<br />

battere a macchina si possa scrivere un romanzo.<br />

Le nozioni sulla tecnica, Il Tiro è conoscenza di l’anatomia, la<br />

preparazione fisica, l’alimentazione e la<br />

balistica interna ed esterna se, capacità di porsi bisogna averle, ma il<br />

Tiro è per la massima parte degli obiettivi e altro.<br />

Il Tiro è conoscenza di se, capacità di porsi<br />

tenacia per perseguirli.<br />

degli obbiettivi e tenacia per perseguirli.<br />

Il Tecnico, che non sia solo istruttore, deve<br />

condurti in questo percorso facendoti scegliere<br />

tra le sue esperienze quelle che ti sono più congeniali. Puoi farla da solo questa strada, ma Lui ti risparmia<br />

delle ricerche.<br />

Il Tecnico deve imparare a conoscerti e deve saper “trasmettere” la tecnica più semplice, quella fisica, oltre<br />

a quella più complessa fatta di sensazioni e di processi mentali.<br />

Deve insegnarti la posizione, ma soprattutto deve insegnarti a “sentirla” e a “costruirla” finché diventa la<br />

“tua”. La tecnica è una parte della ricerca, la parte più evanescente ed incorporea è quella somma di<br />

sensazioni che poche scuole di tiro ti danno.<br />

Le scuole normalmente fanno della tecnica un mito, molte volte complicando le cose più semplici; ho visto<br />

una tavola con la costruzione di un singolo tiro scomposto in oltre venti differenti momenti; credetemi: il<br />

tiro è un’altra cosa.<br />

Mi ritorna in mente una cosa di molti anni fa: appassionato di atletica, leggevo sulle riviste della Scuola<br />

dello Sport, dotte disquisizioni sulle tecniche del salto in alto; dottissimi tecnici spiegavano gli enormi<br />

vantaggi del salto ventrale sullo scavalcamento alla O’Rain. Un certo Fosbury li ha messi tutti d’accordo!<br />

Fino alla prossima tecnica.<br />

Il Tecnico deve aver vissuto certe esperienze e costruito le sensazioni importanti da memorizzare, avere<br />

quindi una conoscenza non solo scolastica, ma vissuta sulla propria pelle.<br />

E deve saper trasmettere. Il Tecnico deve dare e non tutti sono capaci di dare.<br />

Un grande tiratore, con enormi doti proprie, non è detto che sarà un grande tecnico; potrà essere un buon<br />

tecnico se ha “costruito” su di se e soprattutto se è capace di trasmettere cognizioni (e se ne ha voglia,<br />

perché un grande campione è abituato a ricevere, il tecnico invece deve più che altro dare).<br />

Per finire uno potrà dirsi Tecnico se avrà partecipato alla “costruzione” di un tiratore (meglio se più d’uno),<br />

e se i risultati confermeranno le sue capacità. Non prima.<br />

Secondo voi è possibile prendere la patente ed insegnare ad una scuola per piloti? Certo che no.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

PSICOLOGIA DELLO SPORT<br />

AUTOEFFICACIA E DINTORNI<br />

di Tiziano La Palombara<br />

( STORIA DI UNA WANGATA ANNUNCIATA )<br />

Finalmente ci siamo! Il giorno della gara è arrivato. Tutto è pronto.<br />

I giorni precedenti la competizione tutto è andato a meraviglia. I colpi filavano via liscio e sulla piazzola di<br />

tiro dove vi allenate niente poteva farvi dubitare delle vostre capacità.<br />

Vi siete preparati bene ed una sana determinazione vi ha accompagnato nel vostro percorso.<br />

Siete convinti di fare una buona gara e nella vostra mente già immaginate il colpaccio, oggi è il giorno<br />

buono!<br />

Entrate nell’area di tiro, vi sistemate dunque sulla piazzola ma notate stranamente che le vostre convinzioni<br />

non sono più quelle di prima, anzi sembra quasi che una cortina invisibile posta all’entrata del poligono<br />

abbia modificato il vostro atteggiamento mentale.<br />

Provate la posizione, controllate i piedi, l’allineamento e fate qualche tiro a secco.<br />

E’ il momento. Comincia la gara. Start!<br />

Eseguite i tiri di prova e pare che tutto sommato le cose vadano bene, a parte qualche colpo che non è<br />

andato proprio dove doveva andare.<br />

Bene. Decidete di cominciare con i tiri di gara.<br />

Via con il primo. Inserite il pallino nell’attrezzo da tiro. Siete ben posizionati.<br />

Vi rilassate un attimo, stringete l’impugnatura, inspirate, alzate, espirate leggermente, il mirino è nella<br />

tacca di mira e……acc!<br />

Abbassate l’arma. Il dito sembra di legno, come quello di pinocchio.<br />

Ad un tratto in lontananza intravedete una nuvoletta con un angioletto che fa il tifo per voi ed un diavoletto<br />

che invece vi urla che farete la Wangata!<br />

Ok andate avanti, ricominciate da capo tutta la procedura e parte finalmente il primo colpo. Un 8. Diavolo!<br />

Non ci voleva. Bè il peggio è fatto, e vi sentite stranamente più rilassati. Via con il secondo tiro. Bene è un<br />

10! Ah ah. 10 anche il terzo, un 9 al quarto, 10 al<br />

quinto ed al sesto. Se continua così ci esce una<br />

prima serie da 96-97! Che grandi!<br />

Alzate dunque per il prossimo centro ma dovete<br />

abbassare subito l’arma perché sembra che il<br />

mirino non voglia proprio stare fermo nella tacca<br />

di mira. Ci vorrebbe un gesso pensate, all’altezza<br />

del polso.<br />

Alzate di nuovo ma il dito di cemento armato non<br />

ne vuole proprio sapere.<br />

Ok. Stavolta siete decisi proprio a tirare, alzate,<br />

premete il grilletto e…… Wang! Un 6. Ma come<br />

cavolo! Eppure siete convinti di averlo messo nel<br />

dieci. Di sicuro deve aver urtato un mosca di<br />

passaggio…<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

La storiellina che avete appena letto può far sorridere, ma rende bene l’idea di quello che può<br />

succedere nella mente del tiratore nelle varie fasi di una gara.<br />

Durante la gara mille pensieri passano nella nostra testa, a chi più e a chi meno, anche il campione<br />

deve combattere contro i suoi demoni. Alle recenti Olimpiadi di Pechino, nella specialità di tiro con l’arco a<br />

squadre, l’ultimo tiro dell’atleta italiano, un sette, è costato l’oro olimpico. Molti di voi ricordano nella finale<br />

di P10 alle Olimpiadi di Atlanta la sfida tra Roberto<br />

Di Donna e Yifu Wang e l’ultimo tiro del cinese,<br />

addirittura fuori dal cerchio nero. Da lì è stato<br />

coniato il termine “Wangata”, che riassume in una<br />

parola un tiro dall’esito disastroso, inaspettato e<br />

apparentemente inspiegabile.<br />

Nel corso degli anni il mondo sportivo si è<br />

affidato sempre più alla figura dello psicologo, a<br />

tutti i livelli di prestazione, e la psicologia dello<br />

sport in questo senso ha dato un forte impulso alla<br />

crescita delle prestazioni.<br />

Dei tanti argomenti trattati nella psicologia<br />

dello sport, il mio preferito è quello<br />

sull’autoefficacia, termine che Bandura (1986)<br />

definì come la “fiducia che una persona ripone<br />

nella propria capacità di affrontare un compito specifico”.<br />

Il nostro modo di agire, il modo in cui ci comportiamo di fronte ad una situazione, dipendono dal<br />

modo in cui percepiamo quello che ci succede intorno ma soprattutto da come percepiamo noi stessi.<br />

Tiratore, hai veramente fiducia nelle tue capacità? La piazzola di tiro è la stessa sia in allenamento<br />

che in gara, eppure le nostre convinzioni possono cambiare radicalmente, basta dare un significato<br />

particolare a quello che si sta facendo e immediatamente qualcosa in noi cambia. E’ incredibile ma basta fare<br />

una serie di dieci di fila che il nostro atteggiamento positivo può addirittura vacillare e peggiorare.<br />

Leggere l’evento:<br />

Non è tanto importante l’evento ma il tipo di lettura che l’atleta dà all’evento. Ogni atleta può essere<br />

più o meno convinto della sua capacità di controllare i fattori interni ed esterni legati al risultato. Spesso<br />

succede che le nostre aspettative siano più alte delle nostre capacità, in questo caso il fallimento sarà certo, e<br />

continui fallimenti non possono far altro che sgretolare la nostra fiducia.<br />

Al giorno d’oggi, ritmi frenetici e stereotipi ci obbligano ad un continuo confronto con gli altri, e la<br />

conseguenza è che ci sentiamo costantemente sotto esame. Il tiratore porta le tensioni sulla pedana di tiro,<br />

tensioni che possono essere legate al raggiungimento di un risultato, ma anche ad altri fattori come le<br />

aspettative dell’allenatore, i compagni di squadra, i famigliari o le conseguenze sociali derivanti da una<br />

sconfitta. Tutti questi fattori generano ansia.<br />

L’ansia che precede la gara è un evento fisiologico, non consideriamola un fattore negativo anzi<br />

entro una certa soglia svolge la sua bella funzione attivante che predispone il nostro organismo ad affrontare<br />

l’evento (aumento dell’attenzione, della concentrazione e della tensione muscolare).<br />

Dunque, benvenuta ansia?<br />

Purtroppo per noi le cose non sono così semplici. Ahimè il tiratore deve affrontare un altro aspetto<br />

che ad altri sportivi non genera particolari problemi: il tremore. Questo accade perché l’ansia ha un aspetto<br />

somatico che ci interessa particolarmente in quanto genera delle modificazioni a livello corporeo che a loro<br />

volta generano tremore. C’è da aggiungere che uno studio fatto negli anni 70 sui ritmi circadiani, indicava<br />

che il tremore è legato anche alle varie fasi della giornata e che nella tarda mattinata raggiunge il suo picco<br />

più alto.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

Destrutturare gli automatismi:<br />

Per eseguire un gesto tecnico perfetto è fondamentale automatizzare tutta l’azione di tiro che deve<br />

seguire dei ritmi ben precisi acquisiti durante l’allenamento.<br />

Quando lo stato di ansia supera la soglia ottimale di attivazione, si destrutturano gli automatismi<br />

acquisiti con l'allenamento (in questo caso il tiratore cerca inutilmente di avere un controllo maggiore sulle<br />

varie fasi del tiro) e ne consegue che l'esecuzione tecnica verrà irrimediabilmente penalizzata, il tiratore non<br />

si fida più dei messaggi sensoriali che gli arrivano, e mette in dubbio la propria capacità di esecuzione. Il<br />

movimento non è più fluido ed il nostro corpo diventa come quello di pinocchio, nella fase legnatica<br />

s’intende.<br />

Dunque, non è tanto l’intensità delle reazioni emotive e fisiche ad essere importante, quanto<br />

piuttosto il modo in cui esse vengono percepite ed interpretate.<br />

Un esempio? Gli atleti che hanno un buon senso di efficacia considerano il proprio stato di<br />

attivazione emotiva come qualcosa di buono, mentre quelli sfiduciati vivono lo stato di attivazione fisicoemotivo<br />

come pericoloso e debilitante. Da questo aspetto possono innescarsi quelle che in gergo vengono<br />

chiamate “profezie che si auto-determinano”. Spesso le situazioni di stress e la tensione vengono percepite<br />

come il presagio di una cattiva prestazione che automaticamente si avvera.<br />

Come intervenire:<br />

Lo psicologo dello sport è l’allenatore della mente, che affianca l’allenatore “tecnico” nel lavoro di<br />

costruzione dell’atleta. E’ colui che saprà orientarci e consigliarci sui diversi metodi d’intervento, in molti<br />

casi sulla ristrutturazione cognitiva, attraverso la modificazione del pensiero riguardo a risultati ed<br />

aspettative. Come allenatore mi preoccuperei intanto che i miei atleti raggiungano gli obiettivi per gradi di<br />

difficoltà. Specie con i tiratori più giovani, mi<br />

orienterei maggiormente all’approccio tecnico<br />

legato alle varie fasi del tiro (orientamento al<br />

compito) e non solo al raggiungimento del<br />

risultato (orientamento al “sé”), per abituarli a<br />

gareggiare per battere se stessi cercando di dare il<br />

meglio di sé in quel momento. E’ indubbio che<br />

per il raggiungimento di risultati di alto valore<br />

tecnico sono necessarie quelle doti naturali,<br />

comuni a tutti gli sport, ed in particolar modo<br />

quelle riferite alla sfera psicologica dell’atleta,<br />

quali tenacia, grinta ed un pizzico di cattiveria.<br />

Riflessioni:<br />

Purtroppo in Italia la crescita di alcuni sport definiti “minori” è legata al lavoro di volontariato di<br />

poche persone, poco o per niente remunerate, che svolgono l’attività di allenatore nel tempo libero, spinte<br />

dalla passione per lo sport, che devono affrontare continuamente problemi di ogni tipo, legati soprattutto a<br />

difficoltà logistiche e di reperimento delle attrezzature di base, e che poco hanno a che fare con l’aspetto<br />

puramente tecnico dell’allenamento.<br />

Le conseguenze di questa attività dilettantistica non può far altro che generare dilettanti, e non<br />

esistendo una incisiva programmazione dell’attività sportiva a livello nazionale, la scoperta e la crescita di<br />

nuovi talenti è affidata quasi totalmente all’improvvisazione e al caso.<br />

Le recenti Olimpiadi di Pechino devono farci riflettere su quello che è lo scenario attuale dello sport<br />

mondiale, ed i pensieri decoubertiniani lasciano il tempo che trovano. Rimango sbalordito pensando che in<br />

Italia ci sono ancora tanti tiratori che nutrono ambizioni da podio internazionale e si allenano 3 o 4 volte alla<br />

settimana, non considerano la necessità di allenarsi quotidianamente, requisito fondamentale per<br />

l’inserimento e la giusta distribuzione di tutte le componenti necessarie per raggiungere alti livelli di<br />

prestazione.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

PREPARAZIONE FISICA<br />

di Andrea Vicini<br />

ALLENAMENTO FISICO DI BASE NELLE DISCIPLINE DEL TIRO A SEGNO<br />

Fase successiva alla iniziazione dell’attività motoria e muscolare<br />

L’estate è ormai giunta al suo epilogo e per molti appassionati di tiro a segno, è già tempo di programmare<br />

gli obiettivi per la nuova stagione agonistica. I campionati italiani si sono appena conclusi, è per chi non vi ha<br />

partecipato, è tempo di tornare in pedana e di per riprendere con costanza gli allenamenti; tra non molto<br />

infatti, inizieranno i primi trofei e i campionati regionali 2009. Abbiamo qualche mese di tempo e con una<br />

buona pianificazione di tutti gli allenamenti necessari, riusciremo ad arrivare preparati a gennaio, al primo<br />

vero appuntamento con il tiro. Tralasciando gli aspetti tecnici e mentali, riprenderemo gli aspetti fisici della<br />

preparazione al tiro. Per chi ha eseguito correttamente le schede di allenamento muscolare, proposte sul<br />

numero 02/<strong>2008</strong> di “Concentrica”, avrà acquisito una certa esperienza e dimestichezza nel fare gli esercizi<br />

proposti; nasce quindi la necessità di specializzare ulteriormente questo tipo di allenamento… vi proporrò<br />

una prima semplice scheda di allenamento da eseguire in palestra, oppure da casa con una attrezzatura<br />

multifunzionale. In questo allenamento motorio proposto, utile per migliorare le vostre qualità fisiche nelle<br />

varie discipline del tiro a segno, lasceremo da parte la tabella unica per tutti i maggiori muscoli del corpo, per<br />

passare a un allenamento frazionato; dove suddivideremo i distretti muscolari da allenare in due parti e<br />

modificando la frequenza degli stimoli allenanti all’interno di ogni seduta. Le sedute dovranno passare a un<br />

livello superiore e quindi diviene necessario suddividere i distretti muscolari da allenare. Questo ci consentirà<br />

di sollecitare con più intensità e con più esercizi ogni area. Un allenamento più intenso per un gruppo<br />

muscolare, comporterà però anche la necessità di un maggiore periodo di recupero tra una seduta e l’altra,<br />

favorendo così anche il processo di adattamento e della “supercompensazione” (il muscolo reagendo a uno<br />

stimolo allenante superiore, si adatterà, ricostruendo le sue fibre più forti e resistenti per i successivi<br />

allenamenti). Lasciando da parte la tabella unica, come prima fase, passeremo a una routine in due parti,<br />

saranno però necessarie almeno tre sedute a settimana! Gli allenamenti si alternano consentendo così la<br />

sollecitazione di ciascun gruppo muscolare tre volte ogni due settimane.<br />

Una settimana tipo di allenamento fisico può essere:<br />

Lunedì: parte 1 - pettorali, quadricipiti, tricipiti, polpacci.<br />

Martedì: riposo fisico.<br />

Mercoledì: parte 2 - dorsali, ischioclurali, spalle, bicipiti, avambracci.<br />

Giovedì: riposo fisico.<br />

Venerdì: parte 1 - pettorali, quadricipiti, tricipiti, polpacci.<br />

Sabato: riposo fisico.<br />

Domenica: riposo fisico.<br />

Lunedì: si inizia dalla parte lasciata indietro: parte 2 - dorsali, ischioclurali, spalle, bicipiti, avambracci… ecc<br />

Il tutto dovrà tenere presente degli allenamenti con l’arma e del tempo libero che abbiamo a disposizione.<br />

Nel caso vogliate allenarvi nello stesso giorno sia fisicamente che con l’arma, fate gli esercizi fisici dopo<br />

l’allenamento tecnico.<br />

La pianificazione dell’allenamento richiede una selezione degli esercizi più opportuni e una corretta<br />

sequenza cronologica. Il metodo rimane quello classico: cioè dopo una fase di riscaldamento, si passerà a<br />

una fase centrale di lavoro più consistente, per finire con esercizi di de-affaticamento. La fase centrale è in<br />

sostanza l’allenamento in senso stretto, cioè quelle esercitazioni generali e specifiche con modalità tecniche<br />

che più permetteranno di avvicinarsi agli obiettivi programmati, rispettando le caratteristiche e le esigenze<br />

dello sport del tiro a segno. Proprio per questo, nella scheda proposta, si terrà conto delle priorità<br />

dell’allenamento di alcuni gruppi muscolari rispetto ad altri.<br />

Nella fase successiva a questo programma, si continuerà a mantenere la stessa tipologia di frazionamento o<br />

si passerà ad una suddivisione maggiore. In ogni caso nell’allenamento frazionato non si dovrà mai andare<br />

contro a quei principi che regolano la scelta e la sequenza dei gruppi muscolari da sollecitare.<br />

Anche se le varie tipologie di tiro prevedono l'uso prevalente di un lato del corpo rispetto all'altro, è<br />

fondamentale che durante la preparazione si rispetti una perfetta bilateralità.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

ALLENAMENTO FISICO DI BASE NELLE DISCIPLINE DEL TIRO A SEGNO<br />

Fase successiva alla iniziazione dell’attività motoria e muscolare<br />

LA PREPARAZIONE IN PALESTRA<br />

Parte 1: pettorali, addominali alti, quadricipiti, tricipiti, polpacci.<br />

FOTO ED ESERCIZI: PERSONAL TRAINER ANDREA VICINI – PRESSO: POLISPORTIVA “LA FELCE”<br />

PRIMA SETTIMANA:<br />

ESERCIZI DAL 02 AL 11:<br />

2 SERIE DA 15 RIPETIZIONI - PESO COSTANTE<br />

RECUPERO TRA SERIE: 30 SECONDI<br />

SECONDA SETTIMANA:<br />

ESERCIZI DAL 02 AL 11:<br />

3 SERIE DA 12 RIPETIZIONI<br />

PESO COSTANTE LEGGERMENTE SUPERIORE<br />

RECUPERO TRA SERIE: 45 SECONDI<br />

DALLA TERZA SETTIMANA:<br />

ESERCIZI DAL 02 AL 11:<br />

1x15 ; 1x12; 1x10; 1x8<br />

CARICO IN AUMENTO<br />

RECUPERO TRA SERIE: 60 SECONDI<br />

ES 02: PETTORALI ALLA MACCHINA - FASE INIZIALE<br />

RESPIRAZIONE: CHIUDENDO ESPIRO<br />

ES. 03: PANCA INCLINATA - FASE INIZIALE<br />

RESPIRAZIONE: SCENDENDO INSPIRO<br />

ES 01: RISCALDAMENTO SU BIKE<br />

5 MINUTI DI PEDALATA MODERATA<br />

ES 02: PETTORALI ALLA MACCHINA - FASE FINALE<br />

RESPIRAZIONE: APRENDO INSPIRO<br />

ES. 03: PANCA INCLINATA - FASE FINALE<br />

RESPIRAZIONE: SOLLEVANDO ESPIRO<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

ES. 04: CROCI AI CAVI - FASE INIZIALE<br />

RESPIRAZIONE: CHIUDENDO ESPIRO<br />

ES. 05: ADDOMINALI FASCI ALTI - FASE INIZIALE<br />

RESPIRAZIONE: CHIUDENDOMI ESPIRO<br />

ES. 06: PRESSA 30° - FASE INIZIALE<br />

RESPIRAZIONE: SCENDENDO INSPIRO<br />

ES. 04: CROCI AI CAVI - FASE FINALE<br />

RESPIRAZIONE: APRENDO INSPIRO<br />

ES. 05: ADDOMINALI FASCI ALTI - FASE FINALE<br />

RESPIRAZIONE: SCENDENDO INSPIRO<br />

ES. 06: PRESSA 30° - FASE FINALE<br />

RESPIRAZIONE: SOLLEVANDO ESPIRO<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

ES. 07: QUADRICIPITI AL LEG EXTENSION - FASE INIZIALE<br />

RESPIRAZIONE: SOLLEVANDO ESPIRO<br />

ES. 08: TRICIPITI ALLE PARALLELE - FASE INIZIALE<br />

RESPIRAZIONE: SCENDENDO INSPIRO<br />

ES. 09: TRICIPITI CON BILANCIERE - FASE INIZIALE<br />

RESPIRAZIONE: SCENDENDO INSPIRO<br />

ES. 10: TRICIPITI AI CAVI FASE INIZIALE<br />

RESPIRAZIONE: SCENDENDO ESPIRO<br />

ES. 07: QUADRICIPITI AL LEG EXTENSION - FASE FINALE<br />

RESPIRAZIONE: SCENDENDO INSPIRO<br />

ES. 08: TRICIPITI ALLE PARALLELE - FASE FINALE<br />

RESPIRAZIONE: SOLLEVANDO ESPIRO<br />

ES. 09: TRICIPITI CON BILANCIERE - FASE FINALE<br />

RESPIRAZIONE: SOLLEVANDO ESPIRO<br />

ES. 10: TRICIPITI AI CAVI - FASE FINALE<br />

RESPIRAZIONE: SOLLEVANDO INSPIRO<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

ES. 11: POLPACCI - FASE INIZIALE<br />

RESPIRAZIONE: SOLLEVANDO ESPIRO<br />

ES. 12: EQUILIBRIO CON TAVOLETTA PROP.VA - INIZIO<br />

SALGO SULLA TAVOLETTA<br />

ESERCIZIO 13: DEAFFATICAMENTO<br />

2 M. CAMMINATA 5 M. CORSETTA 2 M. CAMMINATA<br />

ES. 11: POLPACCI - FASE FINALE<br />

RESPIRAZIONE: SCENDENDO INSPIRO<br />

ES. 12: EQUILIBRIO CON TAVOLETTA PROP.VA -<br />

DURANTE<br />

TROVO L’EQUILIBRIO E MANTENGO LA POSIZIONE E<br />

CONCENTRAZIONE<br />

Importante: le informazioni riportate in questo articolo hanno fini puramente educativi e di carattere<br />

indicativo generico; non intendono in alcun modo sostituire i pareri degli esperti del settore sanitario.<br />

Prima di iniziare qualsiasi allenamento fisico è consigliabile sentire il parere del vostro medico.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

IL “MESTIERE” DEL TECNICO<br />

AVVENTURE (E DISAVVENTURE) DI UN ALLENATORE -1<br />

Il primo approccio<br />

Ho finito il corso ed ora sono<br />

pure “aggiornato”!. Torno in<br />

sezione ed incrocio il<br />

consigliere addetto alle<br />

attività sportive che<br />

sorridente mi<br />

dice:”Bentornato. Si sono<br />

presentati dei ragazzi;<br />

cominciamo?” .<br />

Certo che sì, torno a casa,<br />

recupero gli appunti del<br />

corso, rispulcio alla voce<br />

“preparazione” e trovo<br />

“piano di allenamento”,<br />

“interval training”, preparazione fisica, tecnica, mentale etcc.<br />

Acc… dimenticavo le lezioni di comunicazione!!!!!<br />

di Giuseppe Biagini<br />

...li vedo: sedicenne, sesso<br />

maschile, cavallo dei pantaloni<br />

alle ginocchia, scarpe con le<br />

molle sotto il tallone, maglietta,<br />

capelli gelificati,bicipiti in vista…<br />

Bene! Ora sono a posto: ho ripassato, ho i diagrammi, i carichi di lavoro, mi devo inventare gli<br />

esercizi (ma posso cominciare dagli esempi del corso tanto per iniziare) e sistemarli nelle caselle,<br />

vedere le gare che dovranno fare etc…etc….<br />

Praticamente ho già finito e organizzato tutta la stagione. Sono fiero di me stesso!<br />

Torno in sezione carico di appunti, fogli che svolazzano, la teoria di Carpenter in testa, l’occhio che<br />

brilla, energia al top, pronto a distribuire il verbo e……..li vedo: quindicenne ,sesso femminile,<br />

procace con ampia scollatura , jeans firmati ma che sembrano appena ritirati dallo straccivendolo<br />

con vita bassa… ma proprio bassa (ma non prendono freddo?), capelli sul viso, borsettina a<br />

tracolla; sedicenne, sesso maschile, cavallo dei pantaloni alle ginocchia, scarpe con le molle sotto il<br />

tallone, maglietta, capelli gelificati,bicipiti in vista ; dodicenne, sesso maschile, ciondolone ,<br />

occhialuto, capelli come vuole sua mamma.<br />

E io che mi aspettavo tuta, scarpe da tiro o quasi, armamentario da poligono etc…!!!!<br />

Le prime domande di rito appurano che:<br />

- non hanno mai visto una pistola prima di allora,<br />

- vogliono sparare perché “mi piace sparare”,<br />

- papà vuole, mamma non vuole (sai le armi!), lo zio sparava cent’anni fa etc..<br />

- ok fare le gare…. tanto che ci vuole!<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

Mi comincia a sorgere qualche dubbio e mentre cerco di recuperare l’occhio scivolato nella<br />

scollatura della procace nascondo gli appunti , penso che del piano di allenamento, e tutto il resto,<br />

forse è meglio parlarne nella prossima seduta.<br />

Cominciamo. Sì, ma da dove? Boh? Cominciamo lo stesso!<br />

Un po’ di norme di sicurezza, un po’ di posizione, un po’ di……… ma gli sguardi, e non solo loro,<br />

dicono: ma quando spariamo?<br />

Mentre spiego il minimo dello spiegabile necessario scopro che per loro l’impugnatura è “il<br />

manico”, il vivo di volata è diventato “la punta della canna”, il bersaglio è “il cartoncino” e quando<br />

spiego come sistemare l’area tenar ed il margine ulnare rabbrividisco vedendo le facce divenute un<br />

punto interrogativo e l’occhio sperduto nel vuoto.<br />

Penso che mi convenga rapidamente ripiegare su un più tranquillo: la forcella, la base del pollice<br />

etc…ricordando con mestizia l’invito perentorio del docente del corso ad usare SEMPRE termini<br />

rigorosi, precisi ed uniformi!!!!<br />

Beh, ormai siamo sulla linea di tiro: ora che la pistola è stata “presa” dal “manico”, il pallino è<br />

“infilato” nella canna, il “cartoncino” è a posto si aprono le danze e parte il primo fatidico colpo che<br />

non fa in tempo ad uscire dalla canna che le armi sono già sul bancone ed il bersaglio, pardon il<br />

“cartoncino”, ritirato … mestamente integro. (eppure glielo avevo detto di guardare il mirino!).<br />

Domanda sciocca: “avete guardato il mirino?” e risposta scontata: “Siiiii! Non capisco perché il<br />

pallino (che evidentemente si suppone telecomandato!) non lo ha colpito”.<br />

Il dubbio di cui sopra si rafforza e penso che del piano di allenamento forse è meglio parlarne tra tre<br />

o quattro sedute!<br />

Riproviamo: bersaglio bianco (così non dovrebbero confondersi, ma con l’immancabile corollario<br />

di “ma dove miro?”, “come faccio a sapere se faccio centro” etc..) , occhio strizzato, testa che va<br />

sempre più in dietro o sempre più in avanti, tronco che bilancia chissà quale peso… fuoco… due<br />

farfalle ed un niente.<br />

E si va avanti per un po’ fino all’immancabile “mi fa male qui”, “mi fa male là”, “ma io sparo<br />

meglio a due mani”,”si è scaricata la bomboletta, come faccio?” ed alla inevitabile decisione che<br />

tutto quello che avevo preparato in un impeto di folle ottimismo è meglio rimandarlo …..a data da<br />

destinarsi.<br />

Ora sì che sono un allenatore…. “aggiornato”…. dalla realtà.<br />

Ma ora cosa faccio? Termino la seduta mesto ed affranto ma ai tre tutto sommato è piaciuto, hanno<br />

promesso di tornare e di fare sfracelli e – terrore! – hanno promesso che porteranno anche qualche<br />

loro amico.<br />

Andando via incrocio il consigliere sorridente: “allora tutto bene? Ci sono problemi?”; deglutisco a<br />

vuoto e rispondo “no, no…. tutto bene….. stai tranquillo, ciao”<br />

SPECIALE SULLE OLIMPIADI <strong>2008</strong><br />

TRA QUALCHE GIORNO E’ PREVISTA L’USCITA DI UNO SPECIALE SULLE OLIMPIADI DI<br />

PECHINO, CON CRONACHE ED UN SALUTO DI AZZURRA CIANI A <strong>CONCENTRICA</strong>.<br />

INOLTRE LA PUBBLICAZIONE DI TUTTI I RISULTATI.<br />

STATE COLLEGATI !!!!<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

TECNICA<br />

RICERCA SU DUE TIRATORI DI<br />

PISTOLA A MT.10 DI MEDIO LIVELLO<br />

Ho potuto osservare alcuni tiratori di p10 impegnati nel campionato regionale, tiratori di medio livello dalle<br />

capacità massime molto simili ma dal comportamento abbastanza diverso.<br />

Questi tiratori non sono dei professionisti, sono degli agonisti che si dedicano al tiro nel tempo libero come<br />

la gran parte degli iscritti a Concentrica.<br />

Dopo averli osservati e studiati<br />

per qualche tempo ho costruito<br />

dei grafici riguardanti i loro<br />

risultati degli ultimi anni, e ho<br />

tratto delle mie conclusioni.<br />

Partiamo dal dire che, i<br />

principali valori del tiro sono<br />

tre, motorio, tecnico e mentale<br />

agonistico.<br />

I primi due valori, il motorio ed<br />

il tecnico sono quelli più<br />

visibili, quelli di cui noi spesso<br />

parliamo e quelli per cui noi<br />

spendiamo la gran parte dei<br />

A cura di CHEBE<br />

Purtroppo, molto spesso, la<br />

parte mentale non viene tenuta<br />

in grande considerazione,<br />

soprattutto dai principianti…<br />

nostri allenamenti in poligono, il terzo, il mentale agonistico è un qualcosa che spesso rimane vago, se ne<br />

parla, ma spesso il tiratore non professionista non gli da tanto peso.<br />

Spesso ad una volatilità molto alta dei nostri risultati noi non diamo il giusto peso, diamo colpa all’arma,al<br />

poligono, ad una serie di cose non ben definite che non riusciamo a capire.<br />

Andiamo ora ad osservare il grafico del tiratore n° 1:<br />

tiratore 1°<br />

Come possiamo ben vedere il tiratore<br />

inizia da un punteggio abbastanza basso,<br />

poco più di 320, poi dopo un costante<br />

380<br />

crescendo in circa un anno di gare di<br />

campionato si stabilizza appena sopra i<br />

360<br />

370 punti, potremo dire che, dopo una fase<br />

340<br />

iniziale di crescita delle parti tecniche e<br />

motorie, il tiratore ha raggiunto il suo<br />

320<br />

attuale livello tecnico motorio massimo<br />

300<br />

1 2 3 4 5 6 7 8<br />

con una ottima stabilizzazione mentale,<br />

dico ottima perché una costanza di<br />

rendimento con una bassa volatilità dei<br />

punteggi è indice di stabilizzazione<br />

mentale, se voi osservate i risultati dei tiratori più forti vedrete una bassissima differenza percentuale fra un<br />

punteggio di gara ed un altro.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

Andiamo ora ad osservare il grafico del tiratore n° 2<br />

tiratore 2°<br />

In questo caso il tiratore inizia da un<br />

livello abbastanza alto, 370 punti, per poi<br />

scendere repentinamente a 350 punti per<br />

380<br />

poi risalire intorno ai 370, da quel<br />

momento i suoi risultati non sono costanti<br />

370<br />

come nel caso del primo tiratore ma hanno<br />

360<br />

degli alti e bassi, in termini tecnici hanno<br />

350<br />

340<br />

330<br />

un’alta volatilità, il punteggio massimo dei<br />

tiratori è praticamente uguale ma mentre il<br />

primo è molto costante su quel punteggio<br />

massimo, il secondo non lo è.<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 Cerchiamo di capire adesso dove sta la<br />

differenza fra questi due tiratori dalle<br />

potenzialità praticamente uguali.<br />

Considerando che il loro punteggio massimo è praticamente uguale possiamo dire che il loro livello tecnico<br />

motorio è molto simile se non uguale, sappiamo anche che il livello tecnico e motorio da una gara all’altra<br />

non può avere grossi sbalzi, la differenza dei due tiratori va cercata pertanto nella parte mentale, perché come<br />

ben sappiamo la parte mentale se non allenata a dovere può avere dei grossi sbalzi da giorno a giorno.<br />

L’allenamento dei due tiratori anche se di capacità tecniche praticamente equivalenti, dovrebbe essere<br />

sostanzialmente differente, se i tiratori fossero seguiti da un allenatore dovrebbero avere due programmi di<br />

allenamento differenti, il primo, dovrebbe curare in dettaglio la parte tecnica motoria per cercare di<br />

aumentare il proprio punteggio, il secondo dovrebbe curare principalmente la parte mentale agonistica in<br />

modo da stabilizzare i propri punteggi verso la banda alta delle proprie possibilità .<br />

L’ALBUM FOTOGRAFICO DI <strong>CONCENTRICA</strong><br />

Ancora un altro servizio offerto da Concentrica.<br />

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1) In caso di abuso (cancellazioni, foto non pertinenti o di carattere offensivo), l'account libero verrà<br />

eliminato, ed in sostituzione potrà essere creato su richiesta un account aggiuntivo attraverso la<br />

dimostrazione delle proprie generalità.<br />

2) Non sarà possibile per gli utenti caricare file video per restrizioni stabilite dall'account free, ma<br />

riservate solo alla Redazione, in quanto il nm massimo dei video è stabilito nel numero di 10.<br />

Su richiesta potrà essere effettuato il caricamento se il video è particolarmente interessante.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

PREPARAZIONE AGONISTICA<br />

SCROLLARSI DI DOSSO I NON-10<br />

Articolo originale scritto da Sophie McDonald<br />

Traduzione di Enrico Tocchio<br />

Certi giorni penso di avere un disordine da deficit dell’attenzione o perlomeno penso di avere i sintomi della<br />

malattia che come sapete sono, difficoltà di concentrazione, facilità alla distrazione, periodi di<br />

concentrazione limitati.<br />

Pertanto, se combatto con questi problemi, perché ho scelto di diventare tiratrice dal momento che richiede<br />

capacità di concentrazione per evitare le distrazioni? La risposta breve è che realmente non lo so.<br />

Quando incominciai per la prima volta a sparare, l’ostacolo maggiore che ebbi era la mia mente. Oggi, otto<br />

anni dopo aver sparato il mio primo colpo, continua ad essere il mio più grande ostacolo.<br />

L’enciclopedia dice che il cervello umano pesa circa 1.4 kg, praticamente una parte molto piccola dell’intera<br />

massa corporea ma che controlla tutto il mio essere.<br />

Pertanto, come posso controllare il centro di controllo?<br />

A questo non è facile rispondere ed è ancora più difficile da mettere in pratica.<br />

Immagina di essere sulla linea di tiro in piedi e che ti stai<br />

preparando a tirare il nono colpo dopo una serie di otto 10.<br />

La tua mente non ha ancora registrato che potresti<br />

potenzialmente ottenere un altro centro perfetto<br />

perché il cervello sta facendo quello che dovrebbe fare,<br />

ossia lasciarti scattare quando le mire Mi concentro più per sono sul bersaglio.<br />

Adesso supponiamo di mettere in pausa l’azione e<br />

ottenere un buon<br />

suddividiamo il sistema di controllo in due parti,<br />

chiameremo la parte cosciente del risultato che non al sistema di controllo<br />

la “mente” e la parte subconscia la identificheremo<br />

come “cervello”.<br />

colpo stesso! Perché lo<br />

Il cervello non ha bisogno di dire alle palpebre di sbattere<br />

faccio?<br />

o ai polmoni di muoversi, queste sono azioni che il cervello<br />

esegue automaticamente in modo subconscio. La<br />

mente invece permette i pensieri, casuali come<br />

possono essere a volte, muovendosi all’interno del sistema di controllo. E’ la mente che decide quando<br />

comprare le munizioni o quando si vuole smaltare le unghie di rosa anziché di rosso.<br />

Adesso ritorniamo alla nostra linea di tiro, abbiamo ancora due tiri da eseguire per completare la serie da<br />

dieci. Il tuo cervello sa che sta facendo quello per il quale è programmato mentre la mente non ha ancora<br />

realizzato quanto sei stato bravo fino ad ora. Tiri il nono colpo e….sì! è un 10!<br />

Nel mio caso quando questo succede incomincio ad agitarmi, le pulsazioni aumentano e penso “Forse ci<br />

siamo, questo potrebbe essere un altro bersaglio da appendere sul muro dei 100” ed in seguito incomincio a<br />

pensare a tutti i 10 che ho tirato fino ad ora e che ne basterebbe solo un altro. Il problema è che adesso ci sto<br />

pensando il che provoca un eccesso d’analisi e pensieri e, quando incomincio ad analizzare, molto<br />

probabilmente posso dire addio al mio 10.<br />

Mi concentro più per ottenere un buon risultato che non al colpo stesso! Perché lo faccio?<br />

La risposta ad un problema condiviso da molti tiratori e che non crediamo abbastanza in noi stessi per poter<br />

prendere una buona decisione senza che la nostra mente abbia il controllo delle nostre azioni.<br />

Perché facciamo così tanta fatica a credere nel nostro cervello (inconsciamente) dal momento che è capace di<br />

ottenere più di quello che immaginiamo?<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

Per questo è importante disciplinare le nostri menti in modo che lavorino per noi cosicché, quando siamo<br />

sotto pressione, possiamo dare il nostro massimo senza la paura di interferenze.<br />

Il miglior modo che ho trovato per ottenerlo è di “vivere il presente”, sono sicura che molti di voi abbiano<br />

già sentito questa espressione. Quello che significa è di non pensare a quello che è successo o quello che<br />

accadrà ma di pensare solamente a quest’istante. Quando ci concentriamo sul passato o sul futuro perdiamo<br />

di vista quello che in questo momento stiamo facendo e smettiamo di dare il 100% di energia e tempo in<br />

quello che succede.<br />

Pertanto, perché dobbiamo disperdere le nostre energie su qualcosa che è già successo quando<br />

concentrandoci su quello che stiamo facendo ci aiuta a migliorare quello che deve ancora avvenire?<br />

Bernie Marcus, fondatore del “The Home Depot” dice: “guardare indietro richiede troppe energie”. Spesso<br />

soffro di quella che è chiamata “sindrome dell’ultimo colpo”, non l’ultimo colpo di una serie ma l’ultimo<br />

colpo in generale, specialmente se ho ancora altre serie da eseguire. Contrariamente a Marcus, sto ancora<br />

imparando a non guardare indietro. Mi piace esaminare i miei ultimi colpi e vedere cosa è andato bene e cosa<br />

no, e questo potrebbe essere d’aiuto a patto di non permettere agli eventi passati di influenzare quello che sto<br />

facendo.<br />

In ogni caso, quando penso a cosa é già successo, a meno di prendermi il tempo necessario per studiarlo,<br />

permetto che mi influenzi negativamente dal momento che non procedo in avanti. Non posso permettermi di<br />

consumare la maggior parte delle mie energie e pensieri (energie e pensieri che potrei usare in modo<br />

produttivo) su qualcosa che non sarei mai in grado di modificare.<br />

Mio padre mi ha offerto un sistema di allenamento che mi ha aiutato in modo eccezionale. Lo chiamo<br />

“scrollarsi di dosso i non-10”. Mettiamo due bersagli uno a fianco all’altro, come normalmente si fa per i<br />

mach in tre posizioni. Mi metto in posizione come di solito e tiro alla ricerca di risultati. Al primo non-10 lo<br />

comunico a mio padre il quale va a cambiare bersaglio, anche se è stato il mio primissimo colpo. Se sbaglio<br />

un centro e so esattamente dove ho sbagliato, allora potrei tirare nuovamente quel colpo ma se anche se<br />

questo fosse un centro, mio padre andrebbe in ogni caso a cambiare il bersaglio. Vuole che usi un nuovo<br />

bersaglio tutte le volte che tiro un non-10 a costo di consumare un pacco di bersagli al giorno.<br />

Inizialmente non capivo il motivo ma adesso sì. Quando mio padre cambia il bersaglio non devo<br />

preoccuparmi del fatto che ho sbagliato un tiro, rimango concentrata solamente sul tirare un centro al<br />

prossimo colpo.<br />

Pochi fine settimana dopo, ho svolto la mia prima gara da quando ho incominciato questo sistema di<br />

allenamento. La gara era basata su un match a tre posizioni e mi sentivo preparata. I tiri in posizione sdraiata<br />

andarono bene e, quando arrivò la serie di tiri in piedi, realmente non pensavo all’allenamento che io e mio<br />

padre abbiamo fatto, ero solamente pronta a tirare.<br />

Mi sono preparata sulla linea, ho controllato la posizione interna e ho eseguito qualche tiro in bianco fino a<br />

quando mi sono sentita pronta a tirare per il punteggio. Ho tirato pochi 10 prima del primo “non-10”, a quel<br />

punto, ho abbassato la testa sul guanciale ed ho chiuso gli occhi immaginando mentalmente di vedere mio<br />

padre camminare nel poligono per andare a cambiare il bersaglio. Questo mi ha colpito e, nonostante non<br />

avessi un bersaglio nuovo come a casa, il centro era pulito e mi stava aspettando per tirare un 10. Il mio<br />

colpo successivo fu un 10.<br />

Continuai a tirare alcuni 10 ed in seguito un paio di non-10, ma ogni volta che sbagliavo, chiudevo gli occhi<br />

e mentalmente mi immaginavo la sostituzione del bersaglio con uno nuovo. Non potrò mai spiegarvi quanto<br />

questo esercizio mi abbia aiutato. Adesso non mi concentro più sul tiro precedente perché quando il colpo<br />

esce dalla canna esce anche dalla mia mente. Mi ripeto che ho fatto il meglio che ho potuto per quel colpo e<br />

che ora è passato ed è ora di andare avanti.<br />

Adesso ritorniamo sulla nostra linea di tiro, hai ancora da tirare un colpo. Non pensare a come prepararti per<br />

ottenere un 100 o semplicemente un 10, sai esattamente come si tira un 10. Lascialo semplicemente accadere<br />

e credi in quello che puoi fare. Mio padre dice “allenare quello che desideri ti permetterà di ottenere ciò che<br />

vuoi”. Allora eccoci qua, la tua carabina è carica e ti stai preparando per il tuo ultimo colpo.<br />

Guardi attraverso le mire e sì, la posizione è buona e le mire sono sul bersaglio.<br />

Scatta e segui l’azione, guarda attraverso il cannocchiale e vedi un 10, questo si che ti rappresenta! Hai<br />

creduto in quello che sapevi e ti ha dato quello che desideravi.<br />

Ottimo lavoro!<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

TIRO E STORIA<br />

San Gabriele Possenti<br />

Protettore dei Tiratori<br />

A cura di Giuseppe Biagini<br />

Quasi tutte le categorie professionali, o quelle dedite ad attività sportive, hanno un santo protettore. Per<br />

quanto riguarda il settore armiero, non possiamo non ricordare sant’Uberto, protettore dei cacciatori, e santa<br />

Barbara, protettrice degli artificieri e degli artiglieri; manca però un santo cui siano devoti in via esclusiva i<br />

tiratori.<br />

Il santo, in verità, ci sarebbe ma il Vaticano non ha mai inteso accordare a San Gabriele tale particolare<br />

mansione. I santi rappresentano la quintessenza del buonismo e non è<br />

assolutamente ammissibile che possano adoperare armi con la stessa<br />

familiarità con cui snocciolano la corona del rosario.<br />

Negli Stati Uniti, da anni, diverse associazioni di tiratori riconoscono,<br />

viceversa, in San Gabriele Possenti il loro indiscusso protettore.<br />

Oltre alla National Rifle Association esiste la St. Gabriel Possenti Society,<br />

Inc. di Arlington in Virginia e recentemente, a Medellin, si è<br />

costituta la “Società internazionale di San Gabriele Possenti”, in onore<br />

dell’omonimo prete pistolero italiano. “ Nemo propheta in Patria est!”<br />

Certamente più noto come San Gabriele dell’Addolorata fu<br />

beatificato il 31 maggio 1908. Papa Benedetto XV lo canonizzò nel 1920<br />

e, nel 1959, papa Giovanni XXIII lo nominò patrono dell’Abruzzo ove è<br />

festeggiato il 27 febbraio.<br />

Il santuario di San Gabriele, nella stupenda cornice del Gran Sasso<br />

teramano, è tra i più conosciuti in Italia e in Europa. Una recente<br />

classifica lo colloca tra i primi quindici santuari più frequentati del mondo. Due milioni di pellegrini vi<br />

arrivano ogni anno per pregare sulla tomba del Santo. La fama del “Santo dei miracoli” si basa su una<br />

ininterrotta serie di fatti soprannaturali, testimoniati da migliaia di ex voto donati al santuario.<br />

San Gabriele, il “Santo del sorriso”, il “Santo del Sì”, il “Santo del quotidiano” insegna a tutti la via breve e<br />

facile della santità. Nell’agiografia di casa nostra, non si fa, però, quasi mai menzione di un fatto che<br />

caratterizza, in maniera molto importante per gli oplofili, la breve esistenza terrena di San Gabriele Possenti.<br />

Francesco Possenti nacque ad Assisi il 1° marzo 1838 in una famiglia aristocratica; figlio di Sante, che<br />

ricopriva la carica di governatore dello Stato Pontificio, e di Agnese Frisciotti, veniva descritto come di<br />

bell’aspetto, brillante in società e molto colto. Sua grande passione era la caccia. In seguito a una visione, in<br />

cui la Madonna lo invitava a farsi religioso, il 21 settembre 1856 entrò come novizio nel convento dei<br />

Passionisti di Morrovalle (MC) e ricevette il nome di Gabriele dell’Addolorata.<br />

Dopo aver compiuto gli studi filosofici a Pieve Torina (MC), nel 1859 giunse a Isola del Gran Sasso (in<br />

provincia di Teramo) per completare in quel ritiro la sua preparazione teologica prima di ricevere gli ordini<br />

sacerdotali.<br />

Nel 1860 un gruppo di Garibaldini sbandati entrò nel piccolo paese abruzzese, terrorizzando la popolazione<br />

con evidenti intenzioni malandrine. (nel novembre di quell’anno era avvenuto lo storico incontro di Teano,<br />

più a sud di circa duecento chilometri, che aveva sancito di fatto lo scioglimento dei Mille).<br />

Gabriele, con il permesso del rettore del seminario, andò verso il centro del paese per affrontare i razziatori.<br />

Si avvicinò disarmato ai banditi, uno dei quali aveva catturato una giovane che intendeva rapire e, con mossa<br />

rapida, afferrò prima la pistola (si parla addirittura di revolver, ma è più plausibile una monocolpo a<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

percussione) che quel malfattore teneva alla cinta, poi si impossessò di quella di un altro bandito che gli si<br />

era nel frattempo avvicinato.<br />

Il seminarista armato provocò la reazione spavalda e minacciosa degli altri banditi, che lo affrontarono con<br />

irrisione, ovviamente dubitando delle mosse successive del<br />

giovane.<br />

Con calma Gabriele indicò ai furfanti una lucertola che stava<br />

correndo dall’altra parte della strada e, profittando di una sosta del<br />

piccolo animale, la colpì di netto con una delle due pistole che<br />

aveva in mano.<br />

Questa inaspettata abilità nell’uso della pistola nonché la<br />

determinazione e la sicurezza del giovane indussero i banditi a più<br />

miti consigli e, a un suo preciso ordine e senza farselo ripetere due<br />

volte, lasciarono precipitosamente il paese.<br />

Senza spargimento di sangue se si eccettua quello della malcapitata<br />

ma provvidenziale lucertola, era stata risolta brillantemente una<br />

situazione grave e pericolosa. La popolazione accompagnò in<br />

trionfo il giovane verso il seminario, proclamandolo “Salvatore di<br />

Isola”.<br />

Ammalatosi di tubercolosi, si spense il 27 febbraio 1862. Fu<br />

sepolto nella fossa comune dei religiosi, all’interno della chiesa del<br />

Convento. La fama della sua santità si era intanto sparsa nei paesi<br />

circostanti e la sua tomba divenne presto meta di pellegrini e di<br />

devoti che vi ricevevano miracoli e guarigioni prodigiose.<br />

Esiste anche la preghiera del tiratore che di seguito riporto:<br />

LA PREGHIERA DEL TIRATORE:<br />

O San Gabriele Possenti<br />

che fosti virtuoso nel sacrificio e nel coraggio<br />

quanto nell’esercizio della mira,<br />

ti preghiamo, benedici le nostre armi<br />

affinché possano servire per difendere<br />

e giammai per offendere,<br />

affinché possiamo trovare nella nostra attività<br />

amicizia e fratellanza.<br />

Guida la nostra mano per fare centro<br />

con le nostre mani<br />

ed ancor più con il nostro comportamento,<br />

per essere degni cavalieri di questo tempo.<br />

Proteggici dai nemici<br />

di amore e libertà e giustizia<br />

e rendici degni e pronti al sacrificio<br />

Amen.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

PSICOLOGIA DELLO SPORT: VISUALIZZAZIONE<br />

Di Daniele Puccioni<br />

INDICAZIONI SULLA SEQUENZA DI IMMAGINI<br />

NELLA VISUALIZZAZIONE DEL “GESTO”<br />

PREMESSA :<br />

La visualizzazione specifica su tutte le fasi del gesto tecnico, permette di migliorare ampiamente gli<br />

automatismi e la qualità del gesto stesso.<br />

Per poter procedere alla visualizzazione del gesto sportivo, in modo che sia la più efficace possibile, è<br />

fondamentale prendere coscienza delle sensazioni che si registrano durante tutte le sue fasi: questi ricordi<br />

vanno arricchiti anche con tutte quelle parti meno significative ai fini della qualità del gesto, ma importanti<br />

per ricreare una realtà mentale fedele dell’evento.<br />

Nella creazione delle immagini mentali, maggiore è la ricchezza dei particolari e quanto più saranno<br />

efficaci.<br />

COSTRUZIONE DEL METODO<br />

Per chi non avesse ancora familiarità con la visualizzazione si può procedere attraverso tre fasi in<br />

modo da rendere più facile la pratica e familiarizzare con tutte le parti del processo creativo, che dopo un<br />

sufficiente esercizio potrà essere semplificato utilizzando solo la terza fase, la visualizzazione vera e propria.<br />

1° FASE – Elencazione delle parti<br />

Elencare attraverso una lista scritta, tutte le fasi del gesto tecnico, creando uno schema<br />

particolareggiato, senza tralasciare niente. Non sarà altro che una elencazione di ciò che facciamo realmente<br />

durante l’esecuzione di un colpo.<br />

Un esempio della sequenza degli elementi che prenderemo in esame nella nostra visualizzazione<br />

potrebbe essere questa:<br />

SEQUENZA SCHEMATICA DEGLI ELEMENTI GUIDA DELLA VISUALIZZAZIONE<br />

1. Sostituzione del bersaglio (nel caso non sia elettronico)<br />

2. Caricamento dell’arma<br />

3. Controllo delle sensazioni cinestetiche della postura<br />

4. Respirazione<br />

5. Alzata dell’arma coordinata con la respirazione<br />

6. Contatto visivo con il bersaglio (immagine tacche-mirino-bersaglio)<br />

7. Inizio procedura scatto<br />

8. Partenza del colpo<br />

9. Mantenere la punteria per il controllo<br />

10. Abbassare l’arma e espirazione<br />

2° FASE – Aggiunta dai particolari<br />

ELEMENTI AGGIUNTIVI<br />

Adesso prendendo in esame le singole voci, dovremo aggiungere alla prima lista scritta il maggior<br />

numero di particolari, anche quelli che consideriamo insignificanti, tutto ciò che ricordiamo attraverso<br />

sensazioni e tutti i particolari che coinvolgono i nostri sensi (tatto, vista, udito, olfatto).<br />

La visualizzazione sarà maggiormente efficace quanto più l’immagine creata sarà ricca di particolari e<br />

più vicina alla realtà.<br />

Anche un particolare insignificante può essere utilizzato per rendere più vivida l’immagine.<br />

Questi sono esempi di elementi con i quali potremo arricchire le nostre immagini.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

Da notare come nelle prime fasi del G.T. la nostra attenzione sia maggiormente rivolta all’esterno, alla<br />

sostituzione del bersaglio, al caricamento, ecc., per passare alla focalizzazione interna e ai processi mentali<br />

dell’esecuzione del G.T.<br />

1. Sostituzione del bersaglio (nel caso non sia elettronico)<br />

1.1. Consistenza, spessore e ruvidezza della carta. Colore della carta. Rumore della macchinetta porta<br />

bersaglio. Resistenza del pulsante di richiamo. Rumori dei colpi degli altri tiratori.<br />

2. Caricamento dell’arma<br />

2.1. Ruvidezza del legno dell’impugnatura. Il freddo del metallo dell’arma. Il rumore della leva del<br />

caricamento che si apre. La consistenza del pallino che entra nella canna. Il rumore secco e<br />

metallico dello sportellino che si chiude durante il caricamento dell’arma. Massima aderenza della<br />

mano sull’impugnatura, tanto da formare il prolungamento del braccio.<br />

3. Controllo delle sensazioni cinestetiche della postura<br />

3.1. Braccio che si distende sull’appoggio del bancone, in attesa dell’alzata. Sensazione di appoggio sul<br />

terreno e del bilanciamento sulle gambe. Tutto il peso sembra essere appoggiato e sorretto senza<br />

sforzo dal bacino. I muscoli sono in attesa dello sforzo.<br />

4. Respirazione<br />

4.1. Prima della punteria seguono respirazioni profonde, i polmoni si alzano e si abbassano senza<br />

sforzo, l’aria entra ed esce accompagnata da un senso di calma e di rilassamento. L’aria fresca fa<br />

pizzicare leggermente il naso. Sento il rumore del respiro dentro di me.<br />

5. Alzata dell’arma coordinata con la respirazione<br />

5.1. Mentre l’aria entra dentro i miei polmoni, il braccio con l’arma si alza senza sforzo apparente e<br />

vola verso il punto di mira del bersaglio. Sento la mano saldamente a contatto con l’impugnatura,<br />

il dito che sfiora il metallo freddo e liscio del grilletto. Espiro leggermente, fermandomi sul punto<br />

di mira.<br />

6. Contatto visivo con il bersaglio (immagine tacche-mirino-bersaglio)<br />

6.1. Sento i muscoli della spalla tesi per lo sforzo di sostenere l’arma, ma sentire questo peso mi fa<br />

sentire bene e mi rassicura. Il movimento del braccio/arma/mirino è percettibile, costante e<br />

controllato, e non mi da fastidio. I bordi del mirino sono netti e ben a fuoco, il nero delle tacche si<br />

staglia in maniera netta e precisa sul bianco del bersaglio. Intorno a me non esiste altro che questa<br />

immagine formata dal nero della tacca, i bordi taglienti del mirino sullo sfondo del bersaglio. Sento<br />

il contatto con il grilletto, preciso e senza incertezze.<br />

7. Inizio procedura scatto<br />

7.1. Mantengo l’immagine, la controllo senza pensarci, la vedo e il movimento rallenta leggermente fino<br />

a diventare impercettibile. Il dito passa dal primo tempo all’appoggio del secondo tempo. Il dito<br />

diventa sempre più pesante, facendo una pressione progressiva e senza incertezze. E’ come se<br />

sentissi il movimento impercettibile del meccanismo fino al punto dove anche una piccolissima<br />

pressione farebbe partire il colpo.<br />

8. Partenza del colpo<br />

8.1. C’è un momento in cui il tempo sembra fermarsi, ed il movimento sembra quasi assente. Intorno a<br />

me tutto si ferma, i rumori spariscono e la mente si svuota. Il colpo parte, vola veloce verso il<br />

centro del bersaglio.<br />

9. Mantenimento della punteria per il controllo<br />

9.1. Il colpo è partito, il gesto è concluso, ed il punteggio determina il valore della qualità di ciò che si è<br />

fatto. Resto ancora un attimo, una frazione di tempo, per memorizzare tutte le sensazioni di ciò che<br />

ho fatto. Vedo il mirino, sento l’arma e la posizione del corpo. Comincio a sentire i muscoli che si<br />

fanno tesi per lo sforzo.<br />

10. Abbassare l’arma e respirazione<br />

10.1. Riabbassamento dell’arma espellendo l’aria dai polmoni, e insieme all’aria tutta la tensione<br />

si disperde. Appoggio l’arma sul banco e verifico dove è andato il colpo.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

3° FASE - Visualizzazione<br />

Ottenuta la lista di tutti gli elementi, arricchita il più possibile da particolari, possiamo passare alla<br />

visualizzazione vera e propria.<br />

Prima di farlo rileggete più volte quanto avete scritto, in modo che tutto il contenuto vi risulti<br />

familiare, ma avendolo costruito voi stessi, sui ricordi e sensazioni vissute centinaia di volte non dovreste<br />

avere difficoltà. Per coloro che non sono abituati e ce si cimenteranno per la prima volta, si consiglia di<br />

provare con immagini più semplici possibili, e su elementi conosciuti.<br />

Per esempio si può provare ad immaginare la propria arma in tutte le sue parti, arricchendola il più<br />

possibile di particolari: peso, colore, dimensione, l’odore del lubrificante, la sensazione del legno<br />

dell’impugnatura, come sono fatte le tacche, la lunghezza della canna, il mirino, ecc.<br />

Per abituarsi conviene fare questo esercizio 3 o 4 volte la settimana. Per iniziare bastano anche pochi<br />

minuti, o almeno fino a che riuscite a mantenere la concentrazione senza affaticarvi.<br />

Quando riuscite a mantenere queste immagini per un tempo abbastanza a lungo cominciate a “sparare”<br />

qualche colpo mentale, utilizzano la sequenza precedentemente descritta.<br />

IMPORTANTE: potete anche utilizzare l’esempio sopraindicato, ma è importante ai fini<br />

dell’efficacia, che lo schema sia costruito da voi, con le vostre sensazioni ed i vostri ricordi. Utilizzando<br />

schemi fatti da altri non fate altro che utilizzare i ricordi di altre persone e non i vostri, che saranno<br />

differenti nella realtà del gesto.<br />

Il Rilassamento: prima di cominciare occorre dire due parole sull’ambiente. Dovrete innanzitutto<br />

trovare un momento in cui sarete sicuri di non essere disturbati, e magari evitate di farlo quando siete troppo<br />

stanchi per evitare il rischio di un colpo di sonno.<br />

L’ambiente non dovrà essere illuminato da una luce troppo forte o troppo ricca di rumori disturbanti.<br />

E’ consigliabile anche, per migliorare l’isolamento che l’ambiente esterno e diminuire le fonti distraesti,<br />

utilizzare una musica di sottofondo, bassa, solo strumentale, in modo da favorire l’isolamento con l’esterno.<br />

Trovate una posizione comoda che può essere sia da sdraiati (più facile per il rilassamento) che seduti in<br />

poltrona, per esempio.<br />

Prima di cominciare, effettuate un breve rilassamento per facilitare la concentrazione e la diminuzione<br />

dei pensieri spontanei, fonte di disturbo.<br />

La più semplice ed immediata è la respirazione. Cominciate con due o tre respiri profondi, ponendo la<br />

vostra attenzione sulla sensazione di rilassamento e di benessere che ne deriva. Continuate ancora per<br />

qualche minuto a respirare senza sforzo, riempiendo i polmoni dal basso verso l’alto, fino al massimo della<br />

vostra capacità polmonare. Espirate senza sforzo. Non opponete resistenza ai pensieri spontanei che vi<br />

arriveranno, lasciateli entrare e piano piano diminuiranno. La vostra attenzione dovrà essere concentrata sul<br />

movimento del torace e sulle sensazioni che ne derivano da una respirazione calma e controllata.<br />

La Visualizzazione: Quando vi sentirete calmi e rilassati sufficientemente, cominciate a visualizzare<br />

il contenuto della lista passo dopo passo.<br />

Non sforzatevi di volerla eseguire passo per passo in maniera rigorosa, questa è un’abilità che<br />

conquisterete con il tempo. Cominciate con quello che vi riesce, andando avanti fino a concludere<br />

completamente la sequenza. Volta per volta aggiungerete particolari in più e vi diventerà sempre più facile.<br />

Continuate fino a che vi sentirete in grado di farlo, senza imporvi un tempo. Quello che conta è la<br />

qualità dell’esercizio, il gesto che visualizzate sarà piano piano memorizzato dal vostro cervello come se<br />

fosse reale, per questo è importante che sia fatto nel migliore dei modi.<br />

NOTA BENE: tutte le fasi del gesto tecnico che immaginerete, dovranno essere fatte rispettando<br />

fedelmente i tempi reali, ne più veloci ne più lente. In questo modo non verranno falsati i tempi di esecuzione<br />

reali.<br />

Una volta terminata la visualizzazione, rimanete ancora qualche minuto fermi e tranquilli, non alzatevi<br />

di scatto, ne fate movimenti bruschi. Dopo ogni fase di rilassamento occorre “risvegliarsi” piano piano,<br />

semplicemente riprendendo la respirazione normale e stirandosi come al risveglio della mattina.<br />

CONCLUSIONE: i benefici di questo allenamento mentale sono indiscussi. Sta a chi lo fa avere la<br />

convinzione e la costanza di praticarlo costantemente per ottenerne i benefici. Per ogni problema tecnico,<br />

agonistico e mentale legato al tiro, è possibile costruire una visualizzazione specifica per il superamento e/o<br />

miglioramento dello stesso.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

VITA DA… TECNICO<br />

LA MALEDIZIONE DEL PUNTO<br />

“Biagini, ma come faccio a sapere quanto valgo!” disse guardandomi con aria di sottesa soddisfazione.<br />

La cistifellea al lavoro e lo stomaco contratto mi segnalavano un imminente travaso di bile ed improvviso<br />

aumento della pressione sanguigna.<br />

L’avrei strozzato…giuro che<br />

l’avrei strozzato! ....ma contai fino<br />

a dieci……..<br />

Ma come…..avevo impiegato mesi<br />

a farlo lavorare sui fondamentali,<br />

stavamo affinando il gesto tecnico,<br />

eravamo passati ai rudimenti della<br />

tattica di gara, qualche gioco di tiro<br />

leggero qua e là….e me lo trovo a<br />

tirare su bersagli di gara anziché su<br />

quelli di allenamento! Quaranta<br />

colpi, suddivisi per benino cinque a<br />

cinque su ciascun bersaglio….la penna in mano….e fare le somme!<br />

di Giuseppe Biagini<br />

Il problema maggiore che il tecnico ha,<br />

comunque, è il tempo: il tempo necessario<br />

per inquadrare grossolanamente il carattere<br />

e la personalità dell’individuo.<br />

“Come faccio a sapere quanto valgo”…(caprone! non sono i punti a dirti quanto vali!ancor meno quelli in<br />

allenamento!) mi rimbombava nella testa e cercai di ri-spiegarglielo per l’ennesima volta.<br />

Un episodio, questo, fra tanti nel folklore della formazione di giovani (e non giovani), ma anche una ulteriore<br />

prova di come il tiro agonistico metta a nudo, nel bene e nel male, il carattere e la personalità del tiratore;<br />

non distinguo tra adulti e giovani perché l’esperienza mi porta a dover dire che l’età del tiratore non è un<br />

parametro di riferimento, non è una soglia o un filtro ma solo una vaga indicazione se, quanto e come dovrai<br />

lavorare, e per quanto tempo, per farne un buon tiratore (ammesso che abbia le necessarie caratteristiche<br />

psico-motorie).<br />

Quella frase è, secondo me, la ricerca di una conferma delle proprie capacità , ed è una indicazione precisa<br />

del livello di autostima del soggetto perché indica, oltre che la sfiducia in quello che si fa, nel lavoro<br />

proposto e nell’allenatore che te lo propone, una mancanza di fiducia nelle proprie capacità a poter<br />

controllare adeguatamente il gesto tecnico sotto stress.<br />

Con questo non voglio dire che chi si allena solo su bersagli di gara o chi si conta i punti abbia<br />

necessariamente poca fiducia in sé stesso, ma quando c’è la presenza di un istruttore, un tecnico che segue un<br />

preciso percorso formativo allora sì..<br />

D’altro canto le difficoltà che un tecnico può incontrare quando gli viene affidato un novizio (e questo<br />

indipendentemente dall’età del soggetto) non sono solamente quelle dipendenti dalle capacità coordinative e<br />

condizionali, dalla volontà dell’individuo, dalla capacità di ascoltare ed imparare ma, e credo siano le più<br />

rilevanti, anche quelle derivanti dalla psiche dell’individuo.<br />

La fiducia o meno in sé stesso, la paura di sbagliare (ed il perché), la voglia di ben figurare (ed il perché),<br />

l’eccessiva foga (ed il perché), sono indicatori della necessità di una qualche indagine che travalica la pura e<br />

semplice tecnica del tiro e che impatta notevolmente sulle modalità di insegnamento e di formazione.<br />

Il problema maggiore che il tecnico ha, comunque, è il tempo: il tempo necessario per inquadrare<br />

grossolanamente il carattere e la personalità dell’individuo; a meno di non essere dei professionisti o dei<br />

laureati in psicologia ci vuole sia il tempo per capire cosa può non andare nel futuro agonista che il tempo<br />

per i tentativi che dovessero rendersi necessari per rimediare a taluni aspetti molto negativi.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

Tempo che nel migliore dei casi comprende il periodo iniziale di formazione (da tre a sei mesi) ed una intera<br />

stagione agonistica: troppo! Più quello per i tentativi per approdare ad un metodo il più possibilmente adatto<br />

alla personalità ed al carattere del tiratore. Tentativi che, purtroppo, hanno come unità di misura l’anno<br />

sportivo e che possono rimanere tali con la conseguente necessità di altri tentativi (ed altro tempo).<br />

In altre parole, in mancanza di una specifica competenza nella psicologia, il lavoro del tecnico procede per<br />

successive approssimazioni.<br />

Si parla sempre più spesso di psicologia del tiro e dei suoi professionisti; ma il loro impiego è, almeno per<br />

ora, rivolto ad atleti già formati, già bravi o bravissimi da far crescere ulteriormente.<br />

Personalmente sono convinto che il supporto di uno psicologo sia molto utile, se non indispensabile, anche<br />

nella fase di formazione del tiratore: individuare, sia pure per linee generali, il profilo psicologico<br />

dell’aspirante atleta (anche in questo caso l’età non conta) darebbe al tecnico un potente strumento su come<br />

orientare la propria attività di formazione prima e di allenamento poi e permetterebbe fin dall’inizio la<br />

personalizzazione della formazione ancora prima che la necessaria personalizzazione dell’allenamento.<br />

I riflessi positivi di questo approccio sarebbero di ampia portata in quanto, oltre quelli sopraccitati e<br />

pertinenti il solo tecnico sezionale, consentirebbero di agire direttamente sulla base dei nuovi tiratori tramite<br />

l’individuazione degli aspetti caratteriali tendenzialmente negativi per il tiro (e le contromisure da adottare) e<br />

la selezione dei tiratori più idonei da avviare allo sport agonistico.<br />

Chi ne guadagnerebbe sarebbero i singoli ( per il miglioramento del loro livello tecnico e, perché no, anche<br />

del loro profilo psicologico-relazionale) e lo sport del tiro che avrebbe una maggiore base di agonisti su cui<br />

lavorare ulteriormente e con criteri completamente diversi dagli attuali.<br />

L’impiego dello psicologo dello sport, nel significato sopra descritto, non è, però, alla portata del tecnico<br />

sezionale ma potrebbe essere inquadrato stabilmente nell’organizzazione dei comitati regionali sia a supporto<br />

dell’attività giovanile che come supporto ai tecnici sezionali quando ritenuto necessario.<br />

“Come faccio a sapere quanto valgo” : tutto sommato è una bella domanda che affonda le sue radici nel<br />

quotidiano perchè ad ogni mia azione corrisponde una valutazione (mia o di altri) e nel tiro la valutazione è il<br />

punto ottenuto dal singolo colpo; fin qui andrebbe anche bene e ci si potrebbe lavorare sopra, possibilmente<br />

in sintonia con lo stesso atleta.<br />

Peccato che sovente se non sempre, con o senza allenatore, il punto diventi l’unico parametro di misura della<br />

propria valenzia cui fare riferimento a prescindere da tutto il resto del gesto tecnico.<br />

Ed allora corre l’obbligo di cercare di creare per ogni singolo tiratore altri parametri di valutazione di sé<br />

stessi utilizzando anche bersagli di gara oltre ai bersagli di allenamento, diversificando l’attività per fasce di<br />

età, curando che i più giovani non si annoino, che i più grandini trovino elementi di competizione tra loro e<br />

che i più scafati mantengano la rotta solo sul gesto tecnico.<br />

Quando faccio dei controlli di prestazione (raramente e solo per gare molto importanti e con numero di colpi<br />

differente da quelli di gara) gli “allievi “ chiedono istantaneamente “ci dici quanto abbiamo fatto?”, i<br />

“ragazzi” si sfidano per avere un vincitore, gli “juniores” si impegnano sfidando la propria autostima ( e le<br />

mie speranze) ed in quelle occasioni non posso fare a meno di divertirmi facendomi coinvolgere nel “gioco”<br />

e farli divertire.<br />

“Come faccio a sapere quanto valgo”. L’osservatore esterno è sempre dubbioso ed interdetto nel vedere<br />

lavorare con i bersagli di allenamento; di solito trattasi di tiratori di vecchia scuola, autodidatti o tiratori per<br />

diletto. Osservano tra l’incuriosito ed il divertito, scuotono la testa e tornano alla loro seduta durante la quale<br />

non è infrequente il grido di dolore: “E mi è scappato! non so perché ma ogni volta è così….”, poi guardano i<br />

ragazzini che tirano sui bersagli di allenamento ed invariabilmente c’è un “però guarda il fante come spara<br />

bene....lo so , anche a me ci vorrebbe l’allenatore…ma ormai cosa vuoi ….” per andare a complimentarsi<br />

immediatamente dopo con il vicino di linea perché ha fatto una buona rosata “ma peccato quel sei e quel<br />

quattro…”.<br />

“Come faccio a sapere quanto valgo”. Arriva un nuovo socio in sezione accompagnato da un “si dice che<br />

spari bene”; bene! Allora piccola intervista : da dove vieni, che specialità, hai fatto gare, quanto fai……e qui<br />

arriva la risposta: XXX dove XXX è un punteggio niente male. Uhmm, niente male! ma fatto in gara? ed in<br />

che gara? No, fatto in allenamento. Ed in gara? XXX-25% ma sai stavo male, in quel periodo ero poco<br />

allenato o qualunque altra cosa che possa giustificare le defaillance ecc….<br />

No Comment: abbiamo un altro classico campione in allenamento! Quanto vale? altro No Comment.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

Gli esempi su riportati hanno in comune un elemento: il tiratore orienta la propria attenzione verso l’esterno<br />

di sé stesso anziché verso l’interno; punta più sull’apparire che sull’essere. Se l’attenzione del tiratore fosse<br />

rivolta al suo interno, al suo “essere”, anche il suo concetto della valutazione di sé stesso e del risultato delle<br />

proprie azioni sarebbe diverso e, nel tiro, maggiormente rivolto alla esecuzione ed alla prestazione generale.<br />

Ma il tiratore che ha una personalità troppo sbilanciata verso l’apparire, verso il voler/dover mostrare una<br />

certa faccia al mondo esterno troverà assolutamente normale cercare di essere un campione in allenamento<br />

contandosi i punti, sacramentando per i colpi “scappati”, trovando scuse per ogni errore o calo di rendimento<br />

anziché cercare di essere un po’ più introspettivo nella tecnica di tiro e non solo in quella.<br />

Ed è per questi motivi che, secondo me, il “Come faccio a sapere quanto valgo” (o un atteggiamento<br />

equivalente) diventa fortemente indicativo di una personalità sbilanciata e con poca autostima; per cui<br />

l’identificazione da parte di un professionista dei lineamenti psicologici del novello tiratore sarebbe una<br />

panacea per l’allenatore e, con gli opportuni accorgimenti ed interventi, anche per il tiratore.<br />

PS: l’episodio riportato all’inizio dell’articolo è vero (come tutti i riferimenti che faccio nei miei articoli e<br />

racconti); trattavasi di sedicenne, frequentante la scuola del marmo, in piena crisi adolescenziale con<br />

ambiente familiare di scarso controllo e bassa cultura sociale, che sfogava tensioni pregresse e ricercava ad<br />

ogni costo prove della sua valenzia da mostrare in giro come trofeo di promozione sociale. Di scarso<br />

controllo emotivo, aveva un rendimento in gara notevolmente inferiore agli allenamenti e copiava spesso la<br />

gestualità di altri tiratori. Di muscolatura forte ( la scuola del marmo ha lezioni di educazione fisica<br />

fortemente correlate al mestiere) si aiutava anche con elettrostimolatori per scolpire di più la muscolatura<br />

(altro forte riferimento ad “apparire anziché essere” ed alla insicurezza); il risultato era una muscolatura<br />

ipertonica, durissima che gli causava oscillazioni molto ampie quando era in punteria. Ha abbandonato il tiro<br />

dopo quasi due anni di attività quando si è reso conto che il tiro non gli avrebbe dato quella superiorità di<br />

relazione cui ambiva e quando ha scoperto l’altro sesso (lì sembra che abbia fatto molti centri).<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

PSICOLOGIA DELLO SPORT<br />

La psicologia della routine<br />

Articolo tratto da: www.bullseyepistol.com e tradotto da Enrico Tocchio<br />

di Don Nygord<br />

Don Nygord è tiratore da più di trent’anni e durante gli ultimi ventuno è stato membro del “US Shooting<br />

Team” gareggiando in tutto il mondo nel tiro alla pistola nelle discipline olimpiche.<br />

È stato campione nazionale sedici volte e nel 1984 e nel 1988 ha fatto parte del team olimpico, e’ stato<br />

campione mondiale di pistola ad aria compressa con un punteggio che si discostava di soli due punti dal<br />

record mondiale di quel tempo.<br />

Tuttora detiene il record nazionale americano di pistola libera con un punteggio di 574 (un record che è<br />

mantenuto da quattordici anni!) e nel passato ha conquistato più di 40 altri record nazionali.<br />

Il seguente testo è il risultato di quest’esperienza ed è offerto per aiutare a migliorare le performance sia dei<br />

principianti che dei tiratori esperti.<br />

La psicologia del tiro<br />

Ci sono delle serie contraddizioni nei messaggi che riceviamo quando parliamo di “come acquisire le<br />

capacità di tiro”, “come comportarsi durante una gara” e “quali sono i risultati dell’ultima gara”.<br />

Queste contraddizioni sono comuni a qualunque livello, dal ragazzo attivo nel club fino alla squadra<br />

nazionale. Quasi tutte le persone che tirano da un certo periodo e che non vivono su un’isola deserta avranno<br />

sentito di “non pensare al risultato” durante una gara.<br />

Certo, come no, a meno che il tuo encefalogramma sia piatto, sicuramente pensi al tuo risultato! Avevamo<br />

l’abitudine di scherzare riguardo ai Russi (che ci bastonavano...) riguardo al fatto che avevano subito tutti<br />

una lobotomia prefrontale dal momento che sia nella vittoria che nella sconfitta non mostravano emozioni,<br />

nessuna espressione di gioia o di preoccupazione.<br />

Questo non era vero, ovviamente, ma consideravamo che questo comportamento probabilmente migliorasse<br />

le prestazioni di gara.<br />

La principale espressione “non pensare al risultato quando tiri” é abbastanza completa. Attualmente il<br />

concetto é che per potere acquisire delle grandi capacità una persona deve pensare a ciascun aspetto<br />

dell’esecuzione e deve farlo tutte le volte. Ma per ottenere grandi risultati una persona non deve pensare<br />

affatto!!<br />

Questo significa che devi essere estremamente analitico e cognitivo nello sforzo di imparare e perfezionare le<br />

capacità del tiro per poter acquisire una buona tecnica. Ma, quando sei in gara, devi permettere alla<br />

combinazione mente/corpo di operare ad un livello subconscio e permettergli di svolgere quello per cui ci si<br />

è allenati senza però l’interferenza della mente cosciente.<br />

Inoltre, tutti gli sforzi e le attenzioni devono essere rivolti all’esecuzione di un colpo (o una serie)<br />

perfettamente consoni con il modello derivato dalle esperienze e dalle ripetizioni e non dal risultato che<br />

questa esecuzione possa portare.<br />

Va bene, lo stai facendo, o almeno ci provi. Ma qual’è la prima cosa che i ragazzi (o l’allenatore nazionale) ti<br />

chiede appena ti allontani dalla linea di tiro dopo una gara? Ti viene chiesto quante volte hai eseguito<br />

correttamente la tua tecnica modello? Improbabile, quasi sicuramente ti verrà chiesto che punteggio hai fatto.<br />

Non è mai stata fatta una gara dove le medaglie vengono assegnate in base alla percentuale di esecuzioni<br />

perfette, tanto meno vengono pubblicati nei bollettini i nomi dei tiratori ed il loro numero di esecuzioni<br />

eccellenti. No signori, sono pubblicati i risultati, perciò rassegnatevi. Dimenticate le stupidaggini del “non<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

pensare al tuo risultato” ma comprendete come uno possa acquisire capacità contrariamente a come uno<br />

possa ottenere grandi performance (che ovviamente corrisponde ad un alto punteggio).<br />

Rendiamoci inoltre conto che tutti, a qualsiasi livello, durante un evento importante sperimentano un<br />

aumento di eccitazione (una parola meglio gradita rispetto, paura, ansia, fobia, ecc.). Quello che i migliori<br />

tiratori hanno è la fiducia che il lavoro svolto per acquisire le capacità di tiro li porterà avanti nonostante (o<br />

anche a causa di) questa sovreccitazione.<br />

E siccome lo stesso afflusso d’adrenalina che fa seccare la bocca e sudare i palmi delle mani incrementa<br />

anche l’acutezza visiva, senso tattile e velocità cognitiva, sarei sorpreso se tu non potessi concludere con il<br />

tuo nuovo record personale!<br />

Avere un programma (per esempio”eseguirò correttamente il più possibile”) ed elaborarlo mentalmente ti<br />

porterà avanti del 90% prima ancora di tirare il primo colpo!<br />

Cambiare la routine<br />

Molte volte mi è stato chiesto “cosa posso fare per migliorare”. Sappiamo che un cambiamento è necessario<br />

per passare da un livello ad un altro ma quali sono le cose che dobbiamo cambiare per migliorare, quando,<br />

come?<br />

Una persona mi chiese come fare a mantenere la sua arma ferma e rimase deluso quando gli dissi che non era<br />

quello il problema su cui concentrare i suoi sforzi. Quello che realmente voleva, ovviamente, era di<br />

migliorare la sua performance (punteggio). L’analisi su cosa cambiare lo ha portato erroneamente a pensare<br />

che il suo più grande problema risiedeva nel modo di impugnare l’arma (sicuramente tutti sappiamo cosa<br />

realmente è il più grande problema no?)<br />

Mi considero una persona che cambia molto, e credo che questo mi abbia aiutato in modo considerevole<br />

durante la mia carriera (anche se alcuni allenatori del team nazionale americano sono impazziti per questo).<br />

Tutti i miei cambiamenti in ogni caso erano sistematici. Questo significa che analizzavo la situazione<br />

decidendo quali fossero i cambiamenti che avrebbero portato un maggior beneficio.<br />

In seguito eseguivo le modifiche che ritenevo migliorative e dopo averle testate registravo tutto quello che<br />

mi veniva in mente su una tabella, per esempio:<br />

- i cambiamenti, il perché, il come, l’obiettivo del cambiamento,la tempistica<br />

- i risultati<br />

Attenzione! Tutti i cambiamenti hanno anche degli effetti collaterali, nell’impazienza di cambiare qualcosa,<br />

qualche volta otteniamo effetti negativi e non voluti.<br />

Uno dei miei studenti decise di smettere di bere le sue 8 tazze di caffè per tutta la durata del campionato<br />

nazionale. Questo sicuramente lo avrebbe portato ad essere meno nervoso e conseguentemente a fare di<br />

meglio. Gli unici problemi erano i mal di testa causati dalla cessazione repentina di caffeina. Morale, se i<br />

cambiamenti hanno un impatto sullo stato fisico, fateli abbastanza in anticipo da permettere l’adattamento.<br />

Un altro esempio riguarda uno studente che incominciò a fare palestra a metà della stagione,il suo corpo<br />

diventava sì più forte ma il controllo fine dei muscoli necessario per il tiro era andato!<br />

Questo si applica anche ai cambiamenti della vostra attrezzatura, cambiare arma, aggiungere pesi, cambiare<br />

l’impugnatura. Fateli tutti abbastanza in anticipo da permettere l’adattamento prima della grande gara!<br />

Altre modifiche minori come il settaggio del peso allo scatto, posizione del grilletto, occhiali da tiro, ritmo<br />

d’esecuzione, ecc. possono essere fatte senza preoccuparsi troppo dell’adattamento ma devono in ogni caso<br />

essere programmate, documentate e messe a confronto con i risultati ottenuti.<br />

Solo in questo modo si può ottenere una valutazione obbiettiva della modifica e decidere conseguentemente<br />

se mantenerla oppure ripartire nuovamente da zero.<br />

Ovviamente, qualche volta, i cambiamenti possono essere così incoraggianti o talmente deludenti da<br />

permettere di decidere immediatamente il da farsi. Comunque vada hai imparato qualcosa che prima non<br />

sapevi e questo e’un “andare avanti”.<br />

Dal momento che più ne sappiamo, migliori saranno le nostre performance, cambiate pure ma fatelo<br />

saggiamente!<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

PREPARAZIONE FISICA<br />

di Andrea Vicini<br />

Benefici dell’allenamento fisico di base: come funziona.<br />

Il corpo umano necessita di un continuo apporto di energia per assolvere alla sue molteplici funzioni. Questa<br />

energia proviene da due principali processi metabolici: quello aerobico e quello anaerobico.<br />

Il metabolismo aerobico provvede alla richiesta energetica della maggior parte degli esercizi cardiovascolari<br />

di bassa o media intensità, permettendo di protrarre più a lungo nel tempo l’esercizio, e creando una<br />

produzione di acido lattico facilmente metabolizzabile dall’organismo.<br />

Il metabolismo anaerobico, al contrario, è utilizzato per esercizi di breve durata ed elevata intensità, con<br />

produzione e accumulo di acido lattico con il conseguente affaticamento muscolare.<br />

Le attività aerobiche richiedono uno sforzo non troppo elevato. Possono durare nel tempo, durante<br />

l'esecuzione si riesce a respirare normalmente e il cuore batte sempre alla stessa frequenza. Appartengono a<br />

questa categoria la marcia, la corsa di resistenza, lo sci di fondo, il calcio, il tennis, il nuoto prolungato, la<br />

bicicletta su percorso pianeggiante, la cyclette, il ciclismo, ecc.. Per produrre l'energia necessaria alla<br />

contrazione muscolare il corpo utilizza ossigeno, cioè il metabolismo aerobico. Per i primi 15/20 minuti<br />

l'organismo attinge alle riserve di zuccheri, dopo di che va ad utilizzare i lipidi depositati. Gli sport aerobici<br />

sono l'esercizio ideale per bruciare il grasso accumulato e snellire il fisico. Quando viene superata la soglia<br />

aerobica, comincia ad accumularsi nei muscoli l'acido lattico facendo scattare il metabolismo anaerobico.<br />

Quando l'attività implica sforzi intensi, ma di breve durata (corsa veloce, salti, sollevamento pesi,<br />

canottaggio, squash, salto in lungo, 100 e 200 metri, ecc), l'organismo ha bisogno di una maggior quantità di<br />

energia e di ossigeno. Nell'allenamento anaerobico i muscoli prima bruciano il glucosio, poi utilizzano i<br />

grassi, ma quando l'ossigeno non basta più, si attinge alle riserve di zuccheri di fegato, reni e muscoli.<br />

L'energia però si esaurisce rapidamente e lo sforzo fa aumentare la concentrazione di acido lattico nei<br />

muscoli che provoca un veloce affaticamento muscolare.<br />

Molte attività sportive hanno un costo energetico relativamente basso, che però deve essere mantenuto per un<br />

periodo di tempo piuttosto lungo, è il caso del nostro sport: il tiro a segno. Questa condizione si basa su una<br />

richiesta continua di energia, che il corpo soddisfa degradando in via aerobica i carboidrati, i lipidi e in<br />

ultimo le proteine. Per attività aerobica si intende una attività fisica che coinvolge grosse masse muscolari,<br />

in modo ritmico e continuo, ad una intensità medio-bassa e per un tempo superiore ai 20 minuti, necessario a<br />

stimolare il metabolismo della produzione di energia dall’ossigeno dell’aria, da qui il termine aerobica (dal<br />

greco aer: aria e bios: vita).<br />

In linea di massima, nel tiro a segno, c’è una condizione stazionaria di richiesta di energetica del lavoro e<br />

della sintesi di energia, allora il fabbisogno energetico è coperto dal metabolismo aerobico che da quello<br />

anaerobico glicolitico.<br />

Ciò che si ricerca in un allenamento, è un insieme di adattamenti, fisici e psichici, vantaggiosi uno stato di<br />

benessere generale; questo adattamento è il cambiamento di una struttura o funzione dell’organismo di<br />

conseguenza di stimoli ripetuti nel tempo. I valori fisiologici più sensibilmente modificati dall’attività<br />

cardiovascolare sono: la capacità aerobica, ossia la capacità di trasportare ed utilizzare l’ossigeno durante lo<br />

sforzo fisico, la pressione arteriosa e la composizione corporea.<br />

Se la richiesta di energia è superiore a quella che riusciamo a produrre, inizia ad accumularsi acido lattico<br />

all’interno dei tessuti, con il conseguente insorgere della fatica.<br />

L’attività cardiovascolare è finalizzata al raggiungimento o al mantenimento di un livello di fitness. Con<br />

l’allenamento, la frequenza cardiaca massimale non subisce grossi cambiamenti, ma può spesso<br />

accompagnarsi da un aumento delle capacità prestative, con una conseguenza molto importante per il nostro<br />

sport: si può avere un rallentamento del battito cardiaco a parità di prestazione fisica, il ché può aiutarci a<br />

togliere qualche tremolio di troppo durante i tiri!<br />

I principali benefici dell’attività fisica:<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

- a livello polmonare: aumento di quantità di aria respirata al minuto = maggior vantaggio funzionale.<br />

- a livello sanguineo: aumento dei globuli rossi e maggior fluidità del sangue = il cuore lavora meglio.<br />

- a livello lipidico: riduzione di trigliceridi e del colesterolo cattivo e aumento del colesterolo buono.<br />

- a livello muscolare: aumento della rete capillare = maggior estrazione e utilizzo dell’ossigeno = il muscolo<br />

può sopportare carichi di lavoro per periodi di tempo più lunghi e con minor fatica.<br />

All’esercizio fisico, sono anche legati importanti benefici psicologici, spesso rappresenta una valvola di<br />

scarico di situazioni di stress legate alla freneticità della vita attuale. Ci si sente più attivi, più positivi, ma<br />

soprattutto più sicuri di sé; il tutto è legato a un aspetto fisiologico: durante l’attività fisica prolungata, il<br />

nostro corpo produce le benefiche endorfine, che hanno una azione euforizzante ed analgesizzante.<br />

Per stimolare in maniera idonea il nostro sistema muscolare, occorrono esercizi coinvolgenti grosse masse<br />

muscolari, in modo ritmico, continuo e per un periodo tendenzialmente lungo. L’intensità del lavoro deve<br />

essere sufficientemente bassa da non provocare l’interruzione precoce del lavoro per affaticamento<br />

muscolare locale. Gli effetti principali di un buon programma di allenamento, sono legati al migliorare tutta<br />

la muscolatura nella specificità del gesto tecnico.<br />

Il tempo di durata di ogni singolo allenamento sarà diverso a seconda dell’obiettivo da raggiungere, ma<br />

anche al livello di partenza del soggetto. Il carico di lavoro deve essere progressivamente crescente per<br />

essere valido anche la durata sarà progressivamente crescente, ma ciò non potrà essere all’infinito; così sarà<br />

necessario introdurre delle variazioni nell’allenamento che stimolino nuovi adattamenti.<br />

Per aumentare la resistenza è necessario infatti svolgere un'attività fisica "a bassa intensità", quindi non<br />

eccessivamente faticosa, per un lungo periodo di tempo : pedalare, nuotare, pattinare, camminare, correre e<br />

remare sono le attività che normalmente vengono consigliate a questo scopo.<br />

Per finire, vi ricordo che l’attività fisica praticata regolarmente, innalza il metabolismo basale e permette di<br />

combattere il problema del sovrappeso.<br />

NEWS<br />

News del 10/10/<strong>2008</strong> (fonte UITS)<br />

Il Consiglio Direttivo nella riunione odierna ha deliberato di organizzare<br />

l’Assemblea Nazionale delle Sezioni nei giorni 14/15/16 novembre a Mestre<br />

Venezia in sessione ordinaria per l’approvazione del Conto Consuntivo ed in<br />

sessione elettorale per il rinnovo delle cariche federali.<br />

PRESENTAZIONE CANDIDATURE<br />

Nel nostro forum è stata aperta una nuova sezione dedicata alle elezioni del<br />

Consiglio Direttivo UITS, nella quale sono presenti numerose discussioni e un’area<br />

riservata alla presentazione delle candidature.<br />

http://www.concentrica-online.it/smf/index.php?action=collapse;c=23;sa=collapse;#23<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

SOFTWARE E TIRO<br />

a cura di Daniele Puccioni<br />

Dopo una ricerca infruttuosa durata anni, il caso ha finalmente voluto che incontrassi Andrea Quintavalle,<br />

anche lui iscritto a Concentrica, che aveva progettato un software per la registrazione e catalogazione dei<br />

bersagli di allenamento e gara. Un software semplice ed intuitivo, con molte potenzialità ancora da<br />

sviluppare. Attualmente completo per quanto riguarda la registrazione dei colpi in P10, C10, PL e PS, ma<br />

stiamo collaborando insieme per renderlo più completo ed esteso anche con altre funzionalità.<br />

Uno strumento sicuramente utile, sia per la registrazione dei bersagli, ma anche in futuro per l’andamento<br />

delle rosate nel tempo (attualmente in fase di progettazione. In questo modo potremo costruire un database<br />

del nostro rendimento anche a chi non possiede un simulatore di tiro.<br />

Nel momento in cui sarà disponibile una versione base che potrà essere scaricato liberamente a questo<br />

indirizzo, nella sez. download:<br />

http://www.guntargetmanager.it<br />

GunTargetManager - Analisi Performance di Tiro<br />

Di Andrea Quintavalle<br />

GunTargetMana<br />

ger è un<br />

programma<br />

GRATUITO<br />

creato per<br />

aiutarti ad<br />

analizzare le tue<br />

performance di<br />

tiro al bersaglio.<br />

Ogni volta che<br />

vai al poligono<br />

ad allenarti usi<br />

un bersaglio<br />

cartaceo, che è<br />

molto<br />

ingombrante e<br />

quindi scomodo<br />

da conservare.<br />

Risulta quindi<br />

difficile valutare<br />

correttamente e<br />

con precisione<br />

quanto la tue<br />

capacità di usare<br />

una particolare<br />

arma siano<br />

migliorate o peggiorate.<br />

GunTargetManager ti permette di memorizzare in formato elettronico i colpi che hai messo a segno su<br />

ogni bersaglio, occupando così solo pochi kilobytes sul tuo hard disk. Impiegando pochi minuti davanti al<br />

tuo pc, una volta tornato a casa potrai replicare su un bersaglio virtuale le tue sessioni di tiro, per poterle<br />

rivedere quante volte vuoi, avendo la garanzia di poterle confrontare fra di loro con la massima precisione.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

TIRO E ARTE<br />

PINO MODICA<br />

1/2 m v 2<br />

Galleria Altri Lavori in Corso<br />

vicolo del Governo Vecchio 7 - Roma<br />

15 maggio – 15 giugno <strong>2008</strong><br />

a cura di Francesca Franco<br />

Di sicuro effetto è la personale di Pino Modica (Civitavecchia, 1952) che la Galleria Altri Lavori in Corso<br />

inaugura giovedì 15 maggio, alle ore 18.00. La mostra presenta al pubblico le nuove opere realizzate dall’artista<br />

nel <strong>2008</strong> sulla base di uno dei fenomeni che meglio si prestano allo studio della forza di penetrazione di proiettili<br />

prodotta da armi da fuoco, quali kalashnikov, fucile a pompa e beretta, ormai rese note dai reportage di guerra<br />

quanto dalla cronaca nera.<br />

Sviluppando compiutamente una ricerca avviata a suo tempo nei Bersagli, esposti nel 1990 alla Galleria Alice di<br />

Roma, Modica conduce la propria indagine non più su un oggetto ma, specificamente, su un materiale di uso<br />

comune, il vetro stratificato o visarm, verificandone in diversi modi resistenza e tenacità e, soprattutto,<br />

trasformandolo in elemento costitutivo dell’opera, al di là del suo inserimento o meno in un oggetto. Anzi, la lastra<br />

di vetro diviene, tout court, l’opera stessa, cristallizzando nelle craquelure e nelle infinite linee di fratturazione<br />

subite dalla superficie la violenza d’urto dei colpi. La loro potenza letale, variabile a seconda dei materiali, del<br />

diverso comportamento dei singoli proiettili, della loro struttura e della velocità al momento dell'impatto, non può<br />

essere rappresentata da un modello matematico generale, ma solo da formule empiriche, riassumibili<br />

nell’equazione che dà il titolo alla mostra e che sintetizza il “lavoro” compiuto dal proiettile al momento<br />

dell’impatto.<br />

Tra i fondatori del Gruppo di Piombino, presente nella sezione Aperto 90 alla XLIV Biennale di Venezia, dal 1991<br />

Modica sviluppa all’interno di una propria personale attività gli spunti teorici che nel 1984 avevano aggregato le<br />

ricerche di Salvatore Falci, Stefano Fontana e Cesare Pietroiusti attorno alle elaborazioni critiche di Domenico<br />

Nardone, volte a definire metodi operativi e intenti di una nuova avanguardia interessata a fondare l’esperienza<br />

artistica sull’universo delle interrelazioni umane e sul contesto sociale in cui si svolge. Un'Arte Relazionale che<br />

nella seconda metà degli anni ’90 è teorizzata a livello internazionale da Nicolas Bourriaud nel saggio Esthétique<br />

relationnelle (Les Presses du Réel, Dijon 1998) come modo nuovo di ripensare le figure dell'artista, dell'opera e<br />

del pubblico. Sia i “vetri infranti” sia quelli “sparati” nascono infatti da frammenti di realtà quotidiane minime o<br />

apparentemente insignificanti, all’interno di una processualità aperta, fondata su una sorta di creatività collettiva e<br />

collaborativa guidata dal progetto dell’artista, che mira a spostare l’asse percettivo ed emozionale del pubblico e<br />

magari a capovolgerne le convinzioni, dando una visione altra a gesti e azioni ritenuti di nessun conto, tanto più<br />

artistico. I primi sono creati in una vetreria, chiamando gli avventori a effettuare di persona le tre prove (con<br />

martello, mazza e biglia) richieste alle case fabbricanti per testare il limite massimo di resistenza di vetri<br />

antivandalismo e antisfondamento. I secondi in un poligono di tiro, invitando i frequentatori a sperimentare la<br />

potenza di armi diverse su vetri antiproiettile.<br />

Le armi utilizzate per realizzare queste opere portano con sé una storia di crimini e di guerre, di mors tua vita mea<br />

che i media costantemente attualizzano con nuovi fatti e nuove vittime. Se l’uso del fucile a pompa da parte della<br />

polizia risale, infatti, alla metà dell’800 e quello da parte di un esercito regolare alla I Guerra Mondiale, la<br />

semiautomatica Beretta, disegnata negli anni Settanta del ’900, è diventata in molti paesi del mondo l’arma<br />

ufficiale delle forze dell’ordine e di forze armate, come quella italiana, la Gendarmerie francese e quella<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

statunitense —non ultimi i Marines impegnati nella campagna in Iraq— ed è ormai assurta alla celebrità<br />

mediatica con gli action movie americani: dall’inesausto 007 ad Arma letale del 1987 alla saga di Die Hard con<br />

Bruce Willis (1988-2007). Un successo tutto particolare ha invece mietuto la mitragliatrice avtomat kalashnikova,<br />

dal 1947 arma dell’esercito sovietico. Facile da usare e tanto efficiente da permettere di uccidere senza nessun tipo<br />

di addestramento, è da anni reperibile senza difficoltà sul mercato clandestino tanto da comparire oggi nella<br />

bandiera del Mozambico e in centinaia di simboli di gruppi politici o di guerriglia, da Al Fatah alle Farc-Ep. Senza<br />

dimenticare le sue indimenticabili apparizioni cinematografiche, come la scena del cecchino donna in Full Metal<br />

Jacket di Stanley Kubrick (1987).<br />

La capacità offensiva di queste armi prende ora forma, nei lavori di Modica, di “decorazioni violente”, quanto<br />

quelle descritte da Roberto Saviano in Gomorra (Mondatori, Milano 2006), quando parla dei fori perfetti stampati<br />

dai kalashnikov sui vetri blindati dei negozi di una Napoli alla Sergio Leone, in cui “sventagliate” date per<br />

capriccio o per avvertimento ridisegnano continuamente le dinamiche d’assestamento dei capitali della camorra e<br />

la mappa del loro potere sul territorio. Presentando nel 1991 le serie delle Infrangenze, dei Bersagli e delle<br />

Finestre, Domenico Nardone sottolinea che «il vetro come materiale subisce una trasformazione di ordine<br />

qualitativo» e significativamente chiosa che «un vetro rotto non è soltanto un vetro da cambiare» (Le groupe de<br />

Piombino, cat. mostra, Guérigny, Centre d’Art Contemporaine de la Nièvre, 1991). Andando allora in cerca di<br />

altro, oltre la percezione fisica di queste “lastre di vetro sparate”, ci si rende conto che attraverso l’inserimento<br />

della luce Modica opera una vera e propria palingenesi di questo materiale povero e di produzione industriale, sia<br />

nel suo significato manifesto (una lastra di vetro d’utilità pratica) e simbolico (la resistenza alla violenza d’urto<br />

degli spari), sia nel senso latente ch’esso sottende (l’idea-immagine contenuta nel vetro come materiale). La<br />

rifrazione luminosa fa esplodere i punti d’impatto e i reticoli di frattura, conferendo peso e volume a ciò che per<br />

definizione è una superficie amorfa perfettamente trasparente. Disegna aloni stellari attorno a quei buchi, fa di<br />

terribili squarci luminescenze siderali in un cielo di velluto nero. Paesaggi cosmici appaiono come per incanto su<br />

quei diaframmi, visionari quanto “l’esperanto astrale” concepito, agli albori dell’età contemporanea, da Paul<br />

Scheerbart in Architettura di vetro (1914, trad. italiana, Adelphi, Milano 1982), contrapponendo alla sicura<br />

intimità borghese della Germania guglielmina uno spazio libero e trasparente, attraversato da onde di luce e aria,<br />

nemico del segreto e del possesso, di ogni aura e di ogni privilegio. Un ambiente capace di sviluppare gli organi<br />

sensoriali dell’uomo e destinato a trasformare profondamente lui e tutta la sua vita in senso moderno. Quasi<br />

preconizzando, però, il lato oscuro di questo materiale, Scheerbart vaticina il possibile pericolo insito nella nuova<br />

“civiltà del vetro” [materializzatasi, nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale, al di qua e al di là<br />

dell’Atlantico con architetti come Bruno Taut, Ludwig Mies van der Rohe, Richard Buckminster Fuller, Philip<br />

Johnson, Rafael Viñoly, Norman Foster], immaginando un’umanità vetrificata in una massa gelatinosa che<br />

avvolge il corpo come un bozzolo o una seconda pelle insensibile a qualsiasi elemento, inattaccabile e<br />

impenetrabile come solo può esserlo l’indifferenza fredda della razionalità astratta o quella ottusa della pazzia (Il<br />

terrore che viene dal vetro, 1909, pubblicato nel 1928). Una malia che lo stesso Eugenio Montale intuisce in Ossi<br />

di seppia (Piero Gobetti editore, Torino 1925), rivelando quell’«aria di vetro/arida» in cui, un mattino, si è trovato<br />

a camminare, e che, a distanza di quasi un secolo, Alessandro Baricco celebra nel suo romanzo d’esordio, Castelli<br />

di rabbia (Rizzoli, Milano 1991), quando scrive: «magia del vetro… proteggere senza imprigionare…stare in un<br />

posto e poter veder ovunque, avere un tetto e vedere il cielo…sentirsi dentro e sentirsi fuori,<br />

contemporaneamente…se lei vuole una cosa e però ne ha paura non ha che da mettere un vetro in mezzo…io<br />

metto pezzi di mondo sotto vetro perché quello è un modo di salvarsi…si rifugiano i desideri, lì dentro…al riparo<br />

dalla paura…una tana meravigliosa e trasparente». Forse per questo, solo dopo che l’impassibilità di questo solido<br />

amorfo si è definitivamente frantumata contro un’aggressività che non accetta più di essere ignorata o annullata,<br />

Modica interviene con l’energia della luce a donare a questo materiale una nuova possibilità di vita. La<br />

consapevolezza di questa operazione è testimoniata proprio dalla presenza, nelle ultime opere, della cornice, a<br />

ratificare la capacità acquista dal vetro non solo di rappresentare, artisticamente, la violenza che domina la nostra<br />

civiltà, ma anche di proporre una diversa immagine di questo mondo o, meglio, di rendere visibile uno<br />

spostamento fra reale e possibile: tra ciò che è e ciò che potrebbe essere, solo perché un giorno immaginato<br />

dall’uomo. francesca franco<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

ALTRI_LAVORI_IN_CORSO<br />

di MARCO ROSSI LECCE<br />

OPERE IN MOSTRA<br />

orari:<br />

lunedì - sabato: 17.00 - 20.00<br />

la mattina per appuntamento<br />

PINO MODICA<br />

impact effect: ½ mv2<br />

15 maggio – 15 giugno <strong>2008</strong><br />

Bersaglio<br />

1990<br />

vetro stratificato a triplo strato,<br />

fori prodotti da una pistola<br />

semiautomatica Beretta 92, impianto<br />

luce, proiettili<br />

cm 60x80<br />

Esposizioni:<br />

1990 Bersagli, Galleria Alice, Roma<br />

1991 Le groupe de Piombino, Art<br />

Contemporain Guérigny - Centre d’Art<br />

Contemporaine de la Nièvre, Guérigny<br />

(Francia)<br />

Bersaglio<br />

1991<br />

cassa in legno, vetro stratificato a<br />

triplo strato, fori prodotti da un<br />

fucile semiautomatico a pompa, impianto<br />

luce<br />

cm 110x30x0,25<br />

Esposizioni:<br />

1991 Being there Being here, Otis<br />

Parson Gallery, Los Angeles (U.S.A.)<br />

Bersaglio<br />

<strong>2008</strong><br />

vetro stratificato a triplo strato,<br />

fori prodotti da un fucile automatico<br />

kalashnikov AK-47, impianto luce,<br />

cornice in legno<br />

cm 128x72x0,16<br />

Bersaglio<br />

<strong>2008</strong><br />

vetro stratificato a triplo strato,<br />

fori prodotti da un fucile automatico<br />

kalashnikov AK-47, impianto luce,<br />

cornice in legno<br />

cm 180x90x0,16<br />

G A L L E R I A ALTRI LAVORI IN CORSO<br />

DI MARCO ROSSI LECCE vicolo del Governo Vecchio 7<br />

00186 Roma - telefax: (+39) 06.6861719<br />

info@altrilavoriincorso.com - www.altrilavoriincorso.com<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

EVENTI SPORTIVI<br />

Campionati Italiani <strong>2008</strong><br />

Cronache da Bologna<br />

a cura di BrainDamage<br />

Diversi giorni sono ormai passati dai Campionati italiani, eppure ancora non mi e' facile scrivere due righe a<br />

commento di questa gara. Sarà che e' andata male ogni oltre più nera previsione, ma mi e' difficile ripensare<br />

con serenità a quei giorni. Eppure, volendo, di motivi per essere contenti se ne potrebbero comunque trovare.<br />

Intanto il fatto di essere ancora arrivato ad una finale nazionale, che già non e' cosa da poco. Poi il fatto di<br />

aver contribuito (poco) ad un buon risultato di squadra. Ed e' sempre una grande gioia passare qualche<br />

giornata in compagnia di tanti amici, vecchi e nuovi, e parlare del nostro argomento preferito, il tiro.<br />

Anche il tempo non e' stato gran che benevolo, a Bologna. Cielo nuvoloso, a volte pioggia,e un aria gelida<br />

che non era pronosticata, e che ha infastidito non poco. Solo la domenica si e' potuto sparare in condizioni<br />

più favorevoli, con una bella luce sui bersagli e praticamente senza vento.<br />

Nonostante le avverse condizioni climatiche, le gare sono state di buon livello, e i tiratori più forti, quelli più<br />

attesi, non hanno deluso le aspettative. Perdonatemi se parlerò prevalentemente delle gare di carabina, che<br />

essendo la mia specialità e' quella che ho avuto occasione di seguire da più vicino, o meglio, dal di dentro.<br />

Purtroppo si sa che a causa di un programma assai fitto, più gare vengono disputate in contemporanea nei<br />

diversi impianti, e così e' praticamente impossibile seguire tutte le attività. Per la verità e' difficile anche<br />

avere un idea complessiva della gara a cui si partecipa, tocca guardare il tabellone a fine gara per rendersi<br />

conto di come sia andata in realtà. Non si può avere tutto dalla vita...<br />

Arrivo a Bologna il giovedi' sera, dopo diverse ore in auto, appena in tempo per espletare la prima<br />

incombenza. La sala controllo armi e' ancora affollata, sotto quel tendone fa un caldo infernale, e per<br />

controllare le due armi e l' attrezzatura se ne va quasi un ora, tra un saluto ad un amico e un abbraccio ad un<br />

altro. Fortuna che al controllo armi ci sono degli amici, altrimenti mi caccerebbero via a pedate solo per lo<br />

scompiglio che porto quando arrivo.<br />

Già dal venerdi' mattina, nella C10, si capisce subito che qui si fa sul serio. Il giovane Campriani, per nulla<br />

appagato dalla splendida gara olimpica, o forse proprio per legittimare la partecipazione, cala subito un<br />

carico da novanta. Chiude la gara tirando un 597 con una tranquillità disarmante, facendo sembrare tutto<br />

facile, almeno all' apparenza. Campriani dimostra di possedere un grande talento per questa specialità, e la<br />

sua gara chiude una volta per tutte le polemiche sulla sua partecipazione alle Olimpiadi. Il più vicino<br />

inseguitore, Pappalardo, si ferma a ben sette punti di distanza. Praticamente un abisso incolmabile, e una<br />

finale che si preannuncia interessante solo per definire le posizioni d' onore sul podio. La piacevole sorpresa<br />

ce la regala invece l' amico Massimo Khoob, che si inserisce di prepotenza tra i finalisti, unico non del<br />

gruppo super A. Avrà la soddisfazione di terminare la sua fatica con il quarto posto assoluto (primo di<br />

fascia), scavalcando fior di campioni affermati. Unica emozione della finale, e' il punteggio record stabilito<br />

da Campriani, nuovo primato italiano. Completano il podio Pappalardo e Unterpertinger, il quale come<br />

Khoob e' l'unico a non far parte di un gruppo sportivo militare. Almeno per ora.<br />

Giusto il tempo di riporre le armi nelle custodie, e le linee sono nuovamente occupate, questa volta dalla<br />

prova femminile. La gara non riserva molte sorprese,la conducono di pari passo la Caputo e la Masina,, un<br />

testa a testa che dura per tutti i quaranta colpi e che si chiude in pareggio con 394 dopo i tempi<br />

regolamentari, ed assegnazione del titolo rimandata ai rigori, pardon alla finalina. Tra le due litiganti prova<br />

ad inserirsi la neomamma Daria Gonnelli che chiude la sua prova a 391. Tre punti da recuperare in finale non<br />

sono pochi, ma neppure troppi da non far sperare nell' impresa. Impresa che quasi riesce alla bella e brava<br />

Julia Morat, che sebbene inizi la sua finale con un ritardo di ben quattro punti, dopo nove colpi e una serie di<br />

bei dieci, si ritrova a tirare l' ultimo colpo in seconda posizione, con una possibilità tutt' altro che remota di<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

puntare all' oro. Ma e' proprio l' ultimo colpo di finale che tradisce la tiratrice di Ora, che non riesce a<br />

dominare la tensione e si lascia scappare un 8,6 che la fa precipitare giù dal podio. La spunta Elsa Caputo,<br />

che con una finale tutt' altro che esaltante, ma molto concreta, controlla le avversarie e regola nell' ordine la<br />

Masina e la Gonnelli.<br />

L' amico Khoob anche in questa gara ha di che esultare, visto che la moglie Narges, da pochi mesi mamma di<br />

una splendida bambina si aggiudica il terzo posto nel gruppo B.<br />

A fine serata arrivo appena in tempo, per altro per puro caso, per vedere gli ultimi colpi della finale di pistola<br />

libera. E' una specie di gara di consolazione per gli atleti reduci dalle fatiche olimpiche, Bruno e Fait<br />

sembrano essere un po' scarichi dopo la prova estiva, ma onorano comunque la gara con una discreta<br />

prestazione. La finale vede prevalere Bruno su Fait, ma non mi pare di cogliere un particolare entusiasmo in<br />

nessuno dei due. Badaracchi, dopo una buona gara imbrocca una finale non all'altezza dei suoi mezzi, e deve<br />

accontentarsi della quinta piazza, preceduto da un Di Donna tornato in splendida forma.<br />

Il sabato apre il sipario sulla gara più difficile, la CL3p 120 colpi. Per chi durante tutto l' anno gareggia sulla<br />

distanza dei 60 colpi si tratta di una vera incognita, e di una faticata non da poco. Le condizioni meteo sono<br />

appena più clementi rispetto al giorno precedente, fortunatamente non piove e la luce non sembra voler<br />

creare problemi. Un vento gelido però infastidisce non poco, sopratutto sulle linee più a destra, dalla metà<br />

campo in su. Qualcuno, più<br />

previdente, ha portato una<br />

sciarpa per difendersi dal<br />

freddo, altri si arrangiano<br />

come possono, riparandosi<br />

anche con i piccoli<br />

asciugamani della Eley. Si<br />

fa quel che si può, insomma.<br />

Alla mia destra l' amico<br />

Paolo Montaguti chiude la<br />

prima frazione con un<br />

ottimo 398, giusto per<br />

ricordare a tutti che a terra<br />

può sempre dire la sua. Se<br />

solo non ci fossero anche<br />

quei quaranta colpi in<br />

piedi....<br />

Dopo circa tre ore di<br />

imprecazioni e lamenti da<br />

girone dantesco finalmente il supplizio ha termine, e si può andare a vedere il tabellone con i risultati. Non<br />

sembra essere stata una gran giornata per nessuno, in realtà e i punteggi non eccelsi parlano chiaro. Siamo ai<br />

saldi di fine stagione. Una stagione che continua ad essere avara di punti. Si ritrova al comando il giovane<br />

Diego Cacciapuoti, che in questo poligono si allena spesso, e quindi meglio di altri ne conosce i segreti e le<br />

insidie. A un punto di distanza De Nicolo, sebbene ben lontano dai punteggi della gara olimpica, non sembra<br />

affatto intenzionato a cedere lo scettro. Le altre posizioni distano già undici punti dalla vetta, ad indicare che<br />

sarà una lotta a due per il titolo. Salvo che il morbo di Emmons non si abbatta su qualcuno...<br />

Ma la finale scorre via tranquilla, almeno per De Nicolo, mentre Cacciapuoti incappa in un paio di colpacci<br />

che gli negano il titolo assoluto. Nelle retrovie Ricci con esperienza controlla la terza posizione, ma nessuno<br />

sembra veramente capace di insidiarlo.<br />

Ai dieci metri nel pomeriggio va in onda la gara della P10 uomini. La mattina si sono sfidate le donne, ma<br />

per sapere come e' andata devo affidarmi alla classifica appesa in bacheca. Da quel che posso vedere, viene<br />

da dire niente di nuovo sotto il sole, anche se il sole non si fa vedere.<br />

Si cerca di rimediare un panino al bar, ma le scorte della giornata sono esaurite, tocca accontentarsi di un<br />

caffè. Ci si rifarà a cena. tra uno sbadiglio e l' altro (forse la stanchezza, forse la fame o la noia) si riesce ad<br />

arrivare in fondo. Nonostante i bersagli elettronici, il tiro a segno resta lo sport piu' noioso del mondo da<br />

guardare. Forse perché in realtà non c'e' proprio niente da vedere. E se ci annoiamo noi che pure siamo<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

addetti ai lavori, chissà il pubblico che pensa. A parte che tanto il pubblico non c'e' proprio, solo atleti e<br />

dirigenti accompagnatori. Già, i dirigenti... si vede e si capisce che tira aria di elezioni. Ovunque giri lo<br />

sguardo ci sono capannelli di personaggi più o meno noti, dirigenti federali e presidenti di sezione che<br />

parlano fitto tra loro, chissà mai che stanno a cospirare.... E l' idea e' appunto quella della cospirazione in<br />

corso, con tutti che diffidano di tutti e allo stesso tempo si dimostrano cortesi e affabili. C'e' un tavolino<br />

piazzato in posizione strategica, ai 50 metri, di fronte alla porta del camminamento che conduce agli altri<br />

impianti. impossibile non notarlo. Ci si guarda intorno sospettosi prima di avvicinarsi. Ci son sopra le riviste<br />

di Concentrica, si prende timidamente un adesivo, si scambia qualche parola con qualcun altro che si e'<br />

avvicinato, si sa mai che si riconosca qualcuno degli iscritti, magari proprio chi ha risposto ai tuoi post...<br />

Approfitto per scambiare due chiacchiere con Abarte e Puccioni, facendomi riconoscere. Puccioni gira come<br />

una trottola tra gli impianti, abile tessitore di relazioni pubbliche. Non ha proprio l' aspetto del cospiratore.<br />

Cerca di organizzare per la cena della sera con qualcuno degli iscritti, ma pare siano in tanti ad avere dato<br />

buca. Pazienza, ci saranno altre occasioni. Per la cronaca, do buca anche io, non vedo l' ora di tornare in<br />

albergo a dormire.<br />

Riesco comunque a vedere le due finali della P10, emozionante quella degli uomini, dove un ritrovato Di<br />

Donna insidia a Bruno il titolo fino all’ultimo colpo. Certo non e' il Di Donna dei tempi d' oro, ma gli anni<br />

passano per tutti. Fa però piacere ritrovare il campione veronese tornato in buona forma, e sopratutto con<br />

tanta voglia di gareggiare. Chissà che non ci sia un ritorno di fiamma... Badaracchi completa il podio, con la<br />

miglior finale tra gli otto partecipanti. Fait Sembra aver esaurito la scorta di energie in dotazione per questa<br />

stagione. chiude quarto, ma lontano dalla vetta e ad anni luce dai suoi standard.<br />

La domenica per me e' quasi più tranquilla, gareggio al secondo turno della CLT, ho la possibilità di vedere<br />

la gara di quelli bravi sul serio, anche se attendere due ore prima di sparare e' sempre stressante, anche<br />

quando non ci si aspetta nulla.<br />

La mattina sembra di quelle ideali per tirare, luce splendida e non tira un filo d' aria. In una giornata così e'<br />

facile prevedere punteggi elevati. Invece forse l' apparente facilità delle condizioni di gara portano risultati<br />

non esaltanti. De Nicolo, specialista della disciplina a terra conduce la graduatoria, ma si ferma a 595.<br />

Sinceramente mi aspettavo almeno un paio di punticini in più, oggi. Segue a ruota Enrico Bassani, staccato<br />

di un solo punto, incalzato da Paolo<br />

Montaguti, che soffre più del normale nelle<br />

serie centrali della gara, ma chiude con un<br />

doppio cento che e' indicativo della voglia<br />

di vittoria. Da rilevare l'ottimo punteggio<br />

registrato da Achille Paterno, alias AWK,<br />

che vince il gruppo B con 588, a un solo<br />

punto dall’ingresso in finale. Peccato per<br />

quell'ultima serie da 96, meritava la<br />

soddisfazione di andare in finale. Finale<br />

combattuta fin dal primo colpo, con De<br />

Nicolo che non intende abdicare, e<br />

Montaguti che va all'attacco a suon di<br />

dieci, scalzando Bassani dal secondo<br />

gradino del podio e arrivando a soli 5<br />

decimi dal titolo.<br />

Tre giorni passano presto, quando si fa qualcosa che piace. Questo breve racconto avrebbe bisogno di essere<br />

integrato da quelli di tutti gli altri amici che hanno partecipato e possono raccontare la loro esperienza. Mi<br />

scuso con chi avrebbe voluto avere un resoconto delle altre specialità, come il BM, la PA, la PSp, la PS, la<br />

PGC. Purtroppo non e' materialmente possibile seguire tutte le gare, non si riesce neppure ad averne voglia,<br />

dopo una full immersion simile. lascio ad altri il compito di parlarci di tutto ciò che manca qui, e non e' poco.<br />

E' stata comunque una bella esperienza, nonostante tutto. La voglia di sparare c'e' ancora, come negli anni<br />

migliori. Si spera in una prossima stagione più fortunata. Ma si dice così tutti gli anni... Per fortuna ci sono<br />

sempre gli amici da incontrare.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

GARE STORICHE<br />

BANDIERA TOSCANA<br />

ED. <strong>2008</strong><br />

Si è disputata a Pietrasanta l’edizione <strong>2008</strong> della gara storica della Bandiera Toscana, che vede impegnate<br />

tutti gli anni le sezioni in una disputa sportiva che ha origini storiche fin dal 1910.<br />

Pubblichiamo a seguito i risultati delle squadre di questa edizione.<br />

BANDIERA TOSCANA ANNO <strong>2008</strong><br />

MEMORIA STORICA DELLA BANDIERA TOSCANA<br />

a cura di Alberto Sevieri<br />

C.L.T. C.10 P.S. P.10<br />

599:2 300 597:2 299 586:2 293 592:2 296 TOT<br />

SIENA 292 300 8 288 299 11 269 293 24 285 296 11 30<br />

FIRENZE 288 300 12 290 298 8 281 293 12 283 296 13 32<br />

PISA 292 300 8 276 299 23 274 293 19 285 296 11 38<br />

PIETRASANTA 292 300 8 282 299 17 259 283 24 283 296 13 38<br />

LUCCA 291 300 9 258 299 41 277 293 16 278 291 13 38<br />

LIVORNO 296 300 4 285 299 14 0 275 296 21 39<br />

CASCINA 292 300 8 280 299 19 239 293 54 278 296 18 45<br />

PONTEDERA 0 273 299 26 284 293 9 280 296 16 51<br />

PISTOIA 286 299 13 276 299 23 0 279 296 17 53<br />

PRATO 289 300 11 0 267 293 26 274 296 22 59<br />

PESCIA 283 300 17 270 298 28 265 293 28 166 191 25 70<br />

CARRARA 288 300 12 252 299 47 253 293 40 270 296 26 78<br />

CECINA 0 0 0 267 296 29<br />

FUCECCHIO 0 0 252 293 41 287 296 9<br />

Nel 1910 venne istituita tutta una serie di manifestazioni relative al 50° Anniversario dell’Unità d’Italia,<br />

nella quale si inseriva anche la “6° Gara Generale di tiro al bersaglio” che si sarebbe svolta a Roma<br />

l’anno successivo, dal 28 Maggio all’11 Giugno. Il programma della suddetta fu pubblicato nella rivista<br />

settimanale “Il Tiro a Segno” nel luglio1910.<br />

A seguito di ciò, in molte Regioni, si ritenne opportuno organizzare una gara regionale quale “banco di<br />

prova” in vista della manifestazione Romana. Nel Veneto fu creata la Bandiera Regionale Veneta, in<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

Abruzzo la Coppa di Abruzzo, in Umbria la Bandiera Umbra (o Scudo Umbro?), in Toscana la Bandiera<br />

Toscana .<br />

Fu cosi che nacque la nostra gara che ancora oggi, nonostante quasi un secolo di vita, esiste e continuerà ad<br />

essere merito e vanto dei tiratori toscani .<br />

Tale manifestazione subì due sospensioni (1915/1918) e (1939/1945) per i due conflitti mondiali, inoltre non<br />

fu disputata dal 1929 al 1938 per ignoti motivi.<br />

La gara veniva disputata con il fucile mod.1891, sulla distanza dei 300mt, con cartucce frangibili, cioè per<br />

poligono e bersaglio “bigio”. Si sparavano 12 colpi per ognuna delle tre posizioni. La classifica veniva stilata<br />

sui migliori 10 colpi di ogni serie.<br />

Nel Febbraio 1914 la società di Empoli (a quei giorni le Sezioni erano individuate come Società) propose<br />

alle Colleghe Toscane di adottare il bersaglio “bianco” con barilotto nero di 60 cm, con cerchi concentrici da<br />

1 a 5, che la Uits aveva oramai adottato al posto di quello “bigio”, misurante mt 1.80 x 1.20. con due soli<br />

cerchi e quindi tre zone punti del<br />

valore: 1 per la zona esterna, 2 per il<br />

cerchio di cm 60 e 3 per il cerchio<br />

centrale di cm 30 di colore bianco.<br />

Le Società Toscane si accordarono<br />

per adottare il nuovo bersaglio,<br />

anche se il “ bigio” rimase in auge<br />

ancora per molte altre gare.<br />

La Società vincitrice veniva<br />

premiata con una<br />

medaglia/distintiva con dicitura, in<br />

oro e smalto e consegnata<br />

materialmente la Bandiera<br />

Toscana, con l’impegno di<br />

organizzare la gara dell’anno<br />

successivo.<br />

A cura della Società vincitrice i<br />

nominativi dei componenti la<br />

squadra, premiati anch’essi con<br />

medaglia/ricordo, venivano incisi,<br />

cronologicamente, su uno degli<br />

scudetti presenti sull’asta argentea<br />

della bandiera.<br />

La Bandiera Toscana superò<br />

agevolmente il forzato abbandono<br />

del fucile ‘91 in quanto, l’allora<br />

Carabina Standard, per regolamento di produzione nazionale, di serie e senza diottra, non modificò il<br />

concetto dell’arma da impiegarsi. I tiratori potevano quindi sparare solo con l’Olimpia della Beretta e più<br />

tardi con la Jager. La distanza era stata ridotta a mt. 50 ed il bersaglio adottato, il Modello Unione, era<br />

leggermente più grande di quello per la Carabina Libera sempre a mt. 50, che era la sola arma lunga<br />

Olimpica di piccolo calibro.<br />

L’introduzione della Carabina Standard internazionale, la sostituzione del bersaglio mod. Unione con quello<br />

internazionale per Carabina Libera e l’affermarsi sempre più dell’abbigliamento specifico da tiro,<br />

incominciarono a minare il precedente concetto del tiro con la Carabina. Per cui anche la manifestazione<br />

Toscana perse di interesse in quanto, solo poche sezioni erano in grado di presentare una squadra di tre<br />

tiratori . Lo sforzo sempre crescente delle sezioni toscane, che cercarono di mantenere in vita quella che un<br />

tempo era stata la più prestigiosa gara regionale, fu notevole. Per cui si provò a farla svolgere con modalità e<br />

armi diverse.<br />

La miglior soluzione forse e’ stata quella, adottata negli ultimi otto anni, di combinare diverse specialità per<br />

arma lunga e corta al fine di ottenere complessivamente un buon numero di partecipanti. Anche se, oramai,<br />

potrebbe essere consigliata una saggia rivisitazione.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

CENNI STORICO-STATISTICI DELLA “ BANDIERA “<br />

di Alberto Sevieri<br />

Sommaria descrizione della Bandiera.<br />

Si compone di uno stendardo e di un asta.<br />

Lo stendardo tricolore misura circa mt 2 x 1. Al centro, ricamato con filamenti dorati, è riportato lo stemma<br />

dell’Unione dell’epoca, con l’aquila che presenta sul petto il colore dei Savoia e la testa rivolta a sinistra.<br />

L’asta, in metallo argentato, si compone di diversi pezzi che si innestano l’uno nell’altro e riportano<br />

numerosi scudetti, all’interno dei quali sono incisi, a cura delle Sezioni vincitrici, le date ed i nominativi dei<br />

componenti le squadre vittoriose delle varie edizioni.<br />

Notevole, per pregevole fattura e per indiscusso sapore di glorioso passato, la coccia o testa dell’asta, che<br />

riporta il titolo della gara. Poi, a “tutto tondo”, è presente il vecchio emblema Federale con l’aquila ad ali<br />

spiegate che ghermisce quattro fucili davanti ad un bersaglio e che si pone come piedistallo per una<br />

magnifica “Vittoria Alata” (vedi foto).<br />

Società vincitrici della Bandiera nelle prime 10 edizioni disputate:<br />

1910 = FIRENZE - 1911 =<br />

PISA - 1912 = EMPOLI -<br />

1913 = ----------? - 1914 =<br />

PISA - 1920 = ----------? - 1921<br />

= LIVORNO - 1922 =<br />

CECINA - 1923 = LIVORNO -<br />

1924 = LIVORNO -<br />

Oggi le Sezioni Toscane del<br />

T.S.N. sono:<br />

AREZZO – BIBBIENA –<br />

CARRARA – CASCINA –<br />

CECINA – COLLE VAL<br />

D’ELSA – CORTONA –<br />

EMPOLI – FIRENZE –<br />

FUCECCHIO – GROSSETO –<br />

LASTRA A SIGNA –<br />

LIVORNO – LUCCA – PESCIA<br />

– PIETRASANTA –<br />

PIOMBINO – PISA – PISTOIA<br />

- PONTEDERA - PRATO –<br />

SANSEPOLCRO – SIENA<br />

Nel 1914 c’erano anche:<br />

Arcidosso – Bagni di San Giuliano – Borgo a Mozzano – Borgo San Lorenzo - Castiglion Fiorentino –<br />

Castelfiorentino - Chiusi – Firenzuola – Foiano della Chiana – Giuncarico – Greve - Marciana Elba -<br />

Marciana Marina – Massa Marittima - Marradi – Monte San Savino - Montalcino – Montevarchi –<br />

Orbetello - Pieve Santo Stefano – Poppi – Pontremoli – Portoferraio – Roccastrada – Sorano - Scarperia –<br />

San Miniato – Sinalunga - Viareggio - Volterra -<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

RECENSIONE<br />

ATLETI DI STATO<br />

Autore: Stefano Frapiccini<br />

0862313748 – 3303322873 – 0647614810<br />

sfrapi@tin.it – stefano.frapiccini@tesoro.it<br />

160 pp. 15 euro<br />

Collana SempreSport<br />

ISBN: 978-88-6092-023-2<br />

R U B R I C H E<br />

È stato recentemente pubblicato dalla casa editrice Progetto Cultura di Roma<br />

un libro dal titolo “Atleti di Stato”.<br />

Il saggio contiene la sintesi degli studi compiuti dall’autore, Stefano<br />

Frapiccini, durante il Corso di Dottorato di ricerca in “Critica storica, giuridica ed<br />

economica dello sport” dell’Università di Teramo, in Atri (TE), titolo dallo stesso<br />

conseguito a fine 2006.<br />

Nel testo viene analizzata l’evoluzione storica e giuridica dello sport dei<br />

militari delle Forze armate e dei Corpi di Polizia italiani e la graduale trasformazione<br />

dei “militari sportivi” in “sportivi militari”, assunti nello Stato in quanto atleti e<br />

stipendiati dallo stesso solo per fare sport, avvenuta dalla fine degli anni ’50 ad oggi.<br />

Gli atleti dei Gruppi sportivi delle Forze armate e dei Corpi di polizia sono una<br />

colonna portante dello Sport italiano. In questa ricerca, Stefano Frapiccini illustra le<br />

particolarità del fenomeno italiano degli “Atleti di Stato” e dei Gruppi sportivi<br />

dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, dell’Arma dei Carabinieri, del Corpo<br />

della Guardia di Finanza (Fiamme Gialle), della Polizia di Stato (Fiamme Oro), del<br />

Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale dello Stato e del Corpo della<br />

Polizia penitenziaria (Fiamme Azzurre e Astrea Calcio). Vengono descritte<br />

l’organizzazione e la struttura di tali gruppi sportivi con i rispettivi organici di atleti e<br />

tecnici. Correda il testo un’Appendice con le medaglie conquistate dagli “Atleti di<br />

Stato” alle diverse Olimpiadi, estive e invernali.<br />

Un testo da leggersi assolutamente prima o durante le Olimpiadi per<br />

conoscere quale realtà vi è dietro ogni medaglia vinta dai nostri atleti nazionali, in<br />

particolare quali siano le organizzazioni ed i costi, diretti ed indiretti, per la<br />

collettività che permettono di gioire per ognuna di tali medaglie.<br />

L'autore Stefano Frapiccini è nato nel 1964 a Recanati (Macerata), vive a L’Aquila e<br />

lavora a Roma. Laureato in giurisprudenza, dottore di ricerca in “Critica storica,<br />

giuridica ed economica dello sport” presso l’Università di Teramo, sede di Atri, ha<br />

sempre analizzato i fenomeni sociali e giuridici con un metro di giudizio obiettivo e<br />

distaccato che la sua attività, quasi trentennale, di arbitro di calcio ha contribuito a<br />

sviluppare e ad affinare. Ha lavorato e lavora nella Pubblica Amministrazione: prima<br />

nell’Esercito, poi nelle Ferrovie dello Stato e al Ministero della Giustizia fino<br />

all’attuale impiego di Funzionario del Ministero dell’Economia e delle Finanze.<br />

POSTA dei<br />

lettori<br />

Uno spazio<br />

dedicato alle vostre<br />

domande,<br />

discussioni,<br />

esternazioni e<br />

anche disagi<br />

riguardanti il<br />

mondo del tiro.<br />

Le lettere dovranno<br />

essere inviate alla<br />

Redazione a questo<br />

indirizzo:<br />

redazione.bollettin<br />

o@hotmail.it<br />

e dovranno<br />

necessariamente<br />

essere firmate per<br />

la pubblicazione. Se<br />

il lettore non<br />

desidera rendere<br />

visibile la propria<br />

firma, potrà<br />

espressamente<br />

farne richiesta e il<br />

nome non sarà<br />

pubblicato, ma<br />

resterà conservato<br />

in Redazione con la<br />

massima<br />

riservatezza. La<br />

Redazione si<br />

riserva comunque<br />

di non pubblicare<br />

lettere dai<br />

contenuti offensivi<br />

e non consoni agli<br />

argomenti trattati<br />

da questa rivista.<br />

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NUMERO 4 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

RISULTATI DEI CAMPIONATI<br />

ITALIANI <strong>2008</strong><br />

BOLOGNA 18/19/20/21 SETTEMBRE <strong>2008</strong><br />

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NUMERO 3 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

CAMPIONATI ITALIANI SENIORES E MASTER<br />

CAMPIONATI ITALIANI SQUADRE<br />

BOLOGNA 18 - 21 settembre <strong>2008</strong><br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. POSIZ. SUB. TOT. FIN.<br />

1<br />

4<br />

7<br />

Terra 99 98 100 97 394<br />

Piedi 93 97 96 94 380<br />

Ginocchio 97 96 98 96 387<br />

Terra 99 99 98 99 395<br />

Piedi 95 96 95 97 383<br />

Ginocchio 97 94 95 98 384<br />

Terra 100 98 99 95 392<br />

Piedi 95 94 95 95 379<br />

Ginocchio 94 96 96 93 379<br />

Terra 100 98 97 98 393<br />

Piedi 92 95 96 94 377<br />

Ginocchio 93 93 93 99 378<br />

Terra 100 100 99 98 397<br />

Piedi 94 93 92 95 374<br />

Ginocchio 97 96 90 92 375<br />

Terra 96 98 97 99 390<br />

Piedi 95 97 92 88 372<br />

Ginocchio 96 97 92 94 379<br />

Terra 96 98 96 97 387<br />

TOT.<br />

FINALE<br />

MILANO Piedi 93 94 95 93 375 1141 93,9 1234,9<br />

Ginocchio 95 95 97 92 379<br />

Terra 100 99 99 100 398<br />

Piedi 93 89 89 87 358<br />

Ginocchio 96 98 97 96 387<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. FINALE<br />

1<br />

DE NICOLO MARCO<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

2 CACCIAPUOTI DIEGO<br />

3 RICCI ALFONSO<br />

CAMPRIANI<br />

NICCOLO`<br />

5 FENT GIUSEPPE<br />

6 MATTEAGI ENRICO GR.SP.TIRATORI<br />

FF.GG.<br />

SOMMARUGA<br />

GIORGIO<br />

8 MONTAGUTI PAOLO GR.SP.TIRATORI<br />

FF.GG.<br />

DE NICOLO MARCO<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

GR.SP.TIRATORI<br />

FF.GG.<br />

TOT.<br />

CON<br />

FINALE<br />

99 99 99 100 98 100 595 102,4 697,4<br />

2 MONTAGUTI PAOLO GR.SP.TIRATORI<br />

FF.GG.<br />

100 98 98 97 100 100 593 103,9 696,9<br />

3 BASSANI ENRICO<br />

PONTE SAN<br />

PIETRO<br />

100 98 99 100 99 98 594 101,2 695,2<br />

4 BANFI LORENZO MILANO 100 99 98 97 99 99 592 100,8 692,8<br />

5 MATTEAGI ENRICO GR.SP.TIRATORI<br />

FF.GG.<br />

97 100 98 99 99 97 590 101,5 691,5<br />

6 FENT GIUSEPPE<br />

CL3P - CARABINA LIBERA 3 POSIZIONI UOMINI 120 COLPI<br />

GR.SP.TIRATORI<br />

FF.GG.<br />

CENTRO SP.<br />

ESERCITO<br />

CENTRO<br />

SP.CARABINIERI<br />

CENTRO SP.<br />

ESERCITO<br />

CENTRO<br />

SP.CARABINIERI<br />

CLT - CARABINA LIBERA A TERRA UOMINI<br />

CENTRO<br />

SP.CARABINIERI<br />

98 98 100 97 98 99 590 100,5 690,5<br />

7<br />

CAMPRIANI<br />

NICCOLO`<br />

CENTRO SP.<br />

ESERCITO<br />

96 98 98 98 99 100 589 101,3 690,3<br />

8 FILIPPINI LUCIO BOLOGNA 98 98 98 97 99 99 589 100,8 689,8<br />

C10 - CARABINA A METRI 10 UOMINI 60 COLPI<br />

1161 95,4<br />

1150 95,2 1245,2<br />

1148 95,2 1243,2<br />

1146 95,5 1241,5<br />

1141 96,3 1237,3<br />

1143 88,6 1231,6<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. FINALE<br />

1256,4<br />

1162 91,4 1253,4<br />

TOT.<br />

CON<br />

FINALE


NUMERO 3 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

CAMPRIANI<br />

NICCOLO`<br />

(CAMPIONE<br />

1<br />

ITALIANO) RECORD<br />

CENTRO SP.<br />

ITALIANO<br />

ESERCITO<br />

EGUALIATO<br />

NUOVO RECORD<br />

ITALIANO CON<br />

FINALE<br />

99 100 100 99 100 99 597 104,1 701,1<br />

2<br />

PAPPALARDO<br />

ENRICO<br />

GR.SP.MARISPO<br />

RT<br />

100 99 98 98 99 96 590 100,9 690,9<br />

3<br />

UNTERPERTINGER<br />

GEORG<br />

ORA 99 99 100 95 97 98 588 102,7 690,7<br />

4<br />

KHOOB SHAHMRZADI<br />

MASSIMO<br />

5 DE NICOLO MARCO GR.SP.TIRATORI<br />

FF.GG.<br />

6 MONTAGUTI PAOLO GR.SP.TIRATORI<br />

FF.GG.<br />

7 RICCI ALFONSO<br />

8 FENT GIUSEPPE<br />

PERUGIA 96 100 99 99 97 97 588 101,7 689,7<br />

CENTRO<br />

SP.CARABINIERI<br />

CENTRO<br />

SP.CARABINIERI<br />

97 98 97 97 99 100 588 101,6 689,6<br />

98 99 98 99 98 96 588 100,8 688,8<br />

98 98 96 98 97 99 586 101,8 687,8<br />

97 97 98 97 99 99 587 97,9 684,9<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

MOLA<br />

DIEGO (CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

NAPOLI 91 91 92 92 87 80 533<br />

2 BRUNIERA MARCO TREVISO 89 86 86 76 80 81 498<br />

3 MEOLA DOMENICO NAPOLI 83 86 91 77 72 80 489<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

MOLA<br />

DIEGO (CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

NAPOLI 90 87 92 88 357<br />

2 BRUNIERA MARCO TREVISO 81 84 85 90 340<br />

3 GALLO VINCENZO NAPOLI 81 74 85 80 320<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. FINALE<br />

1<br />

BRUNO FRANCESCO<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

GR.SP.TIRATORI<br />

FF.GG.<br />

TOT.<br />

CON<br />

FINALE<br />

92 93 97 97 89 92 560 95,6 655,6<br />

2 FAIT VIGILIO ROVERETO 91 96 90 94 90 97 558 94,4 652,4<br />

3 TESCONI LUCA<br />

BMM - BERSAGLIO MOBILE A CORSE MISTE UOMINI<br />

CENTRO<br />

SP.CARABINIERI<br />

4 DI DONNA ROBERTO GR.SP.TIRATORI<br />

FF.GG.<br />

BM10 - BERSAGLIO MOBILE A METRI 10 UOMINI<br />

PL - PISTOLA LIBERA UOMINI<br />

88 94 90 92 91 94 549 100,1 649,1<br />

89 93 92 86 96 95 551 98 649


NUMERO 3 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

5 BADARACCHI MAURO GR.SP.CORPO<br />

FORESTALE<br />

6<br />

GIORDANO<br />

GIUSEPPE<br />

7 RANNO PAOLO<br />

CENTRO SP.<br />

ESERCITO<br />

CENTRO<br />

SP.CARABINIERI<br />

91 93 94 88 95 94 555 93,2 648,2<br />

89 93 95 92 93 89 551 95,3 646,3<br />

93 90 91 89 92 90 545 92,7 637,7<br />

8 CARDINALI ALBERTO PESARO 90 93 92 89 94 90 548 84,2 632,2<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. FINALE<br />

1<br />

MAFFEI NICOLA<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

SANTARCANGEL<br />

O DI ROMAGNA<br />

TOT.<br />

CON<br />

FINALE<br />

92 96 93 96 97 94 568 190 758<br />

2 MAZZETTI RICCARDO<br />

CENTRO SP.<br />

ESERCITO<br />

93 97 88 95 91 96 560 186 746<br />

3 PIZZI NICOLA LUCCA 97 95 91 97 94 91 565 178 743<br />

4<br />

MANTERO<br />

ALESSANDRO<br />

SAVONA 93 93 82 98 97 93 556 181 737<br />

5 BORDONI SIMONE FIRENZE 99 94 88 94 92 91 558 178 736<br />

6 CARDINALI ALBERTO PESARO 93 95 91 99 93 91 562 171 733<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

CICCIOLI<br />

MASSIMO (CAMPION<br />

E ITALIANO)<br />

CENTRO<br />

SP.CARABINIERI<br />

96 98 95 99 97 95 580<br />

2 CAGOSSI MATTEO REGGIO EMILIA 95 96 93 95 95 97 571<br />

3 SEVIERI ALBERTO PONTEDERA 95 97 93 94 97 94 570 47<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

CICCIOLI<br />

MASSIMO (CAMPION<br />

E ITALIANO)<br />

CENTRO<br />

SP.CARABINIERI<br />

94 98 94 95 94 91 566<br />

2 SEVIERI ALBERTO PONTEDERA 95 91 95 96 95 91 563<br />

3 PIZZI NICOLA LUCCA 94 94 92 94 86 95 555<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. FINALE<br />

1<br />

BRUNO FRANCESCO<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

GR.SP.TIRATORI<br />

FF.GG.<br />

2 DI DONNA ROBERTO GR.SP.TIRATORI<br />

FF.GG.<br />

3 BADARACCHI MAURO GR.SP.CORPO<br />

FORESTALE<br />

PA - PISTOLA AUTOMATICA UOMINI<br />

PGC - PISTOLA DI GROSSO CALIBRO UOMINI<br />

PS - PISTOLA STANDARD UOMINI<br />

P10 - PISTOLA A METRI 10 UOMINI 60 COLPI<br />

TOT.<br />

CON<br />

FINALE<br />

98 97 96 98 95 96 580 98 678<br />

99 92 96 97 97 97 578 98,8 676,8<br />

94 97 96 96 94 98 575 100,9 675,9<br />

4 FAIT VIGILIO ROVERETO 97 96 93 94 98 95 573 98,4 671,4


NUMERO 3 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

5 TORTI JOSEPH<br />

GR.SP.FIAMME<br />

ORO<br />

96 93 94 95 96 98 572 98,9 670,9<br />

6 GIUBBILEI ALFIO FUCECCHIO 92 93 96 97 98 97 573 96,8 669,8<br />

7 TESCONI LUCA<br />

CENTRO<br />

SP.CARABINIERI<br />

96 96 93 96 96 95 572 97,4 669,4<br />

8 VINCON FEDERICO SALUZZO 95 96 93 95 94 98 571 98,1 669,1<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. POSIZ. SERIE<br />

SUB. TOT. FINALE<br />

1<br />

Terra 99 97 196<br />

Piedi 97 92 189<br />

Ginocchio 94 93 187<br />

Terra 98 97 195<br />

Piedi 89 93 182<br />

Ginocchio 96 97 193<br />

TOT.<br />

CON<br />

FINALE<br />

Terra 95 98 193<br />

Piedi 91 89 180<br />

Ginocchio 96 95 191<br />

4 TURISINI VALENTINA<br />

Terra<br />

Piedi<br />

Ginocchio<br />

97<br />

89<br />

96<br />

97<br />

93<br />

91<br />

194<br />

182<br />

187<br />

5<br />

NOTARANGELO<br />

ANTONELLA<br />

GR.SP.MARISPO<br />

RT<br />

Terra<br />

Piedi<br />

Ginocchio<br />

97<br />

93<br />

93<br />

94<br />

93<br />

93<br />

191<br />

186<br />

186<br />

563 95,1 658,1<br />

6 PEPE MARIANNA<br />

CENTRO SP.<br />

ESERCITO<br />

Terra<br />

Piedi<br />

Ginocchio<br />

99<br />

93<br />

89<br />

98<br />

96<br />

92<br />

197<br />

189<br />

181<br />

567 90,7 657,7<br />

Terra 98 100 198<br />

7 MORAT MANUELA ORA Piedi 90 91 181<br />

565 91,4 656,4<br />

Ginocchio 93 93 186<br />

Terra 97 99 196<br />

8 MORAT JULIA ORA Piedi 93 87 180<br />

563 90,9 653,9<br />

Ginocchio 95 92 187<br />

GR.SP.CORPO<br />

3 RITUCCI DOMENICA MILANO 564 95 659<br />

FORESTALE<br />

563 95,4 658,4<br />

CST - CARABINA SPORTIVA A TERRA DONNE<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

SENA SABRINA<br />

(CAMPIONESSA<br />

ITALIANA)<br />

GR.SP.CORPO<br />

FORESTALE<br />

98 98 100 99 96 100 591<br />

2 GRASSI FEDERICA<br />

CENTRO SP.<br />

ESERCITO<br />

95 97 99 98 99 100 588<br />

3 ALVITI BARBARA<br />

CENTRO SP.<br />

ESERCITO<br />

98 99 98 99 98 96 588<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. FINALE<br />

1<br />

MASINA MARICA<br />

(CAMPIONESSA<br />

ITALIANA)<br />

2 GONNELLI DARIA<br />

CAPUTO ELSA<br />

(CAMPIONESSA<br />

ITALIANA)<br />

2 MASINA MARICA<br />

CS3P - CARABINA SPORTIVA 3 POSIZIONI DONNE<br />

CENTRO<br />

SP.CARABINIERI<br />

GR.SP.CORPO<br />

FORESTALE<br />

C10 - CARABINA A METRI 10 DONNE<br />

GR.SP.FIAMME<br />

ORO<br />

CENTRO<br />

SP.CARABINIERI<br />

572 98,5 670,5<br />

570 93 663<br />

TOT.<br />

CON<br />

FINALE<br />

97 99 100 98 394 99,3 493,3<br />

98 99 99 98 394 98,8 492,8


NUMERO 3 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

3 GONNELLI DARIA<br />

GR.SP.CORPO<br />

FORESTALE<br />

96 99 98 98 391 101,2 492,2<br />

4 KAUFMANN KATHRIN ORA 98 97 97 98 390 101,8 491,8<br />

5 NARDELLI ELANIA CANDELA 94 98 99 99 390 101,7 491,7<br />

6 MORAT JULIA ORA 97 98 97 98 390 101,3 491,3<br />

7 TURISINI VALENTINA GR.SP.CORPO<br />

FORESTALE<br />

98 98 96 98 390 101,2 491,2<br />

8 BURZI MARTINA VERGATO 95 97 100 97 389 99 488<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. FINALE<br />

1<br />

GENOVESI MAURA<br />

(CAMPIONESSA<br />

ITALIANA)<br />

GR.SP.CORPO<br />

FORESTALE<br />

TOT.<br />

CON<br />

FINALE<br />

95 95 95 96 96 96 573 196 769<br />

2 GRANDU SILVIA<br />

CENTRO SP.<br />

ESERCITO<br />

95 99 95 98 95 94 576 191 767<br />

3 TANA ANTONIETTA CASERTA 94 93 97 94 98 95 571 193 764<br />

4 SUPPO MICHELA<br />

5 MARTA IDA SABINE<br />

GR.SP.CORPO<br />

FORESTALE<br />

GR.SP.CORPO<br />

FORESTALE<br />

94 93 97 96 92 97 569 194 763<br />

94 92 98 96 95 93 568 194 762<br />

6 HATALOVA MIRIAMA FORLI` 94 96 95 96 97 92 570 191 761<br />

7 FRANZONI MANUELA NOVARA 96 97 94 95 93 93 568 191 759<br />

8<br />

BOCCOLARI<br />

BARBARA<br />

GR.SP.FIAMME<br />

ORO<br />

95 95 96 92 90 94 562 187 749<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. FINALE<br />

1<br />

PADOVAN CATERINA<br />

(CAMPIONESSA<br />

ITALIANA)<br />

TOT.<br />

CON<br />

FINALE<br />

TREVISO 92 99 94 99 384 95,5 479,5<br />

2<br />

CHIABERTO<br />

GIUSTINA<br />

SUSA 95 95 92 98 380 97,8 477,8<br />

3 FRANZONI MANUELA NOVARA 97 95 97 91 380 95,8 475,8<br />

4 SUPPO MICHELA<br />

GR.SP.CORPO<br />

FORESTALE<br />

PSp - PISTOLA SPORTIVA DONNE<br />

P10 - PISTOLA A METRI 10 DONNE<br />

94 98 91 95 378 94,1 472,1<br />

5<br />

GIANSANTE<br />

SAMUELA<br />

PINEROLO 91 95 93 98 377 95 472<br />

6 GRANDU SILVIA<br />

CENTRO SP.<br />

ESERCITO<br />

94 94 92 93 373 98,5 471,5<br />

7 TANA ANTONIETTA CASERTA 92 95 96 92 375 91,6 466,6<br />

8<br />

CONVERTI MARIA<br />

NOVELLA<br />

TRENTO 94 92 93 94 373 90,8 463,8<br />

CL3P - CARABINA LIBERA 3 POSIZIONI MASTER UOMINI 60 COLPI<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. POSIZ. SERIE SUB. TOT. NOTE<br />

ISOLA PAOLO<br />

Terra 98 96 194<br />

1 (CAMPIONE UDINE<br />

Piedi 86 88 174<br />

545


NUMERO 3 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

ITALIANO)<br />

Ginocchio 86 91 177<br />

Terra 97 94 191<br />

2 SANTORO GIANNI LA SPEZIA Piedi 86 81 167<br />

541<br />

Ginocchio 88 95 183<br />

3<br />

ZOEGGELER<br />

MATTHIAS<br />

BOLZANO<br />

Terra<br />

Piedi<br />

Ginocchio<br />

99<br />

83<br />

91<br />

95<br />

83<br />

86<br />

194<br />

166<br />

177<br />

537<br />

CLT - CARABINA LIBERA A TERRA MASTER UOMINI<br />

CL. TIRATORE<br />

PIROLI ALBERTO<br />

SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1 (CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

MONTEGIORGIO 97 98 99 99 98 97 588<br />

2<br />

ZOEGGELER<br />

MATTHIAS<br />

BOLZANO 99 98 96 100 95 99 587<br />

3<br />

TONEATTO<br />

SALVATORE<br />

UDINE 99 97 95 97 100 98 586<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

REGOLI GIORGIO<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

SIENA 94 96 95 93 378<br />

2<br />

BIMBATTI<br />

ALESSANDRO<br />

UDINE 95 94 92 95 376<br />

3 SANTORO GIANNI LA SPEZIA 91 95 93 96 375<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

BELOSI PRIMO<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

LUGO DI<br />

ROMAGNA<br />

72 74 87 81 69 78 461<br />

2 FIORIN SILVANO VERONA 81 74 81 63 74 57 430<br />

3 RANDI ELIO<br />

LUGO DI<br />

ROMAGNA<br />

67 68 71 69 55 66 396<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

BELOSI PRIMO<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

LUGO DI<br />

ROMAGNA<br />

78 82 66 66 292<br />

2 RANDI ELIO<br />

LUGO DI<br />

ROMAGNA<br />

57 74 76 71 278<br />

3 FIORIN SILVANO VERONA 81 68 62 65 276<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

2<br />

GUALANDRIS EMILIO<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

DALLA SANTA<br />

EFREN<br />

C10 - CARABINA A METRI 10 MASTER UOMINI 40 COLPI<br />

BM10 - BERSAGLIO MOBILE A METRI 10 MASTER UOMINI<br />

BMM - BERSAGLIO MOBILE A CORSE MISTE MASTER UOMINI<br />

PONTE SAN<br />

PIETRO<br />

3 ESPOSITO VINCENZO CASTELLAMMAR<br />

E DI STABIA<br />

PL - PISTOLA LIBERA MASTER UOMINI<br />

85 91 91 91 81 82 521<br />

VICENZA 83 88 87 87 90 78 513<br />

75 89 87 86 83 88 508


NUMERO 3 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

FAUSTO MICHELE<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

TREVISO 92 92 86 90 95 87 542<br />

2 VERONESE EZIO BIELLA 95 93 83 95 89 83 538<br />

3 DE MARTINO CARLO MILANO 94 83 84 89 92 94 536<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

MANZARI GIUSEPPE<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

BARI 93 93 95 98 92 97 568<br />

2 FAUSTO MICHELE TREVISO 90 96 94 93 93 95 561<br />

3 SARDU NATALE CAGLIARI 94 92 96 86 90 91 549<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

DE MARTINO CARLO<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

MILANO 93 93 90 90 86 87 539<br />

2 UNIO LORENZINO VERCELLI 93 96 86 86 83 88 532<br />

3 GARAU GIORGIO LA SPEZIA 88 91 89 92 84 87 531<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

CARTA GIAN PAOLO<br />

(CAMPIONE<br />

ITALIANO)<br />

PARMA 95 95 94 91 375<br />

2 BAGNOLATTI BENITO BONDENO 91 94 91 97 373<br />

3<br />

DALLA SANTA<br />

EFREN<br />

PA - PISTOLA AUTOMATICA MASTER UOMINI<br />

PGC - PISTOLA DI GROSSO CALIBRO MASTER UOMINI<br />

PS - PISTOLA STANDARD MASTER UOMINI<br />

P10 - PISTOLA A METRI 10 MASTER UOMINI<br />

VICENZA 95 91 96 89 371<br />

C10 - CARABINA A METRI 10 MASTER DONNE<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

LEGAULT IRENE<br />

(CAMPIONESSA<br />

ITALIANA)<br />

ASCOLI PICENO 93 95 95 95 378<br />

2 TRENTIN ELEONORA TRENTO 95 90 91 94 370<br />

3 FERRARI LILIANA UDINE 87 85 84 83 339<br />

PSp - PISTOLA SPORTIVA MASTER DONNE<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

BUTU ANA<br />

(CAMPIONESSA<br />

ITALIANA)<br />

FOGGIA 91 94 96 93 93 97 564<br />

2 MARINONI PAOLA BOLOGNA 95 88 89 94 76 84 526<br />

3<br />

MAYERLE<br />

MONTSERRAT<br />

VERGATO 84 91 89 78 89 82 513


NUMERO 3 – <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2008</strong> – II ANNO SEDE DELLA REDAZIONE: FIRENZE<br />

P10 - PISTOLA A METRI 10 MASTER DONNE<br />

CL. TIRATORE SEZIONE O G.S. SERIE<br />

TOT. NOTE<br />

1<br />

BUTU ANA<br />

(CAMPIONESSA<br />

ITALIANA)<br />

FOGGIA 93 89 93 93 368<br />

2 PIZIO RITA BIELLA 89 85 92 88 354<br />

3<br />

MAYERLE<br />

MONTSERRAT<br />

VERGATO 89 92 85 87 353

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