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POSTA E RISPOSTA - Giuffre' Editore

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Negli edifici dotati di sistema di contabilizzazione del calore appare corretto suddividere la<br />

spesa globale di consumo in ragione di una percentuale oscillante fra il 20 e il 50% in base alla<br />

superficie radiante di ciascuna unità immobiliare, e la restante quota in base al consumo di<br />

ciascuno (una soluzione potrebbe essere 30 e 70). Se non si trova un accordo (visto che si<br />

tratta di due soli condomini, altrimenti sarebbe l’assemblea a decidere, ai sensi, dell'art. 26 L.<br />

9/1/1991, n. 10, con il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti, indipendentemente<br />

dai millesimi rappresentati), occorre adire l'Autorità Giudiziaria.<br />

SERVITU’<br />

Ho ereditato da mio padre un appartamento (dove abito) sito al piano terra di una palazzina<br />

con altri due appartamenti anche questi di sua proprietà e lasciati in eredità a mia madre e a<br />

mia sorella. La mia caldaia è situata in un locale, con accesso dal giardino condominiale, dove<br />

nel 1994 mio padre ha fatto installare il quadro comandi del cancello elettrico del passo carraio<br />

comune. Esiste quindi una servitù a favore degli altri due proprietari per cui ho dovuto dare le<br />

chiavi per poter accedere alla mia caldaia. Posso chiedere la rimozione di quel quadro e quindi<br />

la restituzione delle chiavi? Esso si può tranquillamente spostare al di là del muro nel vano<br />

scale comune che accede alla terrazza in comproprietà. Poiché i rapporti si sono guastati, a chi<br />

mi devo rivolgere? Se devo seguire le vie legali, vi sono delle sentenze in proposito?<br />

M.<br />

Il condomino non può spostare il quadro elettrico, dal locale caldaia gravato da servitù in<br />

favore degli altri due condomini, in uno spazio di cui questi siano comproprietari insieme a lui,<br />

occorrendo il loro consenso. Può semmai proporre di effettuare lo spostamento a propria cura<br />

e spese. Se non si trova un accordo non rimane che rivolgersi al giudice, reiterando la proposta<br />

in quella sede. Sul punto Cass. 27/10/1995, n. 11198.<br />

SUPERCONDOMINIO E ILLUMINAZIONE<br />

Vivo in un quartiere con grossi problemi di illuminazione e di fatiscenza di lampioni. Oltre alla<br />

scarsezza dell'illuminazione vi è non meno importante quello relativo alla vetustà dei lampioni<br />

stessi, taluni dei quali hanno la base corrosa e bucata dalla ruggine e costituiscono un grave<br />

pericolo per l'incolumità di persone e cose essendo a rischio di caduta. Già ne sono caduti un<br />

paio. La nostra è una strada privata, dunque nessuno s'è mai occupato di manutenerli. Né il<br />

Comune, nè l'Enel, perché i proprietari e i responsabili saremmo noi abitanti del quartiere. Il<br />

Supercondominio esiste solo di fattoperchè le palazzine che ne fanno parte sono una quindicina<br />

per oltre 300 abitanti. Una riunione di Supercondominio non s’è mai fatta. Le chiedo come si<br />

possa affrontare e risolvere giuridicamente questo delicato problema. Il quartiere è quasi

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