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POSTA E RISPOSTA - Giuffre' Editore

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SOTTOTETTO, MILLESIMI E TRASFORMAZIONE IN ABITAZIONE<br />

Sarei grato di ricevere delle informazioni circa i limiti dell'esercizio professionale di un<br />

geometra, in particolare se gli è consentito, variare la classificazione di un’ immobile da<br />

sottotetto praticabile (C2) in appartamento senza che sia stata rilasciata, ne richiesta, alcuna<br />

certificazione abilitativa che ne vari l’uso. Il geometra al quale è stato dato l’incarico di<br />

redigere le tabelle millesimali ha classificato tre dei quattro sottotetti (C2), che costituiscono il<br />

quinto piano dello stabile, in appartamenti, uno è stato classificato soffitta, pur avendo tutti i<br />

sottotetti le medesime caratteristiche strutturali. A detta del professionista, tale variazione è<br />

avvenuta per aver visto mobili sistemati in maniera decorosa e non accatastati,<br />

presupponendo un uso diverso da quello reale. Sono proprietario di un sottotetto, al quale si<br />

può accedere dallo stesso appartamento oltre che dall’esterno in quanto munito di un ingresso<br />

indipendente al piano superiore. Il mio sottotetto ha un’ altezza minima mt. 0.70, l’ altezza<br />

massima mt. 3.25, per cui l’altezza media‘ di mt. 1.975. Vorrei a questo punto porre la<br />

domanda: per poter ottenere la certificazione abilitativa che trasformi il sottotetto in<br />

appartamento non è necessario che l’altezza media sia di almeno mt 2.70? Il professionista, al<br />

quale è stato dato mandato di rifare le tabelle millesimali, ha inoltre fatto, per così dire sparire,<br />

un’unità immobiliare. Infatti, per quanto riguarda quello di mia proprietà è stato considerato<br />

appartamento ed è diventata un’unica unità immobiliare con il mio appartamento sottostante.<br />

Nel calcolo della superficie virtuale sono state considerate le parti con altezza inferiore a mt.<br />

1,60 come se avessero un’altezza fruibile di mt. 2.70. La giustificazione del professionista in<br />

questione è stata che lui poteva cambiare la classificazione in base a ciò che vedeva di<br />

persona. Inoltre le tabelle da Lui elaborate mancano di quel principio di trasparenza<br />

indispensabile nei confronti di coloro che le hanno conferito l’incarico, in quanto non vengono<br />

indicati i coefficienti applicati, ne la normativa di riferimento e tantomeno la specifica dei<br />

parametri usati per i singoli vani.Credo che la trasparenza sia di fondamentale importanza.<br />

Non so quale legge possa attribuire ad un professionista simili competenze e tale<br />

discrezionalità. Ora le domande per le quali mi sarebbe cosa gradita avere una risposta sono:<br />

1) E’ consentito ad un professionista cambiare, a suo piacimento, la classificazione di un<br />

immobile senza che sia stata rilasciata alcuna certificazione che ne vari l’uso?<br />

2) Non è fondamentale che vengano indicati i coefficienti utilizzati, e la specifica dei singoli<br />

vani, che hanno determinato il valore della superficie virtuale?<br />

3) Visto che la superficie convenzionale degli appartamenti dello stabile variano, alcune anche

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