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POSTA E RISPOSTA - Giuffre

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Con contratto ho avuto una servitù di passaggio (tramite un cancello) di 3 metri pagata lire<br />

3.000.000. 5 anni fa, essendo cambiata la destinazione del terreno, ho potuto costruire tre<br />

garage, quindi ho allargato il cancello da 3 a 9 metri. I proprietari non mi hanno mai detto<br />

nulla; tre giorni fa mi hanno scritto di ripristinare la servitù altrimenti ricorrono al giudice. Io<br />

vorrei pagare la differenza dei 6 metri al valore attuale, ma loro vogliono troppi soldi: possono<br />

farmi riportare il chiedermi il pagamento in denaro?<br />

E.<br />

Il primo comma dell’art. 1067 c.c. stabilisce che il proprietario del fondo dominante non può<br />

fare innovazioni che rendano più gravosa la condizione del fondo servente, e l’aver triplicato<br />

l’apertura del cancello realizza questa ipotesi, essendo stata sottratta al proprietario del fondo<br />

servente una parte dell’area, ora destinata al servizio del cancello. Il vicino è pertanto nel<br />

diritto di pretendere il ripristino dello stato dei luoghi.<br />

UNA TETTOIA INVADENTE<br />

Abito in un condominio di due piani, io occupo il primo e circa due anni fa ho dato<br />

l'autorizzazione all'inquilino del piano rialzato di costruire una tettoia in legno a copertura del<br />

suo giardino, sotto di me. Conclusi i lavori mi sono trovato di fronte una tettoia con tutti e tre i<br />

lati chiusi con una griglia in legno che a sua volta è chiusa da un'edera finta. Due dei tre lati<br />

sono quelli esterni della palazzina, mentre il terzo è in comune a me, col ruolo di separare il<br />

suo giardino dalla mia scalinata esterna, con la facciata della griglia ed edera finta a vista<br />

verso la parte esterna, quindi la mia scalinata. Ieri, tornato dalle vacanze estive, mi sono<br />

ritrovato sul lato in comune, la facciata della griglia ed edera finta girata verso l'interno (il suo<br />

giardino), rendendo la facciata della mia scalinata uno scempio. Inoltre la tettoia presenta<br />

(dopo due anni) delle infiltrazioni di scolo sul marciapiede e pendenze sbagliate delle grondaie<br />

con ristagni di acqua che d'estate si trasformano in piccole paludi. Infine la pulizia del tetto da<br />

lui non è stata mai fatta, sono costretto a farla io per affacciarmi al balcone e non ritrovarmi io<br />

a distanza di un metro, un tetto pieno di sporcizia. Mi sa dire se c'è un rimedio legale?<br />

L.S.<br />

Se il vicino non ha rispettato i criteri sulla base dei quali la tettoia doveva essere costruita (si<br />

presume a distanza inferiore a quella legale, visto che era stata chiesta autorizzazione al<br />

lettore), e per di più la stessa è causa di infiltrazioni di acqua e umidità, se ne può chiedere al<br />

giudice la rimozione o quanto meno una modifica.

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