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Introduzione del Comune di Giba - Halley Sardegna S.a.s.

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<strong>Introduzione</strong> <strong>del</strong> <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> San<br />

Giovanni Suergiu<br />

San Giovanni Suergiu, con una popolazione <strong>di</strong> 6.047 abitanti, è<br />

un paese <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Carbonia-Iglesias che si trova nella<br />

pianura <strong>del</strong> Basso Sulcis. Si presenta come evoluzione <strong>di</strong> tanti<br />

inse<strong>di</strong>amenti sparsi e denominati "furriadroxius". Un tempo<br />

rifugi per i pastori e il bestiame, hanno poi assunto le<br />

caratteristiche <strong>di</strong> veri e propri inse<strong>di</strong>amenti abitativi, i<br />

"medaus”. La popolazione conserva una grande tra<strong>di</strong>zione<br />

culinaria legata ai piatti derivanti dalle attività <strong>del</strong>l’agricoltura e<br />

<strong>del</strong>l’ allevamento. Piatti ricchi <strong>di</strong> storia e <strong>di</strong> cultura materiale.<br />

La povertà dei pasti infrasettimanali veniva spezzata la<br />

domenica e in occasione <strong>del</strong>le feste paesane e religiose, quando<br />

quasi tutte le famiglie potevano cucinare la pasta e la carne,<br />

quest’ultima frutto <strong>del</strong>l’allevamento <strong>di</strong> animali domestici quali<br />

conigli, galline e tacchini. In occasione <strong>del</strong>le festività si usava<br />

mangiare anche la carne <strong>di</strong> agnello e <strong>di</strong> maiale. Questo,<br />

acquistato subito dopo lo svezzamento, veniva allevato per un<br />

anno intero e dalla sua macellazione le famiglie ricavavano,<br />

oltre alla carne, <strong>di</strong>verse altre parti: il sangue, con il quale si<br />

preparava su sànguini de porcu, il sanguinaccio; il lardo, da cui<br />

si ricavava sa gerda, i ciccioli, utilizzati per con<strong>di</strong>re le minestre<br />

o per la preparazione de su pani cun gerda. Altra parte utile era<br />

il grasso che, fuso, produceva lo strutto, adoperato per cuocere<br />

e con<strong>di</strong>re i cibi al posto <strong>del</strong>l’olio d’oliva, allora poco <strong>di</strong>ffuso.<br />

Le famiglie <strong>di</strong>fficilmente rinunciavano, in occasione <strong>di</strong> festività<br />

particolari, alla preparazione dei dolci: is pardulas per la<br />

Pasqua, is tzìpulas per il Carnevale e i tra<strong>di</strong>zionali dolci <strong>di</strong><br />

mandorle, tra cui amaretus e gatou.<br />

I piatti dei nostri nonni, nella loro semplicità, sono la<br />

testimonianza <strong>di</strong> una profonda identità culturale che va<br />

salvaguardata, valorizzata e tramandata; preparati con le stesse<br />

materie prime <strong>di</strong> un tempo: essi, infatti, sono legati in modo<br />

in<strong>di</strong>ssolubile alla nostra storia e alla ricchezza dei nostri<br />

territori. Piatti semplici che trovano ancora oggi un posto nelle<br />

tavole <strong>di</strong> ognuno, perchè buoni e genuini e che rappresentano<br />

una specialità per i turisti che visitano il nostro territorio.<br />

Sindaco ed Assessorato alla<br />

Cultura<br />

<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> San Giovanni Suergiu<br />

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