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Scarica gli atti - Gruppo del Colore

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� necessità di una movimentazione meccanica dei filtri;<br />

� dipendenza <strong>del</strong>la risoluzione spettrale dalla ampiezza di banda/numero di filtri;<br />

� forma non analitica <strong>del</strong>lo spettro di trasmissione dei filtri;<br />

� cambio <strong>del</strong>lo spettro di trasmittanza dei filtri in funzione <strong>del</strong>l’angolo di ripresa e<br />

<strong>del</strong> loro stato di conservazione.<br />

In particolare per il secondo punto è da notare che riducendo la banda passante dei<br />

filtri se ne aumenta il numero necessario per coprire l’intervallo spettrale<br />

desiderato. Il numero ottimale di filtri per ottenere un campionamento “fine” de<strong>gli</strong><br />

spettri di riflettanza è pari all’ampiezza <strong>del</strong>l’intervallo indagato diviso la<br />

risoluzione spettrale desiderata. Un sistema commercialmente disponibile che si<br />

avvicina a questo requisito è costituito dal sistema di filtri accordabili (fino a 5 nm<br />

di banda passante) VARISPEC. Questo è costituito da una serie di lamine<br />

polarizzatrici (lineari) e di ritardo, un elemento a cristalli liquidi ed un secondo<br />

polarizzatore lineare in uscita. Il sistema di filtri accordabili è stato<br />

detta<strong>gli</strong>atamente studiato nei laboratori <strong>del</strong>l’Istituto Elettrotecnico Nazionale di<br />

Torino nell’ambito <strong>del</strong> locale progetto di ricerca sulla spettroscopia d’immagine.<br />

La presenza <strong>del</strong> polarizzatore lineare in ingresso determina, nel caso di radiazione<br />

incidente non polarizzata, una perdita <strong>del</strong> 50% sui valori <strong>del</strong> fattore di trasmissione<br />

indicati dal costruttore. Lo studio <strong>del</strong>l’IEN dimostra che allo stato attuale il sistema<br />

a filtri accordabili non è l’ideale per le misure su dipinti: la bassissima trasmittanza<br />

spettrale nel blu (fra 400 e 450 nm con valori inferiori al 5%) imporrebbe inf<strong>atti</strong> o<br />

l’impiego di lampade estremamente potenti o quello di rivelatori a matrice molto<br />

sensibili e ad alta risoluzione spaziale (difficilmente reperibili in commercio).<br />

L’impiego di lampade con maggiore potenza nel blu è stato affrontato nell’ambito<br />

<strong>del</strong> progetto CRISATEL. L’esperienza ha portato ad escludere questo tipo di<br />

lampade che sfruttano in genere fenomeni di fluorescenza con spettri a picchi di<br />

emissione e risultano inappropriati nell’accoppiamento con filtri interferenziali a<br />

banda passante. Ciò poiché, di norma, il valore di riflettanza ottenuto dalla misura<br />

attraverso la banda passante di un filtro coincide con il suo picco di trasmittanza<br />

nell’approssimazione che lo spettro <strong>del</strong>l’illuminante sia pressoché costante<br />

nell’intervallo <strong>del</strong>la banda.<br />

2.1 Il sistema NIR2000<br />

Il sistema di acquisizione adottato per l’analisi multispettrale nel laboratorio di<br />

Archeometria <strong>del</strong>l’Istituto di Fisica Generale Applicata a Milano è un NIR 2000,<br />

costruito dalla OPTO-LAB srl di Milano, è costituito essenzialmente, da una<br />

telecamera con rivelatore a stato solido, fornita di 17 filtri interferenziali, e da un<br />

personal computer. La telecamera è interfacciata col PC tramite una scheda di<br />

acquisizione video digitale a 8 bit <strong>del</strong>la National Instruments (P1422). La<br />

elaborazione e il calcolo dei valori di riflettanza sulle immagini sono effettuati a<br />

mezzo di un software appositamente sviluppato in ambiente Labview. Il dipinto<br />

sottoposto ad analisi è illuminato uniformemente da due lampade alogene da 650<br />

Watt, sistemate ad un angolo di incidenza di 45° rispetto alla perpendicolare di<br />

osservazione, in accordo con le norme CIE [1998 n°130].<br />

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