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Scarica gli atti - Gruppo del Colore

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Spettroscopia d'immagine per l'identificazione<br />

di pigmenti pittorici<br />

NICOLA LUDWIG, MARIO MILAZZO, LETIZIA DE MARIA<br />

ISTITUTO DI FISICA GENERALE APPLICATA<br />

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO<br />

Via Celoria, 16 – 20125 Milano, Tel. 0250317473, Fax: 0250317422<br />

Nicola.ludwig@unimi.it<br />

1. Introduzione<br />

Il riconoscimento in modo non distruttivo di pigmenti pittorici può essere ottenuto<br />

analizzando <strong>gli</strong> spettri caratteristici di assorbimento nella regione spettrale <strong>del</strong><br />

visibile e <strong>del</strong> vicino infrarosso attraverso misure <strong>del</strong> fattore di riflessione spettrale<br />

(riflettanza). Differenti tecniche sono state sviluppate per ottenere curve di<br />

riflettanza da misure non a contatto [1, 8, 9]. I sistemi per la spettroscopia<br />

d’immagine attualmente impiegati si basano su due principi differenti di scansione:<br />

nei sistemi a spettrografo [1-2] si attua una scansione spaziale lungo un asse e una<br />

ripresa simultanea su tutte le lunghezze d’onda di una linea <strong>del</strong>l’immagine, nei<br />

sistemi a filtro si attua invece una scansione in lunghezza d’onda riprendendo il<br />

medesimo oggetto attraverso diversi filtri passabanda. I valori di riflettanza sono<br />

ottenuti dal confronto <strong>del</strong>l’intensità luminosa nelle zone <strong>del</strong> dipinto con quella di<br />

standard di riflettanza calibrati. Le prove realizzate nel laboratorio di<br />

Archeometria <strong>del</strong>l’Istituto di Fisica Generale Applicata sono rivolte a verificare il<br />

grado di affidabilità <strong>del</strong>la tecnica che impiega come rivelatori CCD sensibili nella<br />

banda 400-1000 nm attraverso il raffronto con le misure ottenute con<br />

spettrofotometri a sfera integratrice. Il sistema di spettroscopia d’immagine in uso<br />

presso il Laboratorio di Milano è stato messo a confronto con un sistema analogo a<br />

filtri interferenziali messo a punto nell’ambito <strong>del</strong> progetto europeo CRISATEL<br />

presso i laboratori di ricerca <strong>del</strong> C2RMF <strong>del</strong> Louvre di Parigi.<br />

2. Sistemi a filtri per la spettroscopia d’immagine<br />

I sistemi a filtro si basano sull’impiego di filtri interferenziali posti fra rivelatore e<br />

scena in modo da ottenere una sequenza di immagini monocromatiche. I vantaggi<br />

principali dei sistemi a filtri risiedono nell’indipendenza <strong>del</strong>le due parti di cui si<br />

compone un sistema per spettroscopia d’immagine: il sistema di monocromazione<br />

e quello di rivelazione. E’ così possibile una volta filtrata la luce registrare<br />

l’immagine con un qualsiasi dispositivo adattato alle specifiche esigenze di<br />

risoluzione spaziale, di rapidità di scansione o di portabilità che l’applicazione<br />

richiede [3]. In particolare si possono utilizzare sistemi a scansione lineare ad alta<br />

risoluzione come nel caso <strong>del</strong> sistema <strong>del</strong> progetto CRISATEL. Gli svantaggi<br />

principali nell’uso di filtri interferenziali sono:<br />

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