Scarica gli atti - Gruppo del Colore
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I 32 filtri interferenziali selezionati (Fig 1) hanno tutti una larghezza di banda di 10<br />
nm a metà altezza e sono distanziati di 20 nm nel visibile fino a 700 nm, mentre<br />
nell’infrarosso sono distanziati di 50 nm fino a 1200 nm, per poi diradarsi e<br />
distanziarsi in maniera meno regolare. Ciò è dovuto anche al motivo pratico che<br />
nell’infrarosso esiste una scelta minore di filtri già pronti e di costo ragionevole.<br />
Nella scelta dei filtri si sono comunque privilegiate le lunghezze d’onda alle quali<br />
ci si aspettano bande di assorbimento, ad es. quelle caratteristiche <strong>del</strong> solfato di<br />
calcio (1450-1550 nm), cioè <strong>del</strong> gypsum di cui sono costituiti molti strati<br />
preparatori.<br />
Per governare l’acquisizione di immagini con un così grande numero di filtri si è<br />
dovuto allestire un sistema di controllo comandato da un PC per cambiare filtro,<br />
aggiustare l’esposizione, mettere a fuoco e aprire o chiudere l’otturatore dei<br />
proiettori. Quest’ultima operazione è importante per ridurre all’indispensabile<br />
l’esposizione <strong>del</strong>le opere d’arte alla densità di irradiazione piuttosto intensa<br />
(∼10000 lux) dei due proiettori alogeni.<br />
Da ogni immagine spettrale viene sottratta la corrispondente immagine di buio<br />
poiché il sensore vidicon non è raffreddato, ma semplicemente ventilato, e quindi<br />
la sua corrente di buio è elevata e segue la temperatura ambiente. Inoltre, poiché la<br />
c<strong>atti</strong>va stabilità <strong>del</strong> sensore rende inefficace ogni operazione di calibrazione<br />
preventiva <strong>del</strong>la risposta, su una cornice in cartone appoggiata al dipinto e posta nel<br />
campo inquadrato vengono fissati 5 campioni di riferimento di grigio (Spectralon)<br />
per avere un riferimento radiometrico relativo fra le varie immagini alle diverse<br />
lunghezze d’onda. Sulla stessa cornice sono stampati alcuni motivi a scacchi e<br />
barre equispaziate bianco-nere, usati dal programma di focalizzazione automatica<br />
per ricercare il massimo <strong>del</strong> contrasto. La focalizzazione immagine per immagine è<br />
di importanza essenziale nell’infrarosso, dove l’obiettivo fotografico non è più<br />
compensato “cromaticamente”. Altri motivi geometrici ad alto contrasto, stampati<br />
ai quattro angoli <strong>del</strong>l’inquadratura, forniscono dei riferimenti al programma<br />
automatico che riscala spazialmente le immagini, dato che queste hanno subito una<br />
variazione di ingrandimento per effetto <strong>del</strong>l’operazione di focalizzazione.<br />
Descrizioni più detta<strong>gli</strong>ate <strong>del</strong>la telecamera, <strong>del</strong>le modalità di acquisizione e <strong>del</strong>la<br />
casistica affrontata si possono trovare in [5, 6]. In sintesi si può dire che le<br />
esperienze hanno dimostrato la versatilità <strong>del</strong>la spettroscopia d’immagine nel<br />
visibile e nell’infrarosso oltre 1μm, che oltre a dare informazioni locali su<strong>gli</strong> spettri<br />
dei materiali, può con facilità fornire mappature dei medesimi su zone estese,<br />
specialmente mediante algoritmi di analisi statistica multivariata <strong>del</strong>la varianza<br />
(analisi <strong>del</strong>le componenti principali, PCA). Grazie alla sua caratteristica di<br />
riassumere la variabilità di tutte le immagini in poche immagini non correlate, in<br />
uno dei casi la PCA è riuscita a fornire evidenza immediata a un detta<strong>gli</strong>o di<br />
ridipintura che era sfuggito ad un esame riflettografico infrarosso a banda larga,<br />
perché essa rilevabile solo da differenze di andamento <strong>del</strong>le curve spettrali, non da<br />
differenze di riflettanza media.<br />
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