Scarica gli atti - Gruppo del Colore
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vengono piazzati a distanza fisse rispetto al MIR e i fasci generati dai due laser<br />
f<strong>atti</strong> confluire su un unico punto centrale <strong>del</strong>la superficie in misura.<br />
La ripartizione <strong>del</strong>l’intensità luminosa <strong>del</strong>le sorgenti è misurata, ad ogni cambio<br />
lampada, presso il laboratorio di goniofotometria <strong>del</strong>l’IEN, facendo riferimento a<br />
un sistema Cγ avente per asse principale l’asse generato dal fascio laser [4].<br />
Con tutte queste precauzioni la maggior fonte di incertezza sulla valutazione<br />
<strong>del</strong>l’irradiamento risiede nella presenza di interriflessioni tra la superficie<br />
illuminata e le pareti <strong>del</strong> locale, ove si esegue la misura. Operando sul campo, il<br />
contributo <strong>del</strong>le interriflessioni viene ridotto cercando di illuminare esclusivamente<br />
la superficie interessata e stimato con un opportuno software, che necessita di una<br />
serie di misurazioni di illuminamento condotte in punti accessibili <strong>del</strong>l’ambiente.<br />
In ogni caso è attualmente allo studio un sistema goniometrico a proiezione che,<br />
pur necessitando di tempi più lunghi di acquisizione, dovrebbe ridurre<br />
ulteriormente l’influenza di questa fonte di incertezza.<br />
3. La procedura di misura<br />
La procedura di misura è completamente automatizzata ed inizia al termine<br />
<strong>del</strong>l’allineamento <strong>del</strong> sistema e <strong>del</strong>l’inquadratura <strong>del</strong>la superficie da misurare<br />
ottenuta mediante la rotazione <strong>del</strong>lo specchio, per il “gruppo monocromatore”, e la<br />
regolazione <strong>del</strong> banco ottico, per il “gruppo fotografico”.<br />
I due gruppi lavorano in parallelo e la procedura evolve secondo i seguenti passi.<br />
1. Acquisizione <strong>del</strong>l’immagine inquadrata (proiettori accesi):<br />
gruppo monocromatore: il reticolo di diffrazione interno <strong>del</strong>lo spettrografo è<br />
ruotato nella posizione zero (pertanto lavora come uno specchio) e la fenditura di<br />
ingresso non è inserita. Sul piano <strong>del</strong> CCD si forma l’immagine <strong>del</strong> campo<br />
inquadrato e ad ogni pixel <strong>del</strong> rilevatore è associato un elemento <strong>del</strong>la superficie<br />
inquadrata (figura 6 in alto).<br />
gruppo fotografico: il filtro sintonizzabile è posizionato sul verde e acquisisce una<br />
immagine di riferimento che permette di associare ad ogni pixel <strong>del</strong> rilevatore una<br />
zona definita <strong>del</strong>la superficie inquadrata.<br />
2. Acquisizione <strong>del</strong> riferimento dimensionale (proiettori spenti):<br />
i due gruppi lavorano nelle condizioni prima descritte, ma i tempi di<br />
acquisizione sono pari al tempo di scansione per la generazione <strong>del</strong> reticolo e il<br />
filtro sintonizzabile è regolato sulla lunghezza d’onda <strong>del</strong> laser.<br />
3. Acquisizione dei dati spettrali (proiettori accesi):<br />
gruppo monocromatore: si ruota il reticolo di diffrazione all’ordine superiore, viene<br />
inserita la fenditura di ingresso ed il sistema lavora come elemento dispersivo<br />
permettendo di acquisire lo spettro <strong>del</strong>la radiazione incidente (figura 6 in basso).<br />
La superficie in misura viene selezionata mediante la rotazione <strong>del</strong>lo specchio in<br />
modo da coprire tutto il campo inquadrato, nel primo passo, con una serie di<br />
sezioni verticali consecutive (figura 6 al centro). Il numero di tali sezioni dipende<br />
essenzialmente dalla risoluzione dimensionale, nella direzione orizzontale,<br />
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