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Scarica gli atti - Gruppo del Colore

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Determinare un riferimento dimensionale sull’opera misurata è indispensabile al<br />

fine di correggere eventuali distorsioni prospettiche (non sempre è possibile<br />

acquisire le immagini con lo strumento perfettamente perpendicolare al campo<br />

inquadrato) e per conoscere la distanza strumento-punto misurato, parametro<br />

indispensabile per la misurazione <strong>del</strong> fattore di riflessione, come descritto nel<br />

seguito.<br />

Il riferimento dimensionale è ottenuto tracciando, al buio o in presenza di ridotta<br />

radiazione naturale, una gri<strong>gli</strong>a “virtuale” sulla superficie in misura <strong>del</strong>l’opera<br />

d’arte. Il laser proietta un punto luminoso sulla superficie in esame e lo specchio,<br />

ruotando, sposta tale punto in successive posizioni con angolazioni note. Durante<br />

la rotazione <strong>del</strong>lo specchio la sorgente laser viene spenta, pertanto visivamente si<br />

osserva una successione di punti, lampeggianti per alcuni millisecondi, sulla<br />

superficie inquadrata.<br />

Contemporaneamente i due sottosistemi acquisiscono ciascuno una immagine <strong>del</strong>la<br />

superficie inquadrata, mantenendo un tempo di esposizione pari al tempo<br />

necessario all’equipaggio goniometrico per terminare la scansione.<br />

Essendo note le distanze tra il centro di rotazione <strong>del</strong>lo specchio <strong>del</strong> sistema laser e<br />

i punti nodali dei due obbiettivi dei sistemi di acquisizione spettrale, per via<br />

trigonometrica e individuando i pixel dei CCD che hanno inquadrato i vari punti<br />

luminosi, si perviene alla distanza strumento-superficie misurata, alla<br />

determinazione <strong>del</strong>la forma di quest’ultima e alla possibilità di correggere<br />

prospetticamente le immagini acquisite. La potenza <strong>del</strong> laser usato è estremamente<br />

ridotta e non può danneggiare l’opera, anche in caso di guasto <strong>del</strong> sistema<br />

elettronico di comando.<br />

I due proiettori illuminano in modo noto l’opera. Si tratta di due sorgenti ad<br />

incandescenza, alimentate in corrente continua con un alimentatore stabilizzato in<br />

corrente e regolato in modo che la radiazione emessa abbia una temperatura di<br />

colore di 2856 K, per simulare l’illuminante A <strong>del</strong>la CIE. Quest’ultimo vincolo<br />

non è strettamente necessario, ma assicura una lunga vita alle lampade, che<br />

risultano sottoalimentate rispetto alle specifiche <strong>del</strong> costruttore, e permette di<br />

eseguire, sul campo, <strong>del</strong>le semplici, ma indispensabili, operazioni di verifica sulla<br />

taratura <strong>del</strong>la strumentazione, prima di iniziare la campagna di misura. Per il<br />

calcolo <strong>del</strong> coefficiente di radianza è necessario misurare con un radiometro (o<br />

luxmetro) l’irradiamento sulla superficie <strong>del</strong> dipinto o eseguire una misurazione<br />

preliminare su un diffusore tarato. Entrambe le operazioni non sono sempre<br />

possibili sia perché la superficie in esame non può essere raggiunta con la<br />

strumentazione (ad esempio affresco in una chiesa), sia per problemi di sicurezza<br />

e/o di eventuale danneggiamento <strong>del</strong>la stessa opera. Per questo motivo<br />

l’irradiamento sulla superficie caratterizzata può essere stimato attraverso la<br />

conoscenza <strong>del</strong>la ripartizione <strong>del</strong>l’intensità luminosa dei proiettori e <strong>del</strong>la loro<br />

distanza dalla superficie. È richiesto un perfetto allineamento <strong>del</strong>le sorgenti,<br />

operazione effettuata mediante due laser di puntamento, anch’essi di bassissima<br />

potenza, ognuno meccanicamente solidale con il proprio proiettore. I due proiettori<br />

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