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Scarica gli atti - Gruppo del Colore

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visibile per la caratterizzazione <strong>del</strong> colore e nell’infrarosso per mettere in evidenza<br />

strati pittorici o disegni coperti data la maggiore profondità di penetrazione di<br />

questa luce. Il fattore di riflessione spettrale nell’infrarosso è inoltre di grande<br />

importanza per lo studio dei pigmenti utilizzati da<strong>gli</strong> artisti. Naturalmente esistono<br />

altre grandezze utili per lo studio e la caratterizzazione <strong>del</strong>lo strato pittorico.<br />

Citiamo qui la fluorescenza eccitata con luce ultravioletta in grado di mettere in<br />

evidenza caratteristiche dei dipinti altrimenti non rilevabili.<br />

Ne<strong>gli</strong> ultimi dieci anni molta attenzione è stata dedicata alla tecnica multispettrale<br />

[1-8] in grado di ottenere immagini spettrali, cioè immagini basate sul fattore di<br />

riflessione spettrale dei loro pixel. Questa tecnica usa una camera digitale con<br />

matrice CCD monocromatica e un insieme di 6÷12 filtri opportunamente scelti.<br />

Utilizzando questi filtri, essa misura, per ogni pixel <strong>del</strong>l’immagine, un ugual<br />

numero di punti <strong>del</strong> fattore di riflessione spettrale mediato sulla banda passante dei<br />

filtri. Il corretto fattore di riflessione spettrale è ricostruito, a partire da questi punti<br />

sperimentali, mediante un processo di deconvoluzione abbastanza complesso [3-6].<br />

La tecnica da noi sviluppata per riprendere immagini spettrali [9,10], si basa sulla<br />

misurazione spettrofotometrica <strong>del</strong> fattore di riflessione spettrale. La banda<br />

passante <strong>del</strong>lo spettrofotometro è sufficientemente piccola da non richiedere alcun<br />

processo di deconvoluzione.<br />

In questo articolo si presenta il lavoro svolto per realizzare uno scanner ottico<br />

iperspettrale in grado di riprendere immagini spettrali necessarie per la costituzione<br />

di archivi di immagini digitali di riferimento che consentano di seguire<br />

l’evoluzione storica <strong>del</strong>lo stato di conservazione di dipinti e di altri oggetti d’arte a<br />

superficie piana.<br />

L’articolo illustra i principi di funzionamento <strong>del</strong>lo scanner e i risultati <strong>del</strong>le sue<br />

prestazioni riguardanti la riproduzione <strong>del</strong> colore e la risoluzione spaziale.<br />

2. Principi di funzionamento <strong>del</strong>lo scanner<br />

La CIE (Commission Iternational de l’Éclairage) definisce [11] il colore di uno<br />

strato pittorico mediante le coordinate di tristimolo:<br />

∑<br />

X = K x( λ ) R( λ ) S(<br />

λ ) Δλ<br />

i<br />

i i i i<br />

Y = K∑ y( λi ) R( λi ) S(<br />

λi ) Δλi<br />

(1)<br />

i<br />

∑<br />

Z = K z ( λ ) R( λ ) S(<br />

λ ) Δλ<br />

i<br />

i i i i<br />

dove:<br />

– le somme riguardano le lunghezze d’onda <strong>del</strong>la luce visibile (400÷700nm);<br />

– x( λ i ) , y( λ i ) , z ( λi ) sono le funzioni colorimetriche <strong>del</strong>la CIE;<br />

– S( λ i ) è un illuminante <strong>del</strong>la CIE;<br />

11

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