Scarica gli atti - Gruppo del Colore
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Scanner ottico iperspettrale per la spettroscopia d’immagine<br />
10<br />
GIANNI ANTONIOLI, FERNANDO FERMI, CLAUDIO OLEARI,<br />
REMO REVERBERI<br />
UNIVERSITÀ DI PARMA, DIPARTIMENTO DI FISICA<br />
E<br />
INFM-UNITÀ DI RICERCA DI PARMA<br />
Parco Area <strong>del</strong>le Scienze, 7A – 43100 Parma, www.fis.unipr.it/~fermi<br />
cognome@fis.unipr.it<br />
1. Introduzione<br />
Il mondo <strong>del</strong>le immagini digitali ha ormai invaso la nostra esistenza. Tuttavia, le<br />
immagini digitali, come le fotografie tradizionali, presentano problemi di qualità<br />
dovuti alla tecnica utilizzata per la loro cattura e alla tecnica <strong>del</strong>la loro<br />
riproduzione, sia essa eseguita con un monitor o con una stampante o con un<br />
proiettore. Se per le immagini in bianco e nero i problemi tecnici possono<br />
considerarsi sostanzialmente risolti, per le immagini a colori il problema non è<br />
ancora risolto nonostante l’impulso e lo stimolo impresso alle ricerche ne<strong>gli</strong> ultimi<br />
dieci anni.<br />
Il problema <strong>del</strong> colore nasce già al momento <strong>del</strong>la cattura <strong>del</strong>le immagini. Gli<br />
strumenti tradizionali quali le macchine fotografiche a pellicola, le fotocamere<br />
digitali e le telecamere, funzionano su base tricromatica come l’occhio umano ma<br />
non hanno le sensibilità spettrali <strong>del</strong>l’occhio umano. Inoltre le loro sensibilità<br />
spettrali (pellicola, fotorivelatori, filtri ottici) sono tra loro differenti e soggette a<br />
cambiamenti a causa <strong>del</strong>l’invecchiamento. Di fatto, trovare due strumenti con la<br />
stessa risposta spettrale è molto difficile se non impossibile. Questo fatto ha<br />
conseguenze importanti:<br />
– i colori <strong>del</strong>le immagini sono falsi (rispetto alla percezione <strong>del</strong>l’occhio umano);<br />
– le immagini soffrono il fenomeno <strong>del</strong> metamerismo;<br />
– due immagini riprese con strumenti diversi ma anche con lo stesso strumento, a<br />
distanza di tempo, sono difficilmente confrontabili.<br />
In altre parole, le immagini sono dipendenti dallo strumento e dalla sorgente di<br />
luce che le illumina così, se ci proponiamo di utilizzare queste immagini come<br />
immagini di riferimento o per confronti futuri, si commette un grossolano errore.<br />
Il problema di disporre di immagini di riferimento è particolarmente sentito nel<br />
campo <strong>del</strong>la conservazione, <strong>del</strong>la diagnostica a fini conservativi, <strong>del</strong> restauro e<br />
<strong>del</strong>lo studio colorimetrico e morfologico di dipinti o di altri oggetti d’arte come<br />
libri, codici miniati, pergamene, ecc..<br />
Le immagini utilizzabili a questo scopo, devono basarsi sulla misurazione di<br />
qualche grandezza fisica rappresentativa. Nel caso dei dipinti, questa grandezza è il<br />
fattore di riflessione spettrale <strong>del</strong>lo strato pittorico, nell’intervallo <strong>del</strong>la luce