Sicherheit Sécurité Sicurezza - Swissi
Sicherheit Sécurité Sicurezza - Swissi
Sicherheit Sécurité Sicurezza - Swissi
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
SICUREZZA 2009_2<br />
48<br />
SALUTE SUL POSTO DI LAVORO<br />
fiducia in se stesso e più autostima. Oppure,<br />
in altri termini, le persone con sentimenti negativi<br />
hanno maggiormente paura.<br />
Importanza di un sostegno esterno<br />
Più vulnerabili e quindi più preoccupati sono<br />
i dipendenti con uno stato sociale più basso,<br />
che svolgono spesso attività manuali. Chi<br />
lavora a tempo pieno teme generalmente<br />
meno di perdere il proprio posto di lavoro di<br />
chi lavora solo part-time. Meno preoccupato<br />
è anche chi ha un partner su cui poter contare.<br />
Non si sono ancora praticamente svolti<br />
studi su quanto la famiglia permetta di<br />
ridurre la paura. Anche il fatto di essere<br />
membro di un sindacato costituisce, secondo<br />
i ricercatori svedesi, una fonte di sostegno,<br />
ma ammettono che in futuro anche questo<br />
punto dovrà essere studiato in modo più approfondito.<br />
Uno studio tedesco, pubblicato nel 2005,<br />
sulla disoccupazione, sull’insicurezza sul posto<br />
di lavoro e sul grado di soddisfazione<br />
della propria vita e condotto tra i giovani<br />
adulti nei nuovi länder tedeschi, ha fornito<br />
altre indicazioni significative. Degno di nota,<br />
in particolare, il fatto che si è meno soddisfatti<br />
della propria vita quando non si è ancora<br />
disoccupati, ma si teme la disoccupazione.<br />
L’onere soggettivamente risentito a<br />
causa di un’eventuale perdita del posto di lavoro<br />
può, quindi, nuocere altrettanto se non<br />
addirittura di più del criterio oggettivo della<br />
disoccupazione effettiva.<br />
Ma non importa quale sia la reazione di una<br />
persona: la paura per il proprio posto di lavoro<br />
interviene negativamente sul gusto per<br />
la vita. È un fattore di stress che acuisce<br />
spesso i problemi psichici già presenti, p.es.<br />
| CHE COSA POSSONO FARE LE AZIENDE<br />
La comunicazione mitiga la paura<br />
L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul<br />
lavoro scrive che si possono però ridurre i timori<br />
della perdita del posto di lavoro, delle ristrutturazioni<br />
e le loro conseguenze negative: partico -<br />
larmente importante è informare per tempo i<br />
dipendenti sui cambiamenti previsti, anche se<br />
l’informazione è penosa. Infatti l’insicurezza è<br />
peggio della certezza. Grazie ad un’informazione<br />
adeguata i dipendenti possono adattarsi alla<br />
nuova situazione.<br />
Per convincere chi è rimasto che il suo posto è<br />
sicuro, una buona informazione è importante<br />
http://osha.europa.eu/en/publications/reports/7807118<br />
disturbi del sonno o depressioni, le probabilità<br />
di guarigione diminuiscono. La salute<br />
psichica è direttamente correlata con l’insicurezza<br />
per il posto di lavoro. Questa tesi è<br />
stata confermata da una metanalisi che ha<br />
valutato 37 indagini cui hanno partecipato in<br />
tutto 14 888 persone. Lo ha dichiarato nel<br />
2007 l’Agenzia europea per la sicurezza e la<br />
salute sul lavoro che ha presentato le conseguenze<br />
psichiche e fisiche della paura di perdere<br />
il lavoro sulla base degli studi sinora<br />
pubblicati.<br />
Insonnia, mal di testa e mal di schiena<br />
Meno studiate sono le ripercussioni sulla salute<br />
fisica. Ma anche qui ci sono delle conseguenze:<br />
dall’inchiesta nazionale sulla salute<br />
del 2002 è risultato, p.es., che tra gli impiegati<br />
che hanno molta paura di perdere il proprio<br />
posto di lavoro, il 37% soffriva di seri disturbi<br />
fisici come insonnia, mal di testa e mal<br />
di schiena. Tra gli interrogati che non temevano<br />
la perdita del lavoro, ne era colpito soltanto<br />
il 17%.<br />
Ma la salute non ne soffre solo direttamente,<br />
ma anche indirettamente. Infatti, la paura<br />
della disoccupazione riduce anche la disponibilità<br />
ad osservare le disposizioni di sicurezza<br />
e a perfezionare le proprie conoscenze<br />
sulle questioni inerenti alla sicurezza. Lo ha<br />
costatato uno studio americano pubblicato<br />
nel 2001. Secondo i suoi autori, Tahira Probst<br />
e Ty Brubaker, l’insicurezza per il proprio posto<br />
di lavoro fa sì che i lavoratori incrementino<br />
la produzione a spese della sicurezza sul<br />
lavoro.<br />
Secondo l’Agenzia europea per la sicurezza<br />
e la salute sul lavoro, anche i rapporti con i<br />
colleghi di lavoro e i superiori, come pure la<br />
non solo prima della riduzione dei posti di lavoro,<br />
ma anche dopo. La perdita del posto di lavoro è,<br />
infatti, un fattore di stress non solo per chi viene<br />
licenziato, ma anche per il personale rimasto.<br />
C’è anche la possibilità di assistere i collaboratori<br />
licenziati nella ricerca di un nuovo lavoro o nel<br />
riorientamento, facendo intervenire in aiuto i<br />
consulenti del caso. In linea generale si possono<br />
proteggere i lavoratori dall’insicurezza per il proprio<br />
lavoro formandoli ad essere flessibili e aperti<br />
ai cambiamenti.<br />
fiducia nell’azienda, soffrirebbero a causa<br />
dell’insicurezza per il proprio posto di lavoro.<br />
Per Hans Hartmann, corresponsabile<br />
della comunicazione del sindacato Unia, la<br />
paura della disoccupazione allenta i vincoli<br />
di solidarietà: «È più difficile mobilizzare le<br />
persone che temono di perdere nel prossimo<br />
futuro il loro posto di lavoro. Il loro atteggiamento<br />
si riassume così: si deve essere contenti<br />
di avere un posto di lavoro. Considerano<br />
un rischio il fatto di esporsi. E questo vale soprattutto<br />
quando le situazioni di conflitto sul<br />
posto di lavoro non sono percepite come dei<br />
problemi collettivi, ma individuali. Si tratta di<br />
un punto essenziale. Molti lavoratori si rivolgono<br />
quindi direttamente al sindacato solo<br />
quando non riescono proprio più a risolvere<br />
i problemi a livello individuale, p.es. dopo un<br />
licenziamento o in caso di mobbing.»<br />
Per facilitare il dialogo tra i lavoratori, i sindacati<br />
lanciano in determinate situazioni<br />
dei fori di discussione. Comedia, il sindacato<br />
dei media, ad esempio, ha invitato a fine gennaio<br />
i membri della redazione dei giornali<br />
«Bund» e «Berner Zeitung» ad un colloquio,<br />
essendo che questi temevano una massiccia<br />
riduzione dei posti di lavoro. «La nostra iniziativa<br />
è stata accolta con grande interesse»,<br />
afferma Stephanie Vonarburg, segretaria<br />
centrale di Comedia: «È importante già solo<br />
vedere che gli altri si trovano nella stessa situazione.<br />
Importante è però anche la questione<br />
su come ognuno si possa organizzare<br />
e su come possa partecipare. E con questi incontri<br />
è nostro intento evitare che le redazioni<br />
vengano messe le une contro le altre.»<br />
Dal punto di vista emozionale questo genere<br />
di scambi è importante. Di fatto, le singole<br />
persone direttamente interessate non possono<br />
fare nulla: ogni singolo dipende da decisioni<br />
che vengono prese senza il suo intervento.<br />
Il senso di impotenza legato a questa<br />
situazione presenta quindi aspetti kafkiani<br />
ed è quanto mai spiacevole.<br />
Già dieci anni fa Daniel Hell, direttore della<br />
Clinica universitaria di psichiatria di Zurigo,<br />
aveva attirato l’attenzione sulle conseguenze<br />
della flessibilizzazione del mondo del lavoro.<br />
A quel tempo, «L’uomo flessibile», il libro del<br />
sociologo americano Richard Sennett, lo<br />
aveva ispirato. D. Hell, che oggi dirige il centro<br />
di competenza «Depressione e paura»<br />
della clinica privata Hohenegg, fece notare<br />
ad esempio che oggigiorno il mondo del lavoro,<br />
nel quale fedeltà, routine, stabilità e affidabilità<br />
non sono più valori importanti, può<br />
essere fatale, in particolare per persone psichicamente<br />
labili. «La paura per il proprio