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Sicherheit Sécurité Sicurezza - Swissi

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SECURITY<br />

Difficile affrontare clienti aggressivi<br />

Succede spesso che gli impiegati dell’amministrazione pubblica vengano minacciati oppure<br />

siano addirittura vittime di vie di fatto. Mentre le grandi città, come p.es. Zurigo,<br />

si sono equipaggiati, i Comuni più piccoli investono nella prevenzione soltanto dopo<br />

che è accaduto qualcosa. Si trascura la sicurezza addirittura al momento della progettazione<br />

degli edifici o alla loro ristrutturazione, quando le misure costruttive e tecniche<br />

sarebbero facilmente attuabili.<br />

Erika Meili<br />

è redattrice all’Istituto di <strong>Sicurezza</strong>.<br />

W Le<br />

esperienze degli scorsi anni dimostrano<br />

chiaramente che gli impiegati<br />

amministrativi a diretto contatto con i clienti<br />

vivono in modo pericoloso. Succede infatti<br />

spesso che, in particolare i collaboratori e le<br />

collaboratrici dei servizi sociali, vengano offesi,<br />

minacciati o aggrediti da «clienti» –<br />

questo è il termine usato dagli addetti ai lavori.<br />

Alcuni hanno addirittura pagato con la<br />

vita, p.es. come nel 1997 la direttrice del servizio<br />

sociale di Schötz (LU) oppure nel 2004<br />

il direttore del servizio sociale di Escholzmatt<br />

(LU).<br />

Ma non sono coinvolti soltanto gli assistenti<br />

sociali. Anche i collaboratori degli URC, gli<br />

impiegati degli uffici esecuzioni e fallimenti,<br />

infermieri, medici e insegnanti raccontano<br />

spesso di clienti aggressivi. «Ci sono conflitti<br />

dovunque ci siano contatti con clienti che si<br />

trovano in situazioni delicate», spiega Hugo<br />

Schenk della consulenza criminologica della<br />

Polizia municipale di Zurigo. «Recentemente,<br />

in una clinica dentaria scolastica, un<br />

padre è andato su tutte le furie perché non<br />

era d’accordo sul trattamento previsto per<br />

suo figlio.» H. Schenk ha l’impressione che<br />

negli scorsi tre a quattro anni i casi di minacce<br />

e atti di violenza nei confronti di impiegati<br />

di uffici pubblici, ma anche nei confronti<br />

delle aziende, siano aumentati, in<br />

quanto la richiesta di consulenza è maggiore.<br />

Anche Ulrich König, direttore dell’associazione<br />

dei comuni svizzeri, fa delle osservazioni<br />

analoghe: «Che il problema si sia aggravato<br />

lo dimostrano i colloqui con gli<br />

impiegati dei nostri soci. Intendiamo organizzare<br />

un convegno su questo argomento<br />

per presentare delle misure di protezione<br />

con degli esempi pratici.»<br />

Cifre poco attendibili<br />

Statisticamente, però, non è possibile provare<br />

questa tendenza. Nella sua statistica sulla criminalità,<br />

l'Ufficio federale di polizia registra il<br />

reato «Atti di violenza e minacce contro le autorità<br />

e i funzionari», il cui numero è quadruplicato<br />

negli scorsi dieci anni: dai 400 casi<br />

circa registrati verso la metà degli anni no-<br />

vanta, si è passati a 1643 nel 2007. Ma queste<br />

cifre devono essere interpretate con la<br />

massima prudenza, afferma Gabi Maurer dell’Ufficio<br />

federale di statistica. Difatti ogni Cantone<br />

registra la criminalità a modo suo. Il Canton<br />

Zurigo p.es. conta i reati, altri indicano<br />

soltanto il numero di casi (quando in un caso<br />

vengono aggredite più persone, ogni aggressione<br />

può essere contata come reato singolo).<br />

Inoltre sino ad oggi non è stato ancora chiaramente<br />

definito se nella statistica devono essere<br />

indicati, accanto alle aggressioni contro i<br />

poliziotti, anche quelle contro gli impiegati<br />

dell’amministrazione. «Certo, oggi si è anche<br />

più sensibilizzati di una volta e si è più inclini<br />

a sporgere una denuncia», aggiunge Gabi<br />

Maurer. Per standardizzare le statistiche cantonali<br />

è in corso una revisione della statistica<br />

criminale; cifre affidabili non saranno disponibili<br />

prima del 2010.<br />

Anche gli impiegati dell’amministrazione<br />

confermano che il clima è diventato più teso.<br />

Di questo parere anche Susanne Zaugg (nome<br />

cambiato dalla redazione), assistente sociale<br />

dei servizi sociali della città di Zurigo: «Negli<br />

scorsi anni è diminuito il rispetto nei confronti<br />

degli uffici pubblici.» Fattore scatenante di<br />

minacce o atti di violenza è in genere una profonda<br />

insicurezza dei clienti, ad es. perché<br />

stanno attraversando un periodo difficile<br />

della loro vita oppure perché gli si vogliono<br />

portare via i figli. «Alcuni vogliono semplicemente<br />

imporre qualcosa oppure non accettano<br />

che una donna detti delle condizioni.»<br />

Gli attacchi verbali sono frequenti<br />

Personalmente Susanne Zaugg non è stata<br />

mai attaccata e solo raramente minacciata<br />

sul piano fisico. Ma spesso deve affrontare<br />

delle aggressioni verbali da parte di gente infuriata:<br />

«È incredibile il numero di insulti che<br />

devo sentirmi dire e che non desidero ripetere.»<br />

Qualche volta i suoi clienti non si rivolgono<br />

a lei chiamandola «signora» – spiegando<br />

che non la considerano una persona<br />

degna di rispetto. L’assistente sociale reagisce<br />

in modo diverso alle ingiurie: rifiuta il<br />

colloquio oppure ignora totalmente la mancanza<br />

di rispetto «per permettere uno sfogo<br />

in una situazione tesa.» Qualche volta scoppia<br />

semplicemente a ridere. «Non esiste una<br />

soluzione standard. Bisogna sviluppare una<br />

certa sensibilità, se nel singolo caso è meglio<br />

mostrare una certa comprensione oppure essere<br />

autoritari.» Si deve anche tenere conto<br />

di quale è la situazione del cliente, che cosa<br />

sia accettabile e che cosa no. «Bisogna sempre<br />

tenere presente quale sia l’obbiettivo.»<br />

Recentemente Susanne Zaugg è stata gravemente<br />

minacciata da un cliente. All’inizio<br />

l’ha insultata pesantemente, poi è andato a<br />

sbattere contro la porta a vetri chiusa dell’ingresso.<br />

Motivo dell’aggressione: non riusciva<br />

a portare via alla sua ex moglie il loro figlio<br />

comune. All’uomo si vietò di entrare nuovamente<br />

nell’edificio. Nel caso fosse comparso<br />

nuovamente, si sarebbe chiamata la polizia.<br />

La sanzione ha avuto l’effetto voluto. L’uomo<br />

non si è più fatto vedere. «Probabilmente ha<br />

smesso perché si è reso conto che in questo<br />

modo non riusciva a raggiungere il suo obiettivo»,<br />

pensa Susanne Zaugg.<br />

Né un tabù né una questione personale<br />

Da quattro anni una concezione della sicurezza<br />

comune a diverse divisioni serve d’ausilio<br />

ai collaboratori dei servizi sociali della<br />

città di Zurigo. Il suo principio: di fronte a<br />

minacce e atti di violenza l’amministrazione<br />

assume un atteggiamento chiaro, non ci deve<br />

essere nessun tabù su quello che succede e i<br />

fatti non devono essere considerati il problema<br />

personale di un singolo. Come avviene<br />

in questi casi, nella concezione della sicurezza<br />

sono previste misure d’ordine costruttivo e<br />

tecnico, organizzativo e comportamentale.<br />

Nelle prime due settimane dopo l’assunzione,<br />

tutti i collaboratori seguono un’introduzione<br />

sulla concezione di sicurezza e una formazione<br />

a riguardo. Viene spiegato loro come<br />

reagire preventivamente e se è il caso come<br />

affrontare un’escalation. Chi lo desidera, può<br />

seguire anche dei corsi di comunicazione non<br />

violenta e di autodifesa.<br />

Come misura organizzativa, p.es., è previsto<br />

che i colloqui difficili a due avvengano in presenza<br />

della SIP (squadra operativa mobile<br />

«<strong>Sicurezza</strong> Intervento Prevenzione») o della<br />

polizia. Se una persona diventa aggressiva,<br />

le si può vietare di entrare nello stabile. Le<br />

équipe dei quartieri dispongono poi anche di<br />

piani d’emergenza, in modo da poter reagire<br />

rapidamente e in modo adeguato in caso<br />

d’emergenza. Tra le misure tecniche di sicurezza<br />

citiamo ad esempio la videosorveglianza<br />

e i sistemi di allarme, come misure<br />

costruttive agli sportelli possono essere installati<br />

dei vetri di protezione. Il servizio di<br />

gestione degli immobili della città di Zurigo<br />

ha sviluppato a questo scopo degli standard<br />

speciali.<br />

Collabora con l’amministrazione anche il<br />

centro di consulenza criminologica della Polizia<br />

comunale di Zurigo che consiglia (ve-<br />

17<br />

SICUREZZA 2009_2

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