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CRITIQUES

Amabili resti

“Era prima che i bambini scomparsi fossero ritenuti

fatti di cronaca. Era prima che questi fatti si pensasse

potessero accadere”

osì inizia Amabili resti, film thriller e drammatico

del 2009, del regista neozelandese Peter

C

Jackson, Premio Oscar nel 2004 per Il Signore degli

anelli e tratto dall’omonimo libro di successo

dell’autrice statunitense Alice Sebold -inoltre autrice

di Lucky e La quasi luna.

Il 6 dicembre del 1973 Susie Salmon, una ragazza di

quattordici anni gioiosa, ribelle e fantasiosa, viene

adescata dal suo vicino di casa, un uomo per bene

assolutamente insospettabile, che dopo averla stuprata

la uccide per poi nasconderne il corpo in una

cassaforte. La storia, raccontata attraverso la voce

narrante dello spirito di Susie, parla da un lato del

suo omicidio e delle conseguenze che tale avvenimento

ha avuto sulla sua famiglia, e sui suoi amici,

come anche delle azioni che l’assassino, il signor

Harvey, compie in seguito all’annuncio della scomparsa

della ragazza. Dopo la sua morte, lo spirito di

Susie resta bloccato in uno spazio del paradiso che

lei chiama “il mio Cielo”, posto da cui non osserva

soltanto ciò che accade alla sua famiglia e agli amici

dopo la sua scomparsa, ma anche da cui manda loro

indizi attraverso segnali naturali.

Amabili resti è un film che si fa guardare dall’inizio

alla fine senza permettere allo spettatore di staccare

un momento lo sguardo dallo schermo, senza

lasciargli il tempo di una pausa. È un film allo

stesso tempo diretto, preciso e delicato, che anche

nei brevi momenti di gioia fa sentire il peso di una

mancanza. Si volge come un giallo in cui però a

narrare è proprio la vittima, occupando così chi osserva

non alla ricerca dell’assassino e del movente,

ma alla comprensione di una tripla evoluzione più

profonda. Ogni elemento all’interno del film ha un

senso preciso nell’istante e nella posizione esatta in

cui è stato collocato e permette allo spettatore di

cogliere ciò che a parole non può essere detto. Non

ci sono dialoghi lunghi e complessi, ma ogni frase

dice più di quel che non esprima esplicitamente. Il

film è inoltre caratterizzato da un susseguirsi repentino

ed intercalato di inquadrature che va a creare

un legame attraverso i tre mondi di Susie nel suo

Cielo, della sua famiglia ed una quotidianità messa

a dura prova, e dell’assassino con la sua ossessione

animalesca e maniacale. Questo susseguirsi mostra

inoltre tre mondi diversi e uniti allo stesso tempo,

all’intero dei quali ogni personaggio fa un’evoluzione

elaborando l’avvenimento che viene palesato

sin dall’inizio del film: un omicidio, uno stupro, una

perdita.

Tanimara Sartori

Amabili resti

Peter Jackson

2009

135 min

Cynic - un voyage cosmique

e 26 novembre dernier est sorti un ovni : Ascension

Codes, le quatrième album de groupe de

L

métal progressif Cynic. Et avant de fuir devant

le mot « métal », permettez-moi de vous indiquer

que Cynic ne s’apparente à aucun archétype, ne se

range pas dans une case, et ne s’affilie à aucun genre

précis. Cynic est inclassable, unique, et c’est tant

mieux.

Ascension Codes, qui paraît six ans après leur dernier

opus, porte la marque d'une tragédie récente.

Début 2020 décède Sean Reinert, batteur historique

du groupe, à l’âge de 48 ans. Bien qu’il ait été

remplacé en 2015 par Matt Lynch, l’impact de sa

disparition est immense et affecte infiniment Sean

Malone - basse - et Paul Masvidal - guitare et chant

-, avec qui il aura joué pendant presque trente ans.

Le choc est encore plus douloureux pour Paul Masvidal,

qui parlait de Reinert en ces termes :

« C'était un de mes plus anciens amis, un frère karmique.

Nous étions connectés par quelque chose

qui nous dépassait ».

Fin 2020, c’est Sean Malone qui décède à son tour.

Masvidal est « dévasté par une douleur », que nous

ne pouvons qu’imaginer. D’aucuns voient la fin de

Cynic. Mais c’était sans compter sur la force et la

persévérance admirable du chanteur-guitariste, qui

non seulement réussira à sortir grandi et élevé de

toute cette peine, mais trouvera en lui les ressources

qui lui permettront d’achever l’écriture et l'enregistrement

d’un nouvel album. Si ce n’était que

cela, ce serait déjà absolument fou et respectable

au-delà de toute mesure. Or, Ascension Codes est

de surcroît un album singulièrement sublime, qui

coule sans encombre malgré sa densité, qui rend

hommage à ses anciens membres sans jamais tomber

dans le pathos et qui réussit l’exploit, comme

tous les albums de Cynic, d’être très aéré malgré

– ou plutôt, grâce à – la virtuosité de ses membres.

« Je n’ai jamais autant ressenti », témoigne Paul

Masvidal à l’issue de ce processus. Cet album est

un cadeau qu’il nous fait, dans lequel transparaît

un degré d’illumination spirituelle rare, que nous

ne pouvons sans doute qu’effleurer au travers de

sa musique.

Dans son intelligence et sa sensibilité, Masvidal

comprend qu’il ne pourra jamais remplacer Sean

Malone et son toucher unique à la basse fretless. Il

amène ainsi Dave Mackay à jouer les parties de basse

au synthétiseur, pour un résultat étonnamment

excellent et fluide.

Ascension Codes est un album que je n’arrive pas à

ne pas écouter depuis sa sortie. Je ne peux que vous

enjoindre à vous y initier.

Maxime Staedler

Ascension Codes

Cynic

Seasons of Mist

2021

28 spectrum 04.22

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