Spectrum_02_2022
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CRITIQUES
Amabili resti
“Era prima che i bambini scomparsi fossero ritenuti
fatti di cronaca. Era prima che questi fatti si pensasse
potessero accadere”
osì inizia Amabili resti, film thriller e drammatico
del 2009, del regista neozelandese Peter
C
Jackson, Premio Oscar nel 2004 per Il Signore degli
anelli e tratto dall’omonimo libro di successo
dell’autrice statunitense Alice Sebold -inoltre autrice
di Lucky e La quasi luna.
Il 6 dicembre del 1973 Susie Salmon, una ragazza di
quattordici anni gioiosa, ribelle e fantasiosa, viene
adescata dal suo vicino di casa, un uomo per bene
assolutamente insospettabile, che dopo averla stuprata
la uccide per poi nasconderne il corpo in una
cassaforte. La storia, raccontata attraverso la voce
narrante dello spirito di Susie, parla da un lato del
suo omicidio e delle conseguenze che tale avvenimento
ha avuto sulla sua famiglia, e sui suoi amici,
come anche delle azioni che l’assassino, il signor
Harvey, compie in seguito all’annuncio della scomparsa
della ragazza. Dopo la sua morte, lo spirito di
Susie resta bloccato in uno spazio del paradiso che
lei chiama “il mio Cielo”, posto da cui non osserva
soltanto ciò che accade alla sua famiglia e agli amici
dopo la sua scomparsa, ma anche da cui manda loro
indizi attraverso segnali naturali.
Amabili resti è un film che si fa guardare dall’inizio
alla fine senza permettere allo spettatore di staccare
un momento lo sguardo dallo schermo, senza
lasciargli il tempo di una pausa. È un film allo
stesso tempo diretto, preciso e delicato, che anche
nei brevi momenti di gioia fa sentire il peso di una
mancanza. Si volge come un giallo in cui però a
narrare è proprio la vittima, occupando così chi osserva
non alla ricerca dell’assassino e del movente,
ma alla comprensione di una tripla evoluzione più
profonda. Ogni elemento all’interno del film ha un
senso preciso nell’istante e nella posizione esatta in
cui è stato collocato e permette allo spettatore di
cogliere ciò che a parole non può essere detto. Non
ci sono dialoghi lunghi e complessi, ma ogni frase
dice più di quel che non esprima esplicitamente. Il
film è inoltre caratterizzato da un susseguirsi repentino
ed intercalato di inquadrature che va a creare
un legame attraverso i tre mondi di Susie nel suo
Cielo, della sua famiglia ed una quotidianità messa
a dura prova, e dell’assassino con la sua ossessione
animalesca e maniacale. Questo susseguirsi mostra
inoltre tre mondi diversi e uniti allo stesso tempo,
all’intero dei quali ogni personaggio fa un’evoluzione
elaborando l’avvenimento che viene palesato
sin dall’inizio del film: un omicidio, uno stupro, una
perdita.
Tanimara Sartori
Amabili resti
Peter Jackson
2009
135 min
Cynic - un voyage cosmique
e 26 novembre dernier est sorti un ovni : Ascension
Codes, le quatrième album de groupe de
L
métal progressif Cynic. Et avant de fuir devant
le mot « métal », permettez-moi de vous indiquer
que Cynic ne s’apparente à aucun archétype, ne se
range pas dans une case, et ne s’affilie à aucun genre
précis. Cynic est inclassable, unique, et c’est tant
mieux.
Ascension Codes, qui paraît six ans après leur dernier
opus, porte la marque d'une tragédie récente.
Début 2020 décède Sean Reinert, batteur historique
du groupe, à l’âge de 48 ans. Bien qu’il ait été
remplacé en 2015 par Matt Lynch, l’impact de sa
disparition est immense et affecte infiniment Sean
Malone - basse - et Paul Masvidal - guitare et chant
-, avec qui il aura joué pendant presque trente ans.
Le choc est encore plus douloureux pour Paul Masvidal,
qui parlait de Reinert en ces termes :
« C'était un de mes plus anciens amis, un frère karmique.
Nous étions connectés par quelque chose
qui nous dépassait ».
Fin 2020, c’est Sean Malone qui décède à son tour.
Masvidal est « dévasté par une douleur », que nous
ne pouvons qu’imaginer. D’aucuns voient la fin de
Cynic. Mais c’était sans compter sur la force et la
persévérance admirable du chanteur-guitariste, qui
non seulement réussira à sortir grandi et élevé de
toute cette peine, mais trouvera en lui les ressources
qui lui permettront d’achever l’écriture et l'enregistrement
d’un nouvel album. Si ce n’était que
cela, ce serait déjà absolument fou et respectable
au-delà de toute mesure. Or, Ascension Codes est
de surcroît un album singulièrement sublime, qui
coule sans encombre malgré sa densité, qui rend
hommage à ses anciens membres sans jamais tomber
dans le pathos et qui réussit l’exploit, comme
tous les albums de Cynic, d’être très aéré malgré
– ou plutôt, grâce à – la virtuosité de ses membres.
« Je n’ai jamais autant ressenti », témoigne Paul
Masvidal à l’issue de ce processus. Cet album est
un cadeau qu’il nous fait, dans lequel transparaît
un degré d’illumination spirituelle rare, que nous
ne pouvons sans doute qu’effleurer au travers de
sa musique.
Dans son intelligence et sa sensibilité, Masvidal
comprend qu’il ne pourra jamais remplacer Sean
Malone et son toucher unique à la basse fretless. Il
amène ainsi Dave Mackay à jouer les parties de basse
au synthétiseur, pour un résultat étonnamment
excellent et fluide.
Ascension Codes est un album que je n’arrive pas à
ne pas écouter depuis sa sortie. Je ne peux que vous
enjoindre à vous y initier.
Maxime Staedler
Ascension Codes
Cynic
Seasons of Mist
2021
28 spectrum 04.22