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MEMORIAV

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materiale espositivo già presente imponeva<br />

dei correttivi. È stato dunque sviluppato un<br />

arredo di legno, con pannelli appoggiati su<br />

piedini, vetrine ed espositori. Su quasi tutte<br />

le pareti sono stati predisposti dei binari<br />

per appendere i pezzi da esporre ed è stata<br />

migliorata la luce.<br />

Nel frattempo, mentre veniva allestito<br />

un plastico dello spazio espositivo in scala<br />

1:10, si procedeva a un’analisi delle collezioni,<br />

classificate in due categorie: i provini<br />

originali e i negativi, uno ying yang che<br />

sarebbe diventato il leitmotiv della mostra.<br />

Tra sale inondate di luce o condannate<br />

all’oscurità, tra luoghi chiusi e aperti, tra la<br />

smisuratezza dei volumi centrali e la ristrettezza<br />

di altri, le collezioni dialogavano con<br />

naturalezza in uno scambio di positivi e<br />

negativi, tra formati originali spesso ridotti e<br />

ingrandimenti dei negativi, fino ai supporti<br />

fotosensibili, da presentare al buio.<br />

Da queste riflessioni, oltre che la scenografia,<br />

è scaturito anche il titolo, altrettanto<br />

ambivalente. «Traces: 100 ans de patrimoine<br />

photographique en Suisse» rammenta che<br />

la «traccia», in fotografia, è al tempo stesso<br />

segno e simbolo, ombra del reale, collegamento<br />

fisico al proprio referente e icona<br />

del referente stesso.<br />

Una mostra in alternanza, dunque, con<br />

una zona giorno dedicata alla nuova interpretazione<br />

del patrimonio e una zona notte<br />

dedicata ai provini originali. Per certe collezioni,<br />

sarebbe stato assurdo esporre pochi<br />

negativi su vetro o supporti morbidi, magari<br />

alterati, né tantomeno riprodurli su stampe<br />

improvvisate. Per presentare questo patrimonio,<br />

la ristrettezza degli spazi e l’intensità<br />

della luce imponevano logicamente di penetrare<br />

nel passato, nel rivisitato. Il significato<br />

profondo di quelle immagini è nato dunque<br />

dall’accumulo, dalla loro successione<br />

sequenziale, dal cambiamento cromatico in<br />

formati talvolta colossali. Un approccio che<br />

consente tra l’altro di paragonare il negativo<br />

su vetro – supporto oggi raro – con il suo<br />

positivo rivisitato. Le stampe originali esposte<br />

nelle sale più piccole, scure, sono presentate,<br />

nel rispetto più assoluto della tradizione,<br />

in cornici, passe-partout o, per i pezzi<br />

più rari, vetrine (albumine, dagherrotipi).<br />

Per fermare sulla carta il messaggio<br />

veicolato dalla mostra e prolungare la riflessione,<br />

un catalogo denso di articoli e illustrazioni<br />

invita lo spettatore ad approfondire<br />

le collezioni di «Traces». Nella seconda<br />

parte del volume, invece, la nozione di<br />

34 <strong>MEMORIAV</strong><br />

patrimonio è sviscerata da una serie di<br />

autori e critici.<br />

Concludendo, «Traces» è il punto<br />

d’arrivo di una riflessione durata più mesi<br />

attorno a uno spazio espositivo in divenire<br />

e a un patrimonio collettivo che merita di<br />

essere valorizzato con pertinenza. Il gradimento<br />

del pubblico e dei media, nonché<br />

i tanti ingressi, ben dimostrano il successo<br />

dell’iniziativa e l’interesse suscitato.<br />

RILEVAMENTO DEI FILM<br />

NEGLI ARCHIVI E NELLE<br />

COLLEZIONI SVIZZERE<br />

MARIANN STRÄULI FARINELLI,<br />

DIREZIONE DEL PROGETTO<br />

Dopo un trimestre dedicato alla pianificazione<br />

(gennaio-aprile) e una fase pilota<br />

(maggio-settembre), il progetto è entrato<br />

nella Fase I, dedicata a un «primo rilevamento»<br />

mediante questionario. A metà ottobre<br />

è andata in stampa la versione definitiva<br />

del questionario in tre lingue e a inizio<br />

dicembre (10.12.2004) su 1557 copie inviate<br />

ne risultavano ritornate al mittente già 487.<br />

Questo ottimo tasso di risposta, pari al<br />

31,2%, ci dimostra che la lunga e laboriosa<br />

elaborazione del questionario, suddivisa<br />

in più livelli di redazione e diverse sedute<br />

di correzione, ha dato i suoi frutti.<br />

Per la Fase I servivano tre strumenti di<br />

lavoro: il questionario, un indirizzario e<br />

una banca dati.Tutto ciò è stato elaborato<br />

rifacendosi alle esperienze e ai lavori svolti<br />

per il rilevamento delle fotografie.<br />

Tra la fase di pianificazione e la fase<br />

pilota, il progetto e una prima versione del<br />

questionario sono stati esaminati accuratamente<br />

e discussi con noi da quattro esperti:<br />

Caroline Neeser (Cineteca svizzera), David<br />

Landolf (Lichtspiel di Berna), il restauratore<br />

di film Reto Kromer e lo storico cinematografico<br />

Roland Cosandey. Le loro osservazioni,<br />

critiche e suggerimenti hanno costituito una<br />

base affidabile da cui sono scaturite le<br />

nostre decisioni.<br />

Scopo principale del nuovo progetto, di<br />

cui è stata fornita un’ampia descrizione nel<br />

bollettino Memoriav n. 11, 5/2004, è rilevare<br />

e registrare le pellicole attualmente esistenti<br />

e, in futuro, migliorarne lo stato di conservazione.<br />

In quest’ottica avevamo previsto un<br />

incontro di approfondimento con il personale<br />

addetto alle collezioni. Il 30 novembre,<br />

oltre ottanta persone hanno partecipato alla<br />

giornata di formazione nel cinema del Kunst-<br />

museum di Berna, organizzato da Memoriav<br />

in collaborazione con l’Associazione delle<br />

biblioteche, delle bibliotecarie e dei bibliotecari<br />

svizzeri (BBS).<br />

Confrontati alla necessità di suddividere<br />

un posto all’85% tra una direttrice (Marian<br />

Sträuli Farinelli) e una collaboratrice (Una<br />

Bitterli), abbiamo dovuto concentrare le<br />

risorse sui principali obiettivi del progetto.<br />

Ciò ha avuto risvolti più che positivi sull’attività:<br />

ad appena un anno dall’avvio dei lavori<br />

siamo già entrati nella fase di registrazione<br />

e valutazione dei questionari ed è in preparazione<br />

la prossima tappa.<br />

PROGETTO LEUZINGER –<br />

CONCLUSI I LAVORI<br />

DI RESTAURO<br />

MARIANN STRÄULI FARINELLI,<br />

DIREZIONE DEL PROGETTO<br />

Come già riferito nel numero 5/2004 del<br />

bollettino Memoriav, nell’estate del 2004<br />

si è svolto il restauro delle ultime pellicole,<br />

fra le settanta a noi pervenute, del cineasta<br />

Willy Leuzinger di Rapperswil, in collaborazione<br />

con Hermann Wetter e Schwarz-Film<br />

di Ostermundigen. Fra queste, l’opera più<br />

lunga e ambiziosa: Leuziger, ginnasta<br />

appassionato, realizzò il film di quasi un’ora<br />

sulla 59° Festa Federale di Ginnastica di<br />

Lucerna, coprodotto nel 1928 dalla Commissione<br />

Propaganda dell’Associazione<br />

Federale di Atletica, che negli anni Venti<br />

confidava particolarmente nell’efficacia<br />

pubblicitaria del mezzo filmico. Con oltre<br />

trecentosettanta proiezioni documentate<br />

fra il 1928 e il 1930 in tutto il territorio<br />

elvetico, fu questo il film maggiormente<br />

proiettato fra quelli di Leuzinger e, allo<br />

stesso tempo, un’eccezione nell’ambito<br />

della sua produzione. Leuzinger, infatti,<br />

produceva per lo più brevi filmati sull’attualità<br />

regionale, proposti nei casi migliori per<br />

una stagione come programma di contorno<br />

ai lungometraggi, ma talvolta mostrati<br />

soltanto una o due volte nella località<br />

di ripresa.<br />

Aver portato a termine un simile progetto<br />

di conservazione e restauro, trasferendo<br />

così un patrimonio filmico unico e<br />

interessante di proprietà privata alla pubblica<br />

Cineteca svizzera è stato, allo stesso<br />

tempo, una soddisfazione e un sollievo.<br />

Garantita la salvaguardia materiale di queste<br />

opere, passa ora in primo piano un altro<br />

aspetto della conservazione dell’eredità

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