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MEMORIAV

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Il giornalista, presentatore e emblema del<br />

«Regionale» Siro Küng nel 1972.<br />

Foto: Guido Chiesi, TSI, Lugano<br />

<strong>MEMORIAV</strong><br />

LA SRG SSR CONTRIBUISCE ALLA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO<br />

MARC SAVARY, SRG SSR IDÉE SUISSE<br />

«Gli archivi della SRG SSR non appartengono<br />

né alla Confederazione, né al pubblico, ma<br />

solo alla SRG SSR.» Questa frase, contenuta<br />

nel rapporto finale del «Progetto MAM»<br />

(Media Asset Management) dell’ottobre<br />

2003, ha destato sorpresa, dubbi e addirittura<br />

preoccupazione nell’ambiente della<br />

salvaguardia del patrimonio. Sembra infatti<br />

contraddire uno dei principi alla base<br />

dell’attività di Memoriav: l’accesso del pubblico<br />

al patrimonio per usi non commerciali.<br />

È però un fatto che la radio e la televisione<br />

hanno conservato una notevole quantità di<br />

documenti, in primo luogo con l’intento<br />

puro e semplice di riutilizzarli e non allo<br />

scopo di preservare il patrimonio. Per la SRG<br />

SSR, infatti, gli archivi sono parte integrante<br />

della produzione dei programmi, utili in<br />

particolare a contenerne i costi. Secondariamente,<br />

costituiscono un capitale potenzialmente<br />

attivabile grazie alla moltiplicazione<br />

dell’offerta di programmi e di vettori di diffusione.<br />

La «salvaguardia del patrimonio»<br />

viene solo dopo: la sua importanza è stata<br />

infatti riconosciuta soltanto da qualche<br />

anno a questa parte. «La SRG SSR si trova a<br />

metà strada tra pubblico e privato: svolge<br />

una funzione d’utilità pubblica, ma deve<br />

contemporaneamente resistere alle reti<br />

concorrenti.» Uno studio in corso dell’Institut<br />

des hautes études en administration publique<br />

(IDHEAP) sulla politica della memoria in<br />

Svizzera ha messo perfettamente in rilievo<br />

quest’ambivalenza tra esigenze commerciali<br />

e di produzione, da un lato, e, dall’altro,<br />

partecipazione a una missione d’utilità<br />

pubblica.<br />

Nel contempo, l’attuale digitalizzazione del<br />

processo produttivo, di cui la conservazione<br />

degli archivi è ormai un elemento centrale,<br />

modifica radicalmente l’opera di salvaguardia<br />

dei documenti e le condizioni di collaborazione<br />

con le istituzioni specializzate. Ecco<br />

RAPPORTO D’ATTIVITÀ<br />

dunque nuove sfide, per esempio: come<br />

garantire un determinato accesso ai documenti<br />

storici e allo stesso tempo impedire<br />

il pirataggio e garantire la sicurezza informatica<br />

dell’azienda? Per il momento, la SRG<br />

SSR e i partner della rete Memoriav sono<br />

chiamati a trovare insieme i primi tentativi<br />

di soluzione.<br />

Negli ultimi dieci anni, le unità radiofoniche<br />

e televisive della SRG SSR e Memoriav hanno<br />

svolto importanti progetti comuni di salvaguardia,<br />

con grande soddisfazione reciproca.<br />

Questa politica va approfondita ulteriormente.<br />

Alla SRG SSR la nuova rete D+A<br />

(Documentazione e Archivi), creata per dar<br />

seguito al rapporto MAM, ha una funzione di<br />

coordinamento e d’interfaccia che permette<br />

alle reti radiotelevisive di sviluppare migliori<br />

sinergie interne e una politica verso<br />

l’esterno più coerente. Come organizzazione<br />

mantello, Memoriav è chiamata a svolgere<br />

un ruolo analogo di regolazione nell’ambito<br />

della salvaguardia del patrimonio.<br />

In questo contesto la SRG SSR ha voluto<br />

negoziare una nuova convenzione-quadro<br />

che permetterà non solo di disciplinare le<br />

modalità di cooperazione con Memoriav, ma<br />

anche di porre in essere un quadro strutturale<br />

per concludere contratti specifici con le<br />

istituzioni facenti parte della Rete Memoriav,<br />

quali la Fonoteca nazionale o la Cineteca<br />

svizzera.<br />

Da queste iniziative dovrebbe nascere una<br />

salvaguardia ottimale del patrimonio,<br />

conscia delle esigenze di competitività della<br />

radiotelevisione di servizio pubblico. Servono<br />

originalità e soluzioni consone all’era<br />

digitale di cui stiamo vedendo gli albori.<br />

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