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Il contributo dell'Italia alla costruzione dell'Algeria indipendente La ...

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L’Italia e la causa algerina:tra prudenza delle Istituzioni e solidarietà della società civileL’Italie et la cause algérienne:entre prudence des Institutions et solidarité de la société civileBruna BagnatoNel novembre 1954, quando gli attentati dellanotte di Ognissanti dettero inizio <strong>alla</strong> guerra d’Algeria,il governo italiano e l’opinione pubblica dellapenisola vi dedicarono scarsa attenzione. All’epoca,altri teatri attiravano il loro interesse. Quelloeuropeo e quello atlantico, in particolare, sui qualii recenti accordi di Parigi avevano, stabilizzandoli,rivoluzionato gli assetti, e annunciato implicitamentel’avvio di una nuova fase dei rapporti bipolari.Da pochi giorni liberatasi dell’ingombrantepeso della questione di Trieste, fiduciosa di unaprossima soluzione del problema dell’ammissioneall’ONU, impegnata a ricucire il tessuto del processodi integrazione europea che con il fallimentodella CED, nell’agosto, era parso irrimediabilmentelacerarsi, l’Italia, fino <strong>alla</strong> metà del 1955,guardò agli eventi di Algeria in modo discontinuoe intermittente, e comunque in chiave e in funzionedelle relazioni con la Francia, ritenuta elementofondamentale del e nel sistema occidentale.E ciò pur senza nominalmente porre in discussioneuna opzione anticoloniale che, prodotto dellafine delle velleità imperiali nazionali nel 1949, erasembrata la formula ideale per il rilancio della presenzaitaliana in Africa. Non era stata fino a quelmomento impresa facile trovare, nel microcosmoEn novembre 1954, quand les attentats de la nuitde la Toussaint donnèrent le coup d’envoi à la guerred’Algérie, le gouvernement italien et l’opinion publiquede la péninsule ne leur accordèrent pas beaucoupd’attention. A l’époque, d’autres scénarios attiraientleur intérêt. Celui européen et celui atlantique, enparticulier, dans lesquels les accords de Paris avaientbouleversé les équilibres, en les stabilisant, et annoncéimplicitement l’amorce d’une nouvelle phase desrapports bipolaires. Libérée depuis très peu du poidsencombrant de la question de Trieste, confiante dansune solution proche du problème de l’admission àl’ONU, engagée à rétablir l’intégration européennequi, avec l’échec de la CED en août, paraissait irrémédiablementcompromise, l’Italie, jusqu’à la moitiéde 1955, regarda les événements d’Algérie avec discontinuitéet de manière intermittente, et toujourspar rapport aux relations avec la France, considéréecomme un élément fondamental du et dans le systèmeoccidental.Et cela sans remettre en discussion un choix anticolonialqui, issu de la fin des velléités impériales nationalesen 1949, semblait la formule idéale pour relancerla présence italienne en Afrique. <strong>Il</strong> n’avait pas étéfacile jusqu’alors de trouver, dans la région du Maghreb,un équilibre entre le choix occidental – dans53

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