Il contributo dell'Italia alla costruzione dell'Algeria indipendente La ...

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11.07.2015 Views

numerosi lavori nel territorio della nascente wilayadi Souk Ahras, tra i quali la costruzione della Digadi Ain-Dalia e la realizzazione di un intero nuovoquartiere urbano, che comprendeva 1700 alloggipopolari. A quello stesso periodo risale, infine,la realizzazione, da parte della società Condotted’Acqua, del nuovo porto di DjenDjen (Jijel), cheresta ancora oggi una delle principali infrastruttureportuali e commerciali del Paese.Una stagione, quindi, di straordinario attivismoda parte del nostro sistema industriale, presente,in forze, non soltanto con le grandi imprese di costruzionema con i primi esempi di quella nascentecomunità di affari, composta da piccoli operatorieconomici ed imprese manifatturiere di piccole emedie dimensioni, attivi nel commercio, nelle fornituredi macchinari per la PMI algerina, e nell’indottodelle grandi opere, che proprio in queglianni cominciò a radicarsi sul territorio. Una realtàattivissima ancora oggi e che rappresenta un vero eproprio patrimonio, in termini di professionalità,passione, flessibilità organizzativa e legami, anchepersonali, con l’Algeria ed il suo popolo, nell’economiacomplessiva del rapporto bilaterale tra i duePaesi.A questa stagione di successi subentrò tuttaviaun fase di forte flessione congiunturale. La crisi petrolifera,a partire dal 1986, rallentò sensibilmenteil programma realizzativo e costrinse il Governoalgerino a ridimensionare gli obiettivi di spesa infrastrutturale.In quegli anni, al completamentodei progetti in corso di esecuzione, molte aziendeitaliane furono costrette a ripiegare ed abbandonaretemporaneamente il Paese. A seguito delle misuredi politica economica adottate dal Governo,incentrate su un programma di liberalizzazioni eprivatizzazioni a tappe forzate imposto dalle IFI,gli antichi equilibri saltarono e, all’incremento(Jijel), qui reste encore de nos jours l’une des principalesinfrastructures portuaires et commerciales duPays.Une saison, donc, d’activisme extraordinaire denotre système industriel, présent en force, pas seulementavec les grandes entreprises de construction,mais aussi avec les premiers exemples de la naissantecommunauté d’affaires, composée de petits opérateurséconomiques et entreprises manufacturières de petiteset moyennes dimensions, actifs dans le commerce etfournitures de machines pour la PME algérienne, etla sous-traitance de grandes ouvrages, qui commençaà s’enraciner dans le territoire algérien à cette époque.Une réalité encore très active aujourd’hui et qui représenteun véritable patrimoine, en termes de professionnalisme,passion, fl exibilité organisationnelleet liens, y compris personnels, avec l’Algérie et sonpeuple, dans l’économie globale du rapport bilatéralentre les deux Pays.Cette saison de succès fut toutefois suivie par unephase de forte fl exion conjoncturelle. La crise pétrolière,à partir de 1986, ralentit sensiblement le programmede réalisations et obligea le Gouvernementalgérien à réduire les objectifs de dépense pour les infrastructures.Après l’achèvement des projets en coursd’exécution, beaucoup d’entreprises italiennes furentobligées de replier et abandonner temporairement lePays. Suites aux mesures de politique économiquesadoptées par le Gouvernement, axées sur un programmede libéralisations et privatisations à étapes forcéesimposé par le FMI, les anciens équilibres sautèrent,et l’augmentation vertigineuse des prix des biens depremière nécessité et le chômage croissant furent suivispar de très fortes tensions sociales, qui se transformèrenten turbulences. Le germe de la violence et de labrutalité terroristes, qui déferla peu après et ensanglantal’histoire des années ‘90 de l’Algérie, avait étéjeté.130

iperbolico dei prezzi dei beni di prima necessità edalla crescente disoccupazione, seguirono fortissimetensioni sociali, che sfociarono nelle prime turbolenzesociali. Il seme della violenza e della brutalitàterroristica, che dilagò di lì a poco tempo ed insanguinòla storia dei primi anni ‘90 dell’Algeria, erastato infine posto.Progressivamente tutti gli operatori economicistranieri abbandonarono il Paese. Solo alcuneimprese italiane restarono a presidiare il mercato,operando in sintonia con le Autorità centrali e realizzandoquei progetti, finanziati in buona partedagli organismi internazionali, intesi a mitigarel’impatto della grave congiuntura socio-economicasulle famiglie algerine.In questa fase drammatica della storia recentedi questo Paese, le imprese italiane continuarono,con coraggio e spesso con autentiche dimostrazionidi eroismo, a lavorare e ad offrire il proprio contributoad un Paese in lotta per la sopravvivenza.Risale a quegli anni la realizzazione, da parte dellasocietà Condotte, della Diga di Hammam Boughrara,in prossimità del confine marocchino, o ilavori per la costruzione, da parte del raggruppamentodi imprese AFT (Astaldi – Federici – Todini)della diga di Taksebt (wilaya di Tizi Ouzou)e l’avvio dei lavori sulla diga di Kramis (wilaya diMostaganem). Una menzione particolare spetta,inoltre, alla Lesi, capofila del raggruppamento conl’impresa Dipenta, e impegnata, simultaneamente,sul fronte delle grandi opere idrauliche, con larealizzazione della Diga di Koudiat – Acerdoune(wilaya di Bouira) e su quello delle infrastruttureferroviarie, con la costruzione del Tunnel, lungo5,3 km, di El-Achir (wilaya di Bordj Bou Arreridj).Non vanno altresì dimenticati gli impegnicontrattuali, onorati e portati e termine in condizionispesso drammatiche, da parte di GICO eProgressivement, tous les opérateurs économiquesétrangers abandonnèrent le Pays. Seulement quelquesentreprises italiennes restèrent pour “défendre” lemarché, en travaillant en syntonie avec les Autoritéscentrales et en réalisant les projets, financés en grandepartie par les organismes internationaux, visant àmitiger l’impact de la grave conjoncture socio-économiquesur les ménages algériens.Pendant cette phase dramatique de l’histoire récentedu Pays, les entreprises italiennes continuèrent, aveccourage et souvent de véritables actes d’héroïsme, à travailleret offrir leur contribution au Pays en lutte poursurvivre. Remonte à ces années-là la réalisation,parla société Condotte, du barrage de Hammam Boughrara,à proximité de la frontière marocaine, ainsique les travaux pour la construction, par le groupementd’entreprises AFT (Astaldi – Federici – Todini)du barrage de Taksebt (wilaya de Tizi Ouzou) et lelancement des travaux du barrage de Kramis (wilayade Mostaganem). Une mention particulière va, enoutre, à la société Lesi, chef de file du groupementavec l’entreprise Dipenta, engagée simultanément surle front des grands ouvrages hydrauliques (réalisationdu barrage de Koudiat – Acerdoune, wilaya deBouira) et sur le front des infrastructures ferroviaires,avec la construction du Tunnel, d’une longueur de5,3 km, d’El-Achir (wilaya de Bordj Bou Arreridj).D’autre part, il ne faut pas oublier les engagementscontractuels, honorés et complétés en conditions souventdramatiques, par les sociétés GICO et C.M.C.de Ravenne, engagées dans les secteurs routier et hydraulique.Ni la présence de sociétés italiennes spécialiséesdans des travaux sectoriels et à haut contenutechnologique, parmi lesquelles brille le nom Trevi,qui commença à cette époque ses activités en Algérie.Des années épouvantables, pendant lesquelles lacommunauté italienne partagea, à coté de la populationalgérienne, quotidiennement sur les chantiers la131

iperbolico dei prezzi dei beni di prima necessità ed<strong>alla</strong> crescente disoccupazione, seguirono fortissimetensioni sociali, che sfociarono nelle prime turbolenzesociali. <strong>Il</strong> seme della violenza e della brutalitàterroristica, che dilagò di lì a poco tempo ed insanguinòla storia dei primi anni ‘90 dell’Algeria, erastato infine posto.Progressivamente tutti gli operatori economicistranieri abbandonarono il Paese. Solo alcuneimprese italiane restarono a presidiare il mercato,operando in sintonia con le Autorità centrali e realizzandoquei progetti, finanziati in buona partedagli organismi internazionali, intesi a mitigarel’impatto della grave congiuntura socio-economicasulle famiglie algerine.In questa fase drammatica della storia recentedi questo Paese, le imprese italiane continuarono,con coraggio e spesso con autentiche dimostrazionidi eroismo, a lavorare e ad offrire il proprio <strong>contributo</strong>ad un Paese in lotta per la sopravvivenza.Risale a quegli anni la realizzazione, da parte dellasocietà Condotte, della Diga di Hammam Boughrara,in prossimità del confine marocchino, o ilavori per la <strong>costruzione</strong>, da parte del raggruppamentodi imprese AFT (Astaldi – Federici – Todini)della diga di Taksebt (wilaya di Tizi Ouzou)e l’avvio dei lavori sulla diga di Kramis (wilaya diMostaganem). Una menzione particolare spetta,inoltre, <strong>alla</strong> Lesi, capofila del raggruppamento conl’impresa Dipenta, e impegnata, simultaneamente,sul fronte delle grandi opere idrauliche, con larealizzazione della Diga di Koudiat – Acerdoune(wilaya di Bouira) e su quello delle infrastruttureferroviarie, con la <strong>costruzione</strong> del Tunnel, lungo5,3 km, di El-Achir (wilaya di Bordj Bou Arreridj).Non vanno altresì dimenticati gli impegnicontrattuali, onorati e portati e termine in condizionispesso drammatiche, da parte di GICO eProgressivement, tous les opérateurs économiquesétrangers abandonnèrent le Pays. Seulement quelquesentreprises italiennes restèrent pour “défendre” lemarché, en travaillant en syntonie avec les Autoritéscentrales et en réalisant les projets, financés en grandepartie par les organismes internationaux, visant àmitiger l’impact de la grave conjoncture socio-économiquesur les ménages algériens.Pendant cette phase dramatique de l’histoire récentedu Pays, les entreprises italiennes continuèrent, aveccourage et souvent de véritables actes d’héroïsme, à travailleret offrir leur contribution au Pays en lutte poursurvivre. Remonte à ces années-là la réalisation,parla société Condotte, du barrage de Hammam Boughrara,à proximité de la frontière marocaine, ainsique les travaux pour la construction, par le groupementd’entreprises AFT (Astaldi – Federici – Todini)du barrage de Taksebt (wilaya de Tizi Ouzou) et lelancement des travaux du barrage de Kramis (wilayade Mostaganem). Une mention particulière va, enoutre, à la société Lesi, chef de file du groupementavec l’entreprise Dipenta, engagée simultanément surle front des grands ouvrages hydrauliques (réalisationdu barrage de Koudiat – Acerdoune, wilaya deBouira) et sur le front des infrastructures ferroviaires,avec la construction du Tunnel, d’une longueur de5,3 km, d’El-Achir (wilaya de Bordj Bou Arreridj).D’autre part, il ne faut pas oublier les engagementscontractuels, honorés et complétés en conditions souventdramatiques, par les sociétés GICO et C.M.C.de Ravenne, engagées dans les secteurs routier et hydraulique.Ni la présence de sociétés italiennes spécialiséesdans des travaux sectoriels et à haut contenutechnologique, parmi lesquelles brille le nom Trevi,qui commença à cette époque ses activités en Algérie.Des années épouvantables, pendant lesquelles lacommunauté italienne partagea, à coté de la populationalgérienne, quotidiennement sur les chantiers la131

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