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1 - Ecologia Mediterranea

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Blasi, Filesi, Fratini & Stanisci<br />

La cenosi si distingue dalle altre per la maggiore<br />

presenza di specie Pontiche e abbondanza di specie<br />

Eurasiatiche (35 % complessivo) anche se l'insieme<br />

delle specie ad areale mediterraneo è ancora ben<br />

rappresentato (42 %).<br />

Sinecologia: è stata rHevata nella porzione più<br />

recente della duna pleistocenica della Piana Pontina,<br />

su suoli sciolti a tessitura sabbioso-argillosa, a pH<br />

generalmente acido, ben drenati.<br />

La variante edafo-igrofila a famia si colloca nelle<br />

lievi depressioni, dove la falda è più superficiale e<br />

maggiore è la componente argillosa deI suolo.<br />

Elementi caratterizzanti la fisionomia: Quercus<br />

suber, Q. frainetto, Fraxinus omus, Mespilus<br />

gennanica, Carpinus orientalis, Ruscus aculeatus.<br />

Specie caratteristiche: Quercus suber, Clematis<br />

flammula, Melica arrecta.<br />

Struttura e sindinamica : la cenosi si presenta ben<br />

strutturata con strato arOOreo alto fino a 15 m (cop. 80<br />

%), strato arbustivo con copertura media deI 30% e<br />

strato erbaceo con copertura dei 60 %.<br />

Il Quercetum frainetto-suberis rappresenta la<br />

comunità piu termofila nell'arnbito deI Teucrio siculi­<br />

Quercion cerridis ed é in contatto catenale con la<br />

cerreta planiziare e le sue varianti meso-igrofile a<br />

farnia e carpino bianco delle lievi depressioni<br />

interdunali. Legati dinarnicarnente a questo bosco si<br />

hanno cespuglieti riferibili ai Pistacio-Rhamnetalia e<br />

ai Prunetalia spinosae, in relazione alla diversa<br />

esposizione e andamento morfologico.<br />

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI<br />

La sughera è un elemento frequente nel paesaggio<br />

tirrenico costiero e testimonia la larga diffusione di<br />

pascoli arborati e coltivazioni estensive, forme di uso<br />

deI suolo perpetuatesi per secoli in questo territorio.<br />

La si trova pero in cenosi strutturate solo nei siti più<br />

xerici della pianura e nei siti più freschi dei bassi<br />

rilievi calcarei costieri, che rappresentano<br />

probabilmente il suo habitat primario.<br />

Nel paesaggio tirrenico laziale, la quercia da<br />

sughero gioca un ruolo importante quale termine di<br />

passaggio tra le formazioni a sclerofille e i querceti<br />

decidui termofili con fametto e cerro, in quanto si<br />

accompagna al leccio nel pedemonte dei rilievi<br />

calcarei costieri, sugli affioramenti tufacei e nelle aree<br />

dunari recenti, mentre si associa al fametto sui suoli<br />

più sabbiosi dell'area planiziale (figura 4). Nel primo<br />

casa dominano gli elementi dei Quercetea ilicis, nel<br />

secondo acquistano invece un peso rilevante le specie<br />

ecologia mediterranea 23 (3/4) - 1997<br />

Le cenosi con sughera nel paesaggio tirrenico laziale<br />

dei Querco-Fagetea. In tutti e due casi è presente pero<br />

una matrice floristica comune eurimediterranea e<br />

mediterraneo-atlantica di elementi laurifilli quali<br />

Ruscus aculeatus, Hedera helix, Rubia peregrina,<br />

Tamus communis. Queste specie ben si accordano al<br />

clima mite e umido deI settore tirrenico deI Lazio<br />

meridionale e la progressiva riduzione deI disturOO<br />

antropico, in particolare dell'incendio, sta portando ad<br />

un recupero delle specie laurifille COSt come è stato<br />

riscontrato nel Mediterraneo occidentale (Barbero et<br />

al., 1990). Il tema deI progressivo aumento delle<br />

laurifille é ampiarnente discusso anche in Europa<br />

centrale e il fenomeno viene considerato un buon<br />

indicatore deI progressivo cambiamento climatico<br />

(Hansen et al., 1988). In ltalia centrale e settentrionale<br />

in effetti si registra un contemporaneo aumento delle<br />

precipitazioni e delle temperature che favorisce la<br />

diffusione di questo contingente floristico (Blasi,<br />

1996).<br />

DaI punto di vista sintassonomico, le cenosi con<br />

sughera sono di difficile attribuzione e la variabilità<br />

cenologica di questa specie è stata segnalata anche per<br />

altri distretti geografici, inducendo diversi Autori a<br />

proporre nuove alleanze dei Quercetalia ilicis<br />

(Quercion suberis, Quercion brotero-suberis, Erico­<br />

Quercion ilicis, Querco rotundifoliae-Oleion<br />

sylvestris), coerenti con le caratteristiche corologiche,<br />

edafiche e climatiche locali (Loisel, 1971; Rivas­<br />

Martinez, 1984; Brullo et al., 1977; Barbero et al.,<br />

1981).<br />

Nel Lazio, la diffusa potenzialità per i OOschi a<br />

caducifoglie dei Querco-Fagetea (Blasi et al., 1993)<br />

limita la presenza di OOschi primari dei Quercetea<br />

ilicis solo in siti con caratteri geomorfologici ed<br />

edafici di maggiore xericità.<br />

Nel distretto tirrenico studiato, i querceti a cerro e<br />

fametto rappresentano la vegetazione zonale della<br />

pianura e sono stati riferiti in questi ultimi anni aile<br />

alleanze Quercionfraineno e Teucrio siculi-Quercion<br />

cerridis, dell'ordine Quercetalia pubescenti-petraeae<br />

(Spada, 1982; Blasi, 1984; Abbate et al., 1987;<br />

Lucchese & Pignatti, 1990 ; Scoppola et al., 1993).<br />

Nel pedemonte dei rilievi calcarei costieri e nelle<br />

aree di espluvio dei complessi dunari costieri e interni<br />

si hanno invece ambiti di chiara pertinenza deI<br />

Quercion ilicis, correlati a suoli più drenati, e manca<br />

unD spazio ecologico per l'affermazione di un'altra<br />

alleanza forestale nell'ambito dei Quercetalia ilicis,<br />

come accade in altri settori deI bacino deI<br />

Mediterraneo (Loisel, 1971; Rivas-Martinez, 1984;<br />

Brullo et al., 1977).<br />

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