Bulletin de liaison et d'information - Institut kurde de Paris

REVUE DE PRESSE-PRESS REVIEW-BERHEVOKA ÇAPÊ-RIVISTA STAMPA,DENTRO DE LA PRENSA,BASIN ÖZETi
DAL NOSTRO INVIATO
ANKARA - Con i curdi
non si tratta, per non
toccare la suscettibilità
dell'alleato turco che Ii
considera' semplici criminali.
Sembra essere questa,
almeno umcialmente,
la linea deI governo
italiano dopo il rapimento
dei quattro turisti che
si aggiravano' nei pressi
deI monte Ararat alla ricerca
dell'Arca perduta.
In realtà, come già hanno
Catto altri governi europei,
è assai probabile che
ne lIe prossime ore la nostra
autorità diplomatica
aprirà un canale riservato
per contattare gIi uomini
del Pkk e ottenere
cosi la liberazione dei rapiti.
Le richieste avanzate
finora dagli uomini
della guerriglia curda appaiono
assai moderate.
Al di là di questioni specüiche,
a loro interessa
una sola càsa: proseguire
sulla strada di un riconoscimento
intemazionale,
Cacendo un piccolo passo
verso l'obiettivo strategico
che ritengono oggi alla
loro portata. Che il mondo,
cioè, la smetta di
ignorare la questione
curda e ammetta che esiste
il problema di un popolo
senza terra che si
muove nelle aride regioni
al confine tra Turchia,
Iran, Irak, Siria e Armenia.
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Uno dei portavoce del
movimento ha sottolineato
che il Pkk vedrebbe
con Cavore una visita
di una delegazione parlamentare
italiana nelle regioni
deI Kurdistan. «Sarebbe
una buona occasione
- ha affermato -
per vedere direttamente
la repressione messa in
atto dal govemo turco
nei confronti della popolazione
curda».
Per quanto riguarda i
quattro rapiti, sembra
ormai accertato che di
essi uno solo è unicamente
cittadino italiano. Si
tratta del capo spedizione,
l'ingegnere in pensione
Angelo Palego ehe
non ha esitato a mettere
se stesso e i suoi amici in
una situazione di estremo
pericolo pur di proseguire
la ricerca della miti-
Sanguinosi scontri in Kurdistan. Il Pkk chiede un riconoscimenlo internazionale della «causa» ma non rinuncia alla loUa armata
Turchia, la guerra sfiora gli ostaggi
I curdi avvertono: i rapiti sono in pericolo durante le battaglie con l'esercito
ca Arca di Noé (che giura
di aver già individuato) e
che secondo le leggende
si sarebbe Cermata dopo
il diluvio sul monte Ararat.
L'altra italiana di nascita
del gruppo, Anna
d'Andrea, è naturalizzata'
svizzera a seguito di matrimonio.
Cittadini svizzeri
sono pure gIi altri
due componenti la spedizione,
Giuseppe Rezzonico
e Nico Riccardo Pianta
entrambi ticinesi.
«I quattro ostaggi sono
in nostre mani e stanno
bene, ma non rispondiamo
della loro sicurezza in
caso di operazioni militari
turche», hanno ripetuto
ieri ad Ankara i portavoce
del partito curdo.
Appare assai probabile
che la cattura dei tre cittadini
svizzeri sia stata
un errore, in quanto la
guerrigIia curda non ha
alcun contenzioso aperto
con Berna: sarebbero
stati presi inizialmente
per svedesi. Nulla di pre-
ciso si sa ancora sul possibile
nascondiglio scelto
per i rapiti, anche se tutto
lascia credere che siano
stati trasportati in un
«santuario» al confine
con l'Iran 0 addirittura
all'interno deI territorio
dello Stato islamico che
da tempo assiste e protegge
i curdi, nella sua
strategia anti-irachena (e
art'ti-turca) .
Le esperienze passate
Canno ritenere degne di
Cede Ie notizie secondo
cui i quattro starebbero
bene, visto anche che
non è certo nell'interesse
dei curdi inimicarsi l'opinione
pubbIica mondiale
generalmente Cavorevole
alla loro causa.
Eventuali trattative e il
possibile rilascio dei rapiti
potrebbero es sere
ostacolati dalla ripresa
delle azioni militari proprio
nella zona dove è avvenuto
il sequestro. Proprio
ieri nella Turchia
orientale sono ripresi gIi
attacchi degIi uomini del
Pkk contro l'esercito regolare
di Ankara. Secon.
do Conti turche, 18 militari
sarebbero morti a segÙito
di queste azioni di
guerriglia. L'episodio più
rilevante si sarebbe svolto
nella provincia di Igdir
proprio al confine con 1'1-
.ran, dove una postazione
turca è stata attaccata
dai curdi. Sedici soldati
sarebbero morti durante
l'attacco, mentre altri
due turchi sarebbero saltati
su una mina mentre
con illoro veicolo si recavano
ad aiutare i compagni
attaccati.
L'incursione dei peshmerga
nella zona a ridosso
del contine iraniano
conferma i sospetti di
Ankara sull'appoggio di
Teheran ai separatisti.
Proprio ieri, un disertôre
deI Pkk ha rivelato l'esistenza
di una serie di basi
in territorio iraniano
dove i partigiani si addestrerebbero
all'uso di armi
pesanti e alle tecniche
della guerrigIia.
Manlfestazlone di curdi in Turchia e, nella foto piccola, Il leader del Pkk Ochèlan
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Nella capitale turca la
nuova offensiva curda e
la presa di ostaggi hanno
ovviamente suscitato
molto imbarazzo, come
era prevedibile. Per moIte
ore le autorità si sono
ritiutate di Cornire qualsiasi
conCerma ufficiale
del rapimento. A seguito
delle richieste del nostro
ambasciatore ad Ankara
edel rappresentante
consolare di Smirne è
stata aperta una inchiesta
volta ad accertare gli
ultimi spostamenti del
quartetto .caduto nelle
mani dei curdi. Una inchiesta
che, verosimilmente,
non Comirà alcun
elemento di rilievo, visto
che ormai i partigiani
curdi hanno avuto tutto
il tempo di organizzarsi e
di portare gli ostaggi in
un posto sicuro.
Fabrizio Dragosei
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