Télécharger le livret - Outhere
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accenti gravi e anche tragici del primo movimento,<br />
se non si vo<strong>le</strong>va che tutto il Fina<strong>le</strong> desse l’impressione<br />
del falso. Si possono trovare modelli nel<strong>le</strong> tre<br />
ultime sonate nonché nella Sinfonia Grande in do<br />
maggiore. Come in questi esempi, bisognava ancora<br />
dare alla fine dello sviluppo un punto culminante<br />
d’intensità sonora, che non sarebbe più potuto<br />
essere raggiunto o sorpassato se non in conclusione<br />
di movimento. Per un lavoro tematico, si<br />
potevano immaginare i motivi del tema inizia<strong>le</strong>, il<br />
qua<strong>le</strong>, alla seconda pagina, dà luogo a un piccolo<br />
sviluppo. Partendo da qui, e aiutandomi con lo sviluppo<br />
“orchestra<strong>le</strong>” del primo movimento, ho fatto<br />
intervenire concatenazioni armoniche analoghe.<br />
È solo in fine dello sviluppo che il secondo tema<br />
prende anche la parola, in una variante in minore<br />
che riporta alla ripresa (ho notato più tardi che la<br />
concezione tematica e armonica della mia transizione<br />
è parente con quella del primo movimento<br />
della Sonata in sol maggiore Op. 78 D 894). Era più<br />
diffici<strong>le</strong> concepire l’epilogo, quella coda che doveva<br />
condurre tutta l’opera al suo culmine di luce,<br />
un po’ come nella Sinfonia Grande in do maggiore.<br />
A servirmi di modello fu di nuovo il primo movimento<br />
della sonata, la cui coda comincia come<br />
un secondo sviluppo. L’idea di citare il tema inizia<strong>le</strong><br />
del primo movimento alla fin fine è ispirata<br />
alla grande Sonata in la maggiore D 959. Prima di<br />
me, Ernst Krˇenek aveva già pensato di dare quell’“arrotondato”<br />
ciclico. Sia o non sia convincente,<br />
questa ricostituzione era l’unico modo di rendere<br />
sensibi<strong>le</strong> all’ascoltatore il genio della concezione<br />
forma<strong>le</strong> globa<strong>le</strong>. Del resto, il disco permette di<br />
ascoltare solo i primi due movimenti se si vuo<strong>le</strong>.<br />
197 English Français Deutsch Italiano<br />
infine, un’altra ragione che ha potuto spingere<br />
Schubert a decidere di non terminare e<br />
quindi di non pubblicare questa sonata potrebbe<br />
essere l’audacia, talvolta inimmaginabi<strong>le</strong> ai<br />
suoi tempi, della sua scrittura armonica (assai<br />
spesso era stato già criticato per <strong>le</strong> sue “armonie<br />
stravaganti”). Fin dall’esposizione del primo<br />
movimento, succede qualcosa d’inaudito: il tema<br />
inizia<strong>le</strong> si sviluppa in modo sinfonico, sicché<br />
a partire dall’inizio delicato si prosegue fino<br />
al pieno fulgore orchestra<strong>le</strong>. in quel momento,<br />
la regola esigerebbe una modulazione verso la<br />
dominante. invece di quella, il tema ritorna alla<br />
tonica sull’accordo di nona della dominante sol,<br />
il qua<strong>le</strong> si aspetterebbe in realtà quindici minuti<br />
più tardi, durante la ripresa. Schubert s’era forse<br />
smarrito? Questo accordo di nona di dominante<br />
dovrebbe risolversi in do minore (o maggiore),<br />
quindi nella “buona” tonalità nel senso in cui<br />
s’intende la struttura della sonata. Ma proprio<br />
in quel momento, Schubert inventa una concatenazione<br />
enarmonica di genio, così unica nel suo<br />
genere che bisogna citarla in esempio musica<strong>le</strong>:<br />
A. modulazione attesa<br />
B. modulazione effettiva