Télécharger le livret - Outhere
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appresentano l’innovazione più importante di<br />
Schubert in questa sonata, per questo è un argomento<br />
che non si può aggirare qui. Purtroppo si<br />
deve usare un linguaggio di cui il <strong>le</strong>ttore non istruito<br />
in questa materia vorrà scusarci e potrà saltare<br />
senza scrupoli il paragrafo che segue; ci saranno<br />
altre cose da dire, comprensibili per il melomane<br />
senza formazione tecnica.<br />
La nona si-do è una dissonanza “dura”. Durante<br />
secoli, si era considerato il basso – la base – così<br />
importante che nel caso presente era il do della voce<br />
superiore che doveva risolversi nella consonanza<br />
dell’ottava si. Perché <strong>le</strong> dissonanze non hanno<br />
il diritto di rimanere in aria senza risolversi. Ma<br />
Schubert la pensava in un altro modo: «Perché il<br />
basso non cederebbe per una volta?», perché non<br />
dovrebbe fare lui stesso il “passo” di quel mezzo tono<br />
verso la risoluzione della dissonanza, il passo da<br />
si a do? Quel capovolgimento dei valori fu per la musica<br />
una rivoluzione copernicana. Metaforicamente,<br />
è come se Schubert avesse, per la prima volta, rimesso<br />
in questione il principio del primato assoluto<br />
dell’uomo, del basso. E quindi non si va verso<br />
mi, ma verso do maggiore. Quel do maggiore non è<br />
però la meta fina<strong>le</strong>: un semplice passaggio verso sol<br />
maggiore, la tonalità di quel che si chiama la transizione,<br />
un sol maggiore che con la sesta minore mi<br />
bemol<strong>le</strong>, si tinge di malinconia, di vaghezza. infine,<br />
la transizione passa da mi minore, per sboccare su<br />
mi maggiore, tonalità del tema secondario. È ancora<br />
una del<strong>le</strong> grandi innovazioni di Schubert: dei due<br />
poli che possono opporsi alla tonica (dominante e<br />
sottodominante), la sottodominante era stata trascurata<br />
in modo colpevo<strong>le</strong>, e ciò durante tutta l’evo-<br />
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luzione musica<strong>le</strong> fino a Schubert. Serviva solo come<br />
da sostegno per gli altri accordi, come un’“invitata”<br />
che ha diritto anche <strong>le</strong>i di dire la sua durante lo sviluppo<br />
o la coda d’un movimento. Schubert <strong>le</strong> ha attribuito<br />
un nuovo significato creando un’antinomia<br />
tra il suo carattere dolce e il temperamento quasi<br />
sempre dinamico della dominante. Stabilitasi al<strong>le</strong>gramente<br />
nel tema secondario, la sottodominante<br />
mi maggiore si risolve però nella dominante fa#<br />
maggiore, tonalità della conclusione.<br />
La moltiplicazione del<strong>le</strong> concatenazioni armoniche<br />
inusitate avrebbe potuto facilmente portare<br />
a una dissoluzione dell’unità forma<strong>le</strong> e struttura<strong>le</strong>.<br />
Schubert fronteggia quel rischio creando il contrappeso<br />
di un’unità forte nell’organizzazione ritmica:<br />
fin dalla prima entrata, un motivo in note puntate,<br />
in anacrusi, appare, che attraverserà tutta quella<br />
progressione e si ritirerà solo quando sarà raggiunta<br />
la “buona” tonalità di dominante, nella conclusione,<br />
dove quel motivo è ancora sussurato un’ultima<br />
volta al basso, mentre in alto corre il “dolce ruscello<br />
dai bagliori argentei”. Lo sviluppo è dominato dal<strong>le</strong><br />
potenze ctonie, con un’esagerazione quasi grottesca<br />
dei salti d’intervalli del tema inizia<strong>le</strong>. Attraverso una<br />
scrittura romantica, tutta in modulazioni, si tocca,<br />
nello spazio più ristretto, a tonalità estremamente<br />
lontane. Sull’esempio del<strong>le</strong> sonate anteriori, la ripresa<br />
comincia sulla sottodominante mi maggiore; non<br />
è certamente per comodità, ma con l’intenzione di<br />
valorizzare la sottodominante (nel primo abbozzo<br />
cominciava ancora con si maggiore). A partire da<br />
quel punto, la prima parte si ripete quasi <strong>le</strong>tteralmente,<br />
trasportata, e si spegne nell’aquietamento<br />
del si maggiore ritrovato.