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doSSiEr 18 za mezzi termini – con il sistema di allora (guidare 2 anni 125 ccm prima di cambiare su una moto più grande) avevano delle altre condizioni? Torniamo agli anni 2003–2007 e guardiamo il rapporto upi nr. 59 «comportamento, atteggiamento e esperienza con incidenti dei motociclisti». (Sotto altri aspetti, analisi e confronti molto interessanti si legge alla pag. 36.) Il sistema svizzero d’ammissione e di formazione per motociclisti il sistema svizzero per l’ottenimento della licenza di condurre per moto, in confronto con altri paesi, è relativamente rigido. Dal 1991 esistono, sia nell’ambito teorico sia in quello pratico, i seguenti requisiti di formazione obbligatori: otto ore di lezioni di teoria della circolazione e un corso di base per moto di 8 lezioni (per la cat. A1). Inoltre fino alla fine del 2002, il/la neoconducente di moto si deve limitare alla conduzione di moto di piccola cilindrata
Back to the roots? L’esperienza specifica di guida di bicicli, sembra essere a tutti gli effetti un impatto positivo sul rischio d’incidente, poiché nella pratica esempi di percezione specifici alla guida di una moto e le abilità motorie possono essere allenate benissimo. Sotto questo punto di vista sarebbe da considerare di impostare le diverse categorie di veicoli gerarchicamente (per velocità e potenza). Ogni acquisizione di una categoria superiore dovrebbe essere collegata all’esperienza della categoria più bassa. Questo almeno è la proposta del dossier di sicurezza nr. 05 «circolazione delle moto» delle autrici motocicliste Esther Walter e Jacqueline Bächli-Biétry. Dopo attento esame della proposta, vedo grandi somiglianze con il concetto di formazione moto di prima del 2003 – quindi back to the roots? Come viene viene: noi maestre, maestri conducenti di moto faremo del nostro 20 anni di corso base per moto Come tutto ebbe inizio UNA RETROSPETTIvA CON FRED EICHENBERGER (RACCONTATO DA R. GUERRINI) Chi vuole raccontare i 20 anni di lezioni di guida per moto in Svizzera, deve conoscere anche la storia, perché senza di tale, molto sarebbe stato diverso. Nell’anno 1976, un gruppo di lavoro della conferenza svizzera per la sicurezza nel traffico stradale (SKS, predecessore dell’odierno consiglio Svizzero della sicurezza stradale), ha lavorato, sotto la direzione di Louis Hübscher rappresentante della FMS, a un miglioramento della sicurezza stradale per i motociclisti, poiché il numero degli incidenti e i premi assicurativi erano molto alti. L’autore ha quindi iniziato una tesi sulle cause degli incidenti dei motociclisti come parte della formazione degli insegnanti del traffico e si è messo in contatto con Louis Hübscher (Fahrhof Wohlen) mediante l’ufficio prevenzione degli infortuni). Il gruppo si è allargato progressivamente, da prima con Peter Bischofberger e Otto Herzig, i quali si sono occupati della formazione dei motociclisti nell’associazione centrale dei maestri conducenti AZv. Hanno girato per primi il film del piano a 12 stazioni, che poi divenne standard. Nel 1978 è stato pianificato il centro della sicurezza stradale veltheim (vSZv). Per il reparto moto, ne era responsabile Werner Meier. Con ciò era assicurato il contatto per la formazione complementare. Con Sepp Schuler della Svizzera centrale, il quale si occupò attivamente della sicurezza dei motociclisti, il gruppo d’individualisti era al completo. meglio per la sicurezza della circolazione, ma anche un esperto maestro conducente di moto ha bisogno di tempo per una formazione sostenibile! Nella società deve crescere la consapevolezza che la formazione per diventare un motociclista responsabile, collegiale ed ecologico, continua anche dopa la formazione di base. Così, maestri conducenti attivi e impegnati chiedono da anni «uno strumento» per attuare questo. Affinché non bisogna più leggere affermazioni come nel rapporto SINUS 2011 dell’upi: «3 di 10 gravi danni alle persone interessa i motociclisti, altrettanti come gli occupanti di un’automobile. Mentre il bilancio delle vittime tra gli occupanti delle automobili si è dimezzato negli ultimi 10 anni, non si è potuto costatare nessun cambiamento in questo decennio tra i motociclisti». E che può tornare il trend della diminuzione del numero degli incidenti tra i motociclisti. n Formazione per maestri conducenti moto L’idea, di realizzare una formazione per maestri conducenti di moto, veniva dalla Germania. Il piano a 12 stazioni del vPI Schorndorf, che i colleghi Peter Bischofberger e Otto Herzig avevano portato con loro, era la base per la formazione. Durante tanti incontri fu sviluppato il piano di formazione. Il gruppo aveva il contatto tra L’AZv e la Svizzera. Si cercò la comunità d’interessi con i maestri conducenti della SIGA, cosa non sempre semplice. Dalla proposta, che i maestri conducenti per moto dovessero frequentare un corso di tre settimane, si ridimensionò infine a tre giorni di seminario per maestri conducenti moto. I primi corsi sono stati eseguiti in collaborazione con L’AZv e la SIGA. Dopo intensi preparativi, in autunno del 1978 si è svolto il primo corso pilota. Fondazione dell’ASMM Alla fine di agosto del 1980 si tenne il primo weekend ASMM. Punto d’incontro era il passo del Grimsel. Il viaggio attraverso il vallese superiore fino a Sion, era un’esperienza straordinaria per i partecipanti. Poco dopo, in un incontro d’orientamento, fu decisa la fondazione di un’associazione indipendente, la quale poteva rappresentare gli interessi professionali specifici dei maestri conducenti moto direttamente dalle autorità. Con l’assemblea di fondazione al 14 febbraio 1981 a Wohlen è nata l’ASMM. doSSiEr 19
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