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Zibaldone. Estudios Italianos, vol. V, issue 1 (enero 2017) - ISSN: 2255-3576
Roberto Deidier (poesía) pp. 53-66
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I passanti sul lungomare sono fermi
tra i palmizi ancora avvolti nelle garze
a guardare lo stupore della gente
raccolta oltre il recinto.
Anche le automobili rallentano,
indovinano il gioco del tempo
fissato per il tuffo imminente.
I figli stringono la mano dei padri,
nessuno ride.
Quella camera sospesa del pensiero,
sul più alto trampolino,
non vuole colpa se l'attesa si prolunga:
troppo mare da lì si lascia prendere,
la pineta sull'intero litorale,
qualche tetto più lontano,
e gli uomini come i bambini, e tutti
come il disegno mutevole di un suolo
senza fiato; non ci sono lassù
fantasmi da evitare
che l'arco del corpo lanciato
cadendo non possa contenere
fino all'acqua morta della vasca.
Da Una stagione continua 1986-1996 (Ancona, peQuod, 2002)
Da Il passo del giorno (1990-1993)
Ora l'attesa si fa vera,
il cerchio dei colori si stringe
intorno al bordo
per quella sagoma chiara che fluttua
né sa ancora la sua soddisfazione.
E il coro lentamente ricompone
i secondi trascorsi, alibi insperato;
qualcuno avrà pure ricordato un suo segreto
mascherato da uno sguardo all'orologio,
e si sarà distratto: nessun confine
è stato tracciato. Ripartono
al verde le automobili.