99 (1991) - Sociedad Española de Estudios Clásicos

EL TÓPOS DE LA MUERTE DE LAS LENGUAS CLÁSICAS 41messo ancora i lattaiuoli, onde piu ogni di crescere, e acquistare,faccendosi tuttavia piu ricca, e piu bella, dove la greca,e la latina sono non solamente vecchie, ma spente nella loroparte migliore, e piu importante. (Varchi, 1570, p. 214).La metáfora de la muerte invalida el parangón entre las lenguasal estimar que las partes comparadas son heterogéneas, demodo que la inopia del vulgar no sólo es la garantía de un rico futuro,sino riqueza efectiva considerada de manera relativa:[V.] La Greca semplicemente e piu ricca. [C] Che vuoldire semplicemente? Forse, che semplice sarebbe, e per avventurascempio chiunque altramente credesse? [V.] Scherzatepure e vostro modo, e motteggiate quanto volete, che eglinon v'e a un be1 bisogno questa differenza, che voi date adintendere: semplicemente vuol dire considerando l'una, e l'altraassolutamente, e senza alcun rispetto; ma se si considerassinorispettivamente, cioe come quella e meza morta, e questaviva affatto, la Toscana, che non lungo andare potrebbe nonsolo agguagliare, ma avanzare la Greca. E a ogni modo malesi puo fare comparazione tra una cosa che 6 morta, e una chevive; percioche sono equivoce, non altramente, che un'huomodi carne ed'ossa, e uno di stoppa, e di cenci, quali,sono le befane.E se la lingua volgare seguita d'andarsi avanzando,come ella ha fatto, gia sono molti anni, cioe da che'l Bembonacque, voi mi saperete dire a che termine ella potrebbe arrivare,e quanto poggiare in alto: dove la Greca, e la Latinahanno ogni speranza perduto di poter crescere e farsi piugrandi. (Varchi, 1570, p. 204).Se realiza una proyección sobre las lenguas de la jerarquía delos términos del foro (excelencia de lo vivo), con lo que se relativizatoda comparación y se salda la controversia invalidando las argumentacionesanteriores. Aunque las analogías orgánicas tienenvarias concreciones y derivaciones (pues, eventualmente, lo vivono sólo se opone a lo muerto, sino a todo lo inerte y a lo falso),están siempre unidas a los valores de futuro del vernacular. Talesvalores son los que permiten a Fernando de Herrera la defensa delcastellano frente a las excelencias poéticas del latín: «en tanto quevive la lengua y se trata, no se puede decir que ha hecho curso;porque siempre se alienta a pasar y dejar atrás lo que antes era estimado))(Herrera, 1972, H-271, p. 419).La excelencia de la lengua vulgar es, pues, factible, porque dependede la voluntad y el ingenio de los hombres. Los hablantestienen poder directo en la conformación de la lengua; los poetas