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impossibilia-8-octubre-2014

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“tous ses enfants ne font qu’un coeur” (Bruno, 1987: 191). Ora, considerato che i due orfaneli, anche neimomenti più critici del loro viaggio, cercano di non perdersi di coraggio appelandosi a quelo chedefiniscono il loro dovere di “restare francesi”, 23 la straordinaria solidarietà che trovano a ogni tappa del loroviaggio ne è una esemplificazione convincente.Di fato questa idea di patria, ilustrata dal testo di G. Bruno, è forse la spia più atendibile delaposizione del’autore, posizione quanto mai delicata ala data dela prima edizione del Tour, consideratal’esistenza di una corente politica di pensiero come quela revanchista, che in questi anni trae forza propriodal’esigenza, condivisa da molti, di riconquista dele due province perdute, e da cui per l’equilibrio e lamisura che lo caraterizano si discosta l’autore del Tour. Sostanzialmente conciliatrice e pacifista, laposizione di G. Bruno, che non perde mai di vista la finalità didatico-pedagogica, è l’espresione di unaforma alternativa, se così si può definire, di revanchismo, esente da ogni interpretazione esasperata oviolenta, e tuta polarizata invece sul’idea di riscato del popolo francese mediante l’affermazione e ilrispeto dei valori nazionali, l’applicazione di ognuno, il lavoro, il progreso 24 e l’istruzione. In questi anninon si trata certo di una posizione isolata considerato che al’indomani dela sconfita di Sédan E. Renannela sua Réforme morale et intelectuele de la France (1871) aveva esplicitato a caldo un’opinione analogaquando aveva indicato nela superiorità inteletuale dela Prusia, libera patria del pensiero e dela scienza,una dele ragioni dela sua supremazia. Nel Tour questa stesa idea viene però ricondota ala riscoperta diqueli che sono propriamente i valori francesi, ala centralità del senso del’onore, del dovere, dela moraleindividuali, quali vengono espresi non solo dai due orfaneli protagonisti, ma anche da tuti gli altripersonaggi che incontrano, e che vanno tuti insieme a costituire l’onore del Paese. 25È chiaro da quanto deto finora che il Tour è anche un manuale di educazione civica, non soloperché al’ocasione parla dele istituzioni, dele leggi, dele forme di governo, ma sopratuto perché lamorale, che ha un ruolo di primisimo piano in questo testo, va intesa in senso civico. L’ individuo non èmai considerato nela sua sigolarità, ma al contrario è sempre contemplato in rapporto e al’interno delacomunità nela quale risulta integrato. Ed è proprio dala morale che discende quel’idea di “devoir”, che èuno dei capisaldi ideologici del Tour, che compariva fin dala prefazione e che in ultima analisi va arafforzare l’idea di patria. Se infati il primo dovere del’individuo è verso se steso nel rispeto di quei valoricostantemente ribaditi come l’onestà, la serietà e l’impegno nele atività lavorative senza distinzione dilivelo e di mansione, la famiglia, che rappresenta il nucleo centrale dela primisima educazione e dela23Cfr. “Tu sais bien que nous faisons la volonté de notre père, que nous faisons notre devoir, que nous voulonsrejoindre notre oncle et rester Français coûte que coûte” (Bruno, 1987:159).24Cfr. “Appliquez-vous au travail, instruisez-vous, soyez bons et généreux; que tous les enfants de la France en fasentautant, et notre patrie sera la première de toutes les nations” (Bruno, 1987: 45).25Cfr. “c’est que l’honneur de la patrie dépend de ce que valent ses enfants” (Bruno, 1987: 45).Goruppi, Tiziana. “Le tour de France par deux enfants”. Imposibilia Nº8, Págs. 15-28 (Octubre <strong>2014</strong>)Artículo recibido el 30/06/<strong>2014</strong>, aceptado el 23/07/<strong>2014</strong> y publicado el 30/10/<strong>2014</strong>26

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