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impossibilia-8-octubre-2014

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del Tour, che è anche e comunque un testo di storia. A mediare tra l’emozione e il sapere è proprio l’arte delracconto, considerato che ogni nazione è comunque sempre una storia da racontare. 14A esere interesanti sono le scelte, fate da G. Bruno, e le modalità di inserimento dela storia neltesto. Non c’è dubbio, come fanno giustamente notare M. e J. Ouzouf (1987: 277-301), che qui la storiafrancese si delinea in maniera seletiva, è ilustrata cioè solo atraverso alcuni grandi nomi che hanno fato efanno l’orgoglio del Paese e la cui finalità, oltre che educativa, 15 è la costruzione di una memoria nazionalesula base di quele che si delineano a tuti gli effeti come “vite esemplari”. 16 In questo panorama ristreto,anche se ampio dal punto di vista cronologico –si parte da Vercingetorige per arivare a Pasteur– rientranoperciò queli che G. Bruno considera gli Eroi nazionali, vale a dire i grandi scienziati, filosofi, scritori,inventori, soldati che hanno dato lustro al Paese. Una simile galeria, costituita da medaglioni ilustri, che inprima istanza appare esere un limite del Tour, in quanto riduce la storia ai soli grandi uomini e solo adalcuni tra questi, e rischia quindi di mancare al fine didatico originario, in realtà ha una ragione di eserenel forte radicamento di questi stesi Eroi nazionali nela loro tera d’origine.Nel contesto generale, e anche tenuto conto che si trata di un tour, a guadagnare è così lo spaziogeografico dela Francia, perché, come fanno notare J. e M. Ouzouf, l’autore “en bonne pédagogue, sait quela mémoire colective s’accroche mieux aux lieux qu’aux dates” (1997: 283). Che il Tour sia anche il racontoesaustivo delo spazio geografico francese lo dimostrano, oltre la presenza continua di cartine geografiche, lecontinue domande che i due piccoli viaggiatori si pongono sul luogo nel quale sono giunti e a cui le personeincontrate rispondono in modo esauriente spiegandone tute le carateristiche. In effeti, ogni tappa delviaggio rappresenta per André e Julien una scoperta, cioè una conoscenza che, sommandosi a queleacquisite in precedenza, dà realtà e concreteza alo spazio geografico percorso che finisce per disegnare latera di Francia. 17A tal fine il testo fa grande uso del’iconografia –sono più di 200 le stampe riprodote–accompagnando le descrizioni dei luoghi atraversati con immagini che da un lato sono un supporto efficaceala memorizazione, dal’altro visualizano il racconto e i personaggi incontrati. Di fato si stabilisce unasorta di paralelismo di condizione tra il picolo letore del Tour e i due protagonisti dela vicenda:14Nel dialogo con il padrone del batelo il picolo Julien mostra di preferire ale fiabe “les beles histoires”, cioè labiografia di La Pérouse (Bruno, 1987: 202).15Cfr. “rien n’encourage mieux à devenir un honnête homme que de se souvenir des beles actions de ceux qui ontvécu avant nous” (Bruno, 1987: 234).16Nela “Préface” ala prima edizione l’autore afferma: “Ils apprennent ausi […] les vies les plus intéresantes desgrands hommes […] chaque invention faite par les hommes ilustres, chaque progrès acompli grâce à eux devient pourl’enfant un exemple” (Bruno, 1987: 4).17Ala fine del viaggio di Julien viene deto: “il connaît maintenant son pays mieux que la plupart des autres enfants”(Bruno, 1987: 296).Goruppi, Tiziana. “Le tour de France par deux enfants”. Imposibilia Nº8, Págs. 15-28 (Octubre <strong>2014</strong>)Artículo recibido el 30/06/<strong>2014</strong>, aceptado el 23/07/<strong>2014</strong> y publicado el 30/10/<strong>2014</strong>22

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