impossibilia-8-octubre-2014

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10.07.2015 Views

la voce sostanziale, esenziale, di quele antiche storie: e lo si capisce se si considera che la iaba clasica natadale fonti orali, pur oferta ai letori nele sue rasetate vesti, continua a ribadire se stesa e la propriaprovenienza di alterità iriverente; per questo subisce ciclici ed asilanti atachi che reclamano censure eaddiritura condanne capitali. Dala violenza con cui si scatena la domanda di controlo si desume che inquele storie abitano iloni tematici e depositi del’immaginario narati con la potenza dela metafora, i qualirimandano a contenuti intrinsecamente complesi e straticati, interpretati con chiavi di letura diprovenienza storica, etnologica, antropologica, estetica, leteraria, psicologica, cui si intreciano i contributidela fenomenologia degli archetipi, di approcio psicoanalitico e di scuola ilosoica. Una tale densità discavo interpretativo è testimonianza di una corispetiva pregnanza di senso e di come il iabesco, espresonela iaba popolare e poi nela iaba leteraria d’autore costituisca un patrimonio che, insieme al mito, ciinonda di saperi di cui ancora non conosciamo l’intereza dela portata metaforica. Le iabe, alora, neleproprie versioni integre tendenti “al grado zero” (Barthes, 1982), quele più vicine e prosime ale storied’origine, anche se sotoposte a laceranti censure, –ale quali sopravvivono forse per la loro vocazione alametamorfosi e ala rinascita imperitura del patrimonio simbolico di cui si compongono– sembrano riuscirea salvare margini di autenticità che perdurano nele immagini che la rendono uniche ed ineguagliabili.La iaba leteraria, al seguito dela propria consorela primigenia, riunisce la ricerca dela poetica diogni autrice ed autore con quel’eredità così densa di immagini, di parole e di cose da non poter esere maidavvero scalzata. La visionarietà di Hofmann non fa a meno del’animismo antropomorico di cui saràmaestro Andersen, la melanconia di Wilde conversa con certe novele scrite da dame francesi innamorate dimiti cupi e struggenti come quelo di Amore e Psiche e la visione utopica vince lo scontro con il controlo!TEATROIl teatro ragazi è compagno d’avventura dela iaba popolare per la sua parentela streta con latradizione orale impersonata da cantastorie, naratrici e naratori orali. Dala cultura orale discende la forzacomunicativa dei naratori, degli atori, dei giulari e, come si sa, dei predicatori: interpreti multiformi delsentire inascoltato del popolo, pur nele specicità del ruolo che incarnavano, speso vestivano i panni dimiseri vagabondi capaci, però, di tratenere storie e dicerie, fantasie e leggende, che difondevano dandocorpo e voce ale speranze e ale angosce di chi voce non sapeva né poteva avere. Ancora, ale tradizioni deiriti funebri e dei pianti rituali (De Martino, 1958) che li celebravano si fanno risalire le origini del teatroantico (Baliani, 2010), a comprovare la necesità umana del “metere in scena” la vita e la morte perrappresentarne e comprenderne il senso. E questo, solo per acennare al valore simbolico e catarticodel’evento teatrale. Il teatro dedicato ai ragazi appartiene a quela stesa discendenza.Bernardi, Milena. “Leteratura per l’infanzia tra Utopia e Controlo. Poetica, autenticità, temi dicili vs sistemi di addomesticamento”.Imposibilia Nº8, Págs. 122-137 (Octubre 2014) Artículo recibido el 30/07/2014 – Aceptado el 03/09/2014 – Publicado el 30/10/2014.132

In tempi asai più recenti, negl’anni sesanta e setanta, i movimenti di sperimentazione del teatrod’avanguardia hanno di nuovo portato al’aperto le loro performances rivolgendo un’atenzione particolareanche al pubblico infantile e contribuendo al’evoluzione del teatro ragazi per come lo conosciamo oggi. Vaprecisato, però, che, ad esempio in Inghiltera, J.M. Barie (2010), meteva in scena Peter Pan già neiprimisimi anni del ‘900 e che in quegli anni che si rivelarono esere l’età d’oro dela leteratura perl’infanzia (Bernardi, 2011; Grili e Beseghi, 2011), altri importanti poeti e drammaturghi produsero opereteatrali di genere fantastico amate da adulti e bambini. Erano gli anni dela fuga nel sogno di un Edenilusorio in cui l’infanzia e le sue immagini idealizate rappresentavano una vera fantasia escapista peropporsi ala macchina infernale del nuovo secolo.Fin dai suoi esordi il teatro ragazi ha condiviso con la leteratura per l’infanzia destini insidiati damarginalità e dicoltà: la familiarità con la separateza antica dela narazione orale; l’ambivalenza insitanela tentazione adulta di impore al’infanzia “insegnamenti”, più che donarle gratuitamente opere d’arte;la complicata conquista di una propria autonomia per la deinizione di un ambito artistico specico in cui“fare teatro” per l’infanzia, e/o scrivere per esa, dedicando una sostanziale e profonda considerazione aspetatori e letori tanto speciali quanto esigenti.Come la leteratura per l’infanzia anche il teatro ragazi abita una zona a margine dela produzioneculturale innanzituto perché è un teatro dedicato ai bambini i quali, come la storia del’infanzia dimostra,abitano una provincia a lato e, come Policino, sono i più picoli e gli ultimi dela ila; per meglio dire, inogni ila che si vada componendo nele diferenti colocazioni di ceto, censo, nascita e cultura, i più picolisono gli ultimi. Ma non per il teatro ragazi e per la leteratura per l’infanzia. In secondo luogo il teatropatisce una ulteriore forma di separateza perché, in parte come la iaba nela propria versione integra ecompiuta, in parte come la poesia, in gran parte come la narazione orale, è un luogo visuto come elitario,appartato e, sopratuto, disonante rispeto alo schiaciante potere dei media.Abitare una sfera “a parte” consente, però, di percorere sentieri clandestini, non appariscenti, noncompletamente asoggetati ale fere e spietate regole del suceso e di imbocare vie inconsuete edivergenti di sperimentazione, elaborando poetiche che dischiudano la visione di altri orizonti perl’esplorazione di forme e linguaggi che la narazione teatrale porge al’infanzia. In primo piano e comeelemento caraterizante si pone, evidentemente, la relazione direta e compartecipata con i bambini.L’incontro con la storia e i teatranti avviene, rispetivamente, in presentia del’altro. Il rapporto con ilpubblico infantile si realiza nel contesto narativo più antico: il teatro ricongiunge i bambini che nefruiscono con il continuum di una interminabile esperienza umana.Anche per questo mi piace pensare a igure di naratori consapevoli e sapienti che non dimentichinomai che relazionarsi ai bambini è prima di tuto una scelta e, in quanto tale, comporta un’asunzione pienaBernardi, Milena. “Leteratura per l’infanzia tra Utopia e Controlo. Poetica, autenticità, temi dicili vs sistemi di addomesticamento”.Imposibilia Nº8, Págs. 122-137 (Octubre 2014) Artículo recibido el 30/07/2014 – Aceptado el 03/09/2014 – Publicado el 30/10/2014.133

la voce sostanziale, esenziale, di quele antiche storie: e lo si capisce se si considera che la iaba clasica natadale fonti orali, pur oferta ai letori nele sue rasetate vesti, continua a ribadire se stesa e la propriaprovenienza di alterità iriverente; per questo subisce ciclici ed asilanti atachi che reclamano censure eaddiritura condanne capitali. Dala violenza con cui si scatena la domanda di controlo si desume che inquele storie abitano iloni tematici e depositi del’immaginario narati con la potenza dela metafora, i qualirimandano a contenuti intrinsecamente complesi e straticati, interpretati con chiavi di letura diprovenienza storica, etnologica, antropologica, estetica, leteraria, psicologica, cui si intreciano i contributidela fenomenologia degli archetipi, di approcio psicoanalitico e di scuola ilosoica. Una tale densità discavo interpretativo è testimonianza di una corispetiva pregnanza di senso e di come il iabesco, espresonela iaba popolare e poi nela iaba leteraria d’autore costituisca un patrimonio che, insieme al mito, ciinonda di saperi di cui ancora non conosciamo l’intereza dela portata metaforica. Le iabe, alora, neleproprie versioni integre tendenti “al grado zero” (Barthes, 1982), quele più vicine e prosime ale storied’origine, anche se sotoposte a laceranti censure, –ale quali sopravvivono forse per la loro vocazione alametamorfosi e ala rinascita imperitura del patrimonio simbolico di cui si compongono– sembrano riuscirea salvare margini di autenticità che perdurano nele immagini che la rendono uniche ed ineguagliabili.La iaba leteraria, al seguito dela propria consorela primigenia, riunisce la ricerca dela poetica diogni autrice ed autore con quel’eredità così densa di immagini, di parole e di cose da non poter esere maidavvero scalzata. La visionarietà di Hofmann non fa a meno del’animismo antropomorico di cui saràmaestro Andersen, la melanconia di Wilde conversa con certe novele scrite da dame francesi innamorate dimiti cupi e struggenti come quelo di Amore e Psiche e la visione utopica vince lo scontro con il controlo!TEATROIl teatro ragazi è compagno d’avventura dela iaba popolare per la sua parentela streta con latradizione orale impersonata da cantastorie, naratrici e naratori orali. Dala cultura orale discende la forzacomunicativa dei naratori, degli atori, dei giulari e, come si sa, dei predicatori: interpreti multiformi delsentire inascoltato del popolo, pur nele specicità del ruolo che incarnavano, speso vestivano i panni dimiseri vagabondi capaci, però, di tratenere storie e dicerie, fantasie e leggende, che difondevano dandocorpo e voce ale speranze e ale angosce di chi voce non sapeva né poteva avere. Ancora, ale tradizioni deiriti funebri e dei pianti rituali (De Martino, 1958) che li celebravano si fanno risalire le origini del teatroantico (Baliani, 2010), a comprovare la necesità umana del “metere in scena” la vita e la morte perrappresentarne e comprenderne il senso. E questo, solo per acennare al valore simbolico e catarticodel’evento teatrale. Il teatro dedicato ai ragazi appartiene a quela stesa discendenza.Bernardi, Milena. “Leteratura per l’infanzia tra Utopia e Controlo. Poetica, autenticità, temi dicili vs sistemi di addomesticamento”.Imposibilia Nº8, Págs. 122-137 (Octubre <strong>2014</strong>) Artículo recibido el 30/07/<strong>2014</strong> – Aceptado el 03/09/<strong>2014</strong> – Publicado el 30/10/<strong>2014</strong>.132

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