Il controlo presuppone dunque una sorta di alibi: si consente la circolazione di qualcosa che in qualchemodo diferisce dala “verità”, sempre che il responsabile addomestichi questa discrepanza e la rendaintegrabile […] perché più sopra ho parlato di addomesticamento: non si trata di censurare il novel o diimpedirne la circolazione, ma piutosto di adatarlo al’orizonte di credenze e di valori condivisi dagliautori e dai critici, rispetando altresì i criteri di utilità e virtù (Costa Lima, 2003: 24-25).Dunque, i sistemi di controlo del’immaginazione, se applicati ale opere leterarie per l’infanzia,hanno storicamente tentato di introdure criteri precisi, determinati e normativi: utilità, virtù, realismo,stabilità, riconoscibilità; conferma delo status quo, di modeli standardizati di valori e comportamentiesplicitati negli insegnamenti trasmesi tramite esempi aderenti a modi esere e vivere considerati adeguati aquela certa mentalità ancor più che cultura. Ovvero, il controlo ha agito (ed agisce!) operando sula storicaalterità tra novel and romance, asegnando ale costanti del novel il compito di mantenersi in linea conl’intenzionalità di imprimere insegnamenti tramite esempi di “verità e realtà”. Ma, il novel steso, poi, nonha saputo resistere al’atrazione per le trame visionarie del romance e anche i grandi romanzi clasici perl’infanzia ne evidenziano le fughe escapiste, le forti atrazioni per l’avventura, la iaba e il viaggio nel’altroveutopico. In quele storie vincono la divergenza, la gratuità, il rischio.Purtroppo accade, invece, che certi iloni del’editoria per l’infanzia contemporanea seguano principiche rispondano ale categorie di ciò che è “solo” atuale ed urgente, in linea con le mode, quindi semplice,ripetitivo, imitativo. L’efeto immediato risulta quelo di prediligere storie clasicate come facili erasicuranti, inerenti a visuti ed esperienze riconoscibili e riconducibili ala dimensione del quotidianoscorporato, però, dala propria innegabile complesità. Storie cui è stato sotrato lo sguardo utopico che sialunga oltre l’orizonte!Se vi è una relazione streta, eppure quasi latente, tra controlo del’immaginazione, presenza oasenza dela dimensione utopica, e libri per bambini, alora è ala complesità dela cultura per l’infanzia,che ci si deve riferire: poiché è in quel’ambito che si delineano immagini d’infanzia scaturite e sagomatedala realtà socio-storica, politica, antropologica, educativa e mediatica, di cui ese rappresentano la sintesied il sintomo. L’interogativo pedagogico coinvolge, alora, le qualità intrinseche dela leteratura perl’infanzia per la vitalità, la produzione, la difusione, la fruizione che esa vive nela contemporaneità eindaga il compleso rapporto che intercore tra sistemi di controlo del’immaginazione da un lato eposibilità di slancio utopico dal’altro, riletendo intorno al multiforme panorama dele narazioni che aibambini si vanno proponendo.I procesi di addomesticamento appunto “addomesticano”, ed in modo più o meno incisivosmusano, limano, ammorbidiscono e, in ultima analisi, anestetizano o tentano di rendere innocue le storiee le trame, le igure e le ilustrazioni, i linguaggi, le poetiche, gli stili. La buona notizia è che in certi casiBernardi, Milena. “Leteratura per l’infanzia tra Utopia e Controlo. Poetica, autenticità, temi dicili vs sistemi di addomesticamento”.Imposibilia Nº8, Págs. 122-137 (Octubre <strong>2014</strong>) Artículo recibido el 30/07/<strong>2014</strong> – Aceptado el 03/09/<strong>2014</strong> – Publicado el 30/10/<strong>2014</strong>.126
faliscono e non raggiungono il loro intento. Ed è alora che si può parlare di narazioni in cui la parola,l’ilustrazione, il gesto, la comunicazione, vivono la loro dimensione autentica, profonda, densa di senso; e itemi fondamentali ma considerati dicili e scomodi respirano liberamente nele storie. La cativa notizia è,invece, quela che ci costringe a constatare come, speso, il proceso di addomesticamento abbia la meglionarcotizando più o meno eicacemente le produzioni culturali che giungono al’infanzia.Così diventa facile riscontrare fenomeni di banalizazione e semplicazione dele lingue e deilinguaggi espresivi, immediatamente ricondoti entro i conini degli standard vincenti sul mercato. Equesto destino depresivo imprigiona le storie depurandole dei loro contenuti fondativi, dele lorostraordinarie capacità di rappresentazione e anticipazione iniziatica rispeto ala vita: così spariscono i temiche chiamo “dicili” a causa dei visuti angoscianti che tendono a suscitare negli adulti e dela oppostacuriosa fascinazione che provocano nei bambini.La morte e l’intera sfera dela negatività cui aferiscono il dolore, la soferenza, la malatia, e poi, manon solo, la miseria, l’abiezione, la disperazione, la solitudine e, ancora, le manifestazioni del’aggresività(la rabbia, l’odio, la distrutività) rappresentano un insieme di tematiche sovente negate e rimose perchétemute nela loro costitutiva complesità e nel loro efeto perturbante e turbativo. Altretanta trepidazione edidenza determinano altri temi “dicili” quali la sesualità, l’emarginazione, o, al’estremo opposto, lamesa in discusione del’immagine idealizata del’infanzia.Riasumendo si potrebbe dire che il proceso di addomesticamento che cerca di rendere inofensivo ilpotenziale innovativo –di rivelazione– ed iniziatico dela leteratura per l’infanzia rischia di minare ala baseproprio il valore ilosoico dele storie che contengono, invece, il senso autentico del’iniziarci al’esistenzapermetendoci di atraversare metaforicamente quele situazioni problematiche che sono parte integrantedel’esperienza di esere nel mondo.In tal senso, se si asume, ad esempio, il punto di vista di J. Gotschal (<strong>2014</strong>), che insiste sula ragiond’esere dele storie in quanto metafore dela problematicità del vivere e del mistero del morire, alora sidovrà ammetere che epurare e misticare la leteratura equivale ad annularne il senso primigenio, se nondel tuto, almeno in gran parte. Gotschal (<strong>2014</strong>) mete ripetutamente in evidenza il prevalere dele grandidicoltà del’esistenza nele trame dela maggior parte dele storie che racontano e rielaborano problemi,conliti, ostacoli. Infati, è proprio quelo spostamento nela inzione narativa che ci aiuta ad afrontarli ecosì accade anche nel gioco simbolico inscenato dai bambini.È indispensabile drammatizare, rappresentare e atraversare simbolicamente situazioni e visuti“dicili” per rispondere al bisogno umano di esaminarne il senso.Bernardi, Milena. “Leteratura per l’infanzia tra Utopia e Controlo. Poetica, autenticità, temi dicili vs sistemi di addomesticamento”.Imposibilia Nº8, Págs. 122-137 (Octubre <strong>2014</strong>) Artículo recibido el 30/07/<strong>2014</strong> – Aceptado el 03/09/<strong>2014</strong> – Publicado el 30/10/<strong>2014</strong>.127
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