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impossibilia-8-octubre-2014

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mappa di percorsi avventurosi che oltrepasano la linea del’orizonte; meta di mondi lontani nelo spazio enel tempo, evocata in molte iabe.Al contrario, se la produzione editoriale per l’infanzia sacrica la ricerca dela qualità narativa,poetica e igurativa sofocando l’ebbreza dela sorpresa, per soddisfare, invece, aspetative di facilericonoscibilità –è chiaro che questo modo di operare costituisce il contrario dela propensione creativa– esadimentica di esere leteratura, dimentica la funzione rivelante dela metafora e del simbolico, avvilisce laforza espresiva dela poesia e, dunque, si asuefà ale richieste di sistemi controlanti che tendono aricondure i linguaggi e le opere al’interno di standard espresivi e di comunicazione consolidati erispondenti ala rappresentazione di modeli narativi e visivi ripetitivi e, come tali, atesi sopratuto perchérasicuranti.Le forme del controlo del’immaginazione (e, di seguito, del’immaginario) sono, però, così rainatee sotili da non metere, apparentemente, davvero in discusione quanto la cultura realiza, fabbrica e metein campo nei tanti ambiti che le sono propri. Ed è così che i procesi di ammaestramento eaddomesticamento hanno sempre accompagnato anche la storia dela leteratura per l’infanzia al pari deiprocesi di “ammaestramento” e civilizazione che hanno caraterizato la storia del’infanzia stesa (Elias,1988). Come bene spiega Norbert Elias la società non disdegna di impore al’infanzia un sistema di regole,norme e modeli di comportamento che, pur svolgendo una evidente funzione educativa, posono anchespingersi ino ad applicare regimi di normatività oppresiva e represiva se e quando i rapporti di forza tra legenerazioni e/o le componenti sociali lo richiedano.Tutavia, anche la leteratura per l’infanzia, come ogni forma d’arte, è stata speso inluenzata daleavanguardie artistiche e/o dal’audacia leteraria degli autori di libri per bambini, imbocando così la stradache conduce ala costruzione dele poetiche e, pertanto, sovvertendo gli schemi rigidi del’antipoetica.Quest’ultima, è stata esplicitamente indicata da Baudelaire (1991) quale greve ateggiamento, tipico diadulti che non sentono e non colgono il respiro dela poesia del’età infantile: di quel’atmosfera compostadi ilusione, gioco, sogno, invenzione, inzione e utopia. Dispositivi fondamentali per promuovere ildesiderio di conoscenza.La decisiva presenza di grandi opere leterarie –basti pensare ai clasici per l’infanzia– e di iloni diricerca capaci di scardinare il dominio dele stereotipie è stata ed è posibile perché “controlo”,nel’interesante prospetiva esaminata da Luiz Costa Lima, non vuol dire censura, e neppure acerimaproibizione o divieto. È, infati, il sistema steso ad aprire fesure di fuga nel proprio reticolato e il giocodiventa interesante poiché le spinte propulsive ed innovative svolgono persino la funzione ambivalente dilasciar credere che il sistema di controlo sia debole o che, addiritura, non esista. E invece:Bernardi, Milena. “Leteratura per l’infanzia tra Utopia e Controlo. Poetica, autenticità, temi dicili vs sistemi di addomesticamento”.Imposibilia Nº8, Págs. 122-137 (Octubre <strong>2014</strong>) Artículo recibido el 30/07/<strong>2014</strong> – Aceptado el 03/09/<strong>2014</strong> – Publicado el 30/10/<strong>2014</strong>.125

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