Sicilia, Italia - Asociación Dante Alighieri

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12 Emilio Petriella ELEGÍA FÁCIL (para Emilio) Inauguración de la nueva Librería. 2006. Condecoración Cavaliere dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. 2006. Te has ido, noble amigo, y un sentir de congoja envuelve a quienes has querido, a quienes te han querido. Es el mismo sentir de congoja que envuelve a “la Dante”, a tu Dante a nuestra Dante, a la Dante de todos. Es el sentir que envuelve a esta simple trova, a este canto arrojado al viento para que lo lleve lejos, contigo, sobre el mar ignoto. Te recuerdo, noble amigo, por tu sonrisa condescendiente, tu carisma, tu dedicación, tu sencillez. Por la seguridad y entereza con que enfrentaste a un enemigo invencible que nunca pudo derribar tu espíritu. El paso del tiempo, noble amigo, desluce, marchita, extingue, todo fuera de la memoria que lo trasciende. Por ello aquí mi mano he detenido solo para decirte: hasta siempre, noble amigo. Con su esposa Anna M. Ceccato (der.) y personal de la Dante durante el Día de Puertas Abiertas. Junto a colaboradores de la Dante. La Asociación Dante Alighieri de Buenos Aires agradece las múltiples muestras de afecto y de acercamiento espiritual que ha recibido por el fallecimiento de su Presidente, Lic. Emilio Petriella, quien se distinguió por su incansable labor en esta Institución, comprometido con la difusión de la lengua y la cultura italiana, y quien consolidó los fraternales vínculos entre la Argentina e Italia.

Biografías 13 Centenario della morte di Giosuè Carducci (1835-1907) Tratto da www.ladante.it. Il 21 novembre del 1888 il patriota triestino Giacomo Venezian scrive a Giosuè Carducci una lettera in cui, per la prima volta, si propone di costituire una Società per la tutela e la diffusione della Lingua Italiana: «...chi può dire la parola, chi può esprimere l’idea atta a risvegliare le migliori energie del popolo italiano, a far lampeggiare nelle coscienze da opposte correnti di pensiero intorbidate, la luce di un ideale purissimo, se non Giosuè Carducci?». Il poeta risponde subito all’appello con tutto il suo entusiasmo. A lui si deve l’idea di dare alla Società il nome di Dante, il riferimento più significativo alla nascita della comune lingua nazionale, patrimonio di cui la nascente Società diventa custode e propugnatrice. Nel 1889 viene pubblicato e diffuso il Manifesto agli Italiani, pensato da Carducci e scritto dal suo fidato amico Giuseppe Chiarini: «Dovunque sono fratelli nostri che vogliano o debbano rimanere tali, ivi è un pezzo di Patria che non possiamo dimenticare». Nel 1889, ormai formata la Società, Carducci promuove la costituzione del Comitato di Bologna assumendone la presidenza. Memorabile il discorso da lui pronunciato il 12 marzo del 1890, nel corso della seduta inaugurale: «...La nostra non è una Società letteraria né politica, ma qualcosa di più nobile e di più alto, una Società Nazionale, sorta col proposito, non di aggredire alcuno, ma di difendere ciò che è il nostro patrimonio e la nostra speranza: la lingua e la nazionalità italiana». In conclusione del discorso annuncia che una statua di Dante, come gesto di omaggio e di forte contenuto simbolico, sarebbe stata posta in Trento, la prima città in cui il volgare era stato usato come lingua pubblica. Nel dicembre del 1893, Carducci scrive a Ruggero Bonghi, primo Presidente della Società, per declinare l'incarico di far parte del Consiglio Centrale, dato che non risiede a Roma e non può, quindi, adempiere convenientemente agli obblighi connessi. Nel ringraziare dell'onore concessogli conclude: «I miei voti più fervidi accompagnano l’accrescimento e la prosperità della Dante Alighieri della quale fui e sarò sempre uno». Nel 1896, in occasione dell'inaugurazione del Monumento a Dante, opera dello scultore Cesare Zocchi, dedica all’evento una composizione poetica, inviata a Guglielmo Ranzi, del Comitato di Trento, che per primo aveva lanciato l’idea del monumento e si era adoperato per la sua realizzazione. Ne ricordiamo l’ultimo verso, mirabile sintesi dell'immagine bronzea del Sommo Poeta: Ed or s’è fermo e par che aspetti, a Trento. Nel 1907, anno della morte di Carducci, il cordoglio dei Comitati si unisce a quello dell'intera Nazione che perde un così illustre figlio. Ovunque la sua figura viene commemorata e celebrata in un ideale luminoso circolo d’amore e di ammirazione stretto intorno al feretro del grande uomo e poeta. La Sede Centrale della Società invia una corona di bronzo che viene deposta presso le spoglie mortali del poeta, presente il Presidente del Comitato di Bologna, Conte Piero Bianconcini. L’Onorevole Hortis, rappresentante del Comitato di Trento, accompagna sino alla soglia del sepolcro la salma del Poeta che più alto sentì e cantò l’anima dell’Italia unita. Nel 2007 si tiene a Roma il LXXVIII Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri, appuntamento biennale che stabilisce le linee della politica culturale e linguistica della «Dante Alighieri», la massima Istituzione impegnata dal 1889 per la diffusione della lingua e della cultura italiane nel mondo. «Il Congresso», afferma il Presidente Ambasciatore, Bruno Bottai, «ha la funzione di rafforzare lo scopo statutario della “Dante”, quello cioè di “Tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all'estero con la madre Patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana”». Il LXXVIII Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri è in parte dedicato alla commemorazione del centenario della morte del suo fondatore, il poeta toscano Giosuè Carducci.

Biografías 13<br />

Centenario della morte di Giosuè Carducci (1835-1907)<br />

Tratto da www.ladante.it.<br />

Il 21 novembre del 1888 il patriota triestino Giacomo<br />

Venezian scrive a Giosuè Carducci una lettera in cui, per<br />

la prima volta, si propone di costituire una Società per la<br />

tutela e la diffusione della Lingua <strong>Italia</strong>na: «...chi può dire<br />

la parola, chi può esprimere l’idea atta a risvegliare le<br />

migliori energie del popolo italiano, a far lampeggiare<br />

nelle coscienze da opposte correnti di pensiero<br />

intorbidate, la luce di un ideale purissimo, se non Giosuè<br />

Carducci?».<br />

Il poeta risponde subito all’appello con tutto il suo<br />

entusiasmo. A lui si deve l’idea di dare alla Società il<br />

nome di <strong>Dante</strong>, il riferimento più significativo alla nascita<br />

della comune lingua nazionale, patrimonio di cui la<br />

nascente Società diventa custode e propugnatrice.<br />

Nel 1889 viene pubblicato e diffuso il Manifesto agli<br />

<strong>Italia</strong>ni, pensato da Carducci e scritto dal suo fidato<br />

amico Giuseppe Chiarini: «Dovunque sono fratelli nostri<br />

che vogliano o debbano rimanere tali, ivi è un pezzo di<br />

Patria che non possiamo dimenticare».<br />

Nel 1889, ormai formata la Società, Carducci<br />

promuove la costituzione del Comitato di Bologna<br />

assumendone la presidenza. Memorabile il discorso da lui<br />

pronunciato il 12 marzo del 1890, nel corso della seduta<br />

inaugurale: «...La nostra non è una Società letteraria né<br />

politica, ma qualcosa di più nobile e di più alto, una<br />

Società Nazionale, sorta col proposito, non di aggredire<br />

alcuno, ma di difendere ciò che è il nostro patrimonio e la<br />

nostra speranza: la lingua e la nazionalità italiana». In<br />

conclusione del discorso annuncia che una statua di<br />

<strong>Dante</strong>, come gesto di omaggio e di forte contenuto<br />

simbolico, sarebbe stata posta in Trento, la prima città in<br />

cui il volgare era stato usato come lingua pubblica.<br />

Nel dicembre del 1893, Carducci scrive a Ruggero<br />

Bonghi, primo Presidente della Società, per declinare<br />

l'incarico di far parte del Consiglio Centrale, dato che non<br />

risiede a Roma e non può, quindi, adempiere<br />

convenientemente agli obblighi connessi. Nel ringraziare<br />

dell'onore concessogli conclude: «I miei voti più fervidi<br />

accompagnano l’accrescimento e la prosperità della <strong>Dante</strong><br />

<strong>Alighieri</strong> della quale fui e sarò sempre uno».<br />

Nel 1896, in occasione dell'inaugurazione del<br />

Monumento a <strong>Dante</strong>, opera dello scultore Cesare Zocchi,<br />

dedica all’evento una composizione poetica, inviata a<br />

Guglielmo Ranzi, del Comitato di Trento, che per primo<br />

aveva lanciato l’idea del monumento e si era adoperato<br />

per la sua realizzazione. Ne ricordiamo l’ultimo verso,<br />

mirabile sintesi dell'immagine bronzea del Sommo Poeta:<br />

Ed or s’è fermo e par che aspetti, a Trento.<br />

Nel 1907, anno della morte di Carducci, il cordoglio<br />

dei Comitati si unisce a quello dell'intera Nazione che<br />

perde un così illustre figlio. Ovunque la sua figura viene<br />

commemorata e celebrata in un ideale luminoso circolo<br />

d’amore e di ammirazione stretto intorno al feretro del<br />

grande uomo e poeta.<br />

La Sede Centrale della Società invia una corona di<br />

bronzo che viene deposta presso le spoglie mortali del<br />

poeta, presente il Presidente del Comitato di Bologna,<br />

Conte Piero Bianconcini. L’Onorevole Hortis,<br />

rappresentante del Comitato di Trento, accompagna sino<br />

alla soglia del sepolcro la salma del Poeta che più alto<br />

sentì e cantò l’anima dell’<strong>Italia</strong> unita.<br />

Nel 2007 si tiene a Roma il LXXVIII Congresso<br />

Internazionale della Società <strong>Dante</strong> <strong>Alighieri</strong>,<br />

appuntamento biennale che stabilisce le linee della<br />

politica culturale e linguistica della «<strong>Dante</strong> <strong>Alighieri</strong>», la<br />

massima Istituzione impegnata dal 1889 per la diffusione<br />

della lingua e della cultura italiane nel mondo. «Il<br />

Congresso», afferma il Presidente Ambasciatore, Bruno<br />

Bottai, «ha la funzione di rafforzare lo scopo statutario<br />

della “<strong>Dante</strong>”, quello cioè di “Tutelare e diffondere la<br />

lingua e la cultura italiana nel mondo, ravvivando i legami<br />

spirituali dei connazionali all'estero con la madre Patria e<br />

alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la<br />

civiltà italiana”». Il LXXVIII Congresso Internazionale<br />

della Società <strong>Dante</strong> <strong>Alighieri</strong> è in parte dedicato alla<br />

commemorazione del centenario della morte del suo<br />

fondatore, il poeta toscano Giosuè Carducci.

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