Materias primas y métodos de producción de materiales cerámicos ...

Dondi M, Fabbri B / Materias Primas y Métodos de Producción de Materiales Cerámicos
Piemonte: i giacimenti, in gran parte concentrati in una fascia che va da
Torino al Lago Maggiore, sono di notevole estensione e forniscono un’ampia
gamma di materiali: da argille illitico-caolinitiche a feldspati. Le miniere sfruttano
per lo più le unità magmatiche della “Serie dei Laghi” (vulcaniti e granitoidi
ercinici) e i sedimenti del Pliocene-Pleistocene 11 .
I materiali argillosi sono presenti in diverse giaciture, che vanno da sedimenti
fluvio-lacustri a depositi di alterazione in situ di vulcaniti riolitiche. Le zone
estrattive più importanti sono quelle di Lozzolo-Gattinara 12-14 , Boca-Maggiora 15 e
Castellamonte-Vespia 16 , dove complessivamente sono stati escavati alcuni milioni
di tonnellate di limi di composizione illitico-caolinitica, ricchi di quarzo.
Molto più vasto è il ventaglio di risorse di materiali feldspatici, che comprende
unità della Serie dei Laghi: leucograniti ercinici, coltivati a Cacciano 17 e Baveno 18 ,
per una produzione totale di oltre 2 milioni di tonnellate, e porfidi riolitici, estratti a
Marè 19 e Barro e Lozzolo 20 , per oltre un milione di tonnellate. Inoltre, apliti della
zona Ivrea-Verbano 21 e della zona Sesia-Lanzo: circa 1 milione e mezzo di
tonnellate scavate dal giacimento di Mud di Mezzo, Valsesia; sabbie arcosiche
plioceniche di ambiente fluvio-lacustre (Curino), dalle quali il feldspato è separato
mediante trattamenti mineralurgici; albititi e pegmatiti del basamento cristallino del
massiccio Dora-Maira e dell’Ossola. In Piemonte sono presenti anche alcuni
giacimenti di talco, localizzati principalmente nelle ofioliti giurassiche e nel
massiccio cristallino Dora-Maira (Fontane in Val Germanasca, ecc.).
Emilia-Romagna: le tradizionali fonti di materie prime per l’industria emilianoromagnola
delle piastrelle sono localizzate entro le successioni sedimentarie
marine “epi-liguridi” (Eocene-Miocene) e quelle del margine appenninico
(Pliocene), affioranti in larga misura nelle province di Reggio Emilia, Modena e
Bologna (Figura 2).