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Materias primas y métodos de producción de materiales cerámicos ...

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Falcone R / <strong>Materias</strong> Primas y Métodos <strong>de</strong> Producción <strong>de</strong> Materiales Cerámicos<br />

ceramica archeologica <strong>de</strong>l Tardo Calcolitico provenienti dallo scavo archeologico<br />

di Tell Afis (Siria). Il campione nella foto in alto, di produzione locale, presenta uno<br />

scheletro costituto da frammenti di rocce calcaree <strong>de</strong>l tutto simili ai calcari<br />

organogeni che affiorano estesamente nell’area, come illustrato dallo schema<br />

geologico in figura 3; il campione in basso è stato classificato come importazione,<br />

in quanto presenta uno scheletro costituito esclusivamente da frammenti di<br />

anfiboliti, rocce metamorfiche a chimismo basico, <strong>de</strong>l tutto estranee alla geologia<br />

locale [2, 4] .<br />

Lo studio in sezione sottile al microscopio può fornire informazioni anche<br />

relativamente alla tecnologia di fabbricazione, come la possibilità di i<strong>de</strong>ntificare<br />

l’aggiunta intenzionale di scheletro da parte <strong>de</strong>l vasaio In questo caso si osserva<br />

con attenzione la distribuzione granulometrica <strong>de</strong>llo scheletro e la morfologia <strong>de</strong>i<br />

clasti che lo compongono (grado di arrotondamento); in linea generale la<br />

presenza di grossi frammenti associati a clasti molto piccoli (distribuzione iatale)<br />

e/o di clasti a spigoli vivi (ad esempio frammenti romboedrici di calcite spatica<br />

ottenuti per macinazione) costituiscono una prova a favore di uno smagramento<br />

artificiale. La presenza di materiale organico e/o di chamotte (cocciopesto)<br />

testimonia senza dubbio un’aggiunta intenzionale [1, 3] .<br />

Diffrazione <strong>de</strong>i raggi X (XRD)<br />

L’applicazione più importante <strong>de</strong>lla tecnica <strong>de</strong>lla diffrazione <strong>de</strong>i raggi X nello<br />

studio <strong>de</strong>lla ceramica antica riguarda la possibilità di <strong>de</strong>terminare le temperature<br />

massime di cottura. Il riscaldamento progressivo <strong>de</strong>ll’impasto argilloso produce<br />

una serie di trasformazioni mineralogiche, con la distruzione di parte <strong>de</strong>i minerali<br />

presenti in partenza la formazione di nuove fasi cristalline di alta temperatura che,<br />

per le loro dimensioni sub-microscopiche, non possono essere i<strong>de</strong>ntificate al<br />

microscopio ottico. La procedura preve<strong>de</strong> il prelievo di un campione di argilla

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