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Aspettando il CIBUS TEC<br />
La indubbia stagnazione dei mercati,<br />
a livello planetario, sta incidendo<br />
in modo quanto mai pesante, sull’<br />
industria alimentare, sia sui produttori<br />
di prodotto finito sia sulle imprese<br />
che costruiscono l’<strong>impianti</strong>stica<br />
destinata a questo importante settore<br />
industriale.<br />
CibusTEC 2005, la fiera di Parma di<br />
sicura valenza mondiale nel settore,<br />
potrà certamente tracciare un quadro<br />
più preciso di questa situazione<br />
e sicuramente , nel corso dei numerosi<br />
incontri e convegni programmati<br />
in quei giorni, usciranno, dalle discussioni<br />
e dai confronti, nuove ipotesi<br />
di lavoro, nuove idee per superare<br />
questa impasse che grava pesantemente<br />
su questo settore industriale<br />
particolarmente legato a Parma.<br />
Nell' attesa di questa rassegna, la <strong>rivista</strong><br />
, forte dei contatti, della possibilità<br />
di un attento monitoraggio ed<br />
approfondimento della situazione,<br />
desidera cimentarsi in un esercizio<br />
di natura, in questo caso, essenzialmente<br />
tecnico, prendendo come termine<br />
di riferimento un settore specifico,<br />
di importanza vitale, quello rappresentato<br />
dalla trasformazione del<br />
pomodoro, pilastro, da sempre, dell’<br />
industria parmense .<br />
Senza dimenticare il ruolo negativo<br />
che la recessione mondiale attualmente<br />
in atto gioca in modo purtroppo<br />
pesantissimo, le premesse da<br />
sottolineare e subito emergenti, sono,<br />
sotto certi aspetti, piuttosto negative<br />
e comuni a tanti settori dell’<br />
industria non solo italiana del settore.<br />
E’ onesto riconoscere come risulti<br />
deficitaria, in primis, la ricerca : in<br />
ambito nazionale, non è forse mai<br />
stata sostenuta da precisi sforzi ed<br />
investimenti ( delle imprese e delle<br />
istituzioni ) miranti alla definizione di<br />
nuovi prodotti e di relative tecnologie<br />
produttive.<br />
Si può facilmente constatare come<br />
troppi prodotti alimentari, che riem-<br />
piono gli scaffali dei supermercati,<br />
siano ottenuti con tecnologie messe<br />
a punto da centri di ricerca operanti<br />
fuori d’ Italia e come tuttora parte<br />
della nostra industria nazionale tenda<br />
ad arroccarsi sulle splendide posizioni<br />
che sono state raggiunte nel<br />
passato spesso remoto, ma che ora<br />
mostrano usura e generano qualche<br />
affanno di troppo.<br />
Si aggiunga il fenomeno, sempre<br />
più accentuato, per il quale la nostra<br />
<strong>impianti</strong>stica di punta, viene puntualmente<br />
copiata in alcuni paesi<br />
emergenti e da questi diffusa, il tutto<br />
facilitato da un indubbio gap di costi<br />
di materiali e di manodopera ovviamente<br />
a nostro danno.<br />
Da tutte queste considerazioni ne è<br />
scaturita una riflessione del tutto<br />
modesta, una possibilità di difesa<br />
non certo sconvolgente ma tuttavia<br />
percorribile : in mancanza di tecnologie<br />
alternative ed innovative subito<br />
disponibili, si potrebbero studiare<br />
possibilità di utilizzo massimo degli<br />
<strong>impianti</strong> offerti dalle nostre industrie,<br />
dilatandone le caratteristiche<br />
mediante innesto sulle linee legate<br />
attualmente a produzioni prettamente<br />
stagionali, di tecnologie di diversi-<br />
di Mario Diemmi<br />
ficazione che permettano utilizzi<br />
temporali massimi dell' impianto nel<br />
suo insieme e che, a parità di potenzialità<br />
di base, siano idonee a sfruttare<br />
al massimo, oltre alle linee<br />
strettamente produttive, anche quell’<br />
enorme complesso di servizi tecnici<br />
ausiliari che ogni stabilimento produttivo<br />
deve mettere a disposizione<br />
della linea base.<br />
Certamente la riflessione presuppone<br />
l’approfondimento sulle aree<br />
geografiche, sulle loro caratteristiche,<br />
la conoscenza delle coltivazioni<br />
esistenti e possibili, gli sbocchi di<br />
mercato che possono essere intravisti<br />
con il tutto completato da considerazioni<br />
legate alle linee del fresco,<br />
in alcune parti in largo aumento con<br />
possibilità di assorbimento di punte<br />
massime che spesso non risultano<br />
assorbibili dal consumo diretto.<br />
Per procedere ad un simile esercizio,<br />
possiamo, premesso che la nostra<br />
industria è storicamente da<br />
sempre legata al pomodoro, testare<br />
il procedimento relativamente ad<br />
una industria di trasformazione di<br />
questo vegetale tale da comportare<br />
una linea di trasformazione destinata<br />
alla classica produzione di conce-<br />
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