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Toponimia e cartografía - Consello da Cultura Galega

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Elena Papa/Al<strong>da</strong> Rossebastiano<br />

Altro esempio è <strong>da</strong>to <strong>da</strong> Sale di Canischio, insediamento dominato <strong>da</strong> un<br />

antico castello denominato localmente sala, inerpicato sull’altura che domina il<br />

corso del Gallenca, lungo una stra<strong>da</strong> che si perde nei boschi. Sul versante opposto<br />

troviamo la Fara di Alpette.<br />

Nella Valle di Viù la Saletta di Chiandusseglio domina la Stura e la stra<strong>da</strong> che<br />

si inerpica tra le montagna. Qui la fara di guardia pare essersi perduta.<br />

La Valle di Susa presenta una sola testimonianza di sala attraverso Salbertrand,<br />

di difficile interpretazione. La difficoltà risiede non tanto nella <strong>da</strong>tazione<br />

piuttosto tardiva (prima attestazione posteriore al Mille), quanto nel fatto che<br />

la secon<strong>da</strong> componente richiama piuttosto il francone che non il longobardo.<br />

Di qui la possibilità che anche la prima componente richiami il valore che sala<br />

acquisisce nella lingua dei Franchi 47 , divenendo testimone di essi piuttosto che<br />

dei Longobardi.<br />

Considerando i relitti toponimici delle due voci, emerge chiaramente che sala<br />

resiste ben più di fara: il fatto non desta meraviglia, essendo la sala il centro della<br />

casa dominicale ed il luogo di conservazione delle derrate. Sarà ragionevole pensare<br />

che intorno ad essa col tempo si sia concentrata la maggior parte della popolazione,<br />

sviluppando <strong>da</strong> una parte l’estensione dell’insediamento e favorendo<br />

<strong>da</strong>ll’altra la resistenza del toponimo.<br />

La torre di guardia, la fara, situata ai confini del fondo rustico, spesso si è col<br />

tempo perduta nel bosco, scomparendo nella vegetazione che ha coperto poi le<br />

rovine delle sue strutture difensive.<br />

Questi pochi esempi mostrano l’importanza del contributo offerto <strong>da</strong>lle nuove<br />

tecnologie allo studio della toponomastica. Dubbi e problemi rimasti aperti<br />

possono essere affrontati in modo diverso attraverso il GIS, che si rivela uno<br />

strumento di ricerca versatile e potente per la capacità di rendere evidenti le correlazioni<br />

tra i molteplici piani dell’in<strong>da</strong>gine. L’approccio pluridisciplinare risulta<br />

così valorizzato, confermando la sua efficacia nella gestione della complessità dei<br />

fenomeni toponomastici.<br />

47 Intorno al problema cfr. in particolare Sabatini, 1963.<br />

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