Toponimia e cartografía - Consello da Cultura Galega

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01.05.2013 Views

Elena Papa/Alda Rossebastiano Barmasse, a Rittana, citata nell’Atlante Toponomastico del Piemonte Montano e così descritta: 196 Zona umida e ripida, ricca di vegetazione. Qui non esistono veri e propri ripari sotto roccia, ma il terreno, sito in una conca profonda solcata dal Bial, è sovrastato da rocce strapiombanti sul rio medesimo» (ATPM 16, 46). Si conferma così la polisemia della voce, il cui specifico valore semantico dev’essere rintracciato attraverso un’indagine locale, che tenga conto dei diversi usi linguistici, delle specificità del terreno e dell’utilizzo del territorio realizzato dalle comunità che vi risiedono. La mappatura dei diversi significati attestati localmente dà ovviamente un importante contributo informativo, di cui il ricercatore dovrà tener conto nell’interpretazione del toponimo. 1.2. Rapporto con le forme antroponimiche La balma, offrendo rifugio e protezione, diventa un punto di riferimento importante nello spazio geografico del montanaro, e, indipendentemente dall’altitudine anche elevata in cui si colloca, non cessa di intrattenere relazioni con l’elemento antropico. Tale legame agisce in due direzioni: da un lato la denominazione di luogo originariamente assegnata all’area geografica si estende all’insediamento, segnando la progressiva antropizzazione del territorio; dall’altra tale denominazione entra nella designazione antroponimica, associandosi a gruppi familiari in funzione di determinante di provenienza o genericamente di soprannome. Il fenomeno risulta già documentato nel medioevo, come si rileva dai numerosi esempi attestati nella banca dati ArchiMediOn: dodus de balmuza; artelerius de balmuza; qualinus de balmuzano (a. 1217, Valsesia, BSSS 124) villielmus de balma, conversus montis benedicti (1240, Susa, BSSS 195) domum stephani de balma (1289, Susa, BSSS 36) peroni de la balma; voli de la balma (1347, Verbania, BSSS 124) vivianus dictus tegeta de la balma de petris zumellis (1393, Riva Valdobbia, BSSS 124) raymondus balmotus (1402, Rivara, inedito).

Toponimo Balma Cognome Balma Carta 5 TOP-GIS: APPLICAZIONI GIS ALLO STUDIO DELLA TOPONOMASTICA PIEMONTESE La diffusione di balma come forma antroponimica può oggi essere verificata con maggiore precisione, soprattutto in termini di estensione e localizzazione. La carta 5, che mette a confronto le denominazioni di luogo con base balma e la diffusione del cognome Balma 26 , mostra l’evidente dipendenza tra le due 26 I dati sono tratti dagli elenchi telefonici consultati attraverso il servizio web Pagine bianche e inseriti nel database di ToP-GIS; poiché il dato interessante è qui costituito dalla distribuzione sul territorio, la carta riproduce la presenza del tipo nelle diverse località, senza tener conto della diversa incidenza per zona. 197

Elena Papa/Al<strong>da</strong> Rossebastiano<br />

Barmasse, a Rittana, citata nell’Atlante Toponomastico del Piemonte Montano e<br />

così descritta:<br />

196<br />

Zona umi<strong>da</strong> e ripi<strong>da</strong>, ricca di vegetazione. Qui non esistono veri e propri ripari sotto<br />

roccia, ma il terreno, sito in una conca profon<strong>da</strong> solcata <strong>da</strong>l Bial, è sovrastato <strong>da</strong> rocce<br />

strapiombanti sul rio medesimo» (ATPM 16, 46).<br />

Si conferma così la polisemia della voce, il cui specifico valore semantico<br />

dev’essere rintracciato attraverso un’in<strong>da</strong>gine locale, che tenga conto dei diversi<br />

usi linguistici, delle specificità del terreno e dell’utilizzo del territorio realizzato<br />

<strong>da</strong>lle comunità che vi risiedono. La mappatura dei diversi significati attestati<br />

localmente dà ovviamente un importante contributo informativo, di cui il ricercatore<br />

dovrà tener conto nell’interpretazione del toponimo.<br />

1.2. Rapporto con le forme antroponimiche<br />

La balma, offrendo rifugio e protezione, diventa un punto di riferimento importante<br />

nello spazio geografico del montanaro, e, indipendentemente <strong>da</strong>ll’altitudine<br />

anche elevata in cui si colloca, non cessa di intrattenere relazioni con<br />

l’elemento antropico. Tale legame agisce in due direzioni: <strong>da</strong> un lato la denominazione<br />

di luogo originariamente assegnata all’area geografica si estende<br />

all’insediamento, segnando la progressiva antropizzazione del territorio; <strong>da</strong>ll’altra<br />

tale denominazione entra nella designazione antroponimica, associandosi a<br />

gruppi familiari in funzione di determinante di provenienza o genericamente<br />

di soprannome.<br />

Il fenomeno risulta già documentato nel medioevo, come si rileva <strong>da</strong>i numerosi<br />

esempi attestati nella banca <strong>da</strong>ti ArchiMediOn:<br />

dodus de balmuza; artelerius de balmuza; qualinus de balmuzano (a. 1217, Valsesia, BSSS 124)<br />

villielmus de balma, conversus montis benedicti (1240, Susa, BSSS 195)<br />

domum stephani de balma (1289, Susa, BSSS 36)<br />

peroni de la balma; voli de la balma (1347, Verbania, BSSS 124)<br />

vivianus dictus tegeta de la balma de petris zumellis (1393, Riva Valdobbia, BSSS 124)<br />

raymondus balmotus (1402, Rivara, inedito).

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