in argento dorato, oltre che nel fregio esterno <strong>de</strong>l<strong>la</strong> patera d’argento Cesno<strong>la</strong> 4554 da Kourion (fig. 10). Queste concordanze riconducono tutti i vasi finora menzionati d<strong>al</strong>l’It<strong>al</strong>ia e da Cipro <strong>al</strong>l’opera di un gruppo di artisti fenici facenti capo non solo ad una stessa tradizione artistica, ma ad una vera e propria scuo<strong>la</strong>, partico<strong>la</strong>rmente versata nel padroneggiare <strong>al</strong>lo stesso tempo tradizioni artistiche egiziane ed assire, per rie<strong>la</strong>borarle in maniera origin<strong>al</strong>e. A questa scuo<strong>la</strong> dovevano far capo artisti che <strong>la</strong>voravano in un solo centro (o in pochi centri limitrofi), da loc<strong>al</strong>izzare in Fenicia o a Cipro, in un arco di tempo re<strong>la</strong>tivamente limitato, approssimativamente tra <strong>la</strong> fine <strong>de</strong>ll’VIII sec. a.C. ed i primi <strong>de</strong>cenni <strong>de</strong>l VII. 227 La circo<strong>la</strong>zione di questi oggetti tra committenti e <strong>de</strong>stinatari avveniva <strong>al</strong> livello politico più <strong>al</strong>to, come attestano le iscrizioni sugli esemp<strong>la</strong>ri da Cipro che menzionano re loc<strong>al</strong>i. 228 Alcuni di questi vasi sono stati reputati da un’autorità politica vicino-orient<strong>al</strong>e <strong>de</strong>gni di essere inoltrati nel<strong>la</strong> remota peniso<strong>la</strong> it<strong>al</strong>iana a personaggi eminenti, il cui status appariva evi<strong>de</strong>ntemente equiparabile a quello di un re cipriota. L’omogeneità stilistica <strong>de</strong>i vasi rinvenuti in It<strong>al</strong>ia fa supporre che si tratti di un unico lotto di oggetti (o <strong>al</strong> limite due lotti, uno di vasi a scene militari e l’<strong>al</strong>tro a scene nilotiche), inviato tramite agenti d<strong>al</strong> Vicino Oriente o da Cipro. Il mezzo di comunicazione è il bene di prestigio, il codice di comunicazione è il dono tra pari <strong>al</strong> fine di stabilire o cementare un’<strong>al</strong>leanza. Se con i materi<strong>al</strong>i finora consi<strong>de</strong>rati ci troviamo in un ambito di contatti trans-mediterranei, <strong>al</strong>tri oggetti ci mostrano che, <strong>al</strong>lo stesso livello cronologico e negli stessi contesti, <strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione <strong>de</strong>i doni è una pratica ormai pienamente acquisita anche tra le élites loc<strong>al</strong>i, come poco tempo dopo documentano esplicitamente le iscrizioni etrusche di <strong>de</strong>dica. In questa se<strong>de</strong> ci limitiamo so<strong>la</strong>mente a segna<strong>la</strong>re due casi esemp<strong>la</strong>ri di circo<strong>la</strong>zione di specifici gruppi di oggetti. Tra le produzioni loc<strong>al</strong>i di patere baccel<strong>la</strong>te in bronzo, ispirate d<strong>al</strong>le importazioni orient<strong>al</strong>i, è ben riconoscibile un gruppo di esemp<strong>la</strong>ri attribuibili ad un nucleo di pochi artigiani etruschi che <strong>la</strong>voravano in una stessa bottega ed in un arco di tempo limitato (secondo quarto <strong>de</strong>l VII sec. a.C.), i cui prodotti sono attestati in pochi ma eccezion<strong>al</strong>i contesti funerari: undici patere in bronzo d<strong>al</strong><strong>la</strong> T. Regolini-Ga<strong>la</strong>ssi, quattro d<strong>al</strong><strong>la</strong> T. Bernardini, tre d<strong>al</strong><strong>la</strong> T. Barberini, cinque d<strong>al</strong><strong>la</strong> T. 5 di Fabriano, una ciascuna d<strong>al</strong>le Tt. 926 e 928 di Pontecagnano, patera in bronzo da Sa<strong>la</strong>mina B.M. 186 (MARKOE 1985: Cy5, 174s.; MATTHÄUS 1985: 163, 172s., n. 426, tav. 32). 227. In questa scuo<strong>la</strong> si inseriscono anche le patere in argento dorato Cesno<strong>la</strong> 4553 da Kourion (MARKOE 1985, 180s., Cy12) e d<strong>al</strong><strong>la</strong> t. IV di Tamassos (ibid.: 182s., Cy15) oltre che, probabilmente, <strong>la</strong> prima <strong>de</strong>corazione <strong>de</strong>l<strong>la</strong> patera in argento d<strong>al</strong><strong>la</strong> T. 2 di Sa<strong>la</strong>mina (ibid.: 185s., Cy20), forse più recenti per <strong>la</strong> <strong>de</strong>corazione più semplificata. 228. Le iscrizioni in sil<strong>la</strong>bico cipriota con menzione <strong>de</strong>l proprietario (così come l’iscrizione etrusca sul<strong>la</strong> Regolini-Ga<strong>la</strong>ssi 20364: supra, nt. 207) appaiono di poca utilità nell’individuazione <strong>de</strong>l luogo di fabbricazione perché incise successivamente: cfr. MARKOE 1985, 73ss., con <strong>la</strong> so<strong>la</strong> eccezione <strong>de</strong>l<strong>la</strong> patera Cesno<strong>la</strong> 4552 (con <strong>de</strong>corazione diversa rispetto agli esemp<strong>la</strong>ri in esame); contra HERMARY 1986, 194 e KARAGEORGHIS 2000: 180, che consi<strong>de</strong>rano l’iscrizione cipriota di Akestor sul<strong>la</strong> patera Cesno<strong>la</strong> 4554 contestu<strong>al</strong>e <strong>al</strong><strong>la</strong> fabbricazione, da loc<strong>al</strong>izzare quindi a Cipro. 290 una d<strong>al</strong><strong>la</strong> t. 4 di Narce Pizzo Pie<strong>de</strong> II e probabilmente due d<strong>al</strong> Circolo <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Fibu<strong>la</strong> di Marsiliana (figg. 11, 12). 229 Il numero limitato <strong>de</strong>i vasi e <strong>de</strong>i contesti rispetto <strong>al</strong>l’ampiezza <strong>de</strong>ll’area di rinvenimento sembra esclu<strong>de</strong>re sia una mobilità <strong>de</strong>gli artefici sia una serie di committenze indipen<strong>de</strong>nti presso una bottega “<strong>al</strong><strong>la</strong> moda”. Molto più probabile è invece una circo<strong>la</strong>zione di questi oggetti tra personaggi aristocratici in qu<strong>al</strong>ità di doni. Un esempio illuminante in questo senso viene da un gruppo di kyathoi in bucchero <strong>de</strong>corato a rilievo, in una fase che ve<strong>de</strong> già il pieno possesso <strong>de</strong>l<strong>la</strong> scrittura. 230 Un artista appartenente <strong>al</strong><strong>la</strong> Bottega <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Tomba Ca<strong>la</strong>bresi, operante a Cerveteri nel <strong>de</strong>cennio 660-50 a.C., ha prodotto due kyathoi d<strong>al</strong><strong>la</strong> tomba eponima di Cerveteri, uno d<strong>al</strong> Tumulo di Montetosto (camera II) ed uno da un contesto ignoto di Chiusi. Altri esemp<strong>la</strong>ri <strong>de</strong>l<strong>la</strong> stessa c<strong>la</strong>sse, tutti corredati da iscrizioni, sono testimoniati nel<strong>la</strong> T. 1 di San Paolo a Cerveteri, 231 nel<strong>la</strong> T. <strong>de</strong>l Duce IV a Vetulonia, a Monteriggioni e, in frammenti di piedi, a Murlo, Cas<strong>al</strong>e Marittimo, ancora a Vetulonia (T. <strong>de</strong>i B<strong>al</strong>samari) e a S. Casciano in V<strong>al</strong> di Pesa. 232 Le iscrizioni <strong>de</strong>dicatorie presenti su molti di questi vasi, per quanto ancora oscure, rientrano nel formu<strong>la</strong>rio specifico <strong>de</strong>llo scambio di doni tra aristocratici: Colonna e Maggiani hanno proposto che i frammenti iscritti <strong>de</strong>l<strong>la</strong> T. <strong>de</strong>i B<strong>al</strong>samari di Vetulonia e di Murlo siano doni da parte di capi ceretani a capi loc<strong>al</strong>i. 233 La stessa interpretazione va estesa <strong>al</strong> kyathos <strong>de</strong>l<strong>la</strong> T. <strong>de</strong>l Duce di Vetulonia, anch’esso prodotto a Cerveteri nel<strong>la</strong> Bottega <strong>de</strong>l<strong>la</strong> T. Ca<strong>la</strong>bresi, come mostrano <strong>la</strong> forma gener<strong>al</strong>e, <strong>la</strong> raffinatezza <strong>de</strong>l<strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione, <strong>la</strong> presenza <strong>de</strong>l<strong>la</strong> <strong>de</strong>corazione a rilievo e <strong>la</strong> tot<strong>al</strong>e i<strong>de</strong>ntità <strong>de</strong>l<strong>la</strong> <strong>de</strong>corazione <strong>de</strong>ll’ansa rispetto ai vasi <strong>de</strong>l<strong>la</strong> T. Ca<strong>la</strong>bresi e <strong>de</strong>l Tumulo di Montetosto (fig. 13). 234 Non è tempo di tirare <strong>de</strong>lle conclusioni: molti <strong>al</strong>tri oggetti, oltre a quelli presentati a titolo di esempio, andranno riconosciuti come frutto <strong>de</strong>l<strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione <strong>de</strong>i doni, mentre <strong>al</strong>tri ancora no. Ho inoltre limitato l’intervento <strong>al</strong>l’Orient<strong>al</strong>izzante antico e medio con partico<strong>la</strong>re attenzione ai contatti con il mondo vicino-orient<strong>al</strong>e. Emerge tuttavia chiaramente <strong>la</strong> piena a<strong>de</strong>sione <strong>de</strong>lle élites etrusco-it<strong>al</strong>iche <strong>al</strong><strong>la</strong> gran<strong>de</strong> rete <strong>de</strong>gli scambi e <strong>de</strong>i contatti trans-mediterranei, gestiti d<strong>al</strong>le autorità politiche attraverso il raffinato meccanismo <strong>de</strong>l distinguere tra amici e nemici, <strong>de</strong>l conquistare <strong>la</strong> fiducia <strong>de</strong>ll’<strong>al</strong>tro partner e mantener<strong>la</strong> lungo le generazioni, attraverso quel paradosso <strong>de</strong>l<strong>la</strong> spontaneità che genera l’obbligo di ricambiare, meravigliosamente illustrato d<strong>al</strong>l’etica aristocratica di Omero. Un sistema espresso tramite doni, oggetti 229. SCIACCA 2005, 340s. in gener<strong>al</strong>e e passim per i singoli vasi. 230. SCIACCA 2003a, 93-127, con bibl. 231. Per un secondo kyathos con figura di <strong>de</strong>spotes theron, tuttora inedito, cfr. RIZZO 2005, 286s. 232. SCIACCA 2003a, 117s., con bibl., cui ad<strong>de</strong> A. MAGGIANI in REE 69, 2003, 288s., n. 8, tav. XXIII per i frr. da Vetulonia (CIE 12099). 233. G. COLONNA in REE 70, 2004, 331s., nn. 51s.; MAGGIANI 2006, 330ss. 234. Per <strong>la</strong> congruità <strong>de</strong>ll’iscrizione <strong>de</strong>l kyathos <strong>de</strong>l<strong>la</strong> T. <strong>de</strong>l Duce ad un ambiente scrittorio ceretano cfr. SCIACCA 2003a, 110ss., 116.
Fig. 11. 1) P<strong>al</strong>estrina T. Bernardini; 2) Pontecagnano t. 926. Fig. 12. 1) Cerveteri T. Regolini-Ga<strong>la</strong>ssi; 2) Narce II PP t. 4. Fig. 13. 1) Cerveteri T. Ca<strong>la</strong>bresi; 2) Cerveteri Tum. di Montetosto; 3) Vetulonia T. <strong>de</strong>l Duce (da SCIACCA 2003, 97, 102, 107). 291
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