in bronzo nel<strong>la</strong> tomba veiente Quattro Fontanili OP 4-5 (fig. 8, nn. 16, 17), dove, accanto <strong>al</strong><strong>la</strong> tazza-attingitoio, <strong>al</strong>cuni frammenti in <strong>la</strong>mina compren<strong>de</strong>nti pareti a profilo curvilineo <strong>de</strong>corate a sb<strong>al</strong>zo e un coperchietto (fig. 8, n. 15), potrebbero essere attribuiti ad un piccolo incensiere. Come per le sepolture maschili, si può ritenere abbastanza verosimile che <strong>la</strong> tazza bronzea costituisca un bene person<strong>al</strong>e <strong>de</strong>l<strong>la</strong> <strong>de</strong>funta di rango, forse volto a segna<strong>la</strong>re le sue prerogative di partecipazione <strong>al</strong> banchetto, attraverso <strong>la</strong> facoltà di attuare libagioni. E’ inoltre da sottolineare che le <strong>al</strong>lusioni <strong>al</strong>l’atto <strong>de</strong>l bere cerimoni<strong>al</strong>e nelle sepolture hanno in questo periodo ancora una prev<strong>al</strong>ente connotazione individu<strong>al</strong>e, differente dagli usi collettivi di tipo “simposiaco”, che si diffon<strong>de</strong>ranno solo a partire da un momento pieno <strong>de</strong>ll’VIII secolo a.C. 43 Fra le <strong>de</strong>posizioni femminili vil<strong>la</strong>noviane con vasi in bronzo di un orizzonte intermedio <strong>de</strong>l Primo Ferro, testimonianza di un livello <strong>soci<strong>al</strong></strong>e partico<strong>la</strong>rmente elevato è <strong>la</strong> tomba Monterozzi 4. 44 Essa, in base a una radicata tradizione di studio ris<strong>al</strong>ente a H. Hencken 45 viene di solito riferita <strong>al</strong><strong>la</strong> fase Tarquinia IIB, ovvero <strong>al</strong><strong>la</strong> seconda metà <strong>de</strong>ll’VIII secolo a.C., 46 mentre secondo chi scrive, può, in base a numerosi elementi di corredo, essere datata ad un momento non posteriore <strong>al</strong><strong>la</strong> fase IIA, 47 cioè <strong>al</strong> più tardi agli inizi <strong>de</strong>llo stesso secolo. T<strong>al</strong>e sepoltura (fig. 7), il cui corredo si è solo parzi<strong>al</strong>mente conservato ma è noto da <strong>de</strong>ttagliati resoconti <strong>de</strong>l<strong>la</strong> fine <strong>de</strong>l XIX secolo, presentava caratteri ritu<strong>al</strong>i parzi<strong>al</strong>mente affini a quelli <strong>de</strong>lle già citate tombe di guerriero Impiccato I e II. 48 Deposta <strong>al</strong>l’interno di un cassone litico rettango<strong>la</strong>re (m. 1,50 x 0,90), presentava l’ossuario in bronzo con ornati in Protomenstil (fig. 7, n. 1), coperto da un bacile emisferico anch’esso in bronzo, e un complesso di ornamenti di ricchezza “principesca”, compren<strong>de</strong>nte un cinturone a losanga, 73 fibule di varie fogge (a serie continue, di verga di bronzo, ad arco composito con segmenti d’ambra e osso, a <strong>la</strong>minetta piatta ecc.), e 35 pendagli in met<strong>al</strong>lo, in parte riferibili ad una complessa col<strong>la</strong>na (fra cui due bulle rivestite in oro: fig. 7, n. 13); il ruolo eminente <strong>de</strong>ll’individuo, probabilmente molto giovane se non infantile a giudicare d<strong>al</strong>le piccole dimensioni <strong>de</strong>gli ornamenti, era ulteriormente sottolineato d<strong>al</strong><strong>la</strong> presenza di 62 rocchetti d’impasto. Poco più tarda, o forse sostanzi<strong>al</strong>mente contemporanea <strong>al</strong><strong>la</strong> Monterozzi 4, è <strong>la</strong> tomba Quattro 43. DELPINO 1997; IAIA 2006. 44. IAIA 1999. 45. HENCKEN 1968, p. 183. 46. Vedi da ultimo: BABBI, PIERGROSSI 2005, 306. Le motivazioni con cui questa sepoltura viene attribuita dai due autori <strong>al</strong><strong>la</strong> fase IIB (ad esempio presenza di una fibu<strong>la</strong> in elettro con <strong>de</strong>corazione a filigrana, per<strong>al</strong>tro costituente in assoluto un unicum) appaiono inconsistenti. 47. Si noti, tra l’<strong>al</strong>tro, <strong>la</strong> presenza di fibule ad arco ingrossato (HENCKEN 1968, fig. 170, b), di una fibu<strong>la</strong> a sanguisuga con staffa simmetrica e <strong>de</strong>corazione su tutto l’arco (HENCKEN 1968, fig. 170, d; foggia univers<strong>al</strong>mente attribuita <strong>al</strong><strong>la</strong> fase IIA a partire da PERONI 1979), e di due forme vasco<strong>la</strong>ri che nel<strong>la</strong> sequenza tarquiniese difficilmente potrebbero scen<strong>de</strong>re oltre <strong>la</strong> fase IIA (tazza a doppia carena, sco<strong>de</strong>l<strong>la</strong> a orlo rientrante di tipo vil<strong>la</strong>noviano c<strong>la</strong>ssico: HENCKEN 1968, fig. 170, l, o). 48. IAIA 1999, 61. 268 Fontanili AA1 (fig. 9), anch’essa caratterizzata da un ossuario in <strong>la</strong>mina di bronzo con ornati di foggia Vogel-Sonnen-Barke (fig. 9, n. 3), ma riferibile ad una produzione nettamente distinta da quel<strong>la</strong> <strong>de</strong>gli esemp<strong>la</strong>ri tarquiniesi e veienti sopra citati: infatti esso per forma e ornati rimanda strettamente a mo<strong>de</strong>lli centro-europei. 49 Su questa sepoltura maschile (QF 1970, 296), esiste una ricchissima letteratura, 50 che ten<strong>de</strong> a sottolinearne i caratteri di eccezion<strong>al</strong>ità, dovuti, oltre che <strong>al</strong> partico<strong>la</strong>rissimo ossuario, <strong>al</strong><strong>la</strong> prima apparizione, in un contesto funerario su suolo it<strong>al</strong>ico, di un insieme molto complesso di “armi da parata” e insegne di potere (elmo, gran<strong>de</strong> scudo circo<strong>la</strong>re, spada, <strong>la</strong>ncia, ascia con <strong>de</strong>corazione a <strong>la</strong>melle, scettro ecc.). Non sufficientemente chiarita è invece <strong>la</strong> cronologia, che in termini assoluti, non dovrebbe oltrepassare il 770-760 a.C., 51 anche se potrebbe anche ris<strong>al</strong>ire di qu<strong>al</strong>che <strong>de</strong>cennio rispetto a questo termine, <strong>al</strong><strong>la</strong> luce <strong>de</strong>llo stile ornament<strong>al</strong>e <strong>de</strong>ll’ossuario bronzeo, apparentabile a quello <strong>de</strong>lle più tar<strong>de</strong> situle “tipo Hajdúböszörmény”. 52 I contesti di rinvenimento <strong>de</strong>gli ossuari in <strong>la</strong>mina di bronzo ora esaminati attestano, per il principio <strong>de</strong>l<strong>la</strong> seconda fase <strong>de</strong>l<strong>la</strong> prima età <strong>de</strong>l ferro, notevoli trasformazioni i<strong>de</strong>ologiche e di assetto socio-politico in Etruria meridion<strong>al</strong>e: mentre infatti per <strong>la</strong> fase inizi<strong>al</strong>e <strong>de</strong>l Primo Ferro (X-IX secolo a.C.) si poteva avvertire l’esistenza di singole figure <strong>soci<strong>al</strong></strong>i di spicco, in parte investite di ruoli di preminenza politica (tombe con elmi, spa<strong>de</strong> e vasel<strong>la</strong>me in bronzo), in questo periodo sembra ormai avvenuta <strong>la</strong> formazione di un vero e proprio ceto aristocratico, in cui <strong>la</strong> componente femminile viene via via ad integrarsi nel<strong>la</strong> gestione <strong>de</strong>l potere da parte maschile. La <strong>de</strong>posizione <strong>de</strong>lle ossa cremate in ossuari di bronzo di fattura estremamente e<strong>la</strong>borata, prodotto verosimilmente di un singolo artigiano o di una picco<strong>la</strong> bottega che <strong>la</strong>vorava eminentemente su commissione diretta, oltre che ovviamente l’eccezion<strong>al</strong>ità <strong>de</strong>l ritu<strong>al</strong>e e <strong>de</strong>l corredo di ornamenti, segna infatti l’assunzione <strong>de</strong>ll’individuo in una ristretta cerchia di eletti, che ten<strong>de</strong> a differenziarsi radic<strong>al</strong>mente d<strong>al</strong><strong>la</strong> massa adottando simbologie distintive. Molto si è scritto sull’impiego <strong>de</strong>gli ossuari in bronzo come tratto ritu<strong>al</strong>e di matrice “omerica”. 53 Ciò che sembra partico<strong>la</strong>rmente interessante è che non 49. Cosid<strong>de</strong>tto “gruppo Veio-Seddin-Gevelinghausen”: JOC- KENHÖVEL 1974; per un aggiornamento <strong>de</strong>l<strong>la</strong> documentazione vedi IAIA 2005a, 163. Per un’interpretazione in termini di worldsystem theory di questo fenomeno di stretta interre<strong>la</strong>zione fra It<strong>al</strong>ia ed Europa settentrion<strong>al</strong>e: KRISTIANSEN 1993. 50. Riassuntivamente BOITANI 2004. 51. <strong>El</strong>ementi significativi per una datazione di questa sepoltura sono in partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong> fibu<strong>la</strong> serpeggiante di tipo “meridion<strong>al</strong>e” (che nei contesti etrusco-meridion<strong>al</strong>i non è più in voga dopo il 750 a.C. circa), <strong>la</strong> serpeggiante a gomito in ferro, e le fibule serpeggianti a due pezzi <strong>de</strong>l<strong>la</strong> famiglia con ago in bronzo sormontato da un vago e arco in ferro: queste ultime in partico<strong>la</strong>re ne attestano una contiguità cronologica (con leggera recenziorità) rispetto <strong>al</strong><strong>la</strong> tomba Impiccato II di Tarquinia sopra vista. 52. IAIA 2005b. Importante è <strong>la</strong> datazione <strong>de</strong>l<strong>la</strong> tomba di Saint-Romain-<strong>de</strong>-J<strong>al</strong>ionas (attorno <strong>al</strong>l’800 a.C.), dove è presente uno <strong>de</strong>gli esemp<strong>la</strong>ri più tardi di situ<strong>la</strong> “tipo Hajdúböszörmény”: VERGER 2005 (con bibl. prec.). 53. JOCKENHÖVEL 1974; BRUNI 1995; VERGER 1997; IAIA 2005c.
Fig. 9. Veio, parte <strong>de</strong>l corredo <strong>de</strong>l<strong>la</strong> tomba Quattro Fontanili AA1 (da QF 1970, PACCIARELLI 2001). si tratti di un uso esclusivamente it<strong>al</strong>ico, ma diffuso in diversi contesti <strong>de</strong>ll’Europa centro-settentrion<strong>al</strong>e nel periodo collocabile attorno <strong>al</strong>l’800 a.C.: <strong>al</strong> di fuori <strong>de</strong>ll’Etruria si possono menzionare, a solo titolo di esempio, i casi <strong>de</strong>lle tombe di Saint-Romain-<strong>de</strong>-J<strong>al</strong>ionas, Hostomice, Gevelinghausen, Seddin e Rivoli Veronese. 54 A t<strong>al</strong>e proposito è opportuno osservare come il 54. Per <strong>la</strong> bibliografia vedi in gener<strong>al</strong>e: METZNER-NEBELSICK 1997; IAIA 2005a e 2005b; VERGER 1997 e 2005. riferimento <strong>al</strong> mo<strong>de</strong>llo omerico, anche per i <strong>de</strong>ttagli <strong>de</strong>positori (funer<strong>al</strong>e di Patroclo con <strong>de</strong>posizione <strong>de</strong>lle ossa cremate entro lebete bronzeo), possa v<strong>al</strong>ere solo in quanto suggestione di un sentire diffuso nell’età <strong>de</strong>l ferro europea, mentre ben più stringenti sono le affinità form<strong>al</strong>i (vasi a breve collo, <strong>de</strong>corazione a sb<strong>al</strong>zo in Protomenstil) che accomunano gli ossuari it<strong>al</strong>ici a quelli <strong>de</strong>ll’Europa centr<strong>al</strong>e <strong>al</strong> passaggio fra età <strong>de</strong>i Campi d’Urne ed età di H<strong>al</strong>lstatt. Del resto, come attesta anche il caso <strong>de</strong>lle tazze Stillfried-Hostomice, 269
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