Flotte&finanza n. 71 giugno 2024

Casa Editrice la fiaccola srl Numero 71 

giugno 2024 

Scegliere, Gestire, Ottimizzare 

PRONTO, CHI RUBA? 

Ormai è una prassi. Rubare veicoli a noleggio per rivenderli o farli 

a pezzi per rifornire ricambisti disonesti. Ci si può difendere? 

ISSN 2037-5719 

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Basta splash-in! 

TANTO PER 

COMINCIARE 

Gli incentivi salvano il plug-in, una tecnologia inutile nella stragrande maggioranza 

dei casi. Anzi, controproducente. I fleet manager lo sanno 

Mettiamola in questi termini: il plug-in è un sistema balordo. 

Balordo perché richiede dalle 6 alle 8 ore per ricaricare 

una batteria che bene che vada garantisce massimo 

60-70 km (in genere 50). Quindi, a meno che non abitiate in una 

villetta elettroautonoma a 25 km dall’ufficio, o anche a 40 purché 

in ufficio ci sia una colonnina disponibile, serve a poco. 

Sapete che cosa succede? Beh, se avete una plug-in lo sapete 

bene, non fate gli gnorri. Succede che aldiavololaricaricavadoabenzina. 

Già, proprio così. Dubbi? Giriamoli alle società di noleggio 

a lungo termine, che non esitano a proporre urbi et orbi veicoli con 

questa tecnologia ai fleet manager e adesso anche ai privati. 

Perché proprio a loro? 

Perché con i dati veicolari di cui dispongono sono in grado di calcolare, 

data una percorrenza chilometrica, quanto viene effettivamente 

corso in elettrico e quanto in endotermico. Se qualcuno 

riesce a dimostrare un impiego della batteria congruo, comparabile 

con le stime di computo di consumo grazie alle quali le plug-in 

sono considerate valide in termini di emissioni carboniche, bene, 

faremo pubblica ammenda. Altrimenti... 

Lo faremmo volentieri noi, questo calcolo algebrico, ma non disponiamo 

di dati pertinenti, costruttori e flotte si guardano bene 

dal fornirli (e qui si potrebbe aprire una polemica secolare sulla 

proprietà del metadato, ma quella è un’altra storia). Ci appelliamo 

a chi questi dati li ha. Un po’ per sfatare falsi miti, un po’ perché 

queste automobili fanno più male che bene, un po’ per suggerire 

al legislatore di levare gli ecoincentivi a questi modelli, un po’, un 

po’ tanto, in nome di tutti quegli utenti presi per i fondelli con una 

tecnologia dettata più dal marketing che dalla logica. Saluti. 

www.flottefinanzaweb.it giugno 2024 - Flotte&finanza - 3

16 

Flotte&finanza 

sommario 

giugno 2024 - numero 71 anno 18 

10 Contro i furti d’auto telematica e bloccasterzo 

16 Rapporto Aniasa, il noleggio traina le immatricolazioni 

42 

18 Carvoilà, mobilità aziendale 2.0 

20 #FORUMAutomotive mette al bando le ideologie 

22 Leasys, la fusione le ha fatto bene 

24 Fleet manager ottimisti: lo dice il Barometro 

26 SIPLI FLEET tra le 100 eccellenze italiane 

28 Ami e My Ami Cargo per la micromobilità in sharing 

29 A Monza il nuovo Arval Store. Per privati e non solo 

30 Al Centro Aci Sara la sicurezza si impara 

32 Mazda CX-60 alla prova consumi 

38 Scenic E-Tech Electric, una di famiglia 

40 Cinque cose da sapere su Kia EV9 

41 Captur, Renault dice addio al plug-in 

42 Volvo EX30, piccolo è bello. E amico dell’ambiente 

44 Con Mercedes-Benz Sprinter e Vito si viaggia in first 

46 

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6 Il Pensatore 

8 Quote Rosa 

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Scegliere, Gestire, Ottimizzare 

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ISSN 2039 - 571X 

Questo periodico è associato 

all’Unio ne stampa periodica italiana. 

Numero di iscrizione 15132

IL PENSATORE 

IL PENSATORE 

a cura di Giuseppe Guzzardi 

Massimo Artusi è un 

rappresentante di quella 

stirpe di concessionari che 

hanno nel DNA la professionalità e 

l’esperienza necessarie per essere trait 

d’union tra industria e consumatore, 

dovendo nel contempo maneggiare 

competenze finanziarie e gestionali. La 

qualità essenziale per essere vincenti è 

la visione, oltre alla passione che 

trasuda da ogni sua parola. 

Nominato all’unanimità presidente di 

Federauto lo scorso marzo, 

associazione di cui era già il numero 

due con delega al settore truck e van, 

nel discorso di insediamento Artusi ha 

posto l’accento sull’unità della 

categoria e sulla valorizzazione del 

ruolo dei dealer nei tavoli associativi e 

istituzionali, sia a livello nazionale che 

europeo; ha riaffermato la funzione 

fondamentale del dealer quale ponte 

tra la produzione e il mercato, 

garantendo la presenza e la voce del 

UNA FIGURA INSOSTITUIBILE 

Massimo Artusi 

In un mondo che ‘obbliga’ alla concentrazione, «il rapporto con 

l’imprenditore, con il cliente, resta una chiave di successo per 

il concessionario». Il neo presidente Federauto ci spiega perché 

settore automobilistico nei dibattiti e 

nelle decisioni che influenzeranno il 

suo futuro; ha ribadito la necessità di 

un approccio strategico e unitario ai 

cambiamenti che interessano in modo 

trasversale il mondo automotive. 

F&F Presidente, lasciamo da parte 

le problematiche della 

decarbonizzazione e la conversione 

green dei veicoli, argomenti forse 

troppo battuti e che impongono 

cambiamenti strutturali. 

Soffermiamoci sui nuovi contratti 

brand/concessionaria. Siamo già in 

grado di fare un primo bilancio? 

››‰ Sono diverse le esperienze 

acquisite in Europa e in Italia ma 

vanno tutte nella stessa direzione. Il 

contratto di Agente Genuino ha 

bisogno da parte dei costruttori di 

approfondimenti importanti e sistemi 

informativi molto più complessi di 

quanto nessun brand, o consulente, 

avesse mai im maginato. Sem pre che 

la figura di Agente Genuino (l’unica 

concessa dalla normativa di 

esenzione) sia fino in fondo 

applicabile. Gli spazi e le 

interpretazioni aperte sono ancora 

moltissimi. 

La variabilità a valle del nostro lavoro è 

tanto complessa e dominata dall’intuito 

individuale - quindi dalla persona - che 

non si può rinchiudere in schemi o 

processi, se non a discapito della 

libertà di acquisto del consumatore e 

penetrazione/attrazione del costruttore. 

F&F Parliamo della tendenza alla 

concentrazione delle società. 

Diffusa l’accelerazione centripeta, 

che fa un po’ a pugni con la 

temuta estinzione delle 

concessionarie tradizionali. Come 

mai questa apparente 

contraddizione? 

››‰ Certificazioni ISO, rating legalità, 

bilancio sostenibilità da un lato (e solo 

per citarne alcune); brand identity, 

compliance, procedure di fornitura o 

assistenza, soddisfazione del cliente 

dall’altro. Mettiamo nella ricetta anche 

le normative italiane sull’impresa, sul 

lavoro e fiscali. Poi aggiungiamo un 

mercato competitivo e i clienti sempre 

più (giustamente!) esigenti. Come può 

un ‘piccolo’ operatore stare al passo 

con tutti questi adempimenti? 

Ecco spiegato il fenomeno. 

Ci tengo a precisare che ‘piccolo’ non 

è inteso solo in volume di fatturato. 

Anzi! Sono un convinto sostenitore 

della piccola impresa, la vera forza del 

capitalismo e dell’imprenditoria 

italiana. Ma chi non riesce ad affogare 

i notevoli costi fissi di tanti obblighi in 

una organizzazione davvero efficiente 

ed efficace è costretto a 

‘concentrarsi’. I migliori riescono a far 

fronte agli impegni attraverso 

l’ottimizzazione dei processi e dei 

servizi, ma qui parliamo di vere 

eccellenze. E ce ne sono. Il rapporto 

con l’imprenditore, con il cliente, resta 

una delle chiavi di successo per un 

concessionario. 

F&F Un problema molto sentito in 

tutti gli ambiti della 

concessionaria, soprattutto nel 

salone vendite e nell’officina, 

ovvero la mancanza di personale 

formato e competente. Può 

indicarci quali a suo avviso 

potrebbero essere soluzioni 

durevoli? 

››‰ Durevole, ahinoi, è un concetto 

ormai superato. Un tempo si facevano 

piani industriali a cinque anni, oggi si 

vive alla giornata. 

L’esperienza nel mondo del trasporto 

mi ha insegnato che i driver principali 

sono due: remunerazione adeguata e 

condizioni di lavoro. La prima si 

commenta da sola (anche se per noi 

concessionari è difficile da gestire con 

il restringimento dei margini causato 

dalle politiche degli OEM). La seconda 

presuppone, con la capacità di 

ciascun dealer di offrire dei pacchetti 

work-life balance adeguati, la 

rivalutazione presso l’opinione 

pubblica del ruo lo cruciale che il 

venditore ha o dovrebbe avere nella 

nostra società. 

Abbiamo sempre parlato di ‘consulenti 

all’acquisto’ piuttosto che di venditori, 

non è vendere qualcosa l’obbiettivo, 

ma mettere l’acquirente nelle 

condizioni migliori per un acquisto 

consapevole e utile. Idem per il 

personale di officina. 

F&F Si è tanto parlato di 

servitizzazione, ovvero dell’offerta 

di servizi accessori alla vendita. 

Sembra che l’argomento sia 

sempre di estrema attualità. Che 

cosa ne pensa? 

››‰ Penso che sia stato molto bravo 

chi ha inventato questo termine 

difficilmente pronunciabile... Credo 

che oggi non esista dealer che non 

abbia applicato politiche di 

diversificazione e integrazione dei 

servizi. Chi non ha anticipato questa 

necessità - mi dispiace essere 

tranchant - da diversi anni non è più un 

concessionario. Chi è rimasto 

ancorato ai soli servizi offerti OEM fa 

parte di questo gruppo. Ogni cliente è 

diverso, ognuno vuole la sua 

servitizzazione, non è massificabile. 

F&F Officina, magazzino, ricambi: 

ricalcoliamo l’apporto economico 

percentuale di queste attività? 

››‰ Visto che questa è una domanda 

a trabocchetto... non è una questione 

di apporto economico delle singole 

attività. La questione è offrire 

servizio competente a 360 

gradi. Ciascun dealer avrà 

percentuali diverse in base al 

proprio modello. Non bisogna 

guardare la pagliuzza ma la 

trave. La questione è vincere la 

soddisfazione e fedeltà del 

cliente. Non il Net Promoter 

Score, ma quella vera. 

F&F In ultimo, eccoci a 

Federauto. Può indicarci tre 

iniziative urgenti che vorrebbe 

che l’associazione adottasse? 

Siete in ‘campagna 

adesioni’? 

››‰ Grazie per la 

domanda. A questa 

è davvero facile 

rispondere! 

Ecco l’elenco: 

- Riconoscimento 

del ruolo, 

fondamentale, del 

concessionario in 

ambito europeo e quindi 

difesa della nostra autonomia 

imprenditoriale. 

- Revisione della politica fiscale 

italiana sui veicoli. 

- Revisione degli incentivi agli 

investimenti per i veicoli industriali. 

- Programmazione del trasporto 

pubblico. 

Siamo, e saremo sempre in campagna 

adesioni, finché anche l’ultimo dealer 

italiano (ed europeo) non entrerà a far 

parte della famiglia Fderauto. 

Se ritirassi un’auto nuova, magari 

quella dei miei sogni o per la quale ho 

fatto tanti sacrifici - mi chiedevo - la 

lascerei mai guidare a un estraneo? La 

risposta è pleonastica: No. 

Lo stesso vale per le nostre imprese. 

Lascerei il destino della mia impresa, 

che chissà quanti sacrifici mi è 

costata, nelle mani di chissà chi? 

Cari colleghi, non facciamo lo stesso 

errore, aderiamo, tutti, a 

Federauto. 

6 - Flotte&finanza - giugno 2024 



giugno 2024 - Flotte&finanza - 7

QUOTE 

ROSA 

UOMINI E DONNE AI CORSI DI GUIDA SICURA 

Mettersi in gioco 

Tutti possono migliorare le proprie abilità al volante per 

affrontare in modo corretto le situazioni di pericolo. Certo 

bisogna essere pronti ad ascoltare chi ne sa di più... 

di Tiziana Altieri 

Ascuola guida si imparano i 

rudimenti per poter condurre 

un’auto, ma è sulla strada che 

ci si fanno le ossa. Non basta però 

macinare chilometri per diventare degli 

assi al volante. Ecco perché sono 

utilissimi i Corsi di Guida Sicura. Come 

quello organizzato da Aci-Sara a 

Lainate, alle porte di Milano, che ho 

avuto l’opportunità di frequentare. 

Un’occasione anche per guidare 

vetture di ultima generazione dotate di 

dispositivi avanzati di assistenza alla 

guida (gli ADAS, molti dei quali 

saranno obbligatori su tutte le auto di 

nuova immatricolazione a partire dal 

prossimo luglio). Ebbene, io il corso 

Master l’ho approcciato con umiltà, 

perché in fondo non mi sono mai 

sentita (e, lo ammetto, faccio bene) 

una grande pilota. So che dei limiti li 

ho e questa era l’occasione per 

migliorarmi. Non si può dire, però, che 

tutti i miei compagni di avventura 

(sette persone, quattro uomini e due 

donne) la pensassero allo stesso 

modo... Appena si comincia con gli 

esercizi pratici il sesso maschile si 

prepara a mostrare i muscoli. Non tutti 

(ma quasi), forti dei loro chilometraggi 

annuali, vogliono far vedere di che 

pasta sono fatti. 

Non ci posso credere 

E così, mentre noi rappresentanti del 

gentil sesso ascoltiamo attentamente 

i consigli dell’istruttrice e, talvolta con 

non poca fatica, 

cerchiamo di 

metterli in atto, gli 

uomini, convinti 

delle loro innate 

doti, agiscono 

d’impulso. Il 

risultato? Noi 

In auto gli uomini 

si preparano 

a mostrare 

i muscoli. 

Non mettono 

in dubbio le loro 

capacità 

donne, dopo un giro di prova, riusciamo 

a effettuare l’esercizio proposto 

correttamente, i maschi continuano a 

sbagliare. Se l’acqua fosse stata un 

vero ostacolo, delle loro vetture non 

sarebbe rimasto nulla. Ma ovviamente 

non ci credono: la guida ce l’hanno nel 

sangue, se qualcosa va storto non è 

certo perché hanno sbagliato ma 

perché è l’auto a non reagire 

correttamente ai comandi. E così 

all’esercizio successivo ci chiedono di 

scambiare i veicoli. Accettiamo. Si 

riparte. Ci misuriamo con il sovrasterzo 

e il sottosterzo, ma anche qui le cose a 

loro non sembrano andare meglio. 

Sono allibiti, non possono crederci, 

devono fare i conti con il fatto che non 

sono loro a cavarsela meglio al volante. 

Cala il silenzio. Forse hanno compreso 

che è meglio seguire le indicazioni 

dell’istruttrice, che hanno ancora molto 

da imparare e che il loro istinto, in caso 

di pericolo, rischia di non metterli al 

riparo. 

Smettono di guardarci 

con superiorità, anzi 

talvolta sembrano 

provare invidia per la 

nostra capacità di 

metterci in gioco, di 

non dare per scontato 

che il modo in cui abbiamo guidato fino 

a oggi sia quello corretto. Uno a zero 

per il popolo rosa. Lo sappiano le 

aziende: investire sui corsi di guida 

sicura per il personale femminile avrà 

certamente un ritorno. Per quello 

maschile? Non so... 

8 - Flotte&finanza - giugno 2024 www.flottefinanzaweb.it 

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COVER 

FURTI E ANTIFURTI 

Prova a prendermi 

La lotta è impari, con i ladri di auto sempre più 

spavaldi (e impuniti). La telematica è un deterrente 

efficace, ma funzionano anche i vecchi antifurti 

di Roberta Carati 

Gli addetti ai lavori dicono che una macchina che 

si guida è una macchina che si ruba. È l’amara 

constatazione di Ado Gavioli, direttore commerciale 

di un’azienda (Block Shaft, v. box a pag. 15) che 

con il suo bloccasterzo in acciaio ad alta resistenza contribuisce 

ad arginare la piaga dei furti. Arginare, perché 

debellare appare francamente impossibile. 

L’annuale Dossier di LoJack Italia, società del Gruppo 

CalAmp specializzata nelle soluzioni telematiche per 

l’automotive e nel recupero dei veicoli rubati, mette a 

fuoco una realtà preoccupante. A partire dall’impennata 

del fenomeno: +7 per cento rispetto al 2022 per un totale 

di 131.679 tra due e quattro ruote. L’incremento ha riguardato 

nello specifico le vetture (+11 per cento a quota 

99.153), molto meno moto e scooter (+2 per cento). 

Altra nota negativa, soltanto il 44 per cento dei veicoli è 

stato recuperato e restituito al legittimo proprietario. 

Ampliando il periodo di riferimento, dal 2013 a oggi, 

quindi includendo un 2020 in cui le attività sono state 

rallentate dalla pandemia, il risultato non cambia: in Italia 

sono stati rubati 1.550.000 tra auto, Suv, van, mezzi pesanti 

e motocicli; di questi 609mila, quindi il 39 per cento, 

sono stati recuperati, mentre di 939.500 si sono perse 

le tracce. Guardando le sole vetture, in dieci anni le sottrazioni 

superano il milione e 113mila, poche centinaia 

di migliaia di unità in meno rispetto alle immatricolazioni 

di vetture registrate l’anno scorso. 

Un business redditizio 

Tolti i topi d’auto che agiscono in solitaria, è evidente 

come questo crimine sia prerogativa di vere e proprie 

holding di smercio e/o di smontaggio dei veicoli sottratti, 

in grado di agire con grande tempestività e di instradare 

i veicoli o le singole componenti disassemblate lungo 

le direttrici balcaniche dell’Est Europa oppure verso il 

Nord Africa e perfino in Medio Oriente. 

Il Dossier LoJack descrive una filiera che coinvolge i ladri 

che sottraggono fisicamente l’auto, i proprietari di garage 

o magazzini in cui l’auto solitamente viene lasciata a ‘de- 

cantare’ alcune ore/giorni prima di essere smontata o 

caricata in container o veicoli commerciali, i trasportatori 

e infine i broker criminali che presidiano i vari passaggi 

e governano le operazioni fino alla vendita nel Paese di 

destinazione. Secondo gli esperti, chi sottrae fisicamente 

una utilitaria può assicurarsi un guadagno immediato di 

poco inferiore ai mille euro, che salgono anche fino a cinquemila 

per vetture di lusso del valore di centomila euro. 

Il costo del trasporto si aggira intorno ai due-tremila euro 

se la vettura viene spostata verso l’Est, mentre varia tra 

i dieci e i quindicimila euro la tariffa per il trasporto del 

veicolo a bordo di una nave all’interno di un container. 

Risulta invece ‘economico’ lo spostamento tramite 

una staffetta di autisti che si danno il cambio alla 

guida dell’auto rubata fino a destinazione e che 

intascano tra i 500 e i mille euro. 

Ha dichiarato il presidente EMEA LoJack Maurizio 

Iperti: «I dati relativi al 2023 e ai primi mesi del 2024 

certificano e consolidano i segnali registrati negli 

scorsi anni di recrudescenza del business criminale 

dei furti di auto. Un fenomeno che in alcune aree 

del nostro Paese assume contorni allarmanti (otto 

furti su dieci si concentrano in cinque regioni dove 

le organizzazioni criminali hanno tradizionalmente 

radicato le proprie attività, nda). Solo un intervento 

rapido ed efficace può ridurre le possibilità che del 

veicolo si perdano le tracce per sempre. Grazie 

alla nostra tecnologia e a un team di esperti che 

supporta sul campo le forze dell’ordine nella ricerca, 

oggi possiamo contare su percentuali di recupero doppie 

rispetto a quelle del mercato». 

Magazzino ricambi 

facciamoci illusioni», premette 

il direttore generale Aniasa 

“Non 

Giuseppe Benincasa: “l’antifurto 

che evita che il veicolo venga sottratto non 

l’hanno ancora inventato”. Ma anche se quella 

contro i ladri di auto è una battaglia che si 

combatte con le armi spuntate, si può provare 

a rendere la vita difficile a chi “fa un danno 

enorme più al privato che all’azienda”. 

Che la telematica giochi un ruolo di primo piano nella lotta 

contro l’industria del furto è indubbio. Con altri due top 

player, OCTO Group e Verizon Connect Italia, ci siamo focalizzati 

sulle evoluzioni del settore in ambito flotte. 

La telematica è sicuramente un deterrente contro 

i furti. Quanto potente? 

››‰ Tina Martino, Marketing & Communication Director 

OCTO 

La telematica è un deterrente formidabile, con i nostri 

sistemi tecnologici siamo riusciti a recuperare oltre il 30 

per cento dei veicoli rubati. Al di là del recupero del sin- 

Gomme, finestrini, fari sono tra i ‘pezzi di ricambio’ più gettonati dai topi d’auto. 

Con il risultato che il 45 per cento della flotta in car sharing è inutilizzabile 

Direttore, perché nel Rapporto Aniasa 

2024 l’analisi dei furti e delle 

appropriazioni indebite riguarda 

soltanto il noleggio a 

breve termine e non il lungo? 

Abbiamo avuto difficoltà nella 

raccolta dei dati, che dobbiamo 

dividere tra corporate e retail. 

Le denunce corporate non 

COVER 

sempre vengono registrate in maniera puntuale 

e spesso arrivano con molto ritardo. 

Confido che dall’anno prossimo marcheremo 

il dato dei furti in maniera puntuale 

così da dare una estensione completa 

del fenomeno. 

Possiamo provare a inquadrarlo 

con i dati oggi disponibili? 

Se il noleggio a breve termine marca 

valore 100 (e nel 2023 Aniasa 

ha registrato la sottrazione di 792 





COVER 

COVER 

della flotta o degli asset come quelle di Verizon Connect 

consente ai fleet manager, in un unico prodotto, di avere 

tutti i vantaggi legati non solo a evitare il furto del veicolo 

e il suo utilizzo non autorizzato ma anche alla riduzione 

delle emissioni e del consumo di carburante e dell’aumento 

di produttività e sicurezza. 

delle nostre soluzioni, in modo da renderle ancora più efficienti 

e per rispondere al meglio alle esigenze dei professionisti 

del settore. Sicuramente l’intelligenza artificiale 

è la tecnologia che più di ogni altra promette di rivoluzionare 

l’ambito del fleet management, garantendo maggiori 

prestazioni in termini di sicurezza e produttività. 

golo veicolo, abbiamo avuto negli ultimi anni alcune 

esperienze di successo che hanno consentito di ritrovare 

un intero container di veicoli in fase di ‘esportazione’. 

Tutte queste operazioni sono state effettuate grazie alla 

collaborazione con le forze dell’ordine e nel caso specifico 

con la Polizia inglese. 

››‰ Alberto Di Mase, Senior Country Marketing Manager 

Verizon Connect Italia 

Quello dei furti è un tema centrale per i gestori di flotte. 

Le soluzioni di tracciamento GPS aiutano i fleet manager 

a monitorare quasi in tempo reale la posizione dei veicoli 

e degli asset e la presenza dei conducenti all’interno dei 

veicoli, di cui 754 auto), per il lungo termine 

questo valore va moltiplicato per 4. È vero 

che la quasi totale diffusione degli antifurti 

satellitari porta a un coefficiente di recupero 

abbastanza soddisfacente, il problema è 

in che condizioni vengono ritrovati i veicoli, 

a volte sono relitti. 

Per il car sharing, invece, il dramma sono i 

danneggiamenti, con il 40-45 per cento della 

flotta giornaliera che non è utilizzabile a causa 

di vandalismi che richiedono interventi 

di manutenzione; quindi non solo il veicolo 

non è disponibile ma per rimetterlo sulla 

strada l’operatore si accolla un costo di ripristino 

che varia secondo l’entità del danno. 

Ai ladri fanno gola le gomme (quante macchine 

trovate sui mattoni!), i finestrini, i fari, 

i tergicristalli, le autoradio… siamo arrivati 

anche ai sedili. 

Come Aniasa abbiamo rilevato che durante 

i periodi di difficoltà di approvvigionamento 

le auto, solitamente auto di grande diffusione, 

diventano il mercato alternativo dei pezzi 

di ricambio. Sono magazzini a cielo aperto. 

Anni fa alcune compagnie di rent-a-car 

minacciavano di ritirarsi dalle regioni del 

centro sud proprio per l’alto rischio furti... 

C’è stato un intervento teso alla registrazione 

dei contratti e l’attenzione generale 

mezzi. Ciò permette di ridurre il rischio di sottrazioni improprie 

e aumentare le probabilità di ritrovamento, consentendo 

all’azienda di risparmiare sull’acquisto di nuovi 

veicoli e in certi casi sui costi assicurativi. Per gli asset 

poi, è possibile utilizzare il GPS in modalità geofencing. 

In questo modo, il gestore può creare delle recinzioni digitali, 

che si attivano quando vengono superati dai macchinari. 

Si attiverà un allarme, in tempo quasi reale, che 

permetterà di controllare la mappa live per vedere che 

cosa sta succedendo e gestire la situazione. 

La telematica, quindi, è un ottimo deterrente contro i 

furti. L’installazione di una soluzione per il tracciamento 

su questo tema è cresciuta. Si è sviluppata 

molto la telematica e quindi il controllo da 

remoto del veicolo. E poi c’è stata e c’è una 

distribuzione più oculata della flotta: là dove 

le nostre statistiche ci dicono che certi veicoli 

sono più appetibili di altri, in quelle zone 

il servizio di rent-a-car verrà proposto con 

un altro tipo di veicoli. La possibilità di analizzare 

i dati consente alle società di noleggio 

di avere un just in time esatto. 

Sono entrate in Aniasa diverse società di 

telematica. Come legge la loro adesione? 

Siamo un bacino di applicazione ma soprattutto 

di studio e analisi. Il modo per evol- 

Avete allo studio soluzioni ad hoc per proteggere 

i veicoli in flotta dal rischio furti? 

››‰ Tina Martino, OCTO 

Abbiamo una soluzione end to end che si basa sia su un 

dispositivo da installare a bordo dell’auto sia su una infrastruttura 

tecnologica attraverso cui è possibile effettuare 

le attività di tracking e l’orchestrazione del servizio degli 

enti autorizzati. Tale soluzione, OCTO Stolen Vehicle 

Tracking (SVT), permette la gestione del furto tramite una 

richiesta on demand fatta dal proprietario del veicolo ma 

può essere anche attivata in automatico attraverso il dispositivo 

installato a bordo in caso di rilevazioni di allarme. 

Sulla base della configurazione del dispositivo è possibile 

rilevare uno spostamento anomalo e, per esempio, in circostanza 

di furto accertato, si può attivare dalla sala di sicurezza 

il blocco di avviamento del motore. Questa soluzione 

è facilmente configurabile nella piattaforma di 

gestione delle flotte dai profili professionali autorizzati. 

››‰ Alberto Di Mase, Verizon Connect Italia 

Come Verizon Connect ci adoperiamo ogni giorno per 

migliorare i nostri prodotti e offrirne sempre di nuovi sul 

mercato anche relativamente al tema dei furti. Al momento 

puntiamo su una maggiore integrazione 

delle tecnologie emergenti all’interno 

vere più velocemente in questo settore è 

avere feedback di confronto tra chi utilizza 

il device e chi lo sviluppa e lo elabora. 

Quando sono arrivate sul mercato le prime 

auto ibride, abbiamo rilevato un fenomeno 

di furti delle batterie e siamo stati in grado 

di precisare dove, come, quando. Alcuni operatori 

hanno cominciato a sviluppare antifurti 

ad hoc, dedicati alla protezione delle batterie. 

Il satellitare funziona, l’antifurto meccanico 

anche, che cosa serve per debellare 

o almeno arginare la piaga dei furti? 

Aggiunga il lavoro fantastico delle forze 

dell’ordine, ci tengo a sottolinearlo, con cui 

Sono a rischio i veicoli ma sono a rischio anche i 

dati sensibili dei driver. Ormai, più che di sicurezza 

bisogna parlare di cybersecurity automobilistica… 

››‰ Tina Martino, OCTO 

I veicoli sono diventati essenzialmente computer su ruote, 

dotati di una vasta gamma di sistemi elettronici e di comunicazione 

che possono essere vulnerabili agli attacchi 

informatici; ma tutta questa evoluzione ha portato anche 

a un aumento nell’adozione di misure di sicurezza informatica 

robuste, come crittografia dei dati, autenticazione 

multi-fattore, aggiornamenti regolari del software e monitoraggio 

costante dei sistemi per individuare e rispondere 

prontamente a eventuali violazioni della sicurezza. 

Per quanto riguarda la gestione dei dati dei driver, tutte 

le Centrali Operative di OCTO godono dell’autorizzazione 

Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e 

hanno un canale diretto con il SSN e le FF.OO. Inoltre, 

abbiamo partnership con più di 40 istituti di vigilanza 

che ci hanno consentito di essere un’azienda qualificata 

nei confronti delle forze dell’ordine. 

››‰ Alberto Di Mase, Verizon Connect Italia 

Nonostante le tante opportunità, una flotta connessa com- 

Furti e appropriazioni indebite nel noleggio a breve termine 

2023 2022 var % 

Totale Furti 792 841 –5,8% 

- di cui vetture 754 791 –4,7% 

- di cui furgoni 38 50 –24% 

Veicoli recuperati da furti 431 414 4,1% 

Veicoli rubati e non recuperati 361 427 –15,5% 

Appropriazioni indebite 389 414 –6% 

- di cui appropriazioni indebite vetture 378 384 –1,6% 

- di cui appropriazioni indebite furgoni 11 30 –63,3% 

Veicoli recuperati da appropriazioni indebite 293 233 25,8% 

Veicoli non recuperati da appropriazioni indebite 96 181 –47% 

Danno da furti (euro) 6.134.271 6.512.915 –5,8% 

Danno dei furti sul fatturato (percentuale) 0,42% 0,48% –12,4% 

c’è una strettissima collaborazione e che 

su questo fronte sono impegnate in modo 

continuo e costante. Il problema è il sistema 

di repressione: rispetto a una massa di provvedimenti 

considerevole e di danni altrettanto 

considerevoli, la risposta dal punto di 

vista giuridico sanzionatorio è francamente 

debole. I ladri, se ‘beccati’, restano a piede 

libero anche se sono soggetti che reiterano 

più volte lo stesso reato. E questo frustra 

l’attività di polizia, carabinieri, guardia di finanza... 

Manca l’ultimo miglio. 



www.flottefinanzaweb.it giugno marzo 2024 2022 - Flotte&finanza - 13

COVER 

COVER 

porta una certa vulnerabilità alle minacce provenienti dai 

sistemi di condivisione e reti back-office. Per ovviare a questo 

problema, i fleet manager devono essere maggiormente 

proattivi valutando periodicamente i rischi, aggiornando i 

software, formando il personale, stabilendo protocolli di 

security rigorosi e impiegando strumenti avanzati per una 

gestione sicura. Si tratta di un approccio olistico che aiuta 

a mitigare le sfide che provengono dal mondo digitale. 

Le più diffuse, le più rubate 

Ancora dal Dossier LoJack, ecco la classifica dei modelli 

di vetture più rubate, classifica che rispetto allo scorso 

Assicurarsi o autoassicurarsi quanto protegge? 

Nel lungo termine tendenzialmente il valore 

è assicurabile perché, al di là del tipo di auto, 

il bene è affidato a quel determinato soggetto 

che lo guiderà per due, tre, quattro anni. La 

copertura è accessibile. 

Il problema si pone nel breve termine, dove 

alcuni interrogativi - la macchina chi la guida? 

Dove? Quanti chilometri fa? - sono destinati 

a rimanere senza risposta e a far lievitare a 

un punto tale il costo del servizio assicurativo 

che ribaltarlo sulle tariffe sarebbe impossibile. 

Da qui la scelta di autoassicurarsi: il noleggiatore 

usa un sistema di calcolo attuariale 

con cui si copre cercando di limitare i 

danni, di parare gli effetti dell’attività criminale, 

ma non è un vero servizio assicurativo. 

C’è anche da dire che i costi delle polizze sono 

cresciuti, è una dinamica che va verso l’alto 

e anche in maniera abbastanza consistente. 

Per due fattori: la sinistrosità che è aumentata 

e il costo dei ricambi che è schizzato alle stelle. 

E torniamo al magazzino a cielo aperto... 

Direbbe che la spina nel fianco dei noleggiatori 

oggi è il furto? 

Da cittadino, e da italiano, direi che è più un 

problema di costume. La conseguenza economica 

sicuramente c’è, però l’impatto del 

anno riserva poche sorprese. Gruppo Stellantis presidia 

le posizioni di vertice, con Fiat Panda in testa con 12.571 

sottrazioni (1 autoveicolo rubato su 10 è una Panda) seguita 

da 500 (5.889), Punto (4.604), Lancia Ypsilon 

(4.472), 500 L (2.637) e Alfa Romeo Giulietta (2.075). Le 

ultime quattro posizioni sono occupate da Smart Fortwo 

(1.976), Citroën C3 (1.741), Volkswagen Golf (1.465) e 

Renault Clio (1.365). Ben il 54 per cento dei furti d’auto 

riguarda questi modelli. L’auto più ritrovata è la Giulietta 

(65 per cento dei recuperi), seguono 500 L (59 per cento), 

Panda e 500 (55), Ypsilon (54), Punto (40), Smart Fortwo 

(37), C3 (36), Golf (35), infine Clio (30 per cento). 

furto di ‘enne’ vetture su un mondo industriale, 

impatto che classifichiamo rilevante 

perché è rilevante nel totale, è molto meno 

pesante rispetto a quello che subisce la persona 

a cui viene rubata la sua macchina. 

Mi irrita, anzi mi indigna questa mancanza 

di sensibilità verso il singolo. Parliamoci 

chiaro: con i soldi con cui oggi acquisti una 

vettura elettrica di fascia media, trent’anni 

fa compravi quasi un appartamento. Come 

azienda so che quello dei furti è un rischio 

di cui devo tenere conto. Come privato, e 

considerando i costi di un’auto, il sacrificio 

che faccio a monte è nettamente più alto 

e il rischio a valle lo è ancora di più. 

Nella categoria Suv/crossover, i più ambiti sono Fiat 500X 

(1.997 unità sottratte nel 2023 con il 48 per cento dei recuperi), 

Jeep Renegade (1.653 furti, 47 per cento di recuperi), 

Peugeot 3008 (778 furti, 36 per cento di ritrovamenti), 

Jeep Compass (713 furti, 38 per cento di recuperi), Renault 

Captur (663 furti, 39 per cento di ritrovamenti). 

A proposito di ritrovamenti, val la pena soffermarsi (lo 

fa anche il direttore Aniasa, v. intervista a pag. 11), sulle 

loro condizioni. Nel cuore della Puglia - che insieme a 

Campania, Lazio, Sicilia e Lombardia ‘vale’ l’80 per cento 

della totalità dei furti compiuti in Italia: 80.559 su 99.153 

- i già bassi tassi di recupero si traducono spesso in ritrovamenti 

di veicoli ridotti a relitti, smantellati in meno 

di 24 ore per la vendita dei pezzi di ricambio. Va meglio 

in Basilicata, Valle D’Aosta, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, 

Marche, Molise, Trentino-Alto Adige e Umbria, dove i 

furti restano al di sotto dei 600 casi l’anno. 

Elettronici o satellitari? Tutti e due 

Milano, piena notte, suona una sirena. È probabile che il 

ladro desisterà dal tentativo di rubare l’auto parcheggiata 

sul marciapiede sotto casa. Ne è convinto Daniele Gandini, 

direttore vendite Macnil GT Alarm, secondo cui «l’antifurto 

elettronico - che prevede il blocco motore, la protezione 

di porte, cofano e baule oltre che dell’abitacolo, la possibilità 

di verificare eventuali cause di allarme - resta il sistema 

più venduto al privato. Almeno 70-80mila solo in 

Italia». Diverse le necessità del fleet manager, che oltre 

all’antifurto meccanico richiede «il localizzatore satellitare. 

In questo modo non soltanto può rilevare l’esatta posizione 

del veicolo ma attivare o disattivare il blocco avviamento 

tramite app o web, funzione che si rivela particolarmente 

utile in caso di furto, perché nel momento in 

cui riceve la segnalazione che l’auto è stata messa in 

moto senza chiave potrà inibirne l’avviamento non appena 

si ferma impendendole di ripartire. Per ovvie ragioni di 

sicurezza è vietato bloccare l’auto in movimento». 

Molto alte le percentuali di recupero. «Nelle prime 48 ore 

sono anche del 90-95 per cento. Se passano più giorni, 

invece, il rischio è di trovare il veicolo smembrato». 

Da Macnil GT Alarm anche la soluzione detta di doppia sicurezza, 

che oltre al classico allarme satellitare, il cui segnale 

può essere però vanificato dall’uso dei jammer, prevede 

l’installazione di prodotti autoalimentati, che si accendono 

ogni tot ore e in caso di furto del veicolo inviano 

un alert che permetterà alla centrale operativa di localizzarlo. 

«Abbiamo ritrovato mezzi di cava cantiere 

dopo una settimana grazie a questo satellitare nascosto, 

e depositi con più macchine, non solo quelle rubate a noi!». 

UNIVERSALE (MA NON PER TUTTI) 

Tanto piccolo quanto efficace. Stiamo parlando 

di Block Shaft, l’antifurto meccanico sviluppato 

dall’omonima azienda di Monopoli, in provincia 

di Bari, disponibile in versione Classic e 

Automatic. Praticamente invisibile perché integrato 

nel piantone, il dispositivo blocca la direzionalità 

della vettura senza modificarne 

l’estetica né l’originalità delle sue parti. 

Siamo entrati nei dettagli con il direttore commerciale 

di Block Shaft, Ado Gavioli. 

È riduttivo definirlo un bloccasterzo? 

Tutte le vetture hanno un bloccasterzo di serie, ma è realizzato in materiale 

morbido, tipo plastica o alluminio; basta forzare la rotazione del volante, dargli 

qualche colpo secco perché il bloccasterzo si spezzi e il volante torni libero di 

girare. Block Shaft ha realizzato un’applicazione - preciso questo termine 

perché molti confondono l’antifurto meccanico con una manomissione dell’impianto 

di sterzo - che replica il principio del bloccasterzo di serie ma in 

modo corazzato. Il dispositivo si compone di un cannotto di acciaio antitaglio 

e antitrapano saldato sulla parte statorica del piantone, e di un lucchetto che 

scorre al suo interno fino a impegnarsi in un’asola ricavata su una boccola solidale 

all’albero del piantone stesso. L’antifurto si attiva attraverso una serratura 

di sicurezza certificata, anche quella un nostro brevetto, impedendo la rotazione 

del volante. Risultato: l’auto resta immobilizzata dove è stata parcheggiata. 

Che cosa succede in caso di incidente? 

Il dispositivo non interagisce con nessun organo di sicurezza, la collassabilità 

del piantone viene interamente preservata, quindi da questo punto di vista problemi 

zero. Le assicurazioni, anzi, spesso riconoscono degli sconti sul furto/incendio 

se c’è installato l’antifurto meccanico proprio perché ne ravvisano la validità. 

Qual è la diffusione del dispositivo? 

Un dato aggiornato a qualche anno fa parlava di oltre 1.400.000 mila pezzi venduti, 

è un prodotto di rotazione, ciò che viene venduto viene automaticamente installato. 

Con la crisi dell’auto del 2008-2009 il mondo dei concessionari è diventato uno 

dei nostri canali principali di distribuzione, dealer e rivenditori multimarche ne 

hanno fatto un motivo di business. La diffusione è maggiore al Sud - siamo sui 

4.500 dispositivi al mese tra Puglia, Campania e Sicilia - che non al Centro Nord 

dove sono più conosciuti l’antifurto satellitare e quello elettronico. 

Se allarghiamo il discorso ai veicoli commerciali? 

La protezione del vano di carico degli LCV ha 

reso Block Shaft azienda di riferimento. 

Oggi i nostri sistemi sono gli unici certificati 

da tutti i corrieri a livello nazionale, 

operiamo quasi in regime di monopolio. 





EVENTI 

Tutto cambia, niente cambia 

EVENTI 

23° RAPPORTO ANIASA 

NOLEGGIO 

A TAVOLETTA 

Con il 30 per cento di immatricolazioni nel 2023 

il noleggio si conferma motore dell’intero comparto 

automotive. Trainante e sempre più verde 


mercato dell’auto ancora lontano dai livelli prepandemia 

il settore del noleggio continua a cresce- 

“In un 

re». Terzo anno alla guida di Aniasa e il presidente 

Alberto Viano archivia un 2023 dove il noleggio rappresenta 

il 30 per cento delle immatricolazioni, valore ulteriormente 

in crescita nel primo trimestre 2024. 

La presentazione del 23esimo Rapporto dell’associazione 

sullo stato di salute di un comparto che vale 14 

IL LUNGO TERMINE NEL PRIMO TRIMESTRE 2024 

I TRIMESTRE 2024 I TRIMESTRE 2023 VAR.% 

Fatturato (miliardi €) 1.9 1.7 14,6 

Flotta circolante 1.183.400 1.093.000 8,3 

Immatricolazioni 95.200 111.746 - 14,8 

IL BREVE TERMINE NEL PRIMO TRIMESTRE 2024 

I TRIMESTRE 2024 I TRIMESTRE 2023 VAR.% 

Fatturato € 242,8 227 7 

Giorni di noleggio 7.625.000 7.141.000 6,8 

Numero di noleggi 881.500 838.500 5 

Flotta media 122.700 118.500 3,5 

Immatricolazioni 38.200 19.900 92,4 

miliardi di euro e conta 1 milione e 300mila tra auto e 

veicoli commerciali, è l’occasione per entrare nelle pieghe 

dei singoli segmenti - lungo termine, breve termine, car 

sharing - oltre che per fare il punto sulle politiche fiscali 

ancora molto penalizzanti rispetto al resto d’Europa. 

«Per riequilibrare finalmente la fiscalità sull’auto aziendale», 

ha detto Viano, «va colta l’opportunità offerta dalla 

Legge sulla Delega Fiscale e dalla prossima Legge di 

Bilancio: in Italia, su un’auto del costo di 30.000 euro le 

aziende possono ‘scaricare’ 3.615 euro contro, per esempio, 

i 25.210 euro della Germania. Un graduale riequilibrio, 

almeno sulle nuove vetture elettriche per le quali le risorse 

necessarie nel triennio sono di 343 milioni, un niente, 

porterebbe a un significativo aumento di auto ‘alla spina’ 

nel parco circolante. Oltretutto con un ritorno sull’investimento 

per l’Erario del 50 per cento e con evidenti vantaggi 

in termini di riduzione delle emissioni inquinanti e 

di maggiore sicurezza sulle nostre strade». 

A proposito di veicoli green, va detto che il 33 per cento 

delle nuove vetture elettriche e il 53 di quelle ibride plugin 

immatricolate in Italia sono a noleggio. 

Stanno (quasi) tutti bene 

È del lungo termine la migliore performance 2023: il fatturato 

è aumentato del 12,9 per cento sul 2022 superando 


i 10 miliardi e mezzo (cifra che comprende i 2 miliardi e 

nove generati dall’attività di rivendita dell’usato, più appetibile 

anche per l’aumento dei prezzi di listino del nuovo), 

per una flotta di 1 milione e 217mila veicoli (+8 per cento); 

le immatricolazioni sono cresciute del 23,6 per cento 

(438mila contro le 355mila del 2022, di cui 82mila full hybrid 

o plug-in o elettriche). Interessante la composizione 

della platea: 90.000 aziende, 3.000 pubbliche amministrazioni 

e 161.000 privati (con e senza partita iva). È andato 

molto bene anche il primo trimestre 2024, con il giro 

d’affari cresciuto del 14,6 per cento e la flotta dell’8,3; 

unico parametro negativo, conseguenza del ritardo con 

cui gli incentivi annunciati sono entrati in vigore, le immatricolazioni, 

in calo del 14,8 per cento. 

Anche il segmento del breve termine continua a godere di 

buona salute: l’anno scorso il fatturato ha sfiorato il miliardo 

e mezzo (+7,5 per cento sul 2022), la flotta media è cresciuta 

del 12,6 per cento a quota 137mila, le immatricolazioni 

dell’8,2 per un totale di quasi 69mila veicoli; i noleggi 

sono stati 4,3 milioni (+18,1 per cento) per poco meno di 

36 milioni di giornate di noleggio (+14,2). Per un effettivo 

ritorno ai livelli preCovid, però, manca ancora 1 cliente su 

5. Indicatori positivi nel primo trimestre 2024, anche in previsione 

dell’alta domanda attesa nella stagione estiva e 

della Pasqua che è caduta nel periodo: +7 per cento il fatturato, 

+5 il numero di noleggi, +3,5 la flotta e, il dato più 

eclatante, +92 per cento le immatricolazioni. 

Infine il car sharing, che dopo la pandemia è tornato a crescere 

(gli utenti attivi, per esempio, negli ultimi sei mesi si 

contano in 300mila, in aumento di 4 punti percentuali rispetto 

al 2022, di 23 sul 2019) ma archivia il 2023 con poco 

meno di 5 milioni di noleggi: il 10 per cento in meno nel 

confronto con l’anno scorso, quasi la metà degli oltre 10 

milioni del pre-pandemia. Roma e Milano la fanno da padroni 

con l’80 per cento della flotta complessiva, flotta che 

nonostante la fine del chip shortage e il ritorno dell’offerta 

di prodotto è rimasta costante con 3.500 vetture. 


Ha tratti gattopardeschi l’annuale ricerca di Bain & Company 

sulla mobilità degli italiani ‘Casa e Chiesa nel settore dell’auto’. 

Perché se è vero che l’immatricolazione di vetture 

ibride è cresciuta fino a raggiungere al 31 marzo 2024 il 

42 per cento (le BEV si fermano al 3), è altrettanto vero che 

le emissioni di CO 2 sono addirittura in aumento. «Una tendenza», 

osserva Gianluca Di Loreto, Partner e responsabile 

automotive Italia di Bain & Company, «che può essere spiegata 

sia con le minori rottamazioni delle vetture obsolete 

- in due anni le radiazioni si sono contratte del 30 per cento, 

da 1,5 milioni a 1 milione - sia con le preferenze per veicoli 

a benzina o mild hybrid. Si è passati infatti, in meno di un 

decennio, dal 56 per cento di diesel al 64 di benzina/ibrido». 

Non solo. Anche nelle grandi città il ‘piccolo è bello’ ha perso appeal, al punto 

che soltanto una compatta su 50 è full electric (mentre tra le vetture mediograndi 

avanza il plug-in hybrid), e in Italia come nel resto d’Europa, in Germania 

più che altrove, l’immatricolato BEV cresce poco o nulla. 

Il noleggio vince sempre 

In un clima di incertezza - dove è calata anche la spinta degli Innovatori (2,5 

per cento) e degli Anticipatori (13,5), quindi di consumatori disposti a investire 

di più per essere all’avanguardia (i primi), interessati all’innovazione quando 

ne intuiscono gli effettivi vantaggi (i secondi) - vince il canale del noleggio, a 

lungo e a breve termine, che tocca un nuovo record storico con una penetrazione 

nel 2023 del 29 per cento sul totale immatricolazioni. 

«Le normative sempre più rigorose, specialmente sulle emissioni», conclude 

Di Loreto, «richiedono un’adeguata preparazione e investimenti da parte delle 

case automobilistiche europee. È importante tenere conto delle preferenze 

dei consumatori e adattarsi ai cambiamenti nelle loro abitudini di acquisto 

per tutelare la competitività nel mercato globale, mantenendo l’attenzione 

sulla sostenibilità ambientale del settore, ma anche su quella economica». 

Penetrazione del canale noleggio 

(% su tot. immatricolazioni) 

Fonte: Italia: Unrae, struttura del mercato. 

Dati internazionali: ANIASA/Dataforce (include Leasing Società e Noleggio a Lungo Termine) 

Il canale noleggio segna un nuovo record storico a quota 29,2 per cento nel 

primo quadrimestre 2024, un dato che avvicina l’Italia a Francia, Spagna e 

Germania. Resta ampio il divario rispetto a Regno Unito, Belgio e Paesi Bassi. 


INTERVISTA 

INTERVISTA 

CARVOILÀ 

Mobilità 

aziendale 2.0 

L’azienda milanese offre un servizio premium di pick up 

e delivery a chi necessita di movimentare una vettura per 

attività di manutenzione, ricollocamento, riparazione 

di Giacinta Moraschi 

Francesca 

Vidali, CEO 

e co-founder 

di Carvoilà 

Parola chiave: premium. Il servizio di presa e riconsegna 

tramite driver strutturato da Carvoilà si differenzia 

non soltanto per la tipologia di clientela 

- esclusivamente business - ma per la qualità della proposta. 

Ci dice tutto la CEO e co-founder Francesca Vidali. 

F&F Iniziamo con una presentazione dell’azienda? 

››‰ Carvoilà è un’azienda nata nel 2019 che eroga servizi 

di pick up e delivery tramite driver in tutta Italia (ma stiamo 

cominciando a guardare a Spagna, Francia, Germania, 

mercati molto interessanti). Ha all’attivo più di 300 clienti 

business e oltre 50.000 movimentazioni negli ultimi due 

anni, con volumi mensili in continua crescita. 

Lavora con società di noleggio, aziende con flotte, case 

costruttrici, concessionarie, carrozzerie, assicurazioni: 

chiunque necessiti di movimentare una vettura per attività 

di manutenzione, ricollocamento, riparazione, può scegliere 

le soluzioni proposte da Carvoilà, che assicura tempestività 

nella consegna (sono richieste solo sei ore di preavviso 

per l’organizzazione) e personalizzazione del servizio. 

Siamo un team giovane e dinamico, con la voglia di dare 

un contributo concreto ai nuovi bisogni del settore automotive. 

Siamo ossessionati dai processi e ci piace 

sfruttare la tecnologia per offrire ai nostri partner una 

facilità di accesso ai servizi e un monitoraggio in tempo 

reale delle movimentazioni attive. 

Con una rete di driver selezionati in oltre 80 città riusciamo 

a garantire una risposta capillare su tutto il territorio. 

Il trend di crescita dei noleggi e la sempre maggiore attenzione 

ai servizi porta con sé nuove sfide e nuove opportunità: 

il servizio che eroghiamo supporta i nostri partner 

nelle sfide logistiche e nella cura al cliente finale. 

F&F Scegliendo di rivolgervi a una clientela business 

non vi precludete altre opportunità? 

››‰ Il servizio di pick up e delivery tramite driver ha preso 

slancio negli ultimi anni. I clienti finali sono entusiasti e 

non mancano le richieste dirette che riceviamo da privati 

e liberi professionisti dopo che lo hanno sperimentato 

tramite uno dei nostri partner. 

Per il momento prediligiamo l’attività con le aziende: c’è 

ancora molto da fare e si può costruire un ecosistema 

di sinergie in cui Carvoilà fa da facilitatore per le esigenze 

di movimentazione delle aziende. 

F&F Data la diffusione capillare, avete rilevato aree 

maggiormente sensibili alla vostra proposta? 

››‰ Nelle città più grandi c’è molta varietà nelle esigenze 

a cui diamo risposta: spesso le flotte di maggiori dimensioni 

si concentrano lì, così come è più faticoso chiedere al 

cliente di movimentare in autonomia la propria auto a 

causa dell’intenso traffico. Nelle città più piccole, d’altra 

parte, il servizio viene apprezzato per le distanze che spesso 

aumentano tra il cliente e il service per la manutenzione. 

La richiesta di servizio cambia a seconda del partner. 

Le aziende con flotte lo utilizzano per permettere ai propri 

dipendenti di non doversi occupare di portare l’auto presso 

i service per attività di manutenzione ordinaria o straordinaria. 

Molto apprezzato anche il servizio previsto 

per il cambio gomme. 

I nostri driver vengono richiesti anche per consegnare il 

veicolo a inizio noleggio e ritirarlo a fine noleggio per riportarlo 

presso il noleggiatore. Alcune aziende stanno sperimentando 

anche l’ottimizzazione della flotta auto in sharing 

grazie al servizio con driver. Un esempio? Il dipendente utilizza 

l’auto per recarsi presso l’aeroporto; il nostro driver 

prende l’auto e la riporta presso la sede dell’azienda, pronta 

per essere utilizzata di nuovo da un altro dipendente. 

Altre tipologie di servizio riguardano quelle per le concessionarie 

e le officine che offrono il servizio per i propri 

clienti come alternativa di mobilità: è il cliente a scegliere 

se preferisce recarsi presso il service e ricevere una vettura 

sostitutiva oppure evitare di occuparsi degli spostamenti 

e delegare la movimentazione al nostro driver, 

godendosi qualche ora di tempo libero. 

F&F Più che un driver sembra un factotum… 

››‰ Dice bene! Il servizio cardine resta quello dello spostamento 

dell’auto, ma come resistere una volta che il 

driver ha la tua auto in mano nel chiedere di fare anche il 

lavaggio? Oppure di andarla a ritirare in una città lontana 

dove è stata ripristinata? Più andiamo avanti e più ci rendiamo 

conto che il driver può davvero diventare un riferimento 

per il partner nello svolgere anche altre attività. 

F&F Le tecnologie digitali ottimizzano l’intero processo. 

Utilizzate tecnologie proprietarie? 

››‰ Abbiamo rilasciato proprio pochi mesi fa la nuova 

piattaforma, sviluppata internamente per essere molto 

agili nei futuri sviluppi. La piattaforma permette all’azienda 

di prenotare il servizio in autonomia a qualsiasi ora 

e di tenere monitorato l’organizzazione del servizio e 

l’avanzamento delle movimentazioni. L’utilizzo è molto 

intuitivo, più andiamo avanti più sarà personalizzata. 

F&F Dove finisce la tecnologia e inizia la componente 

relazionale? Quali sono gli aspetti che più 

di altri fidelizzano il cliente? 

››‰ Paradossalmente, meno sentiamo i nostri clienti più 

significa che sono fidelizzati e che sta andando tutto per 

il meglio! Tuttavia Carvoilà eroga un servizio fisico, fatto 

da persone per le persone. I driver che collaborano con la 

piattaforma sono persone accuratamente selezionate e 

formate, non solo rispetto l’esperienza di guida ma anche 

la modalità di approccio al cliente e di dialogo. 

Oltre a questo, c’è il nostro servizio clienti: sempre attivo 

durante i trasferimenti e pronto a intervenire laddove si 

verifichi un imprevisto. Abbiamo molta attenzione per 

l’azienda e per l’utente finale e questa cura si percepisce 

in tutte le interazioni in cui siamo coinvolti. 

F&F 3.186 recensioni, al 3 giugno, e un punteggio 

medio di 4,7. Rasentate l’eccellenza… 

››‰ Ci piace lavorare con qualità, ce la mettiamo tutta. 

Tante esperienze molto positive, qualche esperienza negativa 

che ci ha però insegnato tanto. Per ogni situazione 

anomala andiamo all’origine del problema, e identifichiamo 

soluzioni per risolvere sul nascere la problematica. 

E così, soluzione dopo soluzione, il servizio cresce e diventa 

sempre più solido. 

18 - Flotte&finanza 




EVENTI 

#FORUMAUTOMOTIVE 

Ci mette il cuore 

Cuore e forza di volontà per favorire l’inclusione. 

Se ne è parlato al #FORUM, prima di tornare sul 

tema sempre caldissimo della transizione green 


Gli applausi più fragorosi, e spontanei, arrivano dagli 

studenti della Martesana e di Enaip Lombardia. E 

non puoi non notare che i rappresentanti della 

GenZ, gli acquirenti del futuro oltre che gli autoriparatori 

che su quei veicoli metteranno 

le mani, hanno capito e sono d’accordo con 

Pierluigi del Viscovo quando dice e ripete: 

«Con l’elettrico torniamo all’aratro». 

E allora chi guiderà a zero emissioni? Ed ecco 

centrato il problema: l’importante è raggiungere 

l’obiettivo di decarbonizzazione, poi sul come ci si arriverà 

lasciate le Case libere di decidere e di agire. 

Ancora una volta #FORUMAutomotive fa il punto sulla 

transizione green. Non prima di aver assegnato al presidente 

e AD di Bmw Italia Di Silvestre il premio ‘Cuore & 

Motori 2024’ per il programma SpecialMente con cui il 

gruppo bavarese favorisce l’inclusione. E di aver dato voce 

nel panel ‘Mobilità e disabilità, quando a vincere sono cuore 

e forza di volontà’ a operatori del settore e 

rappresentanti delle istituzioni (prima tra gli 

altri la ministra per le Disabilità Locatelli che 

si è impegnata «a sostenere una proposta 

di legge che riconosca l’efficacia di alcune 

attività come la mototerapia»), privati e fondazioni 

impegnate in iniziative di formazione 

e sensibilizzazione sui problemi causati dalla disabilità. 

Tra queste Happy Rally Day, AppassionAuto, Mostra 

Scambio, 5 ore in pista per la vita, e naturalmente SciAbile. 

Il Sistema Auto e la (eterna) battaglia per l’ambiente 

Lo stop dei motori endotermici al 2035 tiene banco in due 

talk con un titolo comune: ‘Il Sistema Auto e la battaglia 

per l’ambiente. L’unione fa la forza’. Apre le danze il già 

citato Del Viscovo (Centro Studi Fleet&Mobility) il quale, 

posto che «da dieci anni per colpa dei talebani del green 

parliamo del nulla», ammonisce che «la tecnologia muore 

solo quando è soppiantata da una migliore e questo non 

avviene certo con l’auto elettrica». Gli fa eco Simonpaolo 

Buongiardino (Federmotorizzazione): «L’industria automotive 

si è adagiata sul diktat europeo aprendo di fatto la 

strada alla Cina». Di rincalzo Toni Purcaro (Dekra Italia): 

«Non vanno demonizzati i veicoli endotermici, per stare 

sul mercato devi fare profitto». «Il bando europeo ai motori 

termici», sottolinea Andrea Arzà (Federchimica-Assogasliquidi), 

«ignora troppi elementi, in primis il ciclo di vita complessivo 

delle auto». «Abbiamo verificato», offre il suo punto 

di vista Paola Carrea (UnipolTech), «che una vettura Euro 

4 può emettere decisamente meno di una Euro 6». Guarda 

avanti Alessio Torelli (Greenture): «L’idrogeno è un vettore 

della decarbonizzazzione. I tempi non sono ancora maturi 

ma lo saranno in futuro grazie alla ricerca». 

Focus sull’elettrico nel secondo talk, con Giuseppe Bitti 

(Kia) che rileva come «il costo delle ricariche rende meno 

conveniente il confronto con l’auto tradizionale», mentre 

Marco Do (Michelin) osserva che «l’elettrico cambia la dinamica 

dei veicoli e nuove caratteristiche richiedono una 

nuova tipologia di pneumatici». Non può essere super partes 

Fabio Pressi (A2A E-Mobility), per il quale «la decarbonizzazione 

deve passare dall’elettrico», a differenza di Giulio 

Lancellotti (Bosch) che dichiara: «Siamo per la neutralità 

tecnologica». Se per Claudio Zirilli (Banca Ifis) «l’ostilità 

sull’elettrico ha anche una base culturale», Marco Mannocchi 

(Neste) ribadisce che «nei prossimi 5 anni i 30 milioni 

di veicoli convenzionali circolanti dovranno essere decarbonizzati 

e alimentati con carburanti di nuova generazione». 

Eurotribuna politica oltre le ideologie 

EVENTI 

Bisogna dargliene atto: Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutomotive, ci 

prova in ogni modo a cercare una sintesi «tra chi sostiene una mobilità unicamente 

elettrica dal 2035 e chi una mobilità che preveda l’utilizzo dei motori endotermici 

nelle sue declinazioni». Lo ha fatto anche durante l’Automotive Eurotribuna 

politica del pomeriggio prendendo atto, dopo il faccia a faccia tra il presidente 

Unem Gianni Murano e il segretario generale di Motus-E Francesco Naso, e il 

confronto tra gli eurodeputati dei due schieramenti con i rappresentanti della 

filiera della mobilità, che «permangono le divisioni anche perché chi è consapevole 

di aver imboccato una strada rischiosa e ci ha scommesso è difficile faccia retromarcia. 

Significherebbe ammettere di aver sposato una strategia sbagliata». 

L’unione farà la forza? 

Dicevamo delle diverse visioni. Assodato che «la sostenibilità economica dell’elettrico 

resta un nodo irrisolto» (Dario Duse - AlixPartners), Massimiliano Salini 

(Forza Italia) è preoccupato, tra l’altro, per «l’autonomia strategica dell’Ue e il 

dumping dei cinesi che entrano sul mercato con prezzi più bassi»; Mariangela 

Danzì (5 Stelle) osserva che «non si parla mai di energia geotermica ed eolica»; 

Carlo Fidanza (FI) annuncia che «punteremo a inserire i biocarburanti nella tassonomia 

europea per tutelare le nostre imprese»; Brando Benifei (PD) ritiene che 

i biocarburanti vadano «preservati solo per alcuni settori che fanno fatica a elettrificarsi» 

diversamente da Paolo Borchia (Lega), convinto che «per decarbonizzare 

serviranno sicuramente i biocarburanti»; infine Andrea Poggio (Legambiente) 

punta il dito contro «gli incentivi concessi alle vetture endotermiche». In collegamento, 

lo stesso ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin aveva chiarito 

che «gli incentivi non possono durare in eterno, né procedere a singhiozzo”. 

Tra gli esponenti della filiera della mobilità si leva la voce di Alberto Viano (Aniasa), 

secondo cui «gli incentivi così come sono stati concepiti finora non hanno centrato 

pienamente l’obiettivo». «Dobbiamo avviare una pianificazione reale di lungo periodo», 

ammonisce Roberto Vavassori (Anfia); «dobbiamo essere in grado di affrontare 

problemi complessi», aggiunge Paolo Starace (Unrae), «compresa la 

componente legislativa e normativa»; «va utilizzato un approccio non ideologico 

e va rivista la fiscalità sull’auto», dice la sua Massimo Artusi (Federauto); è d’accordo 

Roberto Scarabel (AsConAuto), per il quale «la scelta di noleggiare un’auto 

elettrica potrebbe essere favorita dagli acquisti spinti da una fiscalità più favorevole». 

Maria Rosa Baroni (NGV), che sostiene» una transizione non demagogica 

ma pragmatica», fa notare che «si confonde spesso la CO 2 con i gas inquinanti», 

mentre Cristina Maggi (H2IT) ricorda che «l’Europa ha identificato l’idrogeno 

come una delle soluzioni e come vettore energetico complementare con altre 

fonti». «Tutti sosteniamo l’importanza delle fonti rinnovabili», chiosa Andrea Arzà 

(Federchimica-Assogasliquidi), «siamo contrari ai bandi ideologici». 





BILANCI 

LEASYS 

Lascia il segno 

Sono tutte di segno 

positivo le voci del 

bilancio 2023 del Gruppo 

nato dalla fusione tra 

Leasys e Free2Move 

Lease. La flotta, 870.000 

veicoli che diventeranno 

1 milione entro il 2026, 

è già operativa in 11 Paesi 

europei 

Nella tabella 

sono riassunti i 

risultati finanziari 

e commerciali 

di Gruppo Leasys, 

joint venture 

paritetica tra 

Stellantis e Crédit 

Agricole Consumer 

Finance. 

Una combinazione di successo quella 

tra Leasys e Free2Move Lease che a 

un anno dalla nascita del Gruppo 

Leasys, joint venture paritetica tra Stellantis 

e Crédit Agricole Consumer Finance, fa dire 

al CEO Rolando D’Arco: «Il 2023 è stato un 

anno cruciale per Leasys, poiché siamo riusciti 

a ottenere ottimi risultati in un contesto di cambiamento 

storico e in uno scenario macroeconomico piuttosto 

mutevole, una prova delle nostre capacità e un 

passo concreto verso gli ambiziosi progetti futuri». 

Il valore dell’attivo è aumentato di due miliardi (+32 per 

cento su base annua) a quota 7,5 miliardi di euro, con 

un fatturato complessivo di 1,9 miliardi di euro (+15 per 

cento). Il margine di noleggio ha raggiunto i 347 milioni 

di euro (+11%), il costo del rischio è sotto controllo allo 

0.33% (-4 bps rispetto al 2022), il risultato operativo è 

stabile a 201 milioni di euro. 

Sul piano commerciale, la performance di Leasys parla 

PRINCIPALI INDICATORI DI PERFORMANCE 

• Flotta gestita: 870.000 veicoli (+5% vs aprile 2023) 

• Contratti: 177.000 (+45% vs 2022) 

• Multimarca (uts): + 62% vs 2022 

• LEV (uts): + 40% vs 2022 

• Outstanding (End of Period): € 7.5 miliardi (+32% vs 2022) 

• Totale ricavi: € 1.9 miliardi (+15% vs 2022) 

• Margine operativo lordo: € 347 milioni (+11% vs 2022) 

• Reddito operativo: € 201 milioni in linea con il 2022 

di un incremento degli ordini del 45 per cento 

per un totale di 177.000 unità (la penetrazione 

sul canale NLT di Stellantis è cresciuta di 9 

punti attestandosi al 43 per cento). La flotta 

gestita ha raggiunto le 870.000 unità a livello 

europeo (+5 per cento su aprile 2023), in linea 

con l’obiettivo di 1 milione tra vetture e LCV 

entro il 2026. Bene i contratti riguardanti i veicoli multibrand 

(+62 per cento), LEV (+ 40) e LCV (+115 per cento). 

Go to Market Strategy 

Cinque i pilastri della strategia con cui Rolando D’Arco 

e il suo team sono «pronti a lasciare il segno e a continuare 

nella nostra ricerca di valore aggiunto per tutti gli 

stakeholder». A partire dagli investimenti a sostegno 

della digitalizzazione, con il lancio della piattaforma E- 

commerce di Leasys e l’implementazione di My-Leasys; 

proseguendo con il miglioramento della customer experience 

grazie al monitoraggio dei feedback del cliente; 

e ancora diversificando le proprie fonti di finanziamento 

e riducendo i costi operativi; promuovendo la transizione 

verso una mobilità più sostenibile (entro il 2026 la metà 

dei contratti dovrà riguardare veicoli elettrici); lavorando 

infine alla creazione di un team unico - parliamo di oltre 

1.300 dipendenti in 11 Paesi: oltre all’Italia, Austria, Belgio, 

Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Polonia, 

Portogallo, Regno Unito e Spagna - che faccia emergere 

competenze e talenti. 


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RICERCHE 


Massimiliano 

Abriola, 

responsabile di 

Arval Mobility 

Observatory 

in Italia. 

BAROMETRO ARVAL 

Pensiamo positivo 

La stragrande maggioranza dei fleet manager guarda con ottimismo al futuro, 

confidando in una evoluzione del business e nello sviluppo di nuove attività. 

Le tendenze rilevate dal Barometro si confermano strumento decisionale 

La mobilità è al centro di una grande 

trasformazione che vede le 

aziende nella necessità di ripensare 

la logistica, le gestione dei flussi 

di persone, l’organizzazione del lavoro. 

In questo contesto Arval Mobility 

Observatory con il suo Barometro delle 

Flotte Aziendali offre uno strumento in 

grado di orientare le scelte dei decision 

maker. Per l’edizione 2024 sono stati 

intervistati ben 8.605 fleet manager di 

30 Paesi in Europa e fuori dall’Europa, 

301 italiani, di imprese di tutti i settori 

merceologici che utilizzano almeno un 

veicolo aziendale. 

Nel descrivere le evidenze di questo 

puntuale monitoraggio Massimiliano 

Abriola, Head Of Consulting & Arval Mobility Observatory, 

ha ribadito che «prendere decisioni basate su fatti e osservazioni 

reali è un’urgenza che le imprese vivono nel loro 

viaggio per soddisfare un bisogno crescente di mobilità. 

Le tendenze osservate nel Barometro 2024 consentono 

IL PRESENTE E IL FUTURO DELLA MOBILITÀ AZIENDALE: 

6 AZIENDE SU 10 INVESTONO SUI DATI 

Il 57% delle aziende sta già 

utilizzando o pensa di 

utilizzare i dati provenienti 

dal veicolo grazie a una 

piattaforma telematica nei 

prossimi 3 anni 

n Hanno veicoli connessi in flotta 

n Utilizzano o pensano di utilizzare entro 

3 anni 

*Considerando le aziende no a 99 dipendenti 

79* 

57 

43 

a tutti gli stakeholder di cogliere meglio 

la dinamica e l’evoluzione del proprio 

ecosistema, contribuendo a prendere 

quelle decisioni strategiche e informate 

che stanno plasmando il futuro della 

gestione della flotta. L’evoluzione della 

mobilità, energetica, culturale, economica, 

digitale» ha aggiunto Abriola, 

«passa dai dati». 

I dati, fattore abilitante 

Secondo il Barometro, quasi 6 aziende 

su 10 stanno utilizzando, o pensano di 

farlo entro i prossimi tre anni, i dati provenienti 

dal veicolo grazie a una piattaforma 

di telematica, mentre il 43 per 

cento ha già veicoli connessi in flotta. 

Gli intervistati sono interessati a registrare il comportamento 

di guida dei driver (49%), conoscere i dati tecnici 

dei veicoli (47%), tracciarli (46%), comprendere l’utilizzo 

energetico e il processo di ricarica (30%) e conoscere il 

consumo reale di carburante (29%) e di energia (28%). 

Di buon auspicio quel 93 per cento di fleet manager secondo 

cui il numero dei veicoli in flotta rimarrà stabile 

(75%) o crescerà (18%). Le ragioni sono riconducibili allo 

sviluppo di nuove attività (77%) e anche all’esigenza di 

attrarre e trattenere i talenti (48%, era il 24% due anni fa). 

Quanto alle sfide più importanti che dovranno affrontare, 

svettano con il 38 per cento l’adeguamento alle politiche 

restrittive relative ai veicoli termici e con il 34 per cento 

l’introduzione di veicoli con alimentazione alternativa. 

A proposito della riduzione dell’impatto ambientale, il 

Barometro segnala che 6 aziende su 10 hanno già una 

Tra i principali scopi dichiarati dalle aziende che stanno già 

utilizzando, o pensano di utilizzare i dati provenienti dal veicolo 

grazie a una piattaforma telematica, c’è quello di registrare il 

comportamento di guida dei driver (49%), conoscere i dati 

tecnici dei veicoli (47%), tracciarli (46%). 

ESG SPINGERÀ AD AVERE ALMENO 1/3 

VEICOLI GREEN IN FLOTTA ENTRO 3 ANNI 

100% elettrici 

Ibridi plug-in 

Ibridi 

Termico 

24% 

9% 

22% 

45% 

ITA 

33% 

20% 

12% 

10% 

58% 

EU 

CSR e ESG spingono a inflottare veicoli elettrici, ibridi e ibridi 

plug-in, anche più che nel resto d’Europa. Il tema è così sentito 

che se ne occupano i top manager. Sotto, il NLT si conferma il 

principale metodo di finanziamento delle flotte aziendali, con il 

63% degli intervistati che pensa di ricorrervi da qui a tre anni. 

strategia o hanno comunque individuato dei target specifici, 

anche in considerazione che 2 su 3 dovranno pubblicare 

il bilancio di sostenibilità (se non oggi entro il 2026) 

e che per l’82 per cento la mobilità dei dipendenti gioca 

un ruolo di peso. Intanto, il 63 per cento ha inflottato almeno 

un veicolo ibrido o elettrico e l’87 lo avrà entro i 

prossimi tre anni, tanto più che sta scemando l’ansia da 

ricarica (dal 62% del 2022 il valore è sceso al 33) e che 

sempre più aziende investono nelle infrastrutture di ricarica 

‘in casa’ (il 53% ne è già provvisto, il 70 ne prevede 

l’installazione entro un anno) con effetti positivi sul TCO. 

«Le imprese», ha detto Massimiliano Abriola, «ci stanno 

LA MOBILITÀ ALTERNATIVA È SUL TAVOLO DEL TOP 

MANAGEMENT E SI AFFIANCA ALLA FLOTTA PER IL 

RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI BUSINESS E DI 

SOSTENIBILITÀ 

chiedendo supporto per arrivare a inserire in car list vetture 

a basso impatto; vogliono combinare gli obiettivi di business 

e di sostenibilità con le esigenze di spostamento 

dei collaboratori». La riprova della rilevanza delle soluzioni 

di mobilità alternativa è che ad occuparsene sono, in 4 

casi su 10, l’amministratore delegato o il managing director. 

«La mobilità aziendale e quella alternativa in particolare», 

ha concluso il responsabile dell’Osservatorio, 

«è un capitolo di spesa importantissimo che passa dalla 

condivisione degli asset». 

Ça va sans dire, il noleggio a lungo termine si conferma 

il principale metodo di finanziamento. Il trend è in crescita. 

IL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE CONFERMA IL SUO RUOLO CENTRALE A SUPPORTO 

DEL BUSINESS DELLE AZIENDE 

63 

58 

52 

Noleggio lungo termine 

Leasing nanziario 

Acquisto diretto in proprietà con nanziamento 

Acquisto diretto in proprietà senza nanziamento 

46 

27 

9 

15 

2024 

32% 

CEO 

Managing Director 

Dir. Procurement 

Fleet manager 

CFO 

COO 

Dir. CSR 

Dir. Risorse umane 

Mobility manager 

Facility manager 

2025 

2022 

Altri 

2026 

2023 

2 

3 

5 

5 

8 

7 

7 

6 

2027 

2024 

16 

41 

+8 su 10 

è a livello di 

Chief of... 

RICERCHE 





SOLUZIONI 

SIPLI FLEET 

Un’eccellenza 

Tra i premi vinti dall’azienda di fleet management, 

quello delle 100 Eccellenze Italiane «è motivo 

di particolare orgoglio». Abbiamo incontrato il CEO 

Emanuele Cefalo 

con una parte del 

team si affaccia 

dal logo 

tridimensionale 

installato presso 

lo stand SIPLI 

FLEET in 

occasione di 

Transpotec 

Logitec lo scorso 

maggio a Milano. 

Otto riconoscimenti negli ultimi 

quattro anni e tra questi Le Fonti 

Awards, Campioni della Crescita, 

Leader della Crescita... Ma ce n’è uno, in 

particolare, di cui il CEO e founder di SIPLI 

FLEET, Emanuele Cefalo, è particolarmente 

orgoglioso: «Il premio di 100 Eccellenze Italiane a 

Palazzo Montecitorio insieme al premio di Stelle del Sud 

alla sua prima edizione. Potremmo festeggiare un successo, 

ma io lo vedo più come l’arte di far accadere le 

cose. Per arrivare al posizionamento dell’azienda abbiamo 

innestato una metodologia vincente che si riassume in 

Monitora, Misura, Migliora. Monitoriamo con strumenti 

innovativi i fattori che più incidono sui costi di gestione di 

una flotta misurando i principali indicatori di performance 

e migliorando i risultati in termini di redditività». 

F&F Operando in quali settori? 

››‰ Nel mondo dei trasporti, della raccolta rifiuti, delle costruzioni... 

Spaziamo dalla localizzazione in tempo reale 

alla gestione della manutenzione e quindi anche dei costi 

di riparazione passando, nel mondo dei truck e dei trasporti, 

per la verifica dei tempi di guida e di riposo, con la gestione 

del dato cronotachigrafo e il monitoraggio di eventuali infrazioni 

finanche al controllo del carburante. Al fleet manager 

diamo strumenti di monitoraggio innovativi con l’obiettivo 

di monitorare il TCO. Attraverso una misurazione oggettiva 

siamo in grado di fornire una fotografia di ciò che sta funzionando 

e di cosa invece può essere migliorato. 

F&F Non si rischia un’overdose di dati? 

››‰ Sì, se non sai cosa monitorare! Proprio 

per questo motivo rivestiamo il ruolo di consulenti e, più 

che fornitori di un prodotto, ci poniamo come promotori 

di una soluzione che, opportunamente installata a bordo, 

consente di raccogliere e analizzare i dati di maggior interesse. 

A questo si aggiunge un tema di machine learning 

attraverso cui i nostri algoritmi imparano dalle migliaia di 

informazioni che costantemente vengono raccolte. 

F&F Intelligenza artificiale, altro tema di interesse... 

››‰ È una materia che stiamo studiando da circa tre 

anni. Come SIPLI FLEET abbiamo scelto di essere proattivi 

nel settore, tanto è vero che stiamo elaborando modelli 

di analisi predittiva che a breve renderemo applicabili. 

Oggi l’innovazione passa per l’IA, non possiamo farne a 

meno e non dobbiamo temerla. 

Come per l’avvento di internet, l’intelligenza artificiale è una 

tecnologia che nasce per rimanere, basta guardare l’orientamento 

di grossi investitori e dei decision makers a livello 

mondiale. Forse nel breve periodo l’occupazione potrebbe 

risentirne, ma sono convinto che nel medio-lungo periodo 

nasceranno nuove figure professionali. 

Questo è un settore che ha tanto bisogno di alleggerirsi e 

l’intelligenza artificiale è qui per darci una mano. 


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PIKYRENT 

PUNTO 

VENDITA 

SHARING MOBILITY 

Pick a Piky! 

Coinvolgente, innovativa, 100 per cento elettrica. 

Sono i tratti distintivi della micromobilità che a Bari 

viaggia a bordo di Citroën Ami e My Ami Cargo 

Per usufruire 

del servizio è 

necessario 

scaricare l’app 

dedicata e 

registrarsi. 

Raggiunto il 

veicolo più vicino 

individuato sulla 

mappa si avvia il 

noleggio. A fine 

corsa verranno 

addebitati i minuti 

effettivi. Prevista 

la possibilità di 

acquistare 

voucher e 

abbonamenti. 

Piace il car sharing elettrico a flusso libero firmato 

Pikyrent, la start up nata nel 2019 con l’obiettivo di 

sviluppare progetti ecosostenibili che si è ritagliata 

un posto al sole con una proposta di micromobilità. 

A Bari - in attesa dell’imminente partenza su Taranto è la 

prima e unica città d’Italia a poter beneficiare del servizio 

- in 18 mesi si contano 19.500 noleggi in car sharing per 

una durata media di 18 minuti e più di 87.000 chilometri 

percorsi. Dettaglio non secondario, la guida a zero emissioni 

ha permesso di risparmiare circa 20 tonnellate di CO 2 . 

I dati raccolti sui 4.000 utilizzatori attivi parlano di un’età 

compresa tra i 20 e i 30 anni, di lavoratori pendolari e studenti 

che la mattina raggiungono il posto di 

lavoro o l’università mentre la sera, soprattutto 

i più giovani, si servono della minicar per raggiungere 

le zone della movida. 

Con i loro 400 litri di volume utile per le 

merci, i veicoli commerciali sono invece 

usati da piccoli artigiani e commercianti 

per il trasporto di attrezzi, pacchi, posta... 

Sia Ami sia Ami Cargo offrono un’autonomia fino a 75 chilometri 

grazie a una batteria da 5,5 kWh agli ioni di litio che 

si ricarica in tre ore con una presa elettrica standard da 

220V mediante il cavo in dotazione. 

Lo sharing è anche su due ruote 

Non solo quadricicli leggeri - 62 Ami e cinque Ami Cargo 

- nella flotta Pikyrent. Convinta che lo scooter sharing avrà 

un ruolo sempre più decisivo nel raggiungimento degli 

obiettivi di decarbonizzazione 2030, nel febbraio 2023 la 

start up barese ha messo in circolazione, sempre in modalità 

free floating, cento scooter full electric. 

In crescita graduale, in linea con i dati dell’Osservatorio 

Nazionale Sharing Mobility, il numero dei noleggi, con una 

durata media di 15-20 minuti per una percorrenza di 4-5 

chilometri e un picco di utilizzo nella fascia oraria dopo le 

18, quando lo scooter rappresenta la soluzione ideale per 

tornare a casa dopo il lavoro o un’uscita di piacere. 

Ha dichiarato Antonella Comes, CEO di Pikyrent: «A distanza 

di poco più di un anno dal lancio del servizio 

siamo orgogliosi dei risultati ottenuti e pronti a esportare 

il nostro modello di business per far sì che 

la mobilità green condivisa non sia appannaggio 

solo delle grandi metropoli. Pikyrent 

è infatti anche fornitore in SaaS della piattaforma 

white label B2-Ride sviluppata in house 

per consentire la gestione completa della 

mobilità condivisa». 

ARVAL STORE 

Obiettivo 

privato 

Gamma, servizi, consulenza. A Monza 

il nuovo punto vendita per il privato 

aperto in collaborazione con Intergea 

«La rappresentazione di Arval sul territorio». 

Sceglie queste parole Alessandro Pigazzi, direttore 

Retail, per descrivere il punto vendita 

di Monza inaugurato il 6 giugno grazie alla collaborazione 

tra Arval Italia e G.Villa, la storica concessionaria di Viale 

Sicilia che dal primo gennaio 2023 orbita nella galassia 

Intergea. Con Pigazzi, in un evento informale che ha registrato 

la presenza, tra gli altri, del presidente e AD di 

Gruppo Intergea Alberto Di Tanno, del direttore generale 

Arval Dario Casiraghi, dell’AD di G.Villa Elias Fara, ha preso 

la parola il presidente di G.Villa, oltre che di Mocautogroup, 

Gianluca Italia. «Proprio la partnership forte, solida, che 

ci lega ad Arval», ha spiegato Italia, «ci spinge a continuare 

a investire in un format che si è rivelato vincente. Lo store 

non è un negozio, è un salotto in cui il consumatore si 

accomoda accanto al consulente - a Monza ne abbiamo 

due specializzati nella vendita/noleggio oltre a un lead 

manager - per vivere un’esperienza fisica e digitale». 

Tutta la gamma, tutti i servizi 

La Fiat 600e che ha accolto gli invitati all’inaugurazione 

non deve ingannare: «Arval», ha detto infatti il direttore 

Retail, «spinge molto sull’elettrico, siamo leader tra i noleggiatori 

per quote di mercato, e lo store è il luogo giusto 

per offrire al cliente il necessario supporto consulenziale, 

ma l’offerta è ben più ampia e si riassume nell’intera gamma 

Arval, multibrand e con diverse motorizzazioni». 

Come negli altri store - Monza è stato il settimo ad aprire 

dopo Torino, Milano, Firenze, Perugia, Padova, Catania 

- l’offerta di mobilità spazia dal noleggio a lungo termine 

classico 36-48 mesi al noleggio flessibile Flex (riedizione 

di quello che all’epoca era stato il pionieristico Arval Mid 

Term). «Da alcuni mesi e quindi da subito anche a Monza 

abbiamo introdotto il noleggio ex usato Re-Lease. Questa 

è una formula estremamente interessante», ha osservato 

Pigazzi, «perché dà modo al cliente privato, che resta il 

nostro target primario, di avere accesso a veicoli ultra 

qualificati e certificati con il nostro brand Arval Auto 

Select, veicoli anche di categoria superiore rispetto a 

quella che avrebbe scelto se avesse optato per l’acquisto, 

con tutti i vantaggi di un noleggio a lungo termine ma 

con una maggiore convenienza». 

Alte, dato anche il massiccio flusso di automobilisti lungo 

Viale Sicilia, le aspettative di Gianluca Italia. «A soli due 

anni dal lancio, e al netto dell’usato, l’Arval Store di Milano 

rappresenta già il 20 per cento dei volumi retail di 

Mocauto, e Mocauto è una concessionaria da diverse 

migliaia di vetture. Con questa partnership su Monza, 

con l’expertise del retail di G.Villa e i servizi infiniti di Arval, 

puntiamo a raggiungere le stesse proporzioni». 

Dall’inaugurazione, 

il 6 giugno, di Arval 

Store Monza, 

il settimo punto 

vendita Arval 

aperto in 

partnership con la 

concessionaria 

G.Villa di Gruppo 

Intergea. 

Sotto, a sinistra, 

Gianluca Italia, 

presidente G.Villa, 

e Alessandro 

Pigazzi, direttore 

Retail Arval Italia. 



ATTUALITÀ 

ATTUALITÀ 

NEL CENTRO GUIDA SICURA ACI SARA DI LAINATE 

La sicurezza 

si impara 

Una giornata in pista per esercitarsi con diverse 

situazioni di pericolo e comprendere che 

abbassare la guardia non è possibile. Mai 

di Tiziana Altieri 

Al centro pagina 

La Pista, Centro 

Guida Sicura Aci 

Sara. Riprende 

il layout 

dell’originario 

tracciato Alfa 

Romeo che qui in 

passato costruiva 

le sue auto. 

È lunga circa 1,5 

km. All’interno del 

suo perimetro 

sono state 

realizzate aree 

con fondi speciali 

e dispositivi che 

consentono di 

creare le 

situazioni di 

pericolo tipiche 

della strada. 

Siete proprio sicuri di essere dei manici al volante? 

Pochi automobilisti sanno affrontare correttamente 

le situazioni di pericolo e sarebbero in grado 

di evitare un incidente. Solo una delle otto persone 

che formavano il gruppo con il quale ho condiviso una 

giornata in pista presso il 

Centro Guida Sicura Aci 

Sara di Lainate (l’altro si trova 

a Vallelunga, alle porte di 

Roma) per il corso Master 

ha superato quasi correttamente 

le prove. Eppure tutti 

guidano da anni, anche per 

lavoro. Ma riavvolgiamo il 

nastro. 

È un lunedì di aprile. Alle 8.30 ci ritroviamo nel modernissimo 

circuito a Ovest di Milano. In aula si svolge la 

parte teorica. Siamo una trentina, tutti (eccetto la sottoscritta) 

dipendenti di due multinazionali che da anni investono 

sulla sicurezza del personale sul campo offrendogli 

corsi di guida sicura. Si comincia con la descrizione 

della pista e poi si ricordano i numeri relativi all’incidentalità. 

Nel 2022 in Italia hanno perso la vita sulla strada 

3.159 persone e 223.475 sono rimaste ferite. Il 46 per 

cento degli incidenti è avvenuto su un rettilineo: qui, 

infatti, si abbassa l’attenzione e la velocità è più elevata. 

Un ulteriore 37 per cento si è verificato nei pressi di un 

incrocio. La prima causa è la distrazione. Come ridurre 

il rischio? Con la prevenzione, che vuol dire evitando 

comportamenti rischiosi (no ad alcool e droga che con 

il Nuovo Codice della Strada saranno sanzionati più pesantemente, 

ma attenzione 

anche alla stanchezza), con 

l’esercizio, perché improvvisare 

è molto rischioso, e con 

i dispositivi di protezione. 

Qualche nozione di fisica (il 

comportamento dei veicoli 

non è casuale, obbedisce a 

precise leggi) e poi via con 

la pratica. La classe viene 

suddivisa in gruppi di non più di 12 persone. Noi siamo 

in otto su tre vetture. La nostra istruttrice è Alessandra. 

Prima regola: controllare che l’auto sia in perfette condizioni 

e monti pneumatici adeguati alla stagione (a loro 

è dedicata un’apposita sessione). Seconda: assumere 

una posizione di guida corretta. Mani sul volante alle 

9.15, schienale a 100 gradi, volante all’altezza del mento. 

Bisogna posizionare le gambe in modo da avere un pieno 

controllo sui pedali mantenendo una distanza tra busto 

e volante di almeno 35/40 centimetri per dare modo all’airbag, 

in caso di attivazione, di gonfiarsi senza colpirci 

violentemente. Il poggiatesta deve essere regolato in 

funzione dell’altezza e la cintura allacciata ricordando 

che è in posizione corretta quando poggia in mezzo alla 

spalla, tra il collo e il braccio. 

L’impianto di Lainate è dotato di fondi speciali che consentono 

di simulare velocità più elevate di quelle da noi 

effettivamente raggiunte, di ostacoli variabili per testare 

la frenata di emergenza e l’evitamento ostacolo, e di 

piastra di sbandamento per simulare la perdita di aderenza 

dell’asse posteriore. Le vetture che guidiamo, di 

ultima generazione, sono dotate di ESP, acronimo di 

Programma Elettronico di Stabilità, un unico dispositivo 

che svolge in modo coordinato una serie di funzioni (antibloccaggio 

in frenata, antislittamento in accelerazione, 

assistente alla frenata d’emergenza, ripartitore di frenata, 

controllo della stabilità), ma ci rendiamo subito conto 

che ciò non deve illuderci che si possa abbassare la 

guardia. La maggior parte di noi agisce d’istinto e il più 

delle volte sbaglia. Ci misuriamo subito con la frenata 

d’emergenza su un fondo reso viscido dalla pioggia. Il 

pedale del freno deve essere premuto a fondo per sfruttare 

tutta la forza e ridurre i tempi di attivazione e, se presente, 

va abbassato anche il pedale della frizione. Se 

l’ostacolo è particolarmente vicino va scartato. Una manovra 

ad alto rischio. È necessario premere il pedale 

della frizione e sterzare nella direzione in cui si stava andando. 

Lo sguardo deve essere mantenuto sul punto 

che vogliamo raggiungere. Ripreso il controllo dell’auto, 

bisogna allineare rapidamente il volante e, se necessario, 

controsterzare dal lato opposto. 

Se il sottosterzo tendiamo a correggerlo in modo intuitivo 

togliendo il piede dall’acceleratore ed eventualmente 

aumentando l’angolo di sterzo, nel caso del sovrasterzo 

si deve ridurre la sterzata o addirittura ruotare il volante 

verso l’esterno della curva, e mai rallentare bruscamente. 

In caso di slittamento dei pneumatici è necessario ridurre 

la velocità e diminuire l’angolo di sterzo, cioè ruotare leggermente 

il volante verso l’esterno della curva guardando 

oltre il parabrezza, nella direzione in cui vogliamo o possiamo 

andare. Si ricorre ai freni solo se si perde completamente 

il controllo del mezzo. E, ancora, come affrontare 

una curva? Bisogna entrare rallentando e 

sterzando con gradualità. Velocità e angolo di sterzo 

devono essere costanti. In uscita, per favorire la ripresa 

della traiettoria rettilinea, occorre accelerare con cautela 

e allineare lo sterzo. È chiaro che in tutte le situazioni ci 

vuole grande sincronia tra volante e acceleratore. 

Il corso si conclude dopo otto ore. Ci viene rilasciato un 

attestato di partecipazione. Ma non è la carta ciò che 

conta. Quando riprendiamo le nostre auto siamo consci 

dei nostri limiti, la prima regola per una guida sicura. 

Sopra, 

Alessandra, una 

delle istruttrici del 

centro Guida 

Sicura Aci Sara di 

Lainate, spiega 

perché è 

fondamentale 

prestare 

attenzione ai 

pneumatici. A 

sinistra, la lezione 

teorica iniziale in 

aula. Più in alto, 

da sinistra, viene 

mostrata la 

posizione di guida 

corretta e poi via 

con gli esercizi 

in pista: curve sul 

bagnato, frenata 

improvvisa 

e scartamento 

ostacolo. 

In basso, l’area 

dove esercitarsi 

con sottosterzo 

e sovrasterzo. 




PROVA 

CONSUMI 

Scheda tecnica Mazda CX-60 3,3L e-Skyactiv D M 

Hybrid Boost 48V 

Motore termico 

6 cilindri in linea, 3.283 cc diesel turbo 

iniezione diretta 

Potenza massima 

249 cv 

Coppia massima di sistema 

550 Nm 

Velocità 

219 km/h 

Acc. 0-100 km/h 

7,4 secondi 

Emissioni 

139 g/km 

Consumo misto dichiarato 

5,3 l/100 km 

Serbatoio 

55 litri 

Cambio 

Automatico a 8 rapporti 

Trazione 

Integrale 

Dimensioni 

4,74 x 1,89 x 1,68 m 

Bagagliaio 

Da 570 a 1.726 litri 

Peso 

1.884 kg 

Prezzo 

Da 58.770 a 66.170 euro 

PROVA 

CONSUMI 

MAZDA CX-60 

Un sei da dieci 

Il sei cilindri 3.3 turbodiesel rende seducente il Suv medio-grande 

della Casa di Hiroshima. Dotazioni curate, spazio in abbondanza, 

consumi contenuti e autonomia sopra i mille km i suoi plus 

alla spina sta fortemente limitando 

uno dei piaceri dell’automobile contemporanea: 

guidare un nuovo modello con propulsore L’elettrificazione 

diesel. I listini sono infatti sbilanciati verso motorizzazioni 

ibride-benzina a vario titolo (mild hybrid, plug-in) ed elettriche 

a scapito delle td. Il piacere di cui sopra diventa 

poi un privilegio se il motore a gasolio in questione è 

nella sublime architettura a sei cilindri, esemplare per 

rotondità di funzionamento, equilibrio, prestazioni e 

sound. Se poi aggiungiamo forma, funzionalità, comfort 

e attenzione ai dettagli in stile giapponese ecco che il risultato 

è Mazda CX-60. Rispetto al modello precedente 

CX-7, fa il salto di qualità in ordine al frazionamento e alla 

cilindrata del propulsore - da quattro cilindri 2.2 turbodiesel 

a sei cilindri 3.3 turbodiesel - distinguendosi così dall’agguerrita 

concorrenza di Suv di dimensioni medio-grandi. 

Takumi e Kakenui, qualità giapponese 

La CX-60 non si fa notare solo per la motorizzazione: 

l’aspetto e le dimensioni giunoniche (4,95 metri di lunghezza) 

che culminano nel ‘musone’ con la grande calandra 

sono un antipasto del generoso spazio e del comfort 

a cinque stelle che offre l’abitacolo. 

Si sale letteralmente a bordo e, guardando la foggia dei 

sedili, i rivestimenti e la lavorazione dei materiali, si inizia 

a capire come la casa di Hiroshima intenda la cultura 

giapponese applicata all’automobile: l’allestimento 

Takumi della vettura in prova prevede interni in pelle 

Nappa bianca che si abbinano alle venature del legno 

naturale e dei tessuti di alta qualità, con l’artigianato giapponese 

che raggiunge i più alti livelli di qualità in entrambi 

i materiali. I diversi motivi e filati dei tessuti rispondono 

in modo sensibile ai cambiamenti di luce e una tecnica 

di cucitura giapponese chiamata Kakenui crea ‘cuciture 

di Enzo Rizzo 

In colore 

metallizzato Jet 

Black la Mazda 

CX-60 risulta 

elegante, con il 

‘musone’ da 

grande cetaceo 

che personalizza 

l’anteriore. Il Suv 

giapponese ha 

ottenuto le cinque 

stelle Euro Ncap, 

con punteggi del 

91 e dell'88% nelle 

categorie di 

protezione degli 

occupanti bambini 

e degli occupanti 

adulti. 

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PROVA 

CONSUMI 

PROVA 

CONSUMI 

INTERNI Le cromie chiare della pelle 

dei sedili e degli inserti in legno naturale 

creano un’atmosfera rilassante a bordo 

della Cx-60, che mostra anche dei 

rivestimenti stile lounge sulla plancia 

con lavorazione giapponese a intreccio. 

Il risultato è un comfort totale. Degni di 

nota il tetto panoramico, opzionale a 

1.550 euro, e il sistema di 

personalizzazione per il conducente che 

riconosce il guidatore e regola 

automaticamente sedile, volante, 

specchietti, Head-up display (Hud), 

climatizzazione e audio. Il quadro 

strumenti è Lcd Tft, mentre lo schermo 

centrale di infotainment da 12,3 pollici 

può vantare una grafica ben leggibile. 

PERCORSO URBANO - 25 KM 

Stazione Cormano-Cusano 

Trenord 

Via Cesare Battisti (Cormano) 

Via Gramsci (Cormano) 

Via Comasina (Milano) 

Via Astesani 

Via Pellegrino Rossi 

Via Imbonati 

Piazzale Maciachini 

Via Valtellina 

Via Farini 

Via Ferrari 

Via Sturzo 

Via della Liberazione 

Via Mauro Macchi 

Viale Brianza 

Via Andrea Doria 

Piazzale Loreto 

Viale Brianza 

Viale Lunigiana 

Viale Marche 

Via Murat 

Via Benefattori dell’Ospedale 

Via Majorana 

Via Fermi 

Via Vincenzo da Seregno 

Via Astesani 

Via Comasina (Milano) 

Via Gramsci (Cormano) 

Via Cesare Battisti (Cormano) 

Stazione Cormano-Cusano 

Trenord 

PERCORSO EXTRAURBANO - 60 KM 

IL DETTAGLIO CHE FA LA DIFFERENZA 

È un grande dettaglio con cui la CX-60 fa la differenza: 

si tratta del sei cilindri turbodiesel in linea 

di 3,3 litri da 249 cv e coppia massima di 550 

Nm assistita fino a 153 Nm dal motore elettrico 

del sistema M Hybrid Boost che recupera energia 

durante le decelerazioni, supporta il motore diesel 

con una potenza elettrica di 17 cv e mantiene la velocità 

di crociera alle alte velocità disaccoppiando 

l’unità a gasolio. La tecnologia Dcpci (Distribution-controlled 

partially premixed compression ignition) migliora 

ulteriormente l’efficienza del motore e consente una risposta più 

brillante in accelerazione. La struttura intelligente dell’unità fa sì che il suo 

peso sia simile a quello di un diesel a quattro cilindri. Nell’ottimizzazione 

delle performance, ecco il sistema Mazda Intelligent Drive Select (Mi-Drive) 

con quattro modalità di guida: Normal, Sport, Off-Road e Towing; quest’ultimo 

ottimizza l’erogazione del powertrain AWD per il maggiore peso, per 

esempio quando si monta un gancio di traino per collegare un rimorchio 

(migliora anche la stabilità in rettilineo), un portabici o un box portatutto 

sul tetto, per garantire una marcia soddisfacente. 


appese’ con spazi tra i tessuti delle rifiniture che rivelano 

uno scorcio del materiale sottostante. L’illuminazione 

ambientale bianca sul rivestimento delle porte 

anteriori e posteriori esalta al meglio colore e 

trama delle finiture interne. Il risultato finale è 

un ambiente chiaro e rilassante, sobrio ma ricercato. 

Da riconsiderare le plastiche nella 

parte inferiore della plancia, quella meno visibile. 

Esternamente, le forme e l’ingombro della CX- 

60 trasmettono equilibrio e forza: il già citato 

musone mette sul piatto del carattere un paraurti 

Tangenziale Nord Milano A52 Uscita SP9 Vecchia Valassina - Erba 

Direzione Meda-Lentate 

Superstrada Milano-Meda 

Uscita Bovisio Masciago 

Rientro in Superstrada Milano-Meda direzione Milano 

Tangenziale Nord Milano A52 direzione Tangenziale Ovest A50 

Nodo di Pero A4 

A4 tratto milanese uscita Cormano-Superstrada Milano-Meda 

Tangenziale Nord Milano A52 direzione Tangenziale Est Milano A51 

Svincolo Monza Sant’Alessandro 

Rientro in Tangenziale Nord Milano A52 direzione Milano- 

Meda-Lentate 

Uscita SP9 Vecchia Valassina - Erba 

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PERCORSO AUTOSTRADALE - 70 KM 

Autostrada A4 Torino - Trieste ingresso da Tangenziale Nord 

Milano A52 direzione Trieste 

Svincolo Bergamo 

Rientro in A4 

Uscita Tangenziale Nord Milano A52 

CONSUMI 

Città: 6,1 l/100 km Anche se la giungla urbana non è il 

suo terreno d’elezione, riesce a percorrere oltre 16 km 

con un litro di gasolio. 

Extraurbano: 4,9 l/100 km I piaceri del diesel: oltre 1.000 km 

di autonomia quando il limite è a 90 o 100 km/h con il motore 

che gira a 1.300/1.500 g/min. Il tutto in un silenzio da Bev. 

Autostrada: 7,0 l/100 km Appena varcato il casello entra 

nella sua dimensione. E a velocità codice Milano-Napoli 

è possibile senza soste dal benzinaio.

PROVA 

CONSUMI 

ESTERNI Muso lungo e coda tronca rendono la CX-60 

dinamica. La firma laterale ‘In line 6’ dichiara il 3.3 

turbodiesel e campeggia sopra il passaruota che ospita 

pneumatici e cerchi da 20”. Grande spazio anche per i bagagli 

per un vano dalla forma regolare: da 570 litri a 1.526 

reclinando la seconda fila di sedili, una volumetria adeguata 

per una vettura che ha nel suo Dna lunghe percorrenze e 

quindi si mostra pronta ad accogliere borse e valigie per più 

giorni o attrezzature professionale o per il tempo libero. 

16-18 16-18 

OTTOBRE 

OTTOBRE 

2024 2024 

FIERA 

ROMAFIERA 

ROMA 

CO-ORGANIZZATO DA 

in tinta di dimensioni generose, calandra nera lucida del 

tipo a barre, finitura in metallo cromato per le ali anteriori, 

le firme laterali e le cornici dei cristalli, ruote in lega da 20 

pollici diamantati, nero metallizzato. A corredo, posteriore 

imponente con firma luminosa stretta e lunga. 

In strada la CX-60 invita alle lunghe percorrenze, complici 

anche i consumi contenuti e l’autonomia che può superare 

i 1.000 km. Il motore gira basso ed è silenzioso, ma 

quando si vogliono le prestazioni non bisogna dimenticare 

che siamo al cospetto di un sei cilindri in linea ibrido 

che consegna all’acceleratore 249 cv e ben 550 Nm di 

coppia: è vero che i kg che deve spostare sono almeno 

1.884 ma lo fa con una pronta naturalezza, con i chilometri 

che scorrono velocissimi dall’alto. Il posto guida 

permette una posizione dominante e alla guida sicura 

PIACE E NON PIACE 

Pollice in alto 

- propulsore sei cilindri turbodisel 

- autonomia oltre 1.000 km 

- dimensione della grafica del display centrale 

Pollice verso 

- navigatore old style 

- comandi no touch 

- plastiche non a vista della parte bassa della plancia 

e corretta, oltre alle dotazioni di bordo, di comfort e di 

sicurezza, allo sterzo preciso, ai freni decisi, alla trazione 

integrale e al cambio automatico a otto marce, contribuiscono 

anche messaggi sul display come per esempio 

«rilevata distrazione conducente», oppure un curioso 

«pedale freno e acceleratore entrambi premuti contemporaneamente» 

che accade se si frena con il piede sinistro 

e che a memoria non ho ritrovato in nessun’altra 

auto che ho guidato. Risultato: la CX-60 è un’autentica 

scoperta e si può riassumere in una parola: armonica. 

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RENAULT SCENIC E-TECH ELECTRIC 

L’elettrica di famiglia 

Renault manda in onda l’ultima edizione della 

popolare Scenic, un’auto proposta solamente 

elettrica a batteria, veramente da vivere 

di Gianluca Ventura 

Aperti gli ordini proprio in questi giorni della nuova 

Scenic E-Tech Electric di Renault, un Suv elettrico 

del segmento C che vuol essere - almeno nei propositi 

della Règie - un’auto di famiglia, nel senso di unico 

mezzo di locomozione a disposizione del nucleo familiare. 

Ciò grazie a un’autonomia promessa, nella sua versione 

con batteria a 400 Volt nichel-manganese-cobalto Lg Chem 

più grossa da 87 chilowattora, di 624 chilometri sul ciclo 

urbano e 340 in autostrada, come ti mostra chiaramente 

senza mezzi termini l’indicatore di carica degli accumulatori 

quando s’accende il quadro premendo il tasto in plancia. 

Distanze che si riducono a 430 massimi nelle migliori condizioni 

optando invece per la batteria da 60 chilowattora. 

Presa Ccs Combo 2 di serie 

Comunque un’iniziativa coraggiosa, come quella di fare 

affidamento, nella dotazione di serie, su un caricatore 

di bordo in corrente alternata da soli 7 chilowatt 

di potenza, portabili fino a 22 sborsando 1.500 

euro in più. C’è però sempre la presa Ccs 

Combo 2 per caricare fino a 130 chilowatt in 

continua con la batteria più piccola, a 150 sulla 

grande. Il prezzo d’ingresso è 40.050 euro sulla versione 

Evolution con tetto classico in metallo. Che, con un extra 

di 1.500 euro, può diventare il bel Solarbay in vetro oscurabile 

a zone attraverso un’intercapedine a cristalli liquidi comandabile 

da un pulsante a cielo. A salire ci sono la Techno da 

41.550 che sfoggia tra l’altro uno schermo dell’infotainment 

da 12 pollici anziché i 9 della base (entrambi con Google 

integrato), la sportiva Esprit Alpine da 49.050 che monta 

anche un system sound Harman Kardon con modalità 

d’ascolto create addirittura da Jean-Michel Jarre (il quale 

firma pure il suono esterno emesso sotto i 30 orari più 

quello di benvenuto ad accesso veicolo) e, a chiudere, la 

Iconic da 50.450, che fa diventare impegnativo l’esborso 

Immagini dell’allestimento Esprit Alpine, uno dei più completi. 

In alto, da sinistra, la plancia col tablet centrale da 12 pollci, il 

tetto in vetro oscurabile a sezioni Solarbay e lo specchietto 

bimodale: funziona in modalità classica e elettronica. Sopra, 

ancora da sinistra, il divanetto posteriore con il bracciolo 

Ingenious e due immagini del portabagagli col vano per i cavi. 

Qui a lato, la maniglia retrattile delle porte. 

(le ultime due solo con batteria maggiorata). 

Tutta la meccanica è piazzata davanti, per cui non c’è bagagliaio 

anteriore ma solo uno da 545 litri (1.670 a schienali 

posteriori abbattuti) posteriore, cui s’uniscono uno o due 

vani - in base alla batteria montata - sotto il pianale del 

baule, dove ci vanno il cavo di ricarica e altre dotazioni di 

bordo. Nata elettrica, la nuova Scenic E-Tech può contare 

sullo schema a skateboard adottato da tutte le elettriche 

di nuova concezione, nel caso la piattaforma AmpR 

Medium, con le ruote più all’estremità possibile del pianale 

e la batteria, a dodici moduli se di taglia grande, piazzata 

nell’interasse. L’allungamento del passo obbliga a sospensioni 

multilink parallel link dietro, per contenere il diametro 

di volta in 10.920 millimetri e ridurre i giri del volante. 

Capace di recuperare energia in frenata, come tutti i veicoli 

elettrici, ha la regolazione dei quattro livelli di rigenerazione 

tramite palette sul volante, ma solo dalla Techno in su. 

Proposta esclusivamente in sei colori di carrozzeria o abbinamenti 

bicolor fra gli stessi, dentro ha l’immancabile 

cruscotto digitale personalizzabile coi widget e una nutrita 

schiera di Adas, molti dei quali di serie. Dietro, un interessante 

bracciolo centrale molto ampio, incluso in alcuni allestimenti, 

battezzato Ingenious, che agli ormai classici 

due portabicchieri affianca altrettanti supporti per smartphone 

o tablet, prese Usb di ricarica più un ampio portaoggetti, 

e si abbatte per far passare gli sci o simili. 

LA SCELTA DI Flotte&finanza 

Cognome e nome Renault Scenic E-Tech E 

Luogo di nascita 

Francia 

Alimentazione 

elettrica 

Versione Esprit Alpine 87 kWh 

Pot. kW(Cv)/giri 160(218)/- 

Coppia Nm/giri 300/- 

Omologazione 

Zev 

Cambio/n° marce automatico/1+Rm 

Consumo comb. kWh/100km (Wltp) 12,6 

Lunghezza mm 4.470 

Passo mm 2.785 

Larghezza mm 1.864 

Altezza mm 1.571 

Capacità bagagliaio dm 3 545 

Massa vettura kg 1.860 

Prezzo (chiavi in mano) € 49.050 

On line 

www.renault.it 

Sotto, da sinistra, 

cosa si nasconde 

sotto il cofano: il 

cruscotto digitale 

con le due palette 

a volante per 

regolare la 

rigenerazione e la 

presa Ccs Combo 2 

sul parafango 

posteriore sinistro. 




LE AUTO 

DI F&F 

Non passa 

inosservata la Kia 

EV9, crossover sei 

o sette posti. 

È disponibile in 

due versioni: 

Single Motor con 

trazione 

posteriore, 185 

km/h, 0-100 in 9,4 

secondi, 563 km di 

autonomia, 76.450 

euro; Dual Motor 

con trazione 

integrale, 200 

km/h, 0-100 in 5,3 

secondi, 505 km di 

autonomia, 81.650 

euro (kia.it). 

Design da ‘Best of the Best’ 

Innovativo e innovativo. È il design audacemente squadrato 

dell’EV9 che non passa certo inosservato, non foss’altro 

che per le dimensioni di questo crossover/monovolume 

da cinque metri di lunghezza e due di larghezza 

(1,98 per la precisione). Sicuramente non è passato inosservato 

al recente Red Dot Award che gli ha assegnato 

il prestigioso premio ‘Best of the Best’ Product Design 

2024 nella categoria Auto e Moto, riconoscimento attribuito 

esclusivamente ai modelli più all’avanguardia. Le 

forme della EV9 sono l’espressione della filosofia ispiratrice 

del design di Kia Opposites United. Tipo quadrato. 

6x3 o 7x3, la moltiplicazione del comfort 

Sei o sette posti per un abitacolo che poggia sull’architettura 

ad hoc per i modelli elettrici Electric Global 

Modular Platform (E-Gmp) dal passo di tre metri (o tre 

file di sedili). Il risultato è un comfort esponenziale, tutti 

gli occupanti possono rilassarsi e intrattenersi: nella configurazione 

a 6 posti, per i sedili della seconda fila, si può 

scegliere tra la funzione relax (ci si sdraia con tanto di 

poggiapiedi) oppure quella che permette di voltarsi a 

180 gradi verso i passeggeri posteriori. Generosa. 

KIA EV9 

Boxy car 

taglia XL 

Le cinque cose da sapere 

sul primo Suv 100 per cento 

elettrico della casa coreana 

Sopra quota 500 

563 km di autonomia dichiarati per la trazione posteriore, 

505 per l’Awd, nell’uso reale e normale da pendolare si 

arriva tranquillamente a 500 per la Awd, in entrambi i casi 

ricarica ultraveloce così che in un quarto d’ora si aggiungono 

249 km. Senza dimenticare il sistema di ricarica bidirezionale, 

che permette non solo di ricaricare l’EV9 ma anche 

di utilizzare l’energia immagazzinata nella batteria da 99,8 

kWh di quarta generazione del veicolo per alimentare apparecchi 

elettronici e, in futuro, la casa o la rete. Altruista. 

Corazzata che non passa inosservata 

Lunga 5,01 metri, larga 1,98 e alta 1,78, con un passo di 

3,1 metri, non offre tanto spazio solo ai sei o sette passeggeri 

ma anche ai bagagli. Il bagagliaio posteriore ha 

una capacità di 828 litri con 4/5 sedili in posizione verticale 

e di 333 litri quando sono occupati tutti i 6/7 posti, 

ma non va dimenticato uno spazio aggiuntivo per borse 

e valigie ricavato nel cofano anteriore con una capacità 

di 90 litri nella versione a trazione posteriore e di 52 litri 

in quella a trazione integrale. Tanto posto per tutto. 

Informazioni sul grande schermo 

Il lunghissimo Panoramic Wide Display si divide in tre 

zone: quella principale di fronte al driver da 12,3 pollici, 

una seconda con un infotainment da 12,3 pollici in centro 

plancia, un ulteriore schermo da 5,3 pollici tra i due, con 

la corona del volante che ne complica la sua consultazione, 

dedicato alla funzione della climatizzazione. Prevista 

anche la tecnologia Head-Up Display (HUD) che proietta 

le info di viaggio utili sul parabrezza di fronte al conducente, 

per una maggiore immediatezza di lettura e comodità. 

Oltre ai pulsanti tradizionali sul volante gli altri pulsanti di 

comando, posti sulla consolle centrale, che si illuminano 

quando l'auto è accesa al pari del logo Kia sul volante, 

per essere facilmente individuati. Auto illuminata. 

RENAULT CAPTUR 

Plug-in addio 

Per il proprio gettonatissimo B-Suv, 

l’ex Régie punta su cinematiche 

termiche e ibride a benzina, senza 

più la spina. E c’è pure a Gpl 

Arriva nelle concessiorarie questo mese la nuova 

Renault Captur, un Suv compatto appartenente al 

segmento B (del quale questa è stata reginetta in 

Italia per ben cinque volte) caratterizzato da una buona 

abitabilità anche nella zona posteriore, dove il divanetto 

scorre di 160 millimetri per rendere il carico più flessibile. 

Con la panca spinta in avanti il bagagliaio arriva così a 616 

litri sulle versioni a benzina e Gpl (480 sulla full hybrid, causa 

batteria), partendo da una base di 484 (348 sull’ibrida classica) 

in posizione standard. Abbattendo gli schienali posteriori, 

il volume sale a quasi 1.600 litri, 1.458 sull’ibrida. 

Ma la notizia forse più interessante è che la versione 

ibrida E-Tech non avrà più la possibilità di ricarica esterna, 

attraverso il cavo. E di elettrica pura non se ne parla proprio. 

Insomma, Captur vuole mantenere la propria nomea 

di vettura dai volumi di vendita sostanziosi, puntando 

su motorizzazioni usufruibili facilmente da tutti, come 

quella a Gpl (convertita in fabbrica in Spagna utilizzando 

un impianto Landi Renzo), offerta in combinazione con 

un 3 cilindri benzina da neanche un litro. Oppure su due 

ibride più easy, come una mild a 48 Volt, ma soprattutto 

la full classica, che promette consumi ridotti veramente 

al lumicino. E che, in abbinamento alle ruote da 18 pollici, 

offre come optional il sistema Extended Grip con due 

modalità di guida aggiuntive, Snow e All-Terrain, le quali 

intervengono soprattutto sull’Esp per affrontare al meglio 

fondi viscidi o accidentati. 

La rivisitazione esterna di Captur interessa soprattutto 

l’anteriore, dove si modificano il frontale, il cofano motore 

e i parafanghi, mentre dietro resta sostanzialmente inalterata, 

con solo piccoli ritocchi ai gruppi ottici. 

Dentro, la plancia dalle linee pulite sfoggia un cluster digitale 

fino a 10,25 pollici di grandezza, che s’accoppia a una sorta 

di tablet verticale in console centrale da 10,4 pollici dedicato 

all’infotainment. La dotazione di serie prevede davanti due 

prese Usb-C e una da 12 Volt, cui s’aggiungono l’eventuale 

caricatore a induzione e altre prese in base all’allestimento. 

LE AUTO 

DI F&F 


Cognome e nome Renault Captur 


Spagna 

Alimentazione benzina full hybrid 

Versione E-Tech full Hybrid Techno 

Pot. kW(Cv)/giri 69+36(94+49)/5.600 

Coppia combinata Nm/giri 250/3.200 

Omologazione 

Euro 6d 

Cambio/n° marce Multimode auto/4+Rm 

Consumo comb. l/100km (Wltp) 4,7-4,9 




Altezza mm 1.575 




On line 

www.renault.it 

Sopra, la nuova 

Captur in azione. 

Sotto, da sinistra, 

il posteriore 

pressoché invariato 

e gli interni col 

display centrale 

tattile da 10,4 

pollici del sistema 

Open RLink basato 

su Android. 





LE AUTO 

DI F&F 

LE AUTO 

DI F&F 

VOLVO EX30 

Piccolo è bello 

Dopo anni di vetture dalle forme molto generose, 

la Casa di Göteborg torna alle dimensioni 

compatte. E lo fa con un Suv di fabbricazione 

cinese disponibile solo con trazione elettrica a 

batteria. A due o quattro ruote motrici 


Lanciato nel 2023, arriva sul mercato il piccolo Suv 

EX30 di Volvo, realizzato sulla piattaforma Sea 

(acronimo di Sustainable Experience Architecture) 

del gruppo Geely, che consiste in un pianale modulare 

progettato apposta per l’elettrico, condiviso tra vari brand 

e modelli prodotti dal colosso cinese. Questa sorta di 

skateboard elettrico impiegato nella Volvo EX30 è infatti 

lo stesso ‘nascosto’ sotto la nuova Smart #1 (quella non 

più Daimler) e dalla Zeekr X, tant’è che l’auto svedese 

viene infatti fabbricata in uno stabilimento della Lynk & 

Co (sempre della galassia Geely) a Zhangjiakou, nella 

Cina settentrionale. Anche se resta l’opzione Ghent. 

Amico dell’ambiente 

Il risultato è uno sport utility ultra compatto per il marchio 

Volvo, che da anni ormai non proponeva più a listino veicoli 

di piccole dimensioni, dopo l’uscita di scena della 

480 e della serie 40 dei tempi svedesi che furono. 

EX30 strizza anche l’occhio all’ambiente, non soltanto 

per la trazione a emissioni zero (c’è solo a batteria), ma 

anche perché costruito con il 25 per cento di alluminio 

riciclato e il 17 per cento di acciaio più plastiche anch’esse 

alla loro seconda vita. Infine, fino al 95 per cento può 

essere riciclato una volta che l’auto abbia definitivamente 

assolto il proprio compito e si decide di radiarla. 

Già 2.050 le unità preordinate l’anno scorso in Italia, con 

un outlook di toccare le 4.550 consegnate nel corso del 

2024, il 20 per cento di quanto prevede d’immatricolare 

quest’anno la Casa svedese nel nostro Paese. 

Per la prima volta su una Volvo elettrificata viene montata 

una batteria al litio-ferro-fosfato, che ama le cariche fino 

al 100 per cento, cosa che consente anche con la capacità 

più piccola - da 51 chilowattora - d’avere una discreta au- 

In alto, da sinistra, la plancia dove resta solo un tablet tattile da 12,3 pollici verticale e niente più. Al 

centro, il divano posteriore e, più a destra, l’interno porta molto semplice, privo anche degli interruttori 

alzavetro localizzati sul tunnel. Sulla riga più sotto, la sound bar Harman Kardon incassata tra plancia e 

parabrezza, unica fonte sonora della vettura, il vano da 7 litri per il cavo di ricarica sotto il cofano 

anteriore e il baule di dimensioni modeste. In basso, da sinistra, cosa c’è sotto il cofano: il comando del 

‘cambio’, la presa Ccs Combo 2 ricavata in coda al lato guida e il key tag, la scatoletta elettronica che 

funge da chiave (se si scarica, basta appoggiarla al montante porta destro per essere riconosciuti). 

tonomia: 344 chilometri. Si può richiedere pure con accumulatore 

nichel-manganese-cobalto da 69 chilowattora 

(64 gli effettivamente utilizzabili, come nel modello extended 

range a trazione posteriore oggetto della nostra prova) 

per 480 chilometri massimi, comunque sempre by Catl. 

Dentro non c’è praticamente nulla, se non uno schermo 

tattile verticale da 12,3 pollici più una grande sound bar 

Harman Kardon orizzontale posizionata nella zona della 

plancia più vicina al parabrezza. Soluzione che costringe 

il conducente a interagire sempre con lo schermo per 

azionare qualsiasi cosa - a meno di non usare i comandi 

vocali - o ottenere informazioni come la velocità o la carica 

residua, torcendo spesso il collo verso destra (il 

tablet non è neanche inclinato verso chi guida). Non generosissimo 

lo spazio per le gambe dei passeggeri posteriori 

così come il baule, da soli 318 litri, che diventano 

904 abbattendo gli schienali posteriori. 

Anche a quattro ruote motrici 

Volendo, c’è anche una versione a due motori, la 

Performance, che a quello sincrono posteriore (soluzione 

per massimizzare la ricarica in rilascio) ne abbina un secondo 

anteriore asincrono. In questo caso, se c’è grip a 

sufficienza la trazione è tutta dietro e viene smistata automaticamente 

anche sull’anteriore in base alla necessità, 

fino a raggiungere così la proporzione di 50/50. 


Cognome e nome 

Volvo EX30 


Cina 

Alimentazione 

elettrica 

Versione single motor extended range 

Pot. kW(Cv)/giri 200(272)/5.375-9.248 

Coppia Nm/giri 343/116-5.375 

Omologazione 

Zev 

Cambio/n° marce automatico/1+Rm 

Consumo comb. kWh/100km (Wltp) 12,6 




Altezza mm 1.555 




On line 

www.volvocars.com/it 




GLI LCV 

DI F&F 

GLI LCV 

DI F&F 

MERCEDES-BENZ SPRINTER E VITO 

Viaggiare in first 

La Casa di Stoccarda mette mano ai propri furgoni di taglia media 

e grande introducendo una nuova plancia sui primi e cambiando 

completamente la meccanica sulla versione elettrica dei secondi 


in collaborazione con 

Aspettando la prossima piattaforma born electric 

Van.Ea (acronimo di Van Electric Architecture) 

che arriverà nel 2026, Mercedes-Benz mette 

intanto mano alla propria gamma attuale di furgoni 

medi e grandi, ossia il Vito e lo Sprinter, sia a gasolio 

sia elettrici. Per il minore dei due si tratta di un aggiormento 

soprattutto a livello dell’accoppiata calandra/paraurti, 

della plancia e delle dotazioni in materia di sicurezza, 

rese obbligatorie dalla normativa Gsr 2019 che 

entrerà in vigore dal prossimo luglio e che impone 

l’adozione di alcuni Adas. Ricca la dotazione dei sistemi 

standard, che vanno dall’Attention Assist alla retrocamera, 

dal mantenitore di corsia attivo al sistema anti 

angolo cieco, dalla frenata automatica nel caso di traf- 

co trasversale in retromarcia al rilevatore automatico 

dei limiti di velocità e molto altro. 

Dentro, la nuova plancia e il nuovo volante riscaldabile 

strizzano l’occhio alle versioni passeggeri (la Classe 

V) grazie al rinnovato sistema multimediale Mbux offerto 

di serie (la navigazione è però sempre opzionale), 

con display tattile centrale da 10,25 pollici a lo plancia 

che sull’eVito offre stavolta un ‘menù elettrico’ attraverso 

cui gestire la pre-climatizzazione, regolare le 

impostazioni di ricarica, programmarne i tempi o te- 

eSprinter - Accanto, il nuovo big van della Stella. In basso, 

da sinistra, il retro con i gruppi ottici ridisegnati e, vicino, 

la plancia che offre ora di serie il sistema d’infotainment 

Mbux dotato di navigatore intelligente e un cruscotto con 

strumento digitale centrale a colori, nonché un volante 

aggiornato provvisto di comandi. A seguire, l’interruttore 

a piantone che ne gestisce il riscaldamento, la selva 

di camere/radar sul parabrezza necessari a governare i nuovi 

Adas, una delle camere incassate nei retrovisori per avere 

la vista a 360 dall’alto, l’assale posteriore su cui è flangiato 

il motore elettrico, controller più caricatore sotto il cofano 

e la batteria sottoscocca. 

eVito - Sopra, a sinistra, il posteriore, equipaggiabile con 

gruppi ottici a led, tecnologia disponibile anche per i fari. A 

seguire, la plancia completamente rinnovata con specchietto 

digitale, il selettore nel mezzo della console centrale per 

scegliere uno dei tre driving mode (Comfort, Eco e Maximum 

Range) mostrati sul monitor del nuovo sistema d’infotainment, 

e la presa Ccs Combo 2. A destra, eVito come appare oggi. 

nere sotto controllo il consumo energetico. Sui Vito 

diesel spariscono invece le versioni a trazione anteriore, 

spinte da unità di derivazione Renault, in favore 

solo del due litri captive Om 654 offerto in quattro tarature 

(su N1). A meno di non optare per un benzina 

mild hybrid, offerto solo sul Mixto. 

Trazione posteriore per eSprinter 

Ma le novità più sostanziose sono sullo Sprinter, che 

nella sua versione elettrica viene completamente ripensato. 

A partire dalla trazione, che passa dall’anteriore al 

posteriore, col motore elettrico centrale sincrono a magneti 

permanenti, da circa 130 chilogrammi di peso flangiato 

direttamente all’assale. Una soluzione che permette 

di distribuire meglio i pesi e avere un’erogazione di coppia 

ottimizzata, nel caso no a 400 Newtonmetro di picco. 

Due i livelli di potenza massima - 100 e 150 chilowatt - 

e tre le taglie utili della batteria ad alta tensione litio-ferro-fosfato: 

56, 81 e 113 chilowattora, per autonomie rispettivamente 

di 233, 329 e 478 chilometri. Per ricaricare 

ci si afda sempre a una presa Ccs Combo 2 nascosta 

sotto la stella sulla calandra, con potenze no a 11 chilowatt 

in corrente alternata e 60 in continua, elevabili 

no a 115 pagandone l’opzione. Tre, come sull’eVito i 

modi di guida, selezionabili tra Comfort, Eco e Maximum 

Range, che influiscono sulle prestazioni (il veicolo è comunque 

limitato a 90 orari, 120 pagando un extra) e 

sulla climatizzazione. Salgono a quattro (pure sull’eVito), 

invece, i livelli di recupero energia, selezionabili dalle palette 

retrovolante: nuovo il livello ‘D auto’, che sfrutta le 

informazioni provenienti dai radar, dalla telecamera e 

dai dati di navigazione. Il peso totale arriva ora no a 

4,25 tonnellate e per la prima volta c’è l’opzione del 

gancio traino per rimorchi no a due tonnellate. 

Nell’Mbux arriva inne un software di navigazione che 

programma le soste di ricarica durante il tragitto. 



VIP 

ALLA GUIDA 

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Fuck the normal life 

Un titolo didascalia che è anche il nome della linea 

di abbigliamento del freestyler Vanni Oddera. 

Per lui la normalità sono salti mortali e mototerapia 

sissimo, un mondo viaggiante. Spesso guida Matteo, il 

mio assistente oltre che il mio migliore amico, e io ne 

approfitto per recuperare ore di sonno. 


«Il volontariato per qualcuno è da sfigati, invece 

fare del bene è la cosa più rock and roll che ci 

sia. E non servono i salti mortali». Detto da uno 

che i salti mortali li fa per professione. Vanni Oddera, 

campione di freestyle motocross, dal 2019 riversa questa 

grande passione nella mototerapia, esibizioni acrobatiche 

dove bambini e adulti disabili provano l’euforia 

di montare in sella. Ma se pensate che la moto sia il 

suo mezzo di trasporto preferito, beh, vi sbagliate. 

F&F La macchina dunque? 

››‰ L’auto la uso per lavoro ma è uno strumento di 

piacere. Più della moto. Mi piace viaggiare in macchina, 

anche per andare in vacanza d’estate. Mi ricreo il mio 

mondo: sopra la Jeep ho sempre la tenda da tetto, la 

Maggiolina, quindi dove voglio, quando voglio, la apro 

e dormo. Guido da anni un Wrangler Gladiator, molto 

versatile: ci carico la moto, ma soprattutto è comodissima 

in autostrada e allo stesso tempo posso andare nel bosco, 

nel fiume, mi segue nella vita di tutti i giorni. Non ho 

sempre la moto con me, però spesso vado nel bosco, 

è il mio rifugio. Il fuoristrada mi serve, mi dà libertà. 

F&F Solo Jeep nel suo garage? 

››‰ Per gli show di freestyle motocross o per la mototerapia 

negli ospedali uso un Fiat Ducato: spazio- 

Qui accanto il campione di FMX insieme alla figlia Alma 

e, sopra, impegnato nella mototerapia con i bimbi disabili. 

In alto, evoluzioni acrobatiche in sequenza. 

F&F Auto o moto, che cos’è guidare? 

››‰ Quando guido - e io guido parecchio, faccio tantissimi 

chilometri - stacco, mi rilasso, se sono in macchina 

ascolto musica: Janis Joplin, Rolling Stones, Bruce 

Springsteen... Guidare è proprio staccare, rinchiudersi 

nella propria bolla, è un momento bello. 

F&F Da solo o in compagnia? 

››‰ Quando sono in compagnia la macchina diventa 

un salotto! I viaggi che condivido con più piacere sono 

quelli con mia figlia Alma, che ha cinque anni. Mentre 

andiamo chiacchieriamo tanto, e poi facciamo lezioni 

di inglese, storia, natura... 

A parte familiari e amici, porterei in viaggio sicuramente 

Bruce Springsteen. 

F&F Ha un luogo del cuore? 

››‰ Il Monte Beigua, in Liguria, un parco naturale a 1.300 

metri a picco sul mare. Mi piace arrivarci in macchina, 

la strada è anche un po’ impegnativa, sale e scende, a 

tratti nel bosco e a tratti panoramica. 

F&F I suoi primi ricordi sono legati alle due o alle 

quattro ruote? 

››‰ I miei la moto non me l’hanno mai voluta prendere, 

la prima l’ho comprata io a 22 anni e ho recuperato il 

tempo perso. Invece, ricordo che ne avevo sette o otto 

quando mio padre mi ha regalato una vecchia Fiat 500. 

Ho guidato fin da piccolo, anche nei cantieri, le ruspe di 

papà... vabbè erano altri tempi, dai! 


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Flotte&finanza n. 71 giugno 2024

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