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LXXXI Mostra Maestri Liguri fra Ottocento e Novecento - Genova

LXXX Mostra Maestri Liguri fra Ottocento e Novecento - Oscar Saccorotti. L'incanto del quotidiano

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Galleria Arte Casa<br />

<strong>Genova</strong><br />

<strong>LXXXI</strong> <strong>Mostra</strong> <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong><br />

<strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong><br />

Oscar Saccorotti<br />

L’incanto del quotidiano


© Galleria Arte Casa <strong>Genova</strong><br />

In copertina<br />

Oscar Saccorotti, La serra del floricoltore Cacciola sotto la neve, 1946<br />

17 OTTOBRE - 7 NOVEMBRE 2020<br />

Orario: 9 - 12.30 / 15 - 19 • Tutti i giorni, 1 a e 2 a Domenica comprese


50 °<br />

1968 • 2018<br />

<strong>LXXXI</strong> <strong>Mostra</strong> <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong><br />

<strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong><br />

Oscar Saccorotti<br />

L’incanto del quotidiano<br />

17 OTTOBRE - 7 NOVEMBRE 2020<br />

Galleria Arte Casa<br />

di Diletta Pelizza & C. s.a.s.<br />

Via Garibaldi, 12 - 16124 <strong>Genova</strong><br />

010 541433 - 338 6619453<br />

info@galleria-artecasa.it - www.galleria-artecasa.it<br />

3


Il collezionista, come dice Goethe, è l’unico uomo felice.<br />

Ludovico Pollak<br />

<strong>Mostra</strong> a cura di:<br />

Tito Pelizza<br />

Giacomo Goslino<br />

Schede ragionate delle opere:<br />

Giacomo Goslino<br />

Commento critico dell’opera di Leonardo Bistolfi:<br />

Andrea Rocco, Museo di Palazzo Mazzetti, Asti<br />

4


La Galleria Arte Casa ha aperto la nuova sede espositiva in Via Garibaldi 12, la strada dei musei<br />

e degli antiquari, nei prestigiosi locali di Palazzo Baldassarre Lomellini. Ringraziamo gli amici, i<br />

collezionisti e i clienti che con curiosità ed entusiasmo ci hanno accompagnato in questo importante<br />

cambiamento. Ringraziamo anche coloro i quali lavorano, animano e vivono Via Garibaldi,<br />

per averci permesso di prendere velocemente confidenza con il tessuto culturale e commerciale<br />

della strada più prestigiosa della nostra città.<br />

Inauguriamo quindi la <strong>LXXXI</strong> <strong>Mostra</strong> dei <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong>, la prima mostra<br />

nel nuovo spazio espositivo: ribadendo la nostra passione per “Quel meraviglioso periodo d’arte”,<br />

per utilizzare le parole di Giovanni Paganelli, che nel 1968 fondò la Galleria Arte Casa e che anche<br />

in questa occasione ricordiamo con riconoscenza, stima e tanto affetto.<br />

Come di consueto abbiamo selezionato un nutrito numero di opere di notevole livello artistico<br />

e qualitativo e anche diversi capolavori, alcuni assolutamente inediti, di grande impatto visivo.<br />

Un’offerta di elevata qualità rimane quindi il presupposto imprescindibile che caratterizza da<br />

sempre lo spirito e il fine della nostra attività di galleristi.<br />

Una sezione della mostra è costituita da un’importante retrospettiva dedicata a Oscar Saccorotti,<br />

il pittore che meglio rappresenta la cultura artistica ligure del XX secolo. Un’occasione unica,<br />

data la difficoltà che si riscontra nel reperimento e nella necessaria selezione delle opere, a cui<br />

abbiamo lavorato con l’attenzione che ci contraddistingue.<br />

Per la nota critica del bronzo del Crocefisso Brayda di Leonardo Bistolfi ringraziamo il dott. Andrea<br />

Rocco, direttore artistico del Museo di Palazzo Mazzetti di Asti, nelle cui sale è esposto il grande<br />

gesso della magnifica scultura.<br />

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OPERE


Nicolò Barabino<br />

(Sampierdarena (GE) 1832 - Firenze 1891)<br />

1<br />

Galileo Galilei al tribunale dell’Inquisizione<br />

Olio su tavola<br />

Cm 21 x 30<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1873 ca.<br />

Provenienza: già collezione Secondo Barabino; già proprietà Federico Della Torre<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- <strong>Mostra</strong> dei pittori liguri dell’<strong>Ottocento</strong>, Palazzo Rosso, <strong>Genova</strong> 1938<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della <strong>Mostra</strong> dei pittori liguri dell’<strong>Ottocento</strong>, Palazzo Rosso, <strong>Genova</strong> 1938<br />

- Giuseppe Delogu, Nicolò Barabino, Casa Editrice Apollo Bologna, Verona 1928, pag. 61<br />

2<br />

Carlo VIII e Pier Capponi<br />

Olio su tavola<br />

Cm 23,5 x 32<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1873 ca.<br />

Provenienza: già collezione Secondo Barabino; già proprietà Federico Della Torre<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- <strong>Mostra</strong> dei pittori liguri dell’<strong>Ottocento</strong>, Palazzo Rosso, <strong>Genova</strong> 1938<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della <strong>Mostra</strong> dei pittori liguri dell’<strong>Ottocento</strong>, Palazzo Rosso, <strong>Genova</strong> 1938<br />

- Giuseppe Delogu, Nicolò Barabino, Casa Editrice Apollo Bologna, Verona 1928, pag. 61<br />

Momento iniziale dell’articolato processo di ricerca storica e di elaborazione tecnica condotto<br />

da Barabino per la realizzazione degli affreschi di Palazzo Celesia a <strong>Genova</strong>, le tavolette<br />

riassumono i fondamenti del fare pittorico dell’artista. L’accostamento delle masse colorate<br />

si sostituisce all’impianto disegnativo favorendo consistenza formale e freschezza cromatica<br />

alla composizione. La caratterizzazione psicologica dei personaggi, laddove all’enfasi di Pier<br />

Capponi si affianca la delusione di Galileo, permette al pittore di «accordare il senso della<br />

rappresentazione storica con la fenomenologia della realtà» (G. Biavati 1990).<br />

8


1<br />

2<br />

9


3 Leonardo Bistolfi<br />

(Casale Monferrato (AL) 1859 - La Loggia (TO) 1933)<br />

Crocefisso Brayda<br />

Fusione in bronzo su base di legno<br />

Cm 47 x 36,5<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1901 ca.<br />

Sul retro: cartiglio recante la scritta Ing. Mario Gallian, Passo Assarotti 8/9 <strong>Genova</strong><br />

Provenienza: già collezione Ing. Mario Gallian<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Bistolfi 1859 - 1933. Il percorso di uno scultore simbolista, Chiostro di S. Croce, Palazzo Langosco,<br />

Casale Monferrato (AL) 1984<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Sandra Berresford (a cura di), Bistolfi 1859 - 1933. Il percorso di uno scultore simbolista,<br />

Edizioni Piemme, Casale Monferrato (AL) 1984, riprodotto a pag. 90<br />

Il Crocefisso eseguito in bronzo nel 1901 e collocato nel cimitero di Villarbasse per la Tomba<br />

Riccardo Brayda, esiste in diversi esemplari, tra cui il bronzo per Buenos Aires, il marmo della<br />

tomba Metzger-Dorna al Cimitero di Torino e i calchi in gesso di collezione privata torinese,<br />

del Museo di Palazzo Mazzetti di Asti e nella Galleria d’Arte Moderna di <strong>Genova</strong>-Nervi.<br />

La versione ridotta attesta il grande successo di questa figura di Cristo, dai contorni netti e<br />

dal modellato «estremamente tattile», la stessa dell’ascetico Cristo che cammina sulle acque<br />

(1896-1898) tradotta nel bassorilevo. Entrambe le opere sono tuttavia «tra le poche sculture<br />

bistolfiane d’ispirazione e di iconografia che rientrano più o meno nella tradizione cristiana,<br />

anche se il carattere moderno del primo fece scalpore quando fu esposto a Venezia nel 1899»<br />

(S. Berresford 1989).<br />

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4 Emilio Bocciardo<br />

(<strong>Genova</strong> 1869 - ivi 1939)<br />

San Fruttuoso di Camogli<br />

Olio su tela applicata su cartone<br />

Cm 35 x 39,5<br />

Firmato e datato Settembre 1930 sul retro<br />

Provenienza: già raccolta eredi dell’artista<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- LVI <strong>Mostra</strong> <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong>, Galleria Arte Casa, <strong>Genova</strong> 2008<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della LVI <strong>Mostra</strong> <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong>, a cura di G. Paganelli e<br />

T. Pelizza, Galleria Arte Casa, <strong>Genova</strong> 2008, n° 9 di catalogo, riprodotto a pag. 15<br />

Esempio emblematico della poetica ambivalente di Emilio Bocciardo, raffinato interprete del<br />

naturalismo pittorico ma capace altresì di perseguire la via della riduzione geometrica degli<br />

elementi della composizione. Da un punto di vista non convenzionale - più comuni sono<br />

infatti le vedute di San Fruttuoso di Camogli dal mare - imprime sulla superficie pittorica uno<br />

scorcio della baia più suggestiva della riviera di Levante.<br />

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13


5 Emilio Bocciardo<br />

(<strong>Genova</strong> 1869 - ivi 1939)<br />

Paraggi<br />

Olio su tela applicata su cartone<br />

Cm 34,5 x 35<br />

Firmato, titolato e datato Autunno 1936 sul retro<br />

Provenienza: già raccolta eredi dell’artista<br />

Impegnato a registrare le variazioni luminose del Golfo di Paraggi determinate dal susseguirsi<br />

delle ore del giorno e delle stagioni, come annotato di suo pugno sul retro del dipinto, l’artista<br />

dipinge in condizioni di luce non ottimali. Condizioni che tuttavia conferiscono all’opera<br />

grande equilibrio formale e un’atmosfera silenziosa e metafisica. I colori assumono tonalità<br />

nitide e gli elementi della composizione, la cabina, i tronchi, lo scorcio di mare e la collina<br />

presentano contorni nitidi e ben definiti.<br />

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6 Pasquale Domenico Cambiaso<br />

(<strong>Genova</strong> 1811 - ivi 1894)<br />

Veduta del Ricovero di Mendicità in Bisagno<br />

Olio su tela<br />

Cm 44 x 59<br />

Probabile datazione: 1858 ca.<br />

Sul retro: cartiglio recante la scritta di pugno dell’artista Ricovero di Mendicità<br />

di D. Cambiaso di <strong>Genova</strong><br />

ESPOSIZIONI:<br />

- IX Esposizione Società Promotrice di Belle Arti, <strong>Genova</strong> 1859<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della IX Esposizione Società Promotrice di Belle Arti, <strong>Genova</strong> 1859, n° 147 di catalogo<br />

Una veduta della Val Bisagno a ridosso del colle di Paverano, risalente agli anni in cui la<br />

chiesa di San Giovanni Battista viene acquistata dal Comune di <strong>Genova</strong> per istituirvi un ricovero<br />

destinato ai poveri e ai bisognosi. Il pittore coniuga la rappresentazione meticolosa del<br />

paesaggio, si vedano ad esempio il forte sullo sfondo, il Santuario della Madonna del Monte<br />

e il “Ponterotto”, dove oggi sorge il ponte Serra, con la volontà di documentare un episodio<br />

relativo alla storia della città. Straordinaria è la qualità esecutiva dell’opera, la cui paternità<br />

è suf<strong>fra</strong>gata dal cartiglio apposto sul retro e dall’esposizione presso la Promotrice; elementi<br />

fondamentali al fine di ricostruire l’attività di Pasquale Domenico Cambiaso, artista oggetto di<br />

frequenti attribuzioni dubbie.<br />

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7 Giuseppe Cominetti<br />

(Salasco (VC) 1882 - Roma 1930)<br />

Il giovane tifoso<br />

Olio su tela<br />

Cm 154 x 80<br />

Firmato e datato 1913 in basso a sinistra<br />

Firmato sul telaio<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Giuseppe Cominetti, Accademia Ligustica di Belle Arti, <strong>Genova</strong> 1983<br />

- Il Divisionismo di Giuseppe Cominetti - Visioni di luce, Museo dei Campionissimi, Novi<br />

Ligure 2007<br />

- Football 1898 - 1908, L’età dei pionieri, Fondazione Genoa 1893, <strong>Genova</strong> 2008<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Gian<strong>fra</strong>nco Bruno (a cura di), Giuseppe Cominetti, catalogo della mostra, Stringa Editore,<br />

<strong>Genova</strong> 1983, riprodotto pag. 104, tav. n°94<br />

- Gian<strong>fra</strong>nco Bruno e Lia Perissinotti (a cura di), Il Divisionismo di Giuseppe Cominetti. Visioni<br />

di luce, catalogo della mostra, Museo dei Campionissimi, Novi Ligure 2006, pag. 70, tav. n° 45<br />

- A. Manzitti e L. Benzi (a cura di), Football 1898 - 1908, L’età dei pionieri, Fondazione Genoa<br />

1893, <strong>Genova</strong> 2008, tav. n°7<br />

Testimone di un nascente fenomeno di costume, Giuseppe Cominetti dà forma ai simboli di<br />

un’iconografia nuova, nata dalla modernità e dalla forte connotazione popolare. Il calciatore,<br />

diventato l’idolo degli appassionati di ogni età, diviene il soggetto di una composizione<br />

che, caratterizzata da una struttura fortemente verticale e dall’illuminazione diffusa, ne accentua<br />

il carattere idealizzato. In primo piano un’emotività sincera e dirompente, nel movimento<br />

dei calciatori sullo sfondo l’eco, neanche troppo flebile, dell’avanguardia futurista.<br />

Nel Giovane tifoso, <strong>fra</strong> i primi dipinti conosciuti dedicati al mondo del pallone, prende vita<br />

il sogno di ogni bambino.<br />

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8 Angelo Costa<br />

(<strong>Genova</strong> 1858 - ivi 1911)<br />

Porto di <strong>Genova</strong><br />

Olio su tavola<br />

Cm 18 x 28<br />

Probabile datazione: 1880 ca.<br />

Provenienza: già collezione Angelo Balbi<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- <strong>Mostra</strong> dei pittori liguri dell’<strong>Ottocento</strong>, Palazzo Rosso, <strong>Genova</strong> 1938<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della <strong>Mostra</strong> dei pittori liguri dell’<strong>Ottocento</strong>, Palazzo Rosso, <strong>Genova</strong> 1938<br />

- G. L. Marini (a cura di), Catalogo della pittura italiana dell’<strong>Ottocento</strong>, n° 6, Giulio Bolaffi<br />

Editore, Torino 1976, riprodotto a pag. 88<br />

Delicata impressione del porto di <strong>Genova</strong>, laddove all’equilibrio di una composizione intrisa<br />

dell’immediatezza della Scuola Grigia, si accompagna un cromatismo controllato ed essenziale,<br />

determinato dall’accostamento di rapidi tocchi di colore. L’atmosfera di sospensione<br />

temporale, che il cielo coperto riflettendosi sul mare calmo contribuisce a creare, attutisce i<br />

rumori del vento e delle imbarcazioni. L’opera era di proprietà di Angelo Balbi, pittore e critico,<br />

grazie al quale, per dirla con Gian<strong>fra</strong>nco Bruno, è nato il collezionismo ligure moderno.<br />

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9 Aurelio Craffonara<br />

(Gallarate (MI) 1875 - <strong>Genova</strong> 1945)<br />

Domenica ai parchi di Nervi<br />

Acquerello a tempera su carta<br />

Cm 22 x 34<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1925 ca.<br />

L’aggiunta di piccole quantità di tempera bianca ai pigmenti dell’acquerello conferisce all’opera<br />

un effetto di grande saturazione e accensione cromatica. Un’animata veduta dei Parchi di<br />

Nervi in primavera introduce alla vista il mare e il promontorio di Portofino. È lecito pensare<br />

che il grande acquarellista abbia elaborato la composizione pensando di utilizzarla come<br />

immagine per un cartellone promozionale della riviera ligure.<br />

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Aurelio Craffonara<br />

(Gallarate (MI) 1875 - <strong>Genova</strong> 1945)<br />

10<br />

Il castello di Bogliasco<br />

Acquerello su carta<br />

Cm 17,5 x 17,5<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1930 ca.<br />

11<br />

Portofino<br />

Acquerello su carta<br />

Cm 18 x 18<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1930 ca.<br />

Mediante un gradevole avvicendarsi di vibrazioni luminose e di zone in ombra, di eteree trasparenze<br />

e di velature colorate, prendono vita i due preziosi acquerelli: raffinate istantanee di un<br />

itinerario ideale che il maestro dell’acquerello ci suggerisce di percorrere tra i borghi più suggestivi<br />

della riviera ligure. Nell’ampia e non sempre selezionata disponibilità di opere dell’artista,<br />

Il castello di Bogliasco e Portofino, si distinguono per l’elevata qualità cromatica e formale.<br />

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10<br />

11<br />

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12 Edoardo De Albertis<br />

(<strong>Genova</strong> 1874 - ivi 1950)<br />

Figura femminile<br />

Olio su cartone<br />

Cm 48 x 34<br />

Firmato in basso a destra<br />

Datazione: 1898<br />

Sul retro: di pugno dell’amico pittore Federico Maragliano Pittura di Edoardo De Albertis<br />

anno 1898; Proprietà Maragliano, Via Acquarone<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- III <strong>Mostra</strong> dei <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong>, Galleria Arte Casa, <strong>Genova</strong> 1984<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della III <strong>Mostra</strong> dei <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong>, a cura di G. Orsetti e<br />

G. Paganelli, Galleria Arte Casa, <strong>Genova</strong> 1984, riprodotto<br />

Amico e seguace di Nomellini, l’artista realizza, negli ultimi anni del XIX secolo, opere di evidente<br />

matrice divisionista. Se il volto della figura femminile si presenta come il risultato di un<br />

vibrante accostamento di punti e filamenti di colore, la veste diventa una campitura colorata<br />

di un rosso acceso laddove, nell’intricato groviglio di linee, si intuisce la vertigine del segno<br />

astratto. È doveroso sottolineare la grande rarità dei dipinti di Edoardo De Albertis ascrivibili<br />

al periodo divisionista.<br />

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13 Antonio Discovolo<br />

(Bologna 1874 - Bonassola (SP) 1956)<br />

Monterosso<br />

Olio su tavola<br />

Cm 65 x 60<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1930 ca.<br />

Sul retro: cartiglio recante il titolo<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- G. Paganelli e T. Pelizza (a cura di), Antonio Discovolo - Un raggio di sole in una notte di luna<br />

piena, Artisti di <strong>Liguri</strong>a, De Ferrari Editore, <strong>Genova</strong> 2002, tav. 67, riprodotto a pag. 111<br />

Poche sono le immagini capaci di sintetizzare l’essenza della pittura ligure del <strong>Novecento</strong><br />

come quella di un albero a picco sul mare, diventata autentico topos letterario e iconografico.<br />

Così Discovolo fa del tema ricorrente il proprio e personale ringraziamento nei confronti di<br />

una terra che lo ha accolto e che tanto ha offerto alla sua fervida immaginazione. Le fronde<br />

di un castagno, luminose e brillanti, fanno da cornice alla bellezza quasi minerale di un mare<br />

delicatamente toccato dal vento.<br />

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14 Andrea Figari<br />

(Sassari 1858 - <strong>Genova</strong> 1946)<br />

Giornata d’estate<br />

Olio su cartone<br />

Cm 27 x 37<br />

Firmato e localizzato <strong>Genova</strong> in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1920 ca.<br />

Una splendente e serena giornata estiva sulla marina del Levante genovese permette a Figari di<br />

dare ampio sfogo alle sue doti di spregiudicato e materico colorista. I piani si susseguono senza<br />

sosta, animati da una varietà infinita di guizzanti imbarcazioni, facendo correre l’occhio al<br />

famigliare profilo del monte di Portofino.<br />

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15 Luigi Garibbo<br />

(<strong>Genova</strong> 1782 - Firenze 1869)<br />

Veduta di Firenze<br />

Acquerello su carta<br />

Cm 44,5 x 59,5<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1835 ca.<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- LXXV <strong>Mostra</strong> <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong>, Galleria Arte Casa, <strong>Genova</strong> 2017<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della LXXV <strong>Mostra</strong> <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong>, a cura di T. Pelizza<br />

e G. Goslino, Galleria Arte Casa, <strong>Genova</strong> 2017, riprodotto a pag. 51, n° 25 di catalogo<br />

In un’ariosa veduta della Firenze di metà <strong>Ottocento</strong> da Piazzale Michelangelo, la dilatazione<br />

del campo visivo si accompagna alla meticolosa perizia tecnica nella definizione di ogni più<br />

minuto dettaglio della composizione e alla vivacità della scena di vita rurale in primo piano.<br />

Fino dalle sue prime esperienze fiorentine, d’altronde, l’artista si era impegnato a ottenere una<br />

traduzione rigorosa degli scorci urbani, abituale tema dei suoi dipinti, e al medesimo tempo a<br />

infondere alla scena un senso di casualità mediante l’episodica presenza di uomini, animali,...<br />

(S. Bietoletti 2011)<br />

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16 Cornelio Geranzani<br />

(<strong>Genova</strong> 1880 - ivi 1955)<br />

Luci notturne<br />

Olio su tela<br />

Cm 33 x 35<br />

Siglato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1930 ca.<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- T. Pelizza e G. Paganelli (a cura di), Cornelio Geranzani. Geometria e luce, Artisti di <strong>Liguri</strong>a,<br />

De Ferrari Editore, <strong>Genova</strong> 2008, tav. 87, riprodotto a pag. 125<br />

Un raro e affascinante esempio del variegato universo immaginifico del pittore, in cui la luce<br />

artificiale cerca di farsi spazio tra i volumi compatti dei palazzi nella notte cittadina. Un armonico<br />

sovrapporsi di forme astraenti, di chiari e di scuri, in cui si coglie, neanche troppo flebile,<br />

l’eco delle avanguardie storiche europee.<br />

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17 Giovanni Governato<br />

(Saluzzo (CN) 1889 - <strong>Genova</strong> 1951)<br />

La scogliera di Nervi<br />

Olio su tela<br />

Cm 85 x 104<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1930 ca.<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- <strong>Liguri</strong>a & Arte. Pittori dal 1900 al 1940, Palazzo Ducale, <strong>Genova</strong> 1994<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- G. Paganelli e T. Pelizza (a cura di), <strong>Liguri</strong>a & Arte. Pittori dal 1900 al 1940, catalogo della<br />

mostra, Palazzo Ducale, <strong>Genova</strong> 1994, riprodotto a pag. 58<br />

L’iconica veduta della riviera di levante, che dall’inizio della passeggiata di Nervi corre fino<br />

al monte di Portofino, prende vita in un concerto di forme e colori accesi capace di evocare<br />

ricordi e stimolare la partecipazione dei sensi. La libera interpretazione delle prospettive e<br />

dei volumi, eredità di un percorso artistico vicino al Futurismo - Governato è infatti amico e<br />

sodale di Marinetti - , caratterizza una delle opere più importanti del pittore.<br />

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18 Orlando Grosso<br />

(<strong>Genova</strong> 1882 - Bonassola (SP) 1968)<br />

Il pittore Discovolo<br />

Olio su cartoncino<br />

Cm 30 x 34,5<br />

Firmato, titolato e datato 31 in basso a sinistra<br />

Nel rappresentare un amico nell’atto di dipingere si condensano le componenti emotive più<br />

suggestive della pittura, permettendo a chi osserva di percepire la forza di legami autentici e<br />

scevri da personalismi. Orlando Grosso, grande pittore di paesaggio e figura, il cui impegno<br />

dietro le quinte ha permesso a tante personalità dell’arte ligure di acquisire notorietà agli occhi<br />

di un pubblico nazionale, ha fatto del “ritratto dell’artista” un motivo pittorico ricorrente.<br />

Si vedano ad esempio le composizioni che hanno come soggetto Cesare Viazzi, Giuseppe<br />

Pennasilico, Antonio Discovolo, Angelo Balbi e Pietro Dodero, inestimabili pagine pittoriche<br />

che testimoniano il fermento culturale e il clima di collaborazione che ha caratterizzato l’ambiente<br />

artistico ligure del <strong>Novecento</strong>.<br />

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19 Alfredo Luxoro<br />

(<strong>Genova</strong> 1859 - ivi 1918)<br />

Entroterra ligure<br />

Olio su tavola<br />

Cm 17,5 x 26,5<br />

Firmato e titolato sul retro<br />

Probabile datazione: 1880 ca.<br />

Sul retro: cartiglio dell’artista recante la firma<br />

«La sua pittura, intessuta di pennellate brevi e rapide, sfuocata nel disegno da un terso cromatismo,<br />

contenuta nella gamma degli infiniti verdi riecheggianti l’esaltazione del colore locale,<br />

può del tutto liberarsi degli insegnamenti classicheggianti e distaccarsi da ogni legame pittorico<br />

nell’esatta aderenza alla realtà della natura ligure. Nel mistero delle visioni paesistiche,<br />

nelle armonie del mondo vegetale, nella poesia della riviera ligure, Alfredo Luxoro trova la sua<br />

più alta espressione…» (V. Rocchiero 1981)<br />

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20 Tammar Luxoro<br />

(<strong>Genova</strong> 1825 - ivi 1899)<br />

Lavandaie al fiume<br />

Olio su cartone<br />

Cm 24,5 x 32<br />

Siglato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1860 ca.<br />

Un piccolo e prezioso olio del padre della Scuola Grigia in cui si intuiscono quelli che saranno<br />

i presupposti della rivoluzione della pittura di paesaggio.<br />

Un soggetto tipico della pittura dell’<strong>Ottocento</strong>, le lavandaie al fiume, si anima entro il cono<br />

prospettico introdotto dall’antico ponte in mattoni. Il sapiente gioco di ombre in primo piano<br />

esalta la luminosità delle sponde del fiume, degli alberi e del cielo.<br />

Un particolare divertente è la piccola sigla nascosta tra la ghiaia e i fili d’erba in basso a sinistra.<br />

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21 Tammar Luxoro<br />

(<strong>Genova</strong> 1825 - ivi 1899)<br />

Il Golfo di Spezia<br />

Olio su tela<br />

Cm 75 x 175<br />

Siglato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1870 ca.<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- En plein air. Luigi Garibbo e il vedutismo tra <strong>Genova</strong> e Firenze, Palazzo Rosso, <strong>Genova</strong> 2011<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- E. Papone, A. Serra (a cura di), En Plein air. Luigi Garibbo e il vedutismo tra <strong>Genova</strong> e Firenze,<br />

Silvana Editoriale, Milano 2011, riprodotto a pag. 152<br />

Un grande capolavoro dell’iniziatore del paesismo d’emozione in <strong>Liguri</strong>a, affine per soggetto<br />

e qualità esecutiva all’opera esposta presso il Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti.<br />

L’impianto spaziale fortemente orizzontale e l’orizzonte ampio, presupposti del vedutismo,<br />

si stemperano nelle variazioni luminose e negli effetti atmosferici. Elementi che invece caratterizzeranno<br />

la nuova pittura di paesaggio e che qualificano la modernità di questo dipinto.<br />

È lecito pensare inoltre, data l’importanza dell’opera, che possa essere identificato con il<br />

dipinto Il Golfo di Spezia esposto presso la Società Promotrice di Belle Arti di <strong>Genova</strong> nel<br />

1868 e nel 1870.<br />

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22 Cipriano Mannucci<br />

(Nizza 1882 - Firenze 1970)<br />

Mamma con bimbo<br />

Olio su tela<br />

Cm 44 Ø<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1924 ca.<br />

Sul retro: cartiglio della <strong>Mostra</strong> del Ritratto femminile contemporaneo<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- <strong>Mostra</strong> del Ritratto femminile contemporaneo,<br />

Villa Reale, Monza 1924<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- AA.VV. (a cura di), <strong>Mostra</strong> del Ritratto femminile<br />

contemporaneo, Villa Reale,<br />

Monza 1924, n° 16 di catalogo<br />

Elegante dipinto di un grande maestro della figura, capace di coniugare la vitalità del naturalismo<br />

postimpressionista con la ritmica curvilinea Liberty ben sottolineata dal formato tondo.<br />

La serenità femminile di una giovane madre, espressa attraverso l’intimità dello sguardo, l’incarnato<br />

scoperto e la delicatezza delle tonalità bianche, rosa e azzurre, conferisce all’opera<br />

- esposta inoltre alla Villa Reale di Monza in occasione della <strong>Mostra</strong> del ritratto femminile<br />

contemporaneo - qualità di grande raffinatezza ed eleganza formale.<br />

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23 Arturo Martini<br />

(Treviso 1889 - Milano 1947)<br />

Presepe piccolo<br />

Terracotta<br />

Cm 42 h<br />

Probabile datazione: 1927 ca.<br />

Provenienza: già collezione Costantino Barile<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- <strong>Mostra</strong> individuale dello scultore Arturo Martini, Galleria Pesaro, Milano 1927<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Mario Labò (a cura di), <strong>Mostra</strong> individuale dello scultore Arturo Martini, catalogo della mostra,<br />

Galleria Pesaro, Milano 1927<br />

- G. Vianello, N. Stringa, C. Gian Ferrari, Arturo Martini. Catalogo ragionato delle sculture, Neri<br />

Pozza, Vicenza 1998, n° 178, riprodotto a pag. 119.<br />

«Questo tumultuoso Arturo Martini, inquieto e nomade, assillato da un bisogno febbrile di<br />

creare, di espandersi, di sfogare il fermento di immagini che gli ferve dentro, ha trovato nella<br />

ceramica la materia docile e pronta, più atta ad assecondare l’estro vertiginoso di un momento<br />

particolarmente fortunato […] Lo stesso presepio, in due varianti quasi antitetiche una dell’altra,<br />

una che ha per protagonista un vuoto, l’altra che è tutta un pieno compatto come una<br />

roccia, non ha che fare con alcuna delle versioni conosciute» (M. Labò, <strong>Mostra</strong> individuale<br />

dello scultore Arturo Martini, Galleria Pesaro, Milano 1927)<br />

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24 Rubaldo Merello<br />

(Isolato (SO) 1872 - Santa Margherita Ligure (GE) 1922)<br />

Allegoria della carità<br />

Sanguigna su carta<br />

Cm 35,5 x 28<br />

Firmato e datato 1909 in basso a sinistra<br />

Interessante esempio della produzione disegnativa del grande pittore divisionista che sembra<br />

scaturire, in larga parte, da un’intrigante contaminazione tra il linearismo di gusto Liberty e le<br />

suggestioni mitologiche proprie del Simbolismo mitteleuropeo. Simile agli studi preparatori per<br />

la scultura Ermafrodito latino, l’opera ricorda altresì, dal punto di vista iconografico, la rappresentazione<br />

dell’allegoria della carità. Il 1909 è inoltre l’anno in cui il pittore conosce il drammaturgo<br />

Sem Benelli, di cui illustrerà, a distanza di pochi anni, il poema Le nozze dei centauri.<br />

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25 Francesco Messina<br />

(Linguaglossa (CT) 1900 - Milano 1995)<br />

La fiamma generatrice<br />

Bassorilievo in terracotta smaltata<br />

Cm 33 x 31<br />

Probabile datazione: 1925 ca.<br />

Provenienza: già collezione Oberti<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- 72° Esposizione di Belle Arti, Ridotto del Teatro Carlo Felice, <strong>Genova</strong> 1925<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della 72° Esposizione di Belle Arti, Ridotto del Teatro Carlo Felice, <strong>Genova</strong> 1925,<br />

n° 44 di catalogo<br />

Rara e compiuta espressione del Déco ligure, la fiamma generatrice nasce dalla sinergia inventiva<br />

tra lo scultore, l’architetto Andrea Crosa di Vergagni, progettista della sala dei liguri<br />

presso l’Exposition Internationale des Arts Décoratifs di Parigi del 1925 e Manlio Trucco, a cui<br />

è preposta la cottura presso la Fenice di Albisola. La formella è caratterizzata da una plasticità<br />

morbida e suadente e da una profonda valenza simbolica. La variante esposta in questa mostra,<br />

la cui unica differenza consiste in una diversa e più calda colorazione, è stata presentata<br />

dallo scultore in occasione della Promotrice genovese del 1925<br />

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26 Ettore Morteo<br />

(Alassio (SV) 1874 - <strong>Genova</strong> 1939)<br />

Plenilunio a Santa Margherita<br />

Olio su tela<br />

Cm 74 x 59,5<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1925 ca.<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Giuseppe Luigi Marini, Il valore dei dipinti dell’<strong>Ottocento</strong> e del primo <strong>Novecento</strong>, XXI Edizione,<br />

Umberto Allemandi & C., Torino 2003, riprodotto a pag. 519<br />

La luna piena illumina uno dei borghi più celebri della riviera in un dipinto suadente e di<br />

grande fascino, la cui intensità risulta aumentata grazie a una pennellata filamentosa di derivazione<br />

divisionista.<br />

Un autentico pezzo di bravura di un artista che delle diverse intensità luminose ha fatto un<br />

potente veicolo comunicativo.<br />

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27 Benedetto Musso<br />

(Laigueglia (SV) 1835 - ivi 1883)<br />

Mucca che bruca nel vigneto<br />

Olio su tela applicata su tavola<br />

Cm 28 x 21<br />

Probabile datazione: 1870 ca.<br />

Sul retro: cartiglio della mostra Benedetto Musso. Uno dei “grigi” genovesi;<br />

autentica della Galleria d’arte Sant’Andrea<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Benedetto Musso. Uno dei “grigi” genovesi, Galleria d’arte Sant’Andrea, <strong>Genova</strong> 1962<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della mostra Benedetto Musso. Uno dei “grigi” genovesi, Galleria d’arte Sant’Andrea,<br />

<strong>Genova</strong> 1962, n° 61 di catalogo, tav. n° XIX<br />

Un esempio emblematico di quella pittura della realtà che ha costituito i presupposti della<br />

Scuola Grigia e, più in generale, segnato gli sviluppi dell’ottocentismo pittorico italiano.<br />

In opposizione alle ridondanze della pittura di storia e agli eccessi dell’arte di ispirazione<br />

classica, la quotidianità dell’entroterra contadino e rurale assume la medesima dignità dei<br />

soggetti più ufficiali.<br />

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28 Plinio Nomellini<br />

(Livorno 1886 - Firenze 1943)<br />

Mare di <strong>Genova</strong><br />

Olio su cartone<br />

Cm 25 x 33,5<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1890 ca.<br />

Sul retro: cartiglio di pugno dell’artista recante il titolo; cartiglio della Galleria Dedalo,<br />

Milano; cartiglio della Galleria SACVA, Bologna<br />

M’affaccio alla finestra, e vedo il mare:<br />

vanno le stelle, tremolano l’onde.<br />

Vedo stelle passare, onde passare;<br />

un guizzo chiama, un palpito risponde.<br />

Ecco, sospira l’acqua, alita il vento:<br />

sul mare è apparso un bel ponte d’argento.<br />

Ponte gettato sui laghi sereni,<br />

per chi dunque sei fatto e dove meni?<br />

Giovanni Pascoli, Mare (Myricae, 1903)<br />

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29 Giuseppe Pennasilico<br />

(Napoli 1861 - <strong>Genova</strong> 1940)<br />

Barche in porto<br />

Olio su tavola<br />

Cm 14 x 22<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1910 ca.<br />

«L’arte del Pennasilico vive per quel fervore espressivo che erompe in una violenza cromatica<br />

inconsueta, mai semplicemente decorativa e mai neppure totalmente intesa ad approfondire<br />

l’iniziale idea che pur balugina negli impasti densi di tante sue pitture. […] Emergono per<br />

qualità gustose […] taluni piccoli bozzetti…» (G. Bruno 1981)<br />

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30 Romolo Pergola<br />

(Roma 1890 - Trino (VC) 1960)<br />

Mareggiata in riviera<br />

Olio su tela<br />

Cm 55,5 x 85<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1935 ca.<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Giuseppe Luigi Marini, Il valore dei dipinti dell’<strong>Ottocento</strong> e del primo <strong>Novecento</strong>, XXIII Edizione<br />

(2004 - 2005), Umberto Allemandi & C., Torino 2005, riprodotto a pag. 623<br />

Un dipinto fascinoso e movimentato in cui il mare, gli scogli, la vegetazione, il vento e le<br />

sferzate luminose della riviera sono protagonisti incontrastati. Un equilibrio perfetto, caratterizzato<br />

da quella serrata dialettica di toni, di trasparenze e di virtuosismi materici di gusto<br />

postimpressionista tipica del grande colorista di Camogli.<br />

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31 Emanuele Rambaldi<br />

(Pieve di Teco (IM) 1903 - Savona 1968)<br />

Ragazza con cesto di frutta<br />

Olio su tavola<br />

Cm 90 x 75<br />

Firmato e datato 1929 in basso a sinistra<br />

Sul retro: timbro della Galleria R. Rotta<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- E. Rambaldi, mostra antologica, Galleria R. Rotta, <strong>Genova</strong> 1970<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della mostra E. Rambaldi, Galleria R. Rotta, <strong>Genova</strong> 1970, riprodotto<br />

I quattro presupposti estetici intorno ai quali si è costruita l’esperienza del <strong>Novecento</strong> Italiano,<br />

ovvero sintesi, composizione, precisione della linea e sobrietà del colore, definiti da Margherita<br />

Sarfatti come «l’espressione di una classicità moderna, che voleva tornare alle leggi classiche del<br />

disegno e della composizione», determinano l’elevato valore qualitativo dell’opera.<br />

L’evidente riferimento alla tradizione contadina della <strong>Liguri</strong>a non impedisce al dipinto di travalicare<br />

i confini regionali, collocandolo anzi tra le più aggiornate realizzazioni italiane dell’epoca.<br />

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32 Paolo Stamaty Rodocanachi<br />

(<strong>Genova</strong> 1891 - ivi 1958)<br />

Interno della Società di Letture e Conversazioni Scientifiche<br />

Olio su cartone<br />

Cm 18 x 13,5<br />

Probabile datazione: 1914 ca.<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Paolo S. Rodocanachi, Accademia Ligustica di Belle Arti, <strong>Genova</strong> 1977<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- G. Beringheli e G. Marcenaro (a cura di), Paolo S. Rodocanachi, catalogo della mostra, Accademia<br />

Ligustica di Belle Arti, Sagep, <strong>Genova</strong> 1977, n° 103 di catalogo, riprodotto a pag. 119<br />

«I suoi primi quadri noti aprirono ai contemporanei insegnamenti locali con la frequentazione<br />

di Pennasilico e di Olivari, della quale restano alcuni residuati sensibili di ascendenza<br />

[…] nell’abbozzata penetrazione di alcuni ambienti nostrani degli intellettuali e degli artisti<br />

Boheniens dell’epoca» (G. Beringheli 1977).<br />

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33 Paolo Stamaty Rodocanachi<br />

(<strong>Genova</strong> 1891 - ivi 1958)<br />

Paese ligure<br />

Olio su cartone<br />

Cm 50 x 60<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1930 ca.<br />

Sul retro: autentica di Giovanni Paganelli; timbro della Galleria Arte Casa<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- LXI <strong>Mostra</strong> dei <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong>, Galleria Arte Casa, <strong>Genova</strong> 2010<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della LXI <strong>Mostra</strong> dei <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong>, a cura di G. Paganelli<br />

e T. Pelizza, Galleria Arte Casa, <strong>Genova</strong> 2010, n° 49 di catalogo, riprodotto a pag. 55<br />

Le forme e i volumi di matrice novecentista e la riduzione geometrica degli elementi che<br />

compongono il paesaggio attestano l’adesione di Rodocanachi alle istanze artistiche degli<br />

anni Trenta. Nel cromatismo vibrante ed essenziale e nei contorni che iniziano a perdere la<br />

definizione, si intravede tuttavia la tensione verso nuovi orizzonti poetici.<br />

Un’opera importante, in cui si respira altresì l’introspettiva inclinazione alla leggerezza tipica<br />

del pittore.<br />

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34 Giuseppe Sacheri<br />

(<strong>Genova</strong> 1863 - Pianfei (CN) 1950)<br />

Case sul mare<br />

Olio su tavola<br />

Cm 55 x 62<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1925 ca.<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- XL <strong>Mostra</strong> dei <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong>, Galleria Arte Casa, <strong>Genova</strong> 2001<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della XL <strong>Mostra</strong> dei <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong>, a cura di G. Paganelli<br />

e T. Pelizza, Galleria Arte Casa, <strong>Genova</strong> 2001, n° 37 di catalogo, riprodotto a pag. 51 e in<br />

copertina<br />

- Giuseppe Luigi Marini, Il valore dei dipinti dell’<strong>Ottocento</strong> e del primo <strong>Novecento</strong>, XX Edizione<br />

(2002 - 2003), Umberto Allemandi & C., Torino 2003, riprodotto a pag. 667<br />

L’importante dipinto costituisce un significativo esempio di un motivo figurativo ricorrente<br />

nell’immaginario artistico del pittore: il notturno sul mare, affrontato numerose volte nel corso<br />

della sua attività.<br />

Impasti cromatici ottenuti attraverso una grande varietà di blu conducono nella direzione di<br />

una diversa percezione del reale e caricano il dipinto di sottili suggestioni simboliste.<br />

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35 Giuseppe Sacheri<br />

(<strong>Genova</strong> 1863 - Pianfei (CN) 1950)<br />

Sera a Capolungo<br />

Olio su cartone<br />

Cm 21 x 25<br />

Firmato in centro a destra<br />

Probabile datazione: 1930 ca.<br />

Sul retro: di pugno dell’artista titolo e firma<br />

L’artista racconta un momento della vita notturna dei pescatori che si preparano a uscire in<br />

mare. La dimensione simbolista cede il passo a una maggior aderenza alla realtà quotidiana.<br />

Nella gentilezza impressionista del piccolo dipinto sembra di respirare l’aria del mare e di<br />

sentire il vociare indaffarato all’interno delle trattorie.<br />

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36 Antonio Giuseppe Santagata<br />

(<strong>Genova</strong> 1888 - ivi 1985)<br />

Il porto di <strong>Genova</strong><br />

Carboncino lumeggiato su carta<br />

Cm 35,5 x 56<br />

Siglato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1915 ca.<br />

Una particolare veduta del porto di <strong>Genova</strong> cui gli effetti del carboncino lumeggiato conferiscono<br />

morbidità alle forme e aprono a possibilità narrative dal sapore noir.<br />

Il tratto nitido e “pulito” rimanda agli spolveri che il pittore realizza per le grandi decorazioni<br />

murali delle case dei mutilati e conferisce al disegno, grazie alle dimensioni più contenute,<br />

una notevole definizione e un’inconsueta freschezza visiva.<br />

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OSCAR SACCOROTTI<br />

L’INCANTO DEL QUOTIDIANO<br />

Una retrospettiva dedicata alla straordinaria figura di Oscar Saccorotti, ordinata nell’ambito della<br />

<strong>LXXXI</strong> <strong>Mostra</strong> dei <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>fra</strong> <strong>Ottocento</strong> e <strong>Novecento</strong>, inaugura l’attività espositiva della<br />

Galleria Arte Casa nella nuova sede di Via Garibaldi 12.<br />

Una selezione di opere volta a raccontare una storia artistica vissuta in sintonia con le grandi personalità<br />

della pittura del <strong>Novecento</strong> e, al contempo, espressione di una cultura profondamente<br />

radicata a <strong>Genova</strong> e in <strong>Liguri</strong>a. Le opere esposte rivelano le fasi di un percorso in linea con gli<br />

episodi salienti dell’arte italiana del XX secolo: dagli esordi in ambito novecentista, all’elaborazione<br />

di un naturalismo carico di accensioni cromatiche; da una pittura di paesaggio rispettosa<br />

della tradizione, all’attenta riflessione intorno alla dimensione oggettuale delle cose; dall’elaborazione<br />

poetica del quotidiano a un’attitudine artigianale legata all’amore per le arti applicate.<br />

Caratteristiche costanti dell’Opera di Oscar Saccorotti sono l’innata eleganza formale e la raffinatezza<br />

tecnica che mantiene dagli anni Venti sino agli anni Ottanta, ovvero in tutti i periodi<br />

della sua attività.<br />

Così, alle opere “storiche”, seguono le vedute di <strong>Genova</strong> e i paesaggi della riviera e dell’entroterra<br />

ligure. Ai “vasi di fiori”, per i quali la mente corre immediatamente alla vivacità cromatica delle<br />

composizioni di Filippo De Pisis, seguono le “gabbiette”, autentici <strong>fra</strong>mmenti di un inventario<br />

emotivo. A una figura di bambina lieve ed eterea, segue la materia plastica dei vasi di ceramica.<br />

Pensiamo che non sia necessario ribadire l’entità della fortuna critica dell’artista, nel tempo delineata<br />

puntualmente da personalità quali Federico Zeri, Gian<strong>fra</strong>nco Bruno, Rossana Bossaglia e,<br />

in anni più recenti, da Matteo Fochessati e Gianni Franzone in occasione della mostra antologica<br />

allestita presso la Wolfsoniana di <strong>Genova</strong>.<br />

Preferiamo concentrare l’attenzione sulla capacità evocativa di un artista che, dalla semplicità di<br />

un gesto minimo, dà vita a un universo a sé stante, un universo poetico fatto di segni, colori ed<br />

emozioni. «La verità è che io non so distinguere la tua arte da te; non riesco a vederla e a discorrerne<br />

a sé, talmente essa mi appare una manifestazione della tua vita», scrive Camillo Sbarbaro<br />

in una lettera indirizzata all’amico Oscar e in seguito inserita nella raccolta di prose Scampoli,<br />

pubblicata nel 1960.<br />

Dipinti inediti o accompagnati da un ricco curriculum espositivo e bibliografico, esempi di una non<br />

comune coerenza intellettuale, stilistica e poetica, costituiscono l’omaggio della Galleria Arte Casa<br />

a Oscar Saccorotti e siamo sicuri che incontreranno il favore del collezionismo più attento.<br />

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37 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Case di apparizione<br />

Olio su tela<br />

Cm 66 x 60<br />

Firmato e datato 1929 in basso a destra<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Il laboratorio fantastico di Oscar Saccorotti, Villa Croce, <strong>Genova</strong> 1994<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Guido Giubbini (a cura di), Il laboratorio fantastico di Oscar Saccorotti,<br />

ERG, <strong>Genova</strong> 1994, riprodotto a pag. 76, n° 22 di catalogo<br />

Una retrospettiva dedicata alla straordinaria figura di Oscar Saccorotti non può che seguire un<br />

ordinamento di carattere cronologico.<br />

In Case di Apparizione del 1929, che introduce quindi la rassegna di opere, si ravvisano gli<br />

elementi della sintassi formale del <strong>Novecento</strong> italiano - proprio nel 1929 l’artista partecipa<br />

alla seconda mostra del gruppo, allestita presso il Palazzo della Permanente di Milano - e la<br />

sensibilità nei confronti della quotidianità di un’Italia periferica e a tratti ancora rurale, lontana<br />

dalla frenesia dei centri cittadini un tempo celebrata dai Futuristi.<br />

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38 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Neve<br />

Olio su tavola<br />

Cm 19 x 27<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1930 ca.<br />

Sul retro: cartiglio recante la scritta di pugno dell’artista Oscar Saccorotti via Puggia 25bis NEVE;<br />

etichetta della Galleria De Pasquali;<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Oscar Saccorotti. Nel segno della leggerezza, Antico Castello sul Mare, Rapallo (GE) 2007<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Franco Ragazzi (a cura di), Oscar Saccorotti. Nel segno della leggerezza, catalogo della mostra,<br />

De Ferrari, <strong>Genova</strong> 2007, riprodotto a pag. 26, n° 1 di catalogo<br />

Piccola e raffinata tavoletta degli anni Trenta in cui il pittore va definendo quella che nel tempo<br />

diventerà la sua inconfondibile matrice pittorica; pennellate materiche e dalla forte componente<br />

atmosferica, si alternano al segno meticoloso e delicato.<br />

Nella suggestiva veduta dei tetti di Via Assarotti, Saccorotti coglie il carattere effimero della<br />

neve a <strong>Genova</strong>.<br />

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39 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

La serra del floricoltore Cacciola sotto la neve<br />

Olio su tela<br />

Cm 61 x 100<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Datazione: 1946<br />

Sul retro: di pugno dell’artista La serra del floricoltore Cacciola sotto la neve (da villa Schiaffino<br />

in San Luca d’Albaro) Inverno 1946. O. S.<br />

Provenienza: già collezione Fassio, <strong>Genova</strong>; già collezione Zerbone, <strong>Genova</strong><br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Oscar Saccorotti. Nel segno della leggerezza, Antico Castello sul Mare, Rapallo (GE) 2007<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Guido Giubbini (a cura di), Il laboratorio fantastico di Oscar Saccorotti,<br />

ERG, <strong>Genova</strong> 1994, riprodotto a pag. 42<br />

- Franco Ragazzi (a cura di), Oscar Saccorotti. Nel segno della leggerezza,<br />

catalogo della mostra, De Ferrari, <strong>Genova</strong> 2007, riprodotto a pag. 61, n° 39 di catalogo<br />

Grande capolavoro in cui sono ravvisabili le stratificazioni artistiche del pittore, frutto di una<br />

cultura visiva antica e raffinata, che affonda le radici nel segno meticoloso dell’arte giapponese<br />

e nella pittura di paesaggio di matrice vedutistica.<br />

L’amore per quelle che un tempo erano le campagne di <strong>Genova</strong> muove la mano di Saccorotti<br />

intento a imprimere sulla tela l’incanto della natura innevata e ammanta di meraviglia una<br />

delle opere più amate della pittura ligure del <strong>Novecento</strong>.<br />

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40 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Mattino di primavera, Golfo Paradiso<br />

Olio su tela<br />

Cm 48 x 78<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1950 ca.<br />

Questo odore marino<br />

Che mi rammenta tanto<br />

I tuoi capelli, al primo<br />

Chiareggiato mattino<br />

Negli occhi ho il sole fresco<br />

Del primo mattino. Il sale<br />

Del mare…<br />

Insieme,<br />

come fumo d’un vino,<br />

ci inebriava, questo<br />

odore marino<br />

Sul petto ho ancora il sale<br />

D’ostrica del primo mattino<br />

Giorgio Caproni, Questo odore marino, 1938<br />

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41 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Vaso di fiori<br />

Olio su tela<br />

Cm 71 x 63<br />

Firmato e datato 1954 in basso a destra<br />

L’euforia cromatica di un’infinita varietà di specie floreali divampa sulla tela dipinta di una<br />

grande opera di raro impatto visivo.<br />

Nel rappresentare il fiore la cui altezza va oltre la superficie pittorica e il fiore reciso adagiato<br />

sul tavolo, il pittore interrompe la simmetria della composizione e conferisce all’opera significati<br />

profondi, quali l’ingovernabilità della natura e la caducità delle cose materiali.<br />

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42 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Paesaggio ligure<br />

Olio su tavola<br />

Cm 74 x 84<br />

Firmato e datato 1956 in basso a destra<br />

Sul retro: cartiglio recante informazioni sull’opera<br />

Provenienza: già collezione Giovanni Solari, <strong>Genova</strong><br />

ESPOSIZIONI:<br />

- O. Saccorotti, Il Vicolo Due, <strong>Genova</strong> 1974<br />

- Oscar Saccorotti, Accademia Ligustica di Belle Arti, <strong>Genova</strong> 1989,<br />

Palazzo Bagatti Valsecchi, Milano 1989<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della mostra O. Saccorotti, Il Vicolo Due, <strong>Genova</strong> 1974, riprodotto<br />

- Gian<strong>fra</strong>nco Bruno (a cura di), Oscar Saccorotti, catalogo della mostra,<br />

Sagep, <strong>Genova</strong> 1988, riprodotto a pag. 73, n° 47 di catalogo<br />

«L’ambiente è la natura, ligure innanzitutto, e si riflette come in uno specchio antico, cui<br />

l’usura del tempo conferisce quel potere slontanante che induce come un velo sulle cose: esse<br />

appaiono in una luce meno cruda, soavi nei profili, nette talora nel dettaglio, e l’ombra vi ha<br />

una vita pari alla luce. Si anima ogni presenza d’un fiato leggero, non sai se chiaro di rugiada<br />

o mistero di una materia che si è fatta acqua e luce o tessuto <strong>fra</strong>gile di foglia nel prezioso<br />

lavorio di impasti che l’artista conduce» (G. Bruno 1984).<br />

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43 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Entroterra ligure<br />

Olio su tela<br />

Cm 70 x 55<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1960 ca.<br />

«È in questi quadri ch’egli dipinge i muri a secco delle “fasce”, i sentieri, le rocce assolate,<br />

dove salvie, origani, maggiorane, rosmarini e mentastri, slargano nell’aria aromi selvatici. […]<br />

L’elogio di Sbarbaro mi pare del tutto giustificato.<br />

Di lui, infatti, Sbarbaro diceva: Anima limpidamente mediterranea, Oscar Saccorotti è pittore<br />

d’istinto. La sua tecnica è nuova e antica; la sua tavolozza casta. Sullo sfondo di una natura<br />

sentita con primitiva freschezza s’atteggia un’umanità serena e cordiale. I suoi quadri danno<br />

la gioia che dà il frutto maturo. L’artista non si pone propriamente problemi: quando li avverte<br />

li ha già superati» (M. De Micheli 1998)<br />

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44 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Gallinelle d’acqua<br />

Olio su tela<br />

Cm 40,5 x 81<br />

Titolato in basso a sinistra<br />

Firmato e datato 1964 in basso a destra e sul retro<br />

Una disposizione equilibrata e simmetrica, interrotta solamente dalla presenza delle canne<br />

tipica dell’habitat naturale delle gallinelle d’acqua, segna la volontà del pittore di rendere<br />

omaggio alle sue prede di caccia.<br />

L’accostamento dei colori rosso e nero, ordinati in campiture orizzontali come a voler conferire<br />

ulteriore equilibrio alla composizione, apre a inedite interpretazioni iconografiche.<br />

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45 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Verezzi<br />

China e acquerello su carta<br />

Cm 30 x 42<br />

Firmato e datato 1964 in basso a destra<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- E. Veruggio (a cura di), Saccorotti, ERG, <strong>Genova</strong> 1969, riprodotto a pag. 11<br />

Le case di pietra, fanno capolino in una natura florida e rigogliosa. Una grande varietà di<br />

specie floreali, arbusti spontanei o coltivati e alberi incuriosisce l’occhio e stimola l’olfatto,<br />

accompagnando il pensiero ai profumi dell’entroterra mediterraneo.<br />

Un soggetto tipico della poetica saccorottiana sembra trascendere dalla realtà materiale della<br />

rappresentazione e assumere i contorni indefiniti di un piacevole ricordo riposto nella memoria.<br />

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46 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Ritratto di bambina<br />

Olio su tela<br />

Cm 65 x 45<br />

Firmato e datato 1965 in basso a sinistra<br />

Sul retro: cartiglio recante numero di esposizione; cartiglio della Galleria d’Arte Sirrah, Imola<br />

(BO); cartiglio della IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma<br />

Provenienza: già raccolta Raffaella Solari Saccorotti<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Omaggio a Oscar Saccorotti, Sala consiliare, Recco (GE) 1987<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Ettore Veruggio (a cura di), Saccorotti, ERG, <strong>Genova</strong> 1969, riprodotto a pag. 61 e nel repertorio<br />

delle opere<br />

- Mario De Micheli (a cura di), Oscar Saccorotti, Sabatelli Editore, Savona 1973, tav. n° 29<br />

- AA. VV. (a cura di), Omaggio a Oscar Saccorotti, catalogo della mostra, Cassa di Risparmio<br />

di <strong>Genova</strong> e Imperia, Rapallo (GE) 1987, riprodotto<br />

«…Saccorotti ha usato per questo ritratto la tecnica a impasto “magro”, che gli ha consentito<br />

di ottenere delicatezza di toni, tenuità e trasparenze, richiami cromatici tra gli azzurri dello<br />

sfondo, degli occhi e del nastro appuntato sul petto della bimba, Vibra nel dipinto una<br />

tenerezza di grande levità e poesia» (G. Meriana 1987).<br />

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47 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Fringuello in gabbia<br />

Olio su tavola<br />

Cm 28 x 32<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1965 ca.<br />

Sul retro: timbro della galleria Piera Emanuela Barbaroux, Milano<br />

Mediante una reiterazione non lontana dalle ricerche intorno alla dimensione oggettuale delle<br />

cose che proprio negli anni Sessanta perseguivano i fautori delle neoavanguardie, le Gabbiette<br />

contribuiscono a determinare la grandezza di Oscar Saccorotti.<br />

Un piccolo olio su tavola laddove i toni morbidi fanno da sfondo al movimento svolazzante<br />

del piccolo uccello e le note di un canto, che non è difficile immaginare, si diffondono<br />

nell’ambiente circostante.<br />

Di rilievo è il timbro di Piera Emanuela Barbaroux, storica gallerista milanese, presente sul<br />

retro dell’opera.<br />

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48 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Fiori di campagna<br />

Olio su tela<br />

Cm 60 x 50<br />

Firmato e datato 1968 in alto a sinistra<br />

Sul retro: cartiglio della Galleria d’Arte Sirrah, Imola (BO)<br />

Provenienza: già proprietà dell’artista<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Oscar Saccorotti. Nel segno della leggerezza, Antico Castello sul Mare, Rapallo (GE) 2007<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Ettore Veruggio (a cura di), Saccorotti, ERG, <strong>Genova</strong> 1969, riprodotto nel repertorio delle opere<br />

- Mario De Micheli (a cura di), Oscar Saccorotti, Sabatelli Editore, Savona 1973, tav. n° 40<br />

- Franco Ragazzi (a cura di), Oscar Saccorotti. Nel segno della leggerezza, catalogo della mostra,<br />

De Ferrari, <strong>Genova</strong> 2007, riprodotto a pag. 69, n° 49 di catalogo<br />

Nell’approfondita bibliografia dedicata all’Opera di Saccorotti, ritorna frequentemente l’interesse<br />

del pittore per la semplicità e al contempo per la varietà cromatica dei fiori che crescono<br />

spontanei nella natura. Guido Giubbini, nell’introduzione in catalogo alla grande mostra al<br />

Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, arriva a scrivere di «una squisita elencazione<br />

botanica delle specie raccolte durante la passeggiata».<br />

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49 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Gabbietta e richiami<br />

Olio su tela<br />

Cm 40 x 30<br />

Firmato e datato 72 in basso a destra<br />

Una composizione dalla struttura originale caratterizza Gabbietta e richiami, resa viva dalle<br />

medesime qualità di delicatezza cromatica e levità formale dell’opera precedente. Sulla piccola<br />

mensola di legno, in un disordine armonico, sono disposti il mangime e i richiami, il cui<br />

utilizzo è tanto comune quanto fondamentale. Ed è sullo bordo di quest’ultima che compare,<br />

silenziosa, la firma dell’artista.<br />

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50 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Fiori nella brocca<br />

Olio su tela<br />

Cm 25 x 30<br />

Firmato in basso a destra e datato 1977 in basso a sinistra<br />

Talvolta l’interesse del pittore si concentra tuttavia sui fiori coltivati nell’intimità di un terrazzo<br />

o di un giardino. Un mazzo di fiori rossi, viola e bianchi, inserito all’interno di una brocca<br />

di ceramica decorata di Albisola, si accende nei virtuosismi cromatici di Saccorotti e la superficie<br />

pittorica si tinge da una delicata dominante rosa. All’eleganza della composizione fa<br />

nuovamente da contrappunto il fiore reciso, simbolo della caducità delle cose materiali.<br />

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51 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Vaso di fiori<br />

Tecnica mista su carta<br />

Cm 61 x 41<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1980 ca.<br />

La tecnica mista su carta consente al pittore di sostituire il disegno con una traccia puntinata<br />

simile agli spolveri preparatori per gli affreschi, in seguito ripresa con lievi tocchi di colore.<br />

Oltre a conferire all’opera un effetto di particolare effervescenza visiva, Saccorotti dimostra, ancora<br />

una volta, l’inclinazione alla sperimentazione e al recupero di tecniche artistiche antiche.<br />

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52 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Fiori di campo<br />

Tecnica mista su carta<br />

Cm 61 x 41<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1980 ca.<br />

Il fascino che risiede nella semplicità della carta, nel colore del materiale nobile che diventa parte<br />

integrante del dipinto, si accende nei guizzi cromatici dei fiori spontanei. Un’opera di grande<br />

modernità e al contempo dal sapore antico, immediata e al contempo risultato di una tecnica<br />

profonda e raffinata. Aspetti peculiari della poetica di Oscar Saccorotti, artista colto ed elegante.<br />

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Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

53<br />

Gabbietta appesa al ramo<br />

Acquaforte acquarellata<br />

Cm 50 x 38,5<br />

III prova d’artista<br />

Firmata e datata 1975 in basso a destra e sulla lastra<br />

Provenienza: già proprietà dell’artista<br />

54<br />

Gabbietta<br />

Incisione acquarellata<br />

Cm 10 x 14<br />

III prova d’artista<br />

Firmata e datata 1979 in basso a destra e sulla lastra<br />

L’incidenza del segno tipica del bulino consente al pittore di raggiungere una straordinaria<br />

precisione disegnativa.<br />

Grazie alle delicate velature dell’acquerello, l’artista stempera la sua grafia meticolosa e trasforma<br />

le acqueforti in raffinate opere uniche.<br />

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53<br />

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Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

55<br />

Vaso con fiori<br />

Ceramica a decorazione policroma lucida<br />

Cm 21 x 9,5 x 9,5<br />

Firmato e datato 1970 sul fondo<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Il laboratorio fantastico di Oscar Saccorotti, Villa Croce, <strong>Genova</strong> 1994<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- G. Giubbini (a cura di), Il laboratorio fantastico di Oscar Saccorotti, catalogo della mostra,<br />

Villa Croce, <strong>Genova</strong> 1994, n° 166 di catalogo, riprodotto a pag. 212<br />

- AA. VV. (a cura di), Un’esperienza nelle arti applicate a <strong>Genova</strong>. Fausto e Oscar Saccorotti,<br />

Quaderni del Museo dell’Accademia Ligustica, <strong>Genova</strong> 1995, riprodotto a pag. 21<br />

56<br />

Vaso con forme astratte<br />

Ceramica a decorazione policroma lucida<br />

Cm 17 x 7 x 7<br />

Firmato e datato 77 sul fondo<br />

57<br />

Vaso con fiori<br />

Ceramica a decorazione policroma lucida<br />

Cm 17,5 x 7 x 5<br />

Firmato e datato 1977 sul fondo<br />

Attivo anche nell’ambito delle arti applicate Saccorotti, artista poliedrico e sempre elegante,<br />

coniuga la propensione al naturalismo, la forma astratta e il gusto decorativo tipico dell’arte<br />

giapponese. Come estratti da un sillabario interiore, gli elementi si sposano in un’armonia<br />

perfetta, in un equilibrio semplice e ponderato.<br />

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Ultima di copertina<br />

Tammar Luxoro, Il Golfo di Spezia, 1870 ca.<br />

Finito di stampare nel mese di Ottobre 2020 da Grafiche G7 - <strong>Genova</strong><br />

Foto e Grafica: L’Agorà - <strong>Genova</strong>

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